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Autore: SonounaCattivaStella    09/11/2014    6 recensioni
[RanMasa][Fic ispirata al videogioco di Ib][In revisione] Speciale Halloween! Scusate il mega ritardo nel pubblicarla ma non ho avuto internet e.e
Dal testo:
Mi avvicino all'ingresso e utilizzo lo spioncino per vedere chi è stato a suonare. Non vedo nessuno e decido di aprire appena la porta, curioso. Mi si parano davanti due ragazzini vestiti in modo veramente terrificante, roba da far accapponare la pelle.
«Dolcetto o scherzetto?» Chiedono in coro. Anche la voce fa venire i brividi lungo la schiena, sembrano dei veri demoni.
«Non ho niente da darvi, andate a rompere da un'altra parte.» Dico con tono secco chiudendo loro la porta in faccia.
Genere: Fantasy, Horror, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jeanne D'Arc, Kariya Masaki, Kirino Ranmaru
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Li raggiungo nella stanza delle porte e afferro per un polso Ranmaru tirandolo verso di me abbracciandolo possessivo.
«Ehi, tutto ok?» Chiede ricambiando l’abbraccio.
Non rispondo e affondo la faccia nel suo petto. Quelle parole mi riecheggiano nella testa e la paura di perderlo si fa sempre più strada dentro di me.
«Ti amo.» Sussurro sulla sua camicia.
«Come scusa?» Chiede sorpreso.
Alzo il viso facendo incatenare i nostri sguardi, lo amo e non posso rischiare di perderlo senza averglielo detto prima.
«Hai capito.» Bofonchio imbarazzato. Non è da me esternare in modo così palese i miei sentimenti, figuriamoci ripetere le cose due volte.
«Ridillo.» Soffia a pochi centimetri dalle mie labbra.
«Ti amo.» Dico quasi in trance. Il suo fiato sul mio volto, le labbra a poche centimetri da me, i suoi occhi, tutto di lui mi manda in pappa il cervello.
«Ti amo anche io.» Dice prima di baciarmi passionale facendo intrecciare nuovamente le nostre lingue, non mi potrei mai stancare di questo contatto inebriante.
Quando ci stacchiamo sorrido ebete per poi guardare da sopra la spalla di Ranmaru con un ghigno trionfante quell’appiccicosa di Jeanne, ma il ghigno mi muore sulle labbra quando incontro il suo sguardo: le iridi verdi di pochi attimi prima ora sono rosse, se fosse possibile mi avrebbe ucciso solo con lo sguardo, e le sue labbra formano un sorriso sinistro, da folli. Il tempo di far girare il rosa nella sua direzione lei assume nuovamente il suo aspetto normale sfoggiando uno smielato sorriso.
«Andiamo?» Chiede avvicinandosi nuovamente a Ranmaru prendendolo sotto braccio. La vedo lanciarmi uno sguardo quasi compiaciuto prima di avviarsi verso l’ultima porta a sinistra.
Entriamo in quella che è a tutti gli effetti un’immensa biblioteca piena di grossi e vecchi tomi polverosi, quadri e statue. Me la faccio alla larga da questi ultimi nel caso in cui se la pensino e comincino a camminare come prima.
La giriamo in lungo e in largo e non capisco cos’è che dovremmo cercare qui dentro. Non ci sono porte né finestre, quindi non può assolutamente essere questa l’uscita. Sto per chiedere il senso di questa inutile passeggiata quando la mia attenzione si posa su di un quadro sul quale sono raffigurate le fiamme di un rogo. Leggo il cartello sotto la cornice “Jeanne d’Arc” e un campanello di allarme si accende dentro di me. Mi balenano davanti agli occhi le parole in rosso di poco fa e spalanco le mie iridi feline. Ogni pezzo del puzzle va al suo posto, è lei l’artefice di tutto ciò! Ha costretto quei due ragazzi a restare per sempre qui fino a farli morire e ora vuole fare lo stesso con Ranmaru. Il terrore si impossessa di me quando noto di aver perso di vista i due. Li devo trovare prima che sia tutto perduto.
«Ranmaru!» Urlo correndo tra le file di scaffali. Non ricevo risposta e vado nel panico. Lo chiamo più volte senza ricevere risposta, ho paura che si troppo tardi finché non lo sento urlare.
«Masaki!» Il suo tono trasuda paura da ogni lettera.
Riesco a capire da che parte è arrivata la voce e in pochi secondi li raggiungo. Quando arrivo la scena che mi si para davanti mi gela sul posto: Jeanne è circondata da un’aura sinistra, i suoi capelli biondi ora sono corvini, negli occhi non è rimasta più nemmeno una traccia del bel verde di prima, sono rossi, rossi come il sangue e con un ghigno folle si avvicina lentamente a Ranmaru che si ritrova con le spalle al muro.
«Ora resterai qui con me. Io posso amarti meglio di quell’insopportabile ragazzino.» Dice con una voce da oltretomba sfiorando una guancia al rosa che la guarda terrorizzato.
«Ferma! Leva le tue sudice manacce da lui!» Urlo attirando la sua attenzione.
Lei si gira verso di me guardandomi perplessa e divertita.
«Ho da proporti una cosa. Lascia andare Ranmaru e in cambio potrai fare di me ciò che vuoi. Solo se prima però riuscirai a prendermi.» Dico senza scompormi di una virgola. Ho davvero tanta paura ma non lo do a vedere, l’unica cosa che importa ora è salvare Ranmaru, ciò che ne sarà di me non ha importanza.
«Mmmmhh… va bene. Ti conviene cominciare a scappare, sai? Io ho tanti assi nella manica!» Urla con la sua voce terrificante lanciandosi verso di me.
Con un veloce scatto corro lontano da lei inoltrandomi nella biblioteca e mettendo molta distanza tra di noi. Ad un tratto però dagli scaffali cominciano a piombare giù pesanti tomi con l’intento di ferirmi o rallentarmi, li schivo tutti ringraziando i miei riflessi da calciatore e continuo a correre nell’immensa rete di scaffali. Cerco di ricordarmi dove può trovarsi l’uscita quando ad un tratto qualcosa mi afferra la caviglia facendomi cadere a terra. Mi giro terrorizzato dall’idea che possa essere lei ed invece vedo solo un lungo e nero braccio uscire dal muro arpionato alla mia caviglia. Lo scalcio via e ricomincio a correre evitando altre braccia che spuntano dal nulla. Mi volto giusto un attimo per vedere dove si trova Jeanne e quando mi giro nuovamente freno di colpo per evitare di finire tra le fauci di un’orribile libreria che mi intralcia il cammino mostrando i suoi denti aguzzi. Riesco a raggirarla e scappare via.
Arrivo nuovamente nel corridoio in cui si trova il quadro vuoto di Jeanne e capisco di essere vicino all’uscita, uscita alla quale non arriverò mai perché la ragazza spunta di colpo davanti a me bloccandomi ogni via di fuga.
«Bene bene Masaki, mi sa che ho vinto io. E sai che ti dico? Vi terrò entrambi, come ho fatto con quegli insignificanti ragazzini.» Sibila tra i denti avvicinandosi a me.
Indietreggio e quando le spalle incontrano il quadro lo sento muoversi appena. Volto lo sguardo e vedo le fiamme dentro di esso muoversi e allungarsi verso di me, vuole intrappolarmi dentro al suo stesso quadro.
Quando arriva a qualche centimetro da me la vedo ghignare e con un urlo disumano si lancia nella mia direzione. Pochi attimi prima che le sue mani si chiudano sulla mia gola mi sposto di lato facendole perdere l’equilibrio. Sorpresa cade contro il quadro entrando per metà, con una spinta la butto dentro e osservo il quadro tornare normale, con una Jeanne bionda avvolta dalle fiamme del rogo, prima che anch’esso prenda fuoco.
Uno scatto alla mia destra mi fa saltare in aria e vedo che uno degli scaffali a parete si sposta mostrando un corridoio dove alla fine vi è appeso l’enorme quadro dal quale siamo entrati: la nostra via di uscita.
Corro tra gli scaffali chiamando Ranmaru con le lacrime agli occhi finché non vado a sbattergli contro a metà strada. Lo abbraccio contento riempiendolo di baci.
«Per un attimo ho avuto paura di perderti.» Sussurra tra i miei capelli.
«Anche io.» Ammetto stringendolo ancora di più a me. Finalmente è tutto finito, possiamo tornare a casa.
«Ho trovato l’uscita, seguimi.» Dico intrecciando le mie dita con le sue trascinandolo nel corridoio che è spuntato dalla parete.
Arriviamo davanti all’enorme quadro che stavolta non riporta segni di pittura, nessun messaggio sinistro appare vicino ad esso, raffigura semplicemente la nostra bellissima città in un caldo pomeriggio d’estate.
«Torniamo a casa.» Dice sorridendo Ranmaru entrando nel quadro insieme a me.




«La prossima volta niente più feste, si sta qui a coccolarci al calduccio.» Sentenzio imbronciato chiudendomi la porta di casa alle spalle.
Ranmaru si avvicina a me con un sorriso malizioso sulle labbra, mi bacia e comincia a togliermi i vestiti di dosso.
«Direi che è un’ottima idea. Ho imparato la lezione.» Dice prima di riprendere il suo lento lavoro con i vestiti del mio orribile trucco di Halloween.






Angolino piccino picciò autrice:
Ed eccoci alla fine purtroppo çAç di questa fic. Ma non disperatevi, tornerò presto con una nuova RanMasa un po’… particolare C:
Spero che questa sia stata di vostro gradimento! ^^
Alla prossima!
Fanny ♥
   
 
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