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Autore: SakiJune    09/11/2014    0 recensioni
"Gallifrey si era risvegliata con un ruggito di dolore, non con uno sfarfallio di ciglia. La pace futura doveva fondarsi su un ultimo, necessario atto di violenza. Ma il Dottore non ne fu testimone né causa. Non sentì le voci stridule risuonare nelle strade, le voci gravi sillabare con prudenza all’interno di stanze sigillate, né le voci amiche chiamare il suo nome, i suoi tanti nomi, in un tono che non attende risposta ma ne ha bisogno, ne ha sete. Non sentì giungere chi, fuggito o intrappolato all’inizio della Guerra del Tempo, si era rifugiato in differenti linee temporali e ora aveva sentito il richiamo, sempre più forte, giungere da casa. Erano tornati - gli spauriti e i vili, i saggi e gli idealisti..."
Sequel di "A Taste of Honey".
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Doctor - 12, Jenny, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'From Lungbarrow to Trafalgar Square'
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Note varie...
- Il nome di Ryndane è ispirato a quello di Rynde, un Lungbarroviano parecchio antipatico. Morth a sua volta fa parte del nome completo di Glospin (sì, quel cattivaccio assassino!) ed entrambi sono stati scelti dal Telaio, non è che il Dottore si sia divertito a chiamare i Cuginetti come i suoi nemici del passato. Corgan è il cognome del cantante degli Smashing Pumpkins. Apparentemente, a Twelve piacciono e sì, in questo caso si è divertito u.u
- La storia che Innocet racconta a Ked e Ash è una delle sottotrame del romanzo "Lungbarrow". Ormai è come se l'aveste già letto :P



Per un momento le sembrò di rivedere se stessa sulla riva del laghetto termale su Tegan, se stessa e Clara nel corpo di Honey. Ma no, era il torrente che scorreva mezzo miglio più a valle della Casa, e la roccia era grigia e la ragazzina esitante era soltanto Ryndane, paffuta e scura, che teneva il broncio mentre Jack, Corgan e Morth dall’acqua la spruzzavano e le urlavano di muoversi, porco Dalek, era la sua vera iniziazione, altro che guardare nello Scisma, era una figata cosmica. Quando si era ritrovata inzuppata doveva aver convenuto che accontentarli non poteva essere peggio che sopportare quella tortura e si era rassegnata a raggiungerli, tuffandosi nella pigra corrente, rigida da sembrare un sasso, tra le risate dei ragazzi.

Il Dottore disapprovava, ma non intervenne. Oh, come lo conosceva bene ormai. Erano trascorsi tanti anni, più di quanti ne potessero contare sulle dita di entrambi, e ancora si incantava a guardarlo. Era sempre snello e dinoccolato e buffo in costume da bagno, ma aveva perso l’aria scheletrica e il colorito pallido di un tempo.

Più tardi consolò Ryndane, le asciugò il viso dall’acqua e dalle lacrime ma sdrammatizzò e la convinse a tornare con gli altri, perché doveva crescere, non restare aggrappata alle sue gonne e a quelle di Innocet, era la sua ultima estate prima di entrare all’Accademia ed era meglio che si abituasse agli scherzi idioti dei compagni più grandi. I giovani sapevano essere crudeli, che fossero gallifreyani o terrestri, che avessero quindici o novant’anni. Lei a scuola era stata tormentata dai bulli abbastanza da temere che Jack lo fosse diventato a sua volta con i compagni più giovani, ma gli insegnanti le avevano assicurato che era uno studente modello.

Ada lo amava con tutto il suo cuore di madre, ma era davvero possibile? Kedred, quell’angelo travestito da Signore del Tempo, non avrebbe mai osato dare loro un dispiacere lamentandosi della condotta di quello scellerato. Drax aveva meno peli sulla lingua, ma non sembrava comunque il tipo da giudicare qualcuno per le stronzate che lui stesso aveva combinato a quell’età e oltre. Ma gli altri professori erano gente severa, vecchio stampo, lei stessa ne era stata un poco intimidita quando li aveva incontrati: era fuori discussione che mentissero. Purtroppo non poteva fare affidamento su Thistle perché a quanto pareva, stando in dormitori diversi, quei due a scuola non si incontravano praticamente mai.

Giù nel torrente Ryndane sorrideva sguazzando con gli altri, e quando Ada tornò a guardare il Dottore notò che anche la sua espressione era più rilassata.

Aveva compiuto novantacinque anni - o forse doveva compierli più avanti, quell’estate, non si era mai interessata alla complessa scienza dell’approssincronizzazione - ma era ancora la ragazzina che un pomeriggio d’agosto, in un parco di Londra, aveva tenuto d’occhio lo smartphone aspettando l’annuncio del nuovo interprete del Dottore. All’epoca aveva sperato si trattasse di quel gran manzo anglo-africano dal nome impronunciabile, invece si era trovata sullo schermo la faccia da schiaffi di Malcolm Tucker. Si era sentita presa in giro. Ma poi aveva ricordato che quella era anche la faccia di John Frobisher e le era salito un brivido in fondo alla schiena, e si era detta che forse, probabilmente, di sicuro sarebbe stato uno splendido Dottore, forse splendido quanto i suoi preferiti, che erano Pertwee e i due Baker e il reuccio uscente, Scucchione Smith.

Mai si sarebbe aspettata che quegli stessi occhi un giorno l'avrebbero guardata sornioni e apparentemente schivi, fingendo di non notarla mentre gli si avvicinava a quattro zampe.

Era lui, il Dodicesimo, il suo compagno, il padre dei suoi figli. Ma era anche tutti gli altri Dottori insieme: non aveva più senso avere un preferito, o forse aveva senso quanto scegliere le foto più carine di un vecchio album dei ricordi. Lui esisteva e non aveva importanza per quanto tempo ancora gli Arcaliani avrebbero governato il pianeta, o quando sarebbe stato sicuro tornare sulla Terra...

Le turbolenze temporali intorno a Gallifrey si erano placate un poco, negli anni, ma non del tutto, e il Dottore non aveva più osato entrare nel Vortice dopo il viaggio con Romana, limitandosi ad usare la TARDIS per spostarsi all'interno del sistema di Kasterborous. “Non potrei rischiare di ritrovarmi qui cent'anni dopo, e scoprire che Jack si è messo a organizzare rave party nel fienile e Thistle ha sposato quella faccia da criceto del Cancelliere” aveva scherzato una volta. Perché sì, l'ex Castellano Androgar aveva fatto carriera, a furia di spintarelle e spintoni, fino a diventare il vice del Lord Presidente, ma a lui non era mai andato a genio e idee folli come quella, per quanto non avessero attinenza con la realtà in nessuno dei futuri immaginabili, l'avevano sempre frenato dalla possibilità di un'innocua visita ai suoi amici della UNIT. E anche se Ada non ne sapeva nulla, gli bruciava non poter mantenere la promessa fatta a quel ragazzino che portava un lungo e bellissimo nome e che, se non fosse stato per la Guerra del Tempo, avrebbe potuto essere...

- Salve.

- Temevo seriamente che volessero annegarla - grugnì lui.

- Che ne è stato del famoso bypass respiratorio? Vale solo per i Signori del Tempo dotati di ombelico?

- Era un modo di dire. E quella posa felina non convince nessuno, lo so che vai a quattro zampe perché hai paura di scivolare e finire trascinata dai mulinelli che vedi vorticare lì sotto.

La stava bellamente prendendo in giro, ma lei non si scompose. - Ho due polmoni umani, io, scusa.

- Touché. - Le fece posto sulla piatta roccia grigia che era servita da solarium e trampolino a innumerevoli generazioni di Lungbarroviani, scoprendo la gola in segno di resa. Ada guardò giù per controllare che i ragazzi non potessero vederli, poi gli fu addosso.

- Non possiamo far niente, qui - sbuffò lui, ma non si sottrasse alle coccole. - E immagino che a casa ci sia gente. Domanda. Perché viviamo in un porto di mare se siamo in montagna?

- Non c'è "gente". Ci sono Kedred e Spandrell. È un vecchietto tanto simpatico, Spandrell. Immagino sia la sua maledizione, non riuscire mai ad andare in pensione definitivamente. Lord Castellano a vita, decise il destino.

- E io? Devo considerarmi in pensione, io? Non ci ho mai riflettuto abbastanza, da quando abbiamo gettato la spugna… non che Romana abbia gettato davvero la spugna. Ma Tersurus non è esattamente il luogo migliore da cui influenzare il Consiglio.

- So io quando andrai in pensione davvero, e non è oggi.

- Spoiler! Non osare!

Ada abbassò gli occhi. Era una delle parole che riuscivano a farla ammutolire, e lui ebbe un brivido a sua volta.

- Tra un paio di secoli inforcherai di nuovo la TARDIS e sparirai tra le stelle -

- Se ne sei così convinta… E tu? Non ti annoierai, qui?

- Troverò qualche altro corteggiatore - rispose lei, con aria maliziosa, aspettando la sua reazione.

Non era un’eventualità campata in aria. C’era stato qualcun altro, per un po’. Non gliel’aveva mai nascosto e nemmeno ci aveva provato, non era così che funzionava. Era iniziata con un innocuo passaggio dal Circolo fino a casa, quindici anni prima, ed era finita con la nascita... cioè con la tessitura di Ryndane. Il Dottore non aveva fatto nulla per riconquistarla, sapeva che i sentimenti non si possono forzare. Semplicemente, era accaduto… vederlo coccolare quella bambina sensibile e indifesa aveva risvegliato l’amore in lei, e non aveva più avuto tempo né voglia di stare con quell’altra persona. Ormai il Dottore era tornato ad essere l’unico su cui desiderava posare lo sguardo.

- O potresti riciclare quello vecchio - Sapeva come tirarle fuori ciò che voleva sentirsi dire.

- Io ho riciclato quello vecchio. Sei tu. - Gli stava dando soddisfazione, poteva quasi vedere il suo ghigno beffardo anche ad occhi chiusi. Se la meritava tutta. Meritava ogni cosa bella nell’universo...



- Come mai tua sorella è rimasta a casa?

Jack fece spallucce. - Scherzi, ci sono ospiti. Deve assorbire la conoscenza delle mummie polverose, o si sarà persa una grandiosa occasione.

- Senti chi parla, mi hai superato all'ultimo test - gli ricordò Ash con una smorfia.

- Naturale, non hai metodo. Non hai un obiettivo.

- I due secchioni rivali in una lotta all'ultima onda! - Morth era bravino ad imitare i Commentatori delle notizie in psicodiffusione. Il problema è che lo faceva di continuo. Corgan gli tese un agguato e lo spinse giù, facendo ridere Ryndane. Ash provò una leggera invidia, come sempre.

Anche Jack si era nascosto sotto il pelo dell'acqua, in ascolto.

 

Forse abbiamo un obiettivo, ma non ti è concesso parlarne. Nulla di grave, puoi goderti la nuotata.

 

Si sentiva strano. Riemerse appena in tempo per assistere all'ennesimo scherzo di Corgan ai danni della Cugina: le aveva riempito i capelli di alghe e forse di qualche limaccia, visto che la sua chioma riccioluta e intrisa d'acqua sembrava muoversi. Stranamente, lo spettacolo non lo divertì. Non ricordava cosa fosse successo, però… forse era meglio rientrare. Girò intorno al trampolino, dove i suoi genitori stavano ridendo e parlando sottovoce, e recuperò i vestiti. C’era qualcosa che doveva dire? Se avesse aperto la sua mente… forse suo padre avrebbe potuto capire che cosa...

- Dov’eri finito?

Ash l’aveva seguito, naturalmente. A volte quello scodinzolare lo esasperava. - Vai anche tu ad aspirare roba polverosa? - Non rispose mentre si rivestiva a fatica, bagnato com’era. L’amico finse di non guardare: ultimamente era sempre molto occupato a fingere di non guardarlo. Non lo capiva, eppure in qualche modo strano ne era lusingato.

 

Risalirono il pendio fino alla strada e Jack iniziò a chiedersi perché non fosse rimasto giù con gli altri. Trovò una ragione, infine, e gli sembrò tanto valida da essere quella originale.

- Vado a sincerarmi che un certo professorino non faccia la corte a mia sorella, ecco.

Ash strabuzzò gli occhi, cascando dalle nuvole. Era una brutta accusa. - Che cosa? Ked non…

- Mi prendi in giro?

- Gli insegnanti non possono flirtare con le studentesse! Non lo farebbe mai!

- Vero. Come è vero che l’anno scorso è stata promossa alle Classi Avanzate. Tecnicamente, non è più un suo professore, può fare quello che gli gira.

- Questo lo dici tu.

Jack piombò nel giardino come una furia, sperando di coglierli in flagrante. Grande fu la sua sorpresa quando vide che sì, al momento Thistle pendeva dalle labbra di un uomo che le raccontava meraviglie, ma non era il professor Kedredaselus, era il vecchio Spandrell. Decisamente decrepito e innocuo.

- Bella giornata per una nuotata, ragazzo! - lo salutò il Castellano. Jack si passò una mano tra i capelli e già, in effetti erano ancora bagnati. Ashred ridacchiò. - O-ho, temo che sia tardi. Dovrei ben tornare ai miei doveri. Chi me l’ha fatto fare? Ero andato in pensione per la terza o quarta volta, ma mi hanno convinto di nuovo.

- Rimanga finché non tornano i miei genitori - lo pregò Thistle, con la sua vocina più innocente. Era ridicola. Jack si sentì a sua volta un bel po’ stupido, ma in fondo sollevato.

Ked era in soggiorno a bere un tè freddo e accarezzare i gatti di Ada, che ronfavano tra i cuscini e gli si strusciavano contro.

- Bentornati! Ci siete solo voi due? Sai, Ash, stavo pensando… devo tornare all’Accademia prima del previsto, ho un paio di riunioni in ballo, ma se vuoi restare potete tornare da qui, la prossima settimana.

- Da qui? - Ash sorrise a Jack. - Tuo padre ci accompagna a scuola con la sua TARDIS? - Era sempre stato affascinato da quella TARDIS blu, così diversa da tutte le altre. Era anche diversa dentro. Non era soltanto un mezzo per andare da un posto ad un altro, era un’estensione della personalità stessa del Dottore. E a lui, proprio come a Ked, piaceva tutto questo, invidiava il calore di quella famiglia, anche i suoi vecchi Cugini l’avevano sempre messo in guardia su di loro. A volte non sapeva a chi credere.

- Veramente, di solito usiamo quelle. - Jack indicò le cabine di teletrasporto nell’atrio.

Ash era impallidito. - No, guarda, preferisco tornare a casa adesso. Ho dimenticato… sì, ecco, ho scordato di prendere… delle cose.

Innocet gli sbatté davanti un bicchiere pieno di tè. - Grazie della fiducia. Carino da parte del signor Redred raccontare solo metà della sua avventura, tra parentesi.

- Signora, non volevo essere scortese.

- Non sei stato scortese, sei solo disinformato. - Si accomodò, versandosi un po’ di té a sua volta. Kedred stava un po’ sulle spine, comprendendo dove volesse andare a parare. - Ordunque, un mucchio di tempo fa, uno dei miei Cugini decise di denunciare il Dottore perché credeva si fosse introdotto illegalmente nella famiglia. Sciocchezze, ovvio, ma sembrava avere delle prove ed era intenzionato a portare avanti la questione con le autorità. Aveva fatto arrivare un funzionario a questo scopo…

- Redred?

- Esatto. Non avevo nulla contro vostro Cugino, nemmeno lo conoscevo. Ma stava portando alla Cittadella dei documenti che avrebbero compromesso il futuro del Dottore in modo irrimediabile. Sarebbe stato uno scandalo tremendo.

- Così l’ha intrappolato in quella cabina.

- Non volevo fargli del male. L’avrei liberato dopo la nomina dell’erede, gli avrei portato via i documenti e cancellato la memoria. Ma quel giorno Quences fu assassinato, la Casa sprofondò e vi rimanemmo per quasi settecento anni. Quando il Dottore, Lady Romana, Lady Leela e la signorina McShane ci liberarono… ecco, anche lui poté tornare alla sua vita, sebbene... mi rendo conto che l’esperienza gli possa aver causato un trauma non indifferente e me ne dispiace, ma all’epoca non potevo prevedere la piega che avrebbero preso gli eventi.

Kedred sembrava molto interessato alle gocce che scivolavano dal bordo del bicchiere, ma dentro di sé beveva le sue parole. Conosceva già la maggior parte di quella storia, ma sentir nominare sua madre era come ascoltare una musica tanto meravigliosa quanto struggente.

- E questo bel giovanotto era ancora un fagiolino!

Sorrise, rosso fino alle orecchie, le labbra che tremavano un poco.

Ashred chiese a Innocet cosa volesse dire.

- Che Lady Leela era incinta, ecco cosa. Il primo bambino su Gallifrey dopo un tempo immemorabile! Oh, Kedred, io vedo come il Dottore ti guarda. Ti vuole molto bene. Quindi stai tranquillo, Ash, - si rivolse nuovamente al ragazzino che adesso era decisamente imbarazzato - non mi sono fatta un punto d’onore di tenere prigioniera tutta la stirpe dei Redlooms: è stato uno sfortunato incidente. Comunque, nessuno ti obbliga a usare uno dei nostri trabiccoli, vai sereno. - Sorrise e la vergogna di Ash si trasformò in decisione. Gli avevano raccontato bugie per tutta la vita, ma ora sarebbe cambiato tutto.

- No, signora, va bene. Resterò con piacere.

Contenta che quell’equivoco si fosse accomodato, Innocet andò a sistemare le tende. - Sei poco sgamabile - sussurrò a Thistle, che si era nascosta nel vano della finestra aperta, un fiore appuntato con una forcina tra i corti capelli biondi.

- Guarda chi c’è, la fidanzata del Castellano! - l’apostrofò Jack.

La sorella arricciò il naso, disapprovando. - Bisogna avere rispetto per le persone anziane, abbiamo molto da imparare da loro. E se fossi in te eviterei di fare lo spiritoso davanti ai nostri ospiti.

- Sei una giovane assennata, Thistleswincetlungbarromas. Nondimeno, Jackjamin stava solamente scherzando. È bello vederlo così allegro, dal momento che a scuola questi due vivono praticamente fra la biblioteca e la sala studio. - Lei si accorse che il professor Kedred aveva un’espressione diversa dal solito. Era uno dei momenti in cui dimostrava finalmente tutti i suoi anni; la sua era una giovinezza apparente, un aspetto ingannevole dovuto alla sua prima rigenerazione, avvenuta durante la guerra.

Jack grugnì di disappunto, mentre dal giardino già si sentiva lo scalpiccio dei Cugini che tornavano dalla nuotata e le voci dei suoi genitori che cercavano invano di tenerli a bada. Non voleva essere classificato come un secchione. Non capiva nemmeno perché si impegnasse tanto, visto che in realtà non gli importava niente né dei voti né di ciò che imparava.

Era come se una metà di se stesso gli fosse sempre sfuggita, ma non riusciva mai a pensarci troppo a lungo.

Un po’ muovendo le sopracciglia, un po’ tramite messaggio telepatico, attirò l’attenzione di Ashred sulla scena che gli faceva torcere le budella. - Eccola lì, la civetta. Non mi sbagliavo, adesso sta flirtando in una maniera spudorata e non puoi negarlo!

Ma Ash alzò le spalle come a dire che non gliene poteva importare di meno. Ked non guardava Thistle, non davvero - era ancora perso nelle sue nostalgie, pure e preziose come nient’altro al mondo.

 

   
 
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