Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: mimika90    24/10/2008    8 recensioni
Eccomi tornata con una nuova storia! questa volta ispirata a Twilight!. Bella Swan non sa cosa sia il lusso, non ha mai cavalcato o preso il tè in giardino. Ma conoscie la miseria e la povertà, eppure il sorriso non ha mai abbandonato il suo volto... Jacob Black è il suo migliore amico e il fratello che non ha mai avuto, ma nulla di più come lui spera ormai da tempo senza però il coraggio di ammetterlo... Edward Cullen è il rampollo di una nobile famiglia, bello e impossibile, corteggiato da moltissime ragazze. Ma solo un dolce sorriso lo conquisterà...
Genere: Romantico, Malinconico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black
Note: Alternate Universe (AU), Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Eheheh! Immaginavo che Elena non avrebbe riscosso la vostra simpatia dopo la sua rivelazione riguardo Edward. Ma state tranquille, per lei ho in serbo ben altro, mi pesa dirlo ma Edward è di Bella.

Spero che anche questo capitolo vi piaccia, e che continuate a seguirmi e commentare.

Mimika.

 

 

Atto undicesimo: Siria

 

Era passato un mese da quando Elena aveva iniziato a lavorare con lei all’ospedale. Ogni mattina Bella si recava insieme a Carlisle al lavoro, e mentre lui andava nel suo studio, lei andava nella stanza di Elena a svegliarla per iniziare il lavoro. Quel giorno non c’era molto lavoro e le due ragazze stavano prendendo una tazza di tè nella stanza di Elena.

-Secondo me dovresti smettere di lavorare almeno finché la bambina non sarà nata- disse Bella, ormai infatti non doveva mancare molto, la pancia diventava ogni giorno più bassa segno che la bambina era in posizione per uscire. Ma Elena si ostinava a voler continuare a lavorare, nonostante sia Bella che Carlisle le avevano detto più volte di smettere almeno fino alla nascita. -Ne abbiamo già parlato, smetterò di lavorare qualche ora prima di partorire-.

Bella ammirava Elena per il suo coraggio, più di una volta si era ritrovata a pensare cosa avrebbe fatto lei nella sua stessa situazione.

-Cerca però di fare attenzione, non affaticarti troppo- disse Bella premurosa. Il loro lavoro non era certo privo di pericoli, stavano continuamente a contatto con persone malate, spesso contagiose, e anche se nessun lo ammetteva l’igiene non sempre era a un buon livello, come se non bastasse il rischio di cadere era alto, e non voleva che accadesse qualcosa alla bambina.

-Sta tranquilla, farò attenzione- disse sorridendo Elena.

Quando il loro turno di lavoro finì, tornarono con Carlisle a casa, dove il resto della famiglia li aspettava. Elena si sarebbe fermata a cena con loro. Come sempre, quando giunse l’ora di cena Bella si ritrovò sola a mangiare, i Cullen infatti dissero che avrebbero mangiato più tardi, perché avevano altri orari, almeno quella volta c’era Elena con lei.

-Li hai mai visti mangiare?- chiese Elena sottovoce, sporgendosi verso di lei.

-Sinceramente, no- rispose Bella mettendo in bocca un pezzo di pane.

Lei e Elena si trovavano in cucina, sedute davanti al tavolo a gustare uno sformato di carne e del pane semolato. I Cullen invece erano in salotto, Bella li sentiva parlare ma non capiva cosa dicessero.

-E non ti sembra strano?- insisté Elena, anche lei era rimasta colpita da questo fatto.

-Non saprei, forse hanno davvero altri orari- disse Bella alzando le spalle.

La cena continuò in tranquillità. Una volta terminato Bella sparecchiò e si mise a lavare le stoviglie, almeno finché non arrivò Esme che prese il suo posto.

-Ti va di fare due passi?- le chiese Elena.

Bella guardò fuori, a quell’ora era già buio, ma una passeggiata avrebbe fatto bene a tutte e due, cosi prese una mantella indossandola.

-Noi usciamo- disse facendo capolino in salotto mentre Elena era già alla porta.

-Va bene, ma fate attenzione- disse Carlisle.

Uscirono fuori in giardino, la temperatura era leggermente calata, non per niente si avvicinava l’inverno. Le ragazze si strinsero nelle loro mantelle per riscaldarsi, camminando intorno alla villa.

Bella notò che Elena era soprappensiero, più di una volta l’aveva chiamata senza ricevere risposta.

-A cosa pensi?- domandò alla fine, cogliendo di sorpresa Elena che si voltò a fissarla.

-Come?...oh a niente, solo che trovo che i Cullen siano una famiglia davvero strana…-

-Non è carino da parte tua! Ti ricordo che è stato Carlisle ad aiutarti- la rimproverò Bella.

Elena scosse la testa, -no, non l’ho detto con l’intenzione di offendere, li trovo strani semplicemente per le loro abitudini…-

Bella non disse nulla, ma anche lei era d’accordo, i Cullen erano persone fantastiche, ma c’erano alcuni comportamenti di loro che la insospettivano, e a quanto sembrava insospettivano anche Elena.

-Si hai ragione, e non sono strani solo per il mangiare…sono quasi sicura abbiano una specie di allergia al sole, hai fatto caso che le tende sono quasi sempre tirate?...- Bella continuò a parlare e camminare, senza accorgerci che Elena si era fermata a qualche metro da lei, tenendosi la pancia con le mani.

-Elena? Elena! Che hai? Stai male?- chiese preoccupata Bella vedendola pallida e ansimante.

-La bambina…sta per nascere…- quelle parole furono solo un debole sussurrò ma Bella le udì perfettamente.

-no Elena! Non puoi farla nascere qui, aspetta almeno che torniamo a casa- disse Bella sorreggendola, non lo dava a vedere per non agitare Elena, ma era nel panico più totale. Anche se era un infermiera, non aveva mai fatto partorire nessuno. Un grido di Elena la riportò alla realtà.

-fatti forza, la casa non è lontana- disse aiutandola a camminare.

Ancora prima di raggiungere il giardino della villa, Carlisle venne loro incontro, e senza dire nulla prese Elena in braccio e fece cenno a Bella di seguirlo dentro casa.

Una volta dentro Bella rimase sorpresa di vedere che in casa c’erano solo Esme e Edward, oltre a lei e Carlisle.

-Dove sono andati gli altri?- chiese mentre seguiva Carlisle nel suo studio

-sono usciti- disse Carlisle.

Bella non chiese altro, Carlisle adagiò Elena sul lettino, la quale non appena fu libera dalle braccia di Carlisle, si contorse su se stessa urlando.

-Stai calma, respira lentamente, non spingere ancora- disse Carlisle con voce pacata, per cercare di tranquillizzarla, ma Elena era tutto fuor che tranquilla.

-Come faccio a non spingere?! È la bambina che lo vuole!- urlò Elena.

-Bella, vai a prendere degli asciugamani, molti e anche un secchio d’acqua- disse Carlisle mentre indossava il camice da lavoro.

Bella corse fuori, dove trovò Esme con già gli asciugamani in mano, sorpresa la guardò.

-Stavo venendo a portarveli- disse la donna porgendoglieli.

Bella li prese, -tra poco arriverà Edward con il secchio- disse Esme.

Bella annui e rientrò nella stanza, fece appena in tempo a chiudere la porta che questa si riaprì ed entrò Edward con il secchio.

-poggialo vicino al letto- disse Carlisle.

Bella notò che Edward faceva di tutto per non guardare Elena, sdraiata sul letto a gambe divaricate, coperta solo da un lenzuolo.

-Bella passami un asciugamano- disse Carlisle.

La ragazza si avvicinò porgendo un asciugamano, che Carlisle prese e immerse nell’acqua per poi adagiarlo sulla fronte di Elena per darle un po’ di sollievo.

-Adesso spingi, piano, andrà tutto bene- disse Carlisle posizionandosi davanti al letto.

Elena spinse, ed ad ogni spinta urlava, quelle urla arrivavano alle orecchie di Bella straziandola, quanto dolore poteva dare una cosa cosi bella?.

Sentì una mano fredda posarsi sulla sua spalla.

-Forse dovresti uscire- disse Edward.

-No, sto bene- rispose Bella, anche se dal suo colorito pallido era chiaro il contrario.

-Sei sicura?- insisté Edward alzandole il mento con due dita.

Ritrovare a fissare gli occhi di Edward le provocò una serie di brividi che la costrinsero a distogliere lo sguardo.

Edward la lasciò andare, e sembrava turbato da qualcosa. Bella lo guardò uscire dalla stanza, e dopo un attimo di smarrimento, si avvicinò al letto prendendo una mano di Elena tra le sue.

-Continua a spingere, stai andando benissimo, non manca molto- continuava a dire Carlisle mentre faceva il suo lavoro.

Il parto andò avanti per ore, ogni tanto Bella strizzava l’asciugamano, lo bagnava, e lo riappoggiava sulla sua fronte.

A notte fonda, Elena era ormai senza forze, e la bambina non era ancora nata.

-Carlisle perché non nasce?- chiese Bella accarezzando i capelli madidi di sudore di Elena.

-il collo dell’utero non si è dilatato abbastanza- rispose serio Carlisle.

-Ce la farà vero?- quella domanda non era solo per la bambina, ma anche per Elena, sdraiata sul lettino stremata e pallida, ormai spingeva solo per istinto.

-Elena resisti ti prego…-

-Bella…non ce la faccio…- anche parlare le costava uno sforzo enorme.

-Shhh…non parlare, potrai farlo dopo, devi fatti forza, devi farlo per tua figlia, non vuoi abbracciare tua figlia?-

Quelle parole sembrarono ridarle speranza, perché riprese a spingere con maggior forza.

-Continua cosi, adesso manca poco sul serio- disse Carlisle.

Venti minuti dopo, il silenzio calato nella stanza venne interrottò dal pianto di un neonato. Carlisle lo avvolse in una coperta tenuta a riscaldare prima, e lo porse a Elena, che lo accolse tra le sue braccia per nutrirlo, stanca ma felice.

Bella vedendo quella scena, pianse, pianse di gioia. Lasciandosi cadere stremata sulla sedia di fianco al letto.

  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: mimika90