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Autore: Ciara    10/11/2014    6 recensioni
« Cos’hai? » la semplice domanda rivoltale da Ron.
« Pensavo » rispose lei cercando di regolarizzare il suo respiro.
Ron sorrise ironicamente.
Certo! Quando mai lei non pensava?
Ritrovarsi con le risposte di Ron nella testa non faceva che darle la certezza dei sentimenti che la legavano a lui. Eppure pensava di aver superato quella fase.
Quella del rifiuto, dell’incredulità, della paura.
Quando credeva che non ci fosse nemmeno uno spiraglio di luce per loro.
Quando vagava nel buio alla ricerca dei suoi occhi.
Il primo capitolo si è classificato primo al "Hermione e.. Ron, SOLO Ron contest" indetto da GiulyHermi96 sul forum di EFP.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie '˜Cosmic Love˜'
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Chi non muore si rivede…e purtroppo per voi io torno sempre!

Che dire?

Altro contest (ovviamente, diranno alcuni), stavolta indetto da Hermione Jean Granger sul forum di EFP, “Romione che passione!” per chi fosse interessato, colgo l’occasione per ringraziarla profusamente!

Bene, senza indugi vi lascio alla lettura (sempre consigliata accompagnata da musica in allegato, stavolta “R U mine?” degli Arctic Monkeys).

Ci vediamo in fondo con le note J

 

 

Are you mine?

 

I'm a puppet on a string
Tracy Island, time-traveling diamond
Could've shaped heartaches
Come to find ya fall in some velvet morning
Years too late
She's a silver lining lone ranger riding
Through an open space
In my mind when she's not right there beside me

 

« Un corso di ballo? » chiese Harry incredulo.

« Un corso di ballo per coppie » lo corresse lui con l’espressione più disperata che riuscisse a trovare nel suo repertorio. Non che fingesse, lui era disperato, ma doveva utilizzare tutte le carte a sua disposizione per convincere Harry.

Con Harry non poteva utilizzare nessuno dei mezzucci, decisamente subdoli, che utilizzava con Hermione.

Niente occhi da cucciolo bastonato, niente baci e decisamente niente sesso.

Inorridì al pensiero delle ultime due cose associate ad Harry. Avrebbe avuto gli incubi per settimane.

« E Ginny ed io dovremmo venire con voi? Non ha molto senso…» cominciò Harry.

Ron lo interruppe alzando una mano e si spiegò meglio: « Non hai capito. La madre di Hermione ci ha iscritti, Hermione ed io e lei con il signor Granger, ad un corso di ballo per coppie, perché a suo dire non passiamo abbastanza tempo insieme e invece dovremmo farlo » il ragazzo a quel punto aveva spalancato gli occhi e aveva cominciato a fare ampi movimenti con le braccia. « Dopo tutto questo tempo è ovvio che a un certo punto, meglio prima che poi, ci decideremmo a fare sul serio, e a quel punto lei vorrebbe conoscermi meglio di come mi conosce ora ».

Quando la signora Granger aveva intavolato quella conversazione la sera prima si era quasi strozzato con il tè che gli aveva offerto. Hermione era sbiancata. Il signor Granger non era presente.

In quei minuti aveva capito da chi Hermione avesse ripreso la sua parlantina, e dopo anni e anni di allenamento era persino riuscito a leggere tutte le implicazioni che stavano dietro a quel discorso strampalato.

La signora Granger aveva trovato un modo, non proprio carino, per fagli capire che avrebbe gradito che lui, Ron Weasley, portasse sua figlia all’altare.

Matrimonio.

E non era che lui non ci avesse mai pensato, solo non credeva fosse il momento giusto.

« Ron, mi pare ovvio che l’invito non si possa estendere a me e Ginny » gli disse il suo migliore amico con un’alzatina di spalle.

« Harry, ti prego! » Ron unì le mani in segno di preghiera di fronte all’altro ragazzo.

« Ora sei tu a non aver capito. Tra un mese mi sposo con tua sorella. Ci sono giusto un paio di cose che dobbiamo ancora definire e… » Harry stava parlando molto lentamente, come se volesse che lui assorbisse ogni parola senza poter ribattere. « … Non ho intenzione si assistere all’ennesima litigata tra te e Hermione. Questa volta me ne tiro fuori ».

E secondo Harry il discorso era finito, ma lui non poteva darsi per vinto.

« Tu devi aiutarmi! »

 

Ron era convinto che di lì a poco Lavanda lo avrebbe affatturato. La ragazza gli stava raccontando, per l’ennesima volta e con dovizia di particolari, della favolosa vacanza in Francia con i genitori e lui, ovviamente, aveva assimilato una parola ogni dieci.

A causa del freddo e della neve che persisteva ancora, in quantità immutata, a metà febbraio, lui e Lavanda si erano rifugiati all’interno dei Tre Manici di Scopa non appena avevano messo piede a Hogsmeade; in realtà Lavanda, lungo il tragitto dalla scuola al villaggio, aveva lanciato qualche indizio per fargli intendere che le sarebbe piaciuto andare alla sala da tè di Madama Piediburro, come tutte le altre coppiette. In fondo era San Valentino.

Lui aveva fatto finta di non coglierli quegli indizi, troppo intento a guardarsi intorno alla ricerca di una traccia di Harry o Hermione.

Quando quasi un’ora prima avevano radunato tutti gli studenti nel cortile interno di Hogwarts, aveva visto l’amica parlare con Ginny in un angolo; non si sentiva del tutto a posto nel seguire ogni mossa di Hermione ogni volta che gli era possibile, soprattutto dopo la scenata che gli aveva fatto a Natale: ormai era così palese nelle sue intenzioni che perfino Harry non si era fatto scrupoli a farglielo notare.

« Ron-Ron, cosa prendi da bere?» la domanda di Lavanda lo riportò prepotentemente alla realtà, la ragazza aveva la fronte corrugata, segno che non le fosse sfuggito il fatto che non la stesse ascoltando.

« Una Burrobirra, Lav. Tu la solita Acquaviola?» le domandò, cercando di porre rimedio alle sue precedenti mancanze. Mentre attirava l’attenzione di Madama Rosmerta per poter ordinare, con la coda dell’occhio notò l’espressione di Lavanda rilassarsi visibilmente.

Non siamo alla sala da tè come voleva lei, ma in compenso abbiamo il tavolo più appartato del locale e con la migliore vista sul bancone. Non male, Weasley!

Mentre attendevano la loro ordinazione, Ron cercò di concentrarsi sul racconto della ragazza: annuiva quando credeva fosse opportuno, sorrideva, ma era abbastanza certo che il tutto risultasse forzato e a un certo punto, in un gesto disperato, le afferrò la mano per poi intrecciare le dita con quelle di lei sulla superficie del tavolo (Lavanda aveva sempre le mani curatissime e laccate di un rosso accesso che lo stomacava).

Finalmente quando arrivò la loro ordinazione, Ron si sentì libero di lasciare la mano di Lavanda e concentrarsi invece sulla sua Burrobirra calda senza sentirsi troppo in colpa. Dopo una lunga sorsata della bevanda dolciastra riportò lo sguardo sul bancone del locale notando Hermione intenta a parlare con Zacharias Smith mentre aspettava la sua ordinazione.

Ron poggiò il suo boccale sul tavolo con un troppa enfasi, facendo strabordare parte del liquido sulla superficie di legno.

Non doveva essere geloso, perché, come gli aveva fatto notare Hermione, lui stava con Lavanda e non poteva arrogarsi il diritto di niente.

« Ron-Ron, tutto bene? » la voce zuccherosa di Lavanda gli trafisse i timpani come un chiodo.

« Benissimo, Lav! »le rispose sbrigativo lui rivolgendole un sorriso tirato. Riportò immediatamente lo sguardo su Hermione: ne poteva scorgere solo il profilo mentre il Tassorosso, con un gomito appoggiato al bancone, si avvicinava alla ragazza sorridendole in maniera fin troppo ammiccante.

Vide Hermione ridere, il che in quei giorni era qualcosa di rarissimo, e il fatto che fosse un altro ragazzo a farla ridere lo faceva arrabbiare ancora di più.

Ron si rese vagamente conto che Lavanda gli stava accarezzando le mani chiuse a pugno sul tavolo, cercando di attirare la sua attenzione. L’intento era chiaro, ma si rifiutò di assecondarla.

Hermione sorrideva e parlava con quell’elemento al bancone e lui doveva dare udienza a quella che si era rivelata essere solo una distrazione del suo problema principale.

Dannato Fred, dannato Fred!

Lavanda aveva smesso di parlare.

Hermione sorseggiò la sua Burrobirra dal boccale che Madama Rosmerta le aveva appena piazzato di fronte. Sicuramente una Burrobirra aromatizzata allo zenzero, come piaceva a lei.

Strinse ancora di più i pugni, perché non poteva ricordarsi come lei preferisse prendere quella bevanda, sapere che il suo profumo non fosse stucchevole come quello della sua ragazza, essere conscio del fatto che Hermione aveva le mani curate, ma che non si sarebbe mai sognata di conciarsele come Lavanda e continuare a pretendere che non ci fosse nulla.

La vide passarsi la lingua sul labbro superiore per rimuovere alcune tracce di schiuma di Burrobirra.

Dio, avrebbe dato qualunque cosa per poterla baciare in quel momento.

Ron si costrinse a chiudere gli occhi per poter recuperare quel minimo di lucidità necessaria a fronteggiare una Lavanda che si aspettava furiosa; riaprendo gli occhi si rese conto che furiosa era oltre le sue più rosee aspettative. La ragazza era livida di rabbia.

« Perché diavolo guardi in quel modo Hermione Granger?»

Ottima domanda!

« Lav, non stavo guardando Hermione » cominciò lui guardandosi intono alla ricerca di qualcosa a cui aggrapparsi, fino ad individuare Harry all’ingresso del locale. « Stavo aspettando Harry. Non vedi? Laggiù! » si sbrigò ad aggiungere indicando l’amico.

Harry, ti prego, aiutami!  

 

And I go crazy 'cause here isn't where I wanna be
And satisfaction feels like a distant memory
And I can't help myself,
All I wanna hear her say is "Are you mine?
"

 

Ovviamente Harry gli aveva dato buca.

Non poteva aspettarsi nulla di diverso in fondo; le cose tra lui ed Hermione non andavano esattamente a gonfie vele e sapeva quanto Harry odiasse fare il terzo incomodo per non parlare del pacificatore.

Non sapeva nemmeno lui cosa non andasse nel loro rapporto: i suoi sentimenti per Hermione non erano cambiati ed era abbastanza certo che fosse lo stesso per lei.

Ma c’era comunque qualcosa che non andava.

Quando era arrivato a casa della ragazza aveva appena avuto il tempo di registrare il fatto che Hermione indossasse un vestito nero e le scarpe con il tacco alto, prima di essere trascinato in cucina dalla madre di lei per un rapido ragguaglio sullo svolgimento della serata: avrebbero partecipato ad un lezione di tango.

Che diavolo è il tango?

Lui, oltre a qualche ondeggiamento e il ballo particolare che aveva imparato per il Ballo del Ceppo, era completamente ignorante in materia, senza contare il fatto che lui odiava ballare e ogni qual volta si ritrovava in quelle situazioni era comunque a causa di Hermione.

Nel bene o nel male, il motivo è sempre Hermione.

Il tragitto in macchina era stato terribile: Hermione era seduta insieme a lui nei sedili di dietro, con le braccia incrociate e lo sguardo fisso fuori dal finestrino, non lo aveva degnato di una parola; la signora Granger non faceva altro che guardarli dallo specchietto retrovisore, mentre il signor Granger cercava di tirarli su di morale, ma, fondamentalmente, parlava da solo.

Una volta arrivati alla sala da ballo la situazione non era affatto migliorata: la coppia di ballerini che teneva il corso aveva dato una rapida dimostrazione dei passi base del tango, quindi si erano messi subito all’opera nell’insegnamento vagando tra gli allievi mentre correggevano e spiegavano nuovamente i movimenti. A dirla tutta i passi non erano nemmeno difficilissimi, ma il fatto che Hermione non gli rivolgesse la parola e cercasse di stare ben lontana da lui, mentre tentavano di imitare gli insegnanti non aiutava affatto.

Aveva anche cercato di dirle che in quel modo non avrebbero concluso un bel niente, ma poi era arrivato quel bell’imbusto dell’insegnate e gliel’aveva praticamente stappata via dalle braccia affermando che tra loro due non ci fosse abbastanza sintonia.

Sintonia? Perché non ci ha visti a letto!

Da allora, quindi quindici minuti buoni, era appoggiato al muro della sala a guardare in cagnesco quell’uomo con la camicia piena di glitter, che faceva volteggiare per la sala la sua ragazza.

E non era che si sentisse minacciato, ma Hermione, che non aveva parlato con lui nemmeno a volerla pregare, in quel momento rideva e ballava con quel ballerino da strapazzo. E il suddetto ballerino le stava toccando le gambe in maniera troppo lasciva.

Sta solo insegnando, Ron. Calmati!

Ma come diavolo faceva a calmarsi quando si sentiva sempre tenuto sulle spine, soprattutto quando erano presenti i genitori di Hermione e non si poteva permettere di sgarrare nemmeno un po’.

« Se continui a guardarli così, prenderanno fuoco ».

Il ragazzo si voltò appena in tempo per notare il signor Granger appoggiato alla parete accanto a lui.

« E, non per essere puntiglioso, potresti anche riuscirci. Una volta, da piccola, Hermione ha dato fuoco ad uno dei sui apparecchi per i denti » continuò a parlare l’uomo tranquillamente.

« Io… » cominciò Ron, voleva spiegargli che non lo Avrebbe mai fatto. Non di proposito almeno.

Okay, forse non sei sincero con e stesso, Ron.

« Hermione non ce l’ha con te, per lo meno non del tutto. Poco prima che arrivassi ha discusso con sua madre » gli rivelò lui osservando la moglie intenta a ballare con un altro uomo.

Ron corrugò la fronte, il signor Granger gli era sempre stato simpatico, in lui aveva trovato un alleato inaspettato che l’aveva salvato da un’infinità di momenti imbarazzanti con la signora Granger. Era abbastanza convinto che lei invece lo odiasse.

Era anche abbastanza sicuro del fatto che se l’uomo avesse saputo tutto quello che lui e Hermione facevano sotto il suo tetto lo avrebbe odiato anche lui.

« In ogni caso, le mie ragazze non amano i ragazzi gelosi » aggiunse il signor Granger, quasi fosse un commento sul tempo invece di un consiglio spassionato.

Come se non lo sapessi!

L’aveva sperimentato sulla sua pelle quanto Hermione non lo sopportasse quando faceva il geloso.

 

Aveva i piedi e la mani congelati.

Odiava quell’attesa snervante, odiava la neve e odiava il Caposcuola di Corvonero.

Erano almeno dieci minuti che aspettava che Hermione si liberasse di quel tizio inutile e lo raggiungesse, in fondo erano tre mesi che non si vedevano.

Tre mesi che non l’abbracciava, non la toccava, non la baciava.

E in quel momento il suo unico pensiero era quello di affatturare quel ragazzo. Cominciò a battere il piede a terra nervoso.

Odiava doverla condividere con gli altri.

Ed era un pensiero assurdo, perché era un dato di fatto che dovesse condividerla con gli altri, Hermione non era una sua proprietà e se solo lei avesse potuto leggergli nel pensiero glielo avrebbe ricordato senza remore.

Il fatto che lo sapesse non lo rendeva meno vero. Era sicuro che fosse lo stesso per lei, non con la stessa intensità ovviamente. Hermione si sapeva controllare.

Quando finalmente la ragazza lo raggiunse, la vide alzarsi in punta di piedi per poterlo baciare sulla guancia. « Ciao, Ron » disse piano sorridendogli.

Probabilmente avrebbe dovuto ricambiare il saluto invece di passarle le mani guantate attorno al collo e darle un bacio poco casto e decisamente possessivo. C’era da dire che anche se ne era sorpresa la ragazza non si tirò indietro.

« Sai che non dovremmo farci vedere da tutta questa gente mentre…» cominciò lei, ma lui la fermò subito baciandola nuovamente con altrettanto fervore.

Dio, se gli era mancato farlo!

« Non da tutti, solo dal Caposcuola che ti faceva gli occhi dolci » le disse Ron a fior di labbra poco prima di cercare di baciarla di nuovo. La ragazza si allontanò subito di un passo per poterlo guardare senza farsi toccare.

« Non sei serio…» lo ammonì lei mentre corrugava la fronte. Ron si maledisse mentalmente per aver accennato a quel tizio inutile, ben sapendo che, finché non si sarebbe chiarito, lei sarebbe stata furiosa con lui per il resto del pomeriggio.

« Hermione, ti stava facendo gli occhi dolci. Era molto chiaro ».

« Stavamo programmando le ronde » gli spiego lei alzando la voce.

Come glielo faceva capire, adesso, che non era affatto così?

La vide dargli le spalle per poi dirigersi verso i Tre Manici di Scopa.

Aveva decisamente bisogno di una Burrobirra bollente, pensò, mentre la seguiva rassegnato ad un pomeriggio d’inferno.

 

Ron attirò Hermione più vicino a se mentre riprendevano ad eseguire il passo base del tango, poggiò la guancia contro la sua tempia e cominciò a parlare: « Non vorrei sembrare geloso, ma hai parlato e ballato e riso con quel bell’imbusto dell’insegnate. Mentre non vuoi parlare con me ».

La sentì sospirare, segno che stava per spiegargli qualcosa.

« Non sopporto quando mi ignori, abbiamo passato così tanto tempo ad ignorarci che… non lo so. Dimmi che cosa c’è che non va » continuò a parlare lui mentre poggiava la fronte sulla sua spalla per poi lasciarle un bacio sulla base del collo.

« Ron, ho parlato con mia madre. Le ho detto che non verremo a nessun’altra lezione e che deve smetterla di punzecchiarti e di…lanciare frecciatine sul matrimonio » spiegò sbrigativamente lei. « Non voglio che ti senta sotto pressione per questo…e lo so che sei venuto solo per non dover discutere con me » proseguì la ragazza costringendolo allontanarsi almeno un po’ da lei.

« Ho parlato con tua sorella, non fare finta di niente » lo ammonì sollevando appena le sopracciglia.

Harry non sa mantenere un segreto nemmeno a pagarlo!

« Veramente io… » ma fu interrotto dalla ragazza che lo attirò dal colletto della camicia per poterlo baciare. « Sta zitto! »

Col tempo aveva imparato ad amare Hermione anche quando lo bacchettava, c’erano dei notevoli vantaggi quando facevano l’amore.

Il ragazzo si guardò attorno per accertarsi del fatto che la madre della ragazza non li avesse visti e che non fosse nelle vicinanze.

« Vieni a dormire da me stasera? »

 

Well, are you mine? (Are you mine tomorrow?)
Are you mine? (Or just mine tonight?)
Are you mine? (Are you mine tomorrow, or just mine tonight?)

R U Mine?, Arctic Monkeys

 

Angolo dell’autrice.

Vi è piaciuta? Spero tanto di sì, anche se l’avevo concepita un po’ diversamente (spero di poter aggiungere a breve altri due capitoletti alla raccolta, stanno prendendo la polvere nel mio pc, ehhehe).

Non credo ci siano molte cose da chiarire riguardo il Missing. Credo che si sia capito che il primo flashback è ambientato a Hogsmeade, durante una delle uscite concesse agli studenti, durante il sesto anno mentre Ron sta ancora con Hermione, mentre il secondo flashback è ambientato durante il settimo anno di Hermione, cioè dopo il settimo libro.

Per chi ha letto le altre storie della raccolta sicuramente sarà facile trovare dei nessi con le precedenti all’interno del capitolo, in più mi piace rimandarvi ad un’altra storia, “The Wedding Dress”, in cui Ron esprime i suoi timori nei confronti del signor Granger (magari fateci un salto).

Passo e chiudo

Ciara.

  
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