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Autore: DaisyBuch    10/11/2014    1 recensioni
Cosa fareste voi se una misteriosa voce vi ordinasse di mettervi un anello e vi trasportasse nell'antica Grecia? Questo è quello che è successo ad Athena, una ragazza di quindici anni che deve aiutare i personaggi dei miti a risolvere le storie a cui sono legati.
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DAL CAPITOLO 17:
Athena si lasciò sfuggire un gemito di paura, le guardie stavano aprendo il cancello e loro due si strinsero forte la mano, ancora una volta per infondersi coraggio. Li spinsero dentro e sentirono cigolare dietro di loro il cancello di legno che si chiudeva. Era un suono terribile. Athena si sentì in trappola, si sentì sola ed adesso come non mai voleva girare l’anello e tornarsene a casa.
Ci fu un suono assordante e metallico che rimbombò per molto tempo, era come se fosse il campanello che designava l’ora del pasto.. e forse era proprio quello.
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash, Crack Pairing
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Athena non parlò più. Tutti loro erano spaventati : erano i sette fanciulli e le sette fanciulle estratti a sorte per essere mandati a morire nelle fauci del minotauro. Ma perché lei era tra di questi? Qualcuno voleva che lei morisse? In quel preciso momento si chiese perché non ci fosse arrivata prima: era stato Ade, lui la voleva morta. La sua mente ribolliva di rabbia, e decise che gliel’avrebbe fatta pagare, lei avrebbe tentato con tutte le sue forze di non far morire per nulla al mondo quei tredici ragazzi con cui condivideva gli ultimi momenti di panico. Ma si ricordava chi era Teseo, e sapeva che in qualche modo li avrebbe portati in salvo, solo che non sapeva come. Ma soprattutto si accorse di non sapere perché erano in quella situazione.
-Perché solo gli Ateniesi devono essere sacrificati?- chiese a bassa voce a Teseo che era accanto a lei, concentrato a fissare il terreno. Temeva che la sua fosse una domanda troppo stupida e non voleva farsi sentire dagli altri.
-Perché il figlio di Minosse, Androgeo, morì per mano degli ateniesi poiché aveva vinto eccessivamente ai loro giochi disonorandoli, dunque Minosse decise di vendicarsi della città di Atene facendo inviare ogni anno sette fanciulli e sette fanciulle come pasto al Minotauro, che si ciba di carne umana..- raccontò inquietantemente spuntandole alle spalle la ragazza che prima le aveva rivolto parola. Aveva anche alzato la voce apposta, per far sentire a tutti che lei non lo sapeva.
-Lo avevo chiesto a lui.- rispose seccata Athena. –Ma grazie.-
-Lo sanno tutti.- commentò la ragazza. “Se magari fossi Ateniese lo saprei” commentò sarcasticamente a mente.
-Qual è il progetto di fuga?- chiese Athena a Teseo. Doveva averne per forza uno, giusto? E loro dovevano essere compresi, quindi meglio studiare tutto subito.
-Due di noi entrano nel labirinto, in tal caso siamo noi due, - spiegò Teseo concentrato, -io uccido il Minotauro e tu cerchi di scamparvi.- conclude soddisfatto. Che razza di piano è? Lei dovrebbe andare a caso tra i corridoi sperando di non incontrarlo o in attesa che lui lo uccida?
-Non esiste.- ribattè Athena.
-Chi non esiste?- chiese dubbioso. La ragazza alzò gli occhi al cielo. “Il linguaggio, il linguaggio” si ricordava a mente.
Qualcuno aprì la fessura e si scorsero degli occhi marrone mogano, che con quella luce sembravano quasi rossi, era una donna. 
-E dunque Teseo e quella ragazza sono i primi due fanciulli che verranno sacrificati.- esordì ad alta voce, che suonava quasi infantile, forse aveva la sua stessa età o poco di più.
-Athena.- precisò la ragazza notando che Teseo non fece nemmeno lo sforzo di alzarsi da terra, si limitò a volgere lo sguardo verso di lei.
-Arianna.- mormorò rivolgendosi a lei. Lei gli fece segno di avvicinarsi mentre diceva alle guardie di lasciarla da sola, ma Athena potè sentire ugualmente tutto il discorso perché era a pochi centimetri da loro.
-Non so come salvarti, dolce amore mio.- gli ripeteva dispiaciuta. Athena cercò con tutta se stessa di non ascoltare la loro mielosa conversazione su quanto fossero importanti l’uno per l’altra. Puah. Stava aspettando la parte del filo, ma questa non arrivava.
-Devo andare. Uccidilo per me.- gli disse. Stava veramente per andare?! Doveva intervenire.
-Aspetta!- la fermò Athena e tutti si girarono a guardarla.
-Ho un’idea.- disse abbassando la voce, mentre Arianna e Teseo la guardavano interessati.
-Se hai con te qualcosa come un.. ecco tipo un…filo,- balbettò Athena, - potremmo tracciare un percorso all’interno del labirinto e trovare facilmente l’uscita.- propose. Inoltre stava aspettando che l’anello si stringesse attorno al suo dito o che bruciasse ma non successe niente di tutto ciò.
Arianna sembrava stupita e guardò Teseo in cerca di consenso.
-Potrebbe funzionare.- annuì Teseo.
Decisero che Arianna avrebbe portato un filo sufficientemente lungo davanti all’entrata e scappò via per paura che qualcuno l’avesse sentita.
-Grazie e non temere, gli Ateniesi attribuiranno a te l’ingegno dell’impresa se questa sarà compiuta.- disse Teseo rimettendosi seduto.
-Non voglio il merito. Inoltre sarai tu ad uccidere il Minotauro.- gli spiegò sedendosi vicino a lui.
-Come mai ti sei offerto volontario?- chiese Athena con delicatezza. Forse non voleva parlarne.
-Voglio mettere fine a questa barbarie, inoltre nella mia patria c’è qualcuno che mi aspetta.- sospirò nostalgico.
-I tuoi parenti?- chiese.
-Certo mio padre sarebbe fiero di me, ma c’è la fanciulla che amo.- confessò.
Ah. –Io pensavo che..- si fermò all’istante, non voleva interferire, -Nulla, nulla.- si zittì.
-Arianna?- sorrise. –Non è lei che amo.- si strinse le spalle. Fantastico, quindi stava usando Arianna per salvarli, il che dato che anche Athena era in quella situazione, si stava rivelando geniale. Ingiusto, ma non c’era altra via, così la ragazza annuì senza che lui avesse dovuto spiegarle le sue ragioni.
-Tu hai qualcuno che ti aspetta?- chiese all’improvviso, lei non se lo aspettava.
Ci riflesse un momento, era ovvio che non si riferiva ai suoi genitori.. e nemmeno ad Iris.
-Non penso di averlo mai avuto.- ammise. Lui la strinse in un abbraccio forte, si stavano facendo coraggio a vicenda.

Poche ore dopo, che sembravano giorni interminabili, si aprì per loro l’ultima volta quella fessura. E Athena ne era grata, forse poteva morire ma la sua scelta era preferibile a quelli degli altri ragazzi che, se la loro missione non fosse andata a termine, avrebbero aspettato tutto quel tempo vedendosi ogni volta diminuire. La ragazza rabbrividì e quando la fecero uscire dalla stanza allargò le braccia in modo tale che le guardie non dovessero strattonarla più di tanto nello scortarla fino al labirinto. Teseo e lei si guardarono intensamente, avevano entrambi l’adrenalina a mille ed erano spaventati ma non fiatarono.
Vennero scortati per il palazzo dove tutti potevano osservarli e Athena non mancò di guardare trucemente tutti quelli che non impedivano questa assurdità, dopodiché raggiunsero delle scale che portavano verso il basso, le seguirono fino a che non videro un cancello alto, fatto di spuntoni di legno che davano verso l’interno per non farli scappare. Athena sii lasciò sfuggire un gemito di paura, le guardie stavano aprendo il cancello e loro due si strinsero forte la mano, ancora una volta per infondersi coraggio. Li spinsero dentro e sentirono cigolare dietro di loro il cancello di legno che si chiudeva. Era un suono terribile. Athena si sentì in trappola, si sentì sola ed adesso come non mai voleva girare l’anello e tornarsene a casa.
Ci fu un suono assordante e metallico che rimbombò per molto tempo, era come se fosse il campanello che designava l’ora del pasto.. e forse era proprio quello.
 Aspettarono a lungo Arianna senza muoversi, pietrificati dalla paura e con le mani che gocciolavano sudore, ma finalmente sentirono un rumore di passi dietro di loro, il cancello era molto alto ma dall’estremità di esso cadde una matassa di lana.
-Addio.- sentirono dire dall’altra parte. “Confortante” pensò Athena, infatti Teseo nemmeno le rispose, legò strettamente il filo al cancello e prendendo un respiro profondo, i due cominciarono ad avanzare tra i muri del labirinto srotolando il filo. C’era un silenzio inquietante e tutti e due erano attenti a non fare rumore quando camminavano, quindi di parlare non ci pensavano minimamente gli basta comunicare a gesti, giusto il “Fermo” con l’alzare della mano, ed il destra e sinistra indicando la via. Dopo poco finalmente Teseo trovò la spada che aveva accuratamente nascosto Arianna per lui e la sguainò guardandola luccicare, ma qualcosa dietro loro si mosse. Sentirono qualcosa che sbuffava, qualcosa di tremendo e sentivano gli zoccoli sbattere sul terreno, prima con spaventosa lentezza e poi sempre più vicini e veloci. Teseo alzò la spada e strinsero le schiene, Athena non aveva nulla con cui difendersi così prese la pietra più appuntita che riuscì a trovare. Continuavano a girare su loro stessi per essere sempre attenti, e lo sentivano vicino, sentivano la puzza e l’odore raccapricciante di sangue rappreso.. sapevano che era dietro ad uno dei muri che li circondava. Questo si fece vedere dopo almeno un’ora, loro erano stanchi ma sempre attenti, ed era risaputo che a lui piaceva “giocare” con le prede prima di ucciderle brutalmente. Attaccò dal corridoio di sinistra, che sfortunatamente era quello davanti ad Athena, la ragazza in un secondo che le sembrò almeno un minuto contestualizzò la situazione: dapprima venne spaventata dall’aspetto del Minotauro, i suoi occhi neri e piccoli erano la cosa che la impauriva di più, si comportava completamente da bestia, aveva di umano solo il corpo perché vedendo come li aveva guardati notò in lui la scintilla d’ira, di follia, che lo spingeva a cacciare, a tuffarsi verso di lei. Poi pensò che sarebbe morta in modo doloroso, poiché lui non se la sarebbe certo pappata alla svelta, l’avrebbe torturata giocandoci un altro po’. Ed infine capì che voleva e doveva fare qualcosa, perché non voleva morire, lei voleva continuare a vivere.
-Teseo!- urlò acutamente presa dal panico, e mentre lui faceva un balzo verso di lei gli lanciò con tutta la forza che aveva la pietra che teneva tra le mani, che lo colpì sulla spalla che servì solo a contrastarlo leggermente.
Teseo ebbe il tempo di girarsi e ferì il Minotauro nello stesso punto dove Athena lo avevo colpito, la ragazza lo sentì ululare dal dolore, e nel frattempo prese un’altra pietra e si preparò a colpirlo di nuovo, stavolta lo prese alla testa, in mezzo alle corna e questo battè ritirata dietro il muro.
   
 
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