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Autore: oak    10/11/2014    7 recensioni
"Charlotte lo guardò per un attimo, le labbra tirate in un mezzo sorriso.
-Che vuoi?- le chiese il ragazzo, ridacchiando.
-E’ ancora valido quell’invito a uscire con te?- chiese Charlotte, sorridendo.
Le labbra di Harry si allargarono fino a mostrare i suoi denti bianchi, e due fossette si materializzarono agli angoli della sua bocca."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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futureis

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Charlotte chiuse la valigia con un colpo secco, sedendovisi sopra per riuscire a bloccarla completamente.
Il fatidico giorno era arrivato. Non aveva nessuna voglia di tornare a casa, non dopo essersi dichiarata a Harry.
Avevano fatto l'amore la sera prima.
Charlotte aveva trovato un modo di trattenere Jess lontano dalla loro stanza d'albergo, per poter stare sola con Harry, il ché non era stato difficile: essendo l'ultimo giorno di vacanza, l'amica aveva deciso di darsi alla pazza gioia. Aveva cercato di convincere Charlotte ad unirsi a lei, ma la ragazza le aveva detto che avrebbe preferito riposarsi. 
Che scusa idiota.
In ogni caso, aveva funzionato, e lei e Harry avevano passato delle ore sotto le coperte del suo letto, a coccolarsi, a chiacchierare e a fare l'amore. Era stata una delle serate più belle che Charlotte avesse passato nella sua vita.
Scese dalla valigia, saltando con poca delicatezza sul pavimento, e la tirò giù dal letto. Lanciò uno sguardo verso il corridoio: Harry era sulla porta che la aspettava. Il ragazzo allungò la mano, afferrando il manico del trolley. Sorrise a Charlotte, avvolgendole la vita con il braccio libero, e in silenzio entrambi si avviarono lungo il corridoio, per raggiungere la macchina.
Nel parcheggio c'erano già Ed, Nick e Jess. L'ora dei saluti era arrivata.
Charlotte sospirò, per niente pronta ad affrontare quel momento. Sentì la mano di Harry stringerle il fianco. Lo guardò: aveva lo sguardo fisso in avanti, le labbra serrate. La ragazza deglutì e raggiunse gli altri.
Ed e Nick stavano abbracciando Jess.
Si girarono verso Charlotte non appena la ragazza arrivò, stringendo le loro braccia forti attorno all'esile corpo della rossa.
Le arrivò all'orecchio un "Fai la brava" scherzoso, probabilmente da parte di Nick. Charlotte annuì, un groppo in gola che cominciava a formarsi. Poi si girò. Harry era appoggiato su una delle portiere della macchina, lo sguardo basso.
Sospirò e lo raggiunse, posizionandosi appena davanti a lui, il sangue nelle sue vene che aveva preso a correre alla velocità del piombo fuso.
Harry rimase nella stessa posizione, la testa bassa e le mani in tasca, senza muovere un capello.
La ragazza lo guardò. Gli appoggiò con dolcezza un dito sotto il mento, in modo da alzargli il viso.
Fissò gli occhi in quelli del ragazzo quando il suo sguardo si allontanò dal cemento grigio, e fu come la prima volta.
Sorrise debolmente, poi si alzò sulla punta dei piedi, avvicinando il viso a quello di Harry. I loro nasi si sfiorarono. Un mezzo sorriso si allargò sul volto del ragazzo.
Harry si mosse, appoggiando con delicatezza le mani sui fianchi di Charlotte, e tirandola a sé.
La guardò, incapace di rendersi conto che finalmente quella ragazza gli aveva detto che lo amava. Strinse la presa, annullando le ultime distanze che c'erano tra sé e Charlotte. Le loro labbra si incontrarono per quella che sarebbe stata l'ultima volta. Misero tutto il loro animo in quel bacio. Tutte le parole non dette, tutti gli sguardi mancati, tutti gli abbracci non dati. Tutti i baci che si sarebbero voluti dare in futuro, ma che non avrebbero potuto darsi a causa della distanza. Tutte le volte che avrebbero voluto fare l'amore ma non avrebbero potuto, perché è impossibile fare l'amore se si vive in due continenti diversi.
Charlotte si allontanò, gli occhi ancora chiusi.
"Ti amo così tanto" sussurrò Harry, in modo che solo lei potesse sentirlo. Appoggiò la fronte contro quella della ragazza, e i loro respiri si fusero. Charlotte aprì gli occhi e li puntò in quelli del ragazzo.
"Ti amo, Harry" rispose, le lacrime che cominciavano a rigarle le guance. Il ragazzo avvolse le sue braccia attorno alle spalle di Charlotte e la strinse a sé.
"Ti prego non piangere, ti prego" le sussurrò in un orecchio, cercando di ricacciare indietro le lacrime che iniziavano a fargli pizzicare gli occhi.
"Non dimenticarmi troppo in fretta" lo pregò Charlotte, scossa dai singhiozzi.
"Non ti dimenticherò mai, piccola" rispose Harry, la voce più convinta che mai. Charlotte annuì.
"Non voglio lasciarti. Mi mancherai da morire. Mi mancherai da morire" disse, stringendo le braccia intorno al bacino di Harry.
Un piccolo singhiozzo sfuggì dalle labbra del ragazzo. Premete le labbra sui capelli di Charlotte, poi sospirò, allontanando con delicatezza la ragazza.
"Devi andare" disse, lanciando uno sguardo veloce in direzione del gruppo di amici. Si erano allontanati di qualche metro, per poter lasciare loro un po' di privacy. Charlotte scosse la testa decisa.
"Si Lottie, devi andare" ripeté Harry. Sapeva di dover fare forza a Charlotte, ma non riuscì a trattenere un singhiozzo. La ragazza lo guardò.
"Ti amo" sussurrò, le guance ormai completamente bagnate.
"Ti amo" rispose Harry, accarezzandole con dolcezza la guancia.
Premete nuovamente le sue labbra contro quelle della ragazza. La abbracciò.
"Vai" sussurrò poi.
Charlotte deglutì e lo guardò però un'ultima volta.
Poi corse in macchina, salutando con un ultimo cenno della mano Ed e Nick.
Sentì la porta dalla parte del guidatore sbattere e Jess accese la macchina in silenzio. Attaccò la cintura e spostò lo sguardo fuori dal finestrino.
Harry era lì, in piedi, le mani in tasca e lo sguardo fisso su Charlotte.
Lei scosse leggermente una mano, per salutarlo. Lui ricambiò.
Poi la macchina fece retromarcia e partì verso l'autostrada, lasciandosi alle spalle Sydney. Lasciandosi alle spalle Harry.
 
 

**

 
 
Erano ormai passati sei mesi da quando Charlotte e Jess avevano lasciato Sydney, ma non era passato nemmeno un giorno senza che Charlotte pensasse a Harry. Nonostante il tempo, il ricordo del ragazzo era ancora fresco nella sua mente.
Ogni mattina, quando apriva gli occhi, sapeva che tra i messaggi ricevuti ne avrebbe trovato uno di Harry che le augurava il buon giorno, e ogni sera, prima di chiudere gli occhi, sapeva che il ragazzo le avrebbe scritto un messaggio, augurandole di fare sogni d'oro.
Si vedevano ogni settimana. Non dal vivo, ovviamente, però una volta ogni sette giorni, solitamente la domenica pomeriggio, Charlotte apriva Skype, attendendo una chiamata di Harry, che non tardava mai più di tanto.
Era bello vederlo. Vedere come cambiava, come i capelli ricci diventassero sempre più indomabili, come il suo viso si trasformasse lentamente, come lui diventasse sempre più un uomo. Era bello parlare con lui, sapere che avesse trovato lavoro, che andasse tutto bene. Si raccontavano sempre le novità che li travolgevano.
Harry le aveva raccontato che la sera lavorava in un bar, suonava la chitarra e intratteneva le persone con la sua voce, strimpellando qualche canzone.
Una volta le raccontò anche che sua madre era incinta: aveva gli occhi lucidi, le guance rosse per l'emozione, come un bambino che tiene in mano un lecca-lecca gigante. Charlotte era scoppiata a ridere, felice di vederlo così contento. Fiocco rosa in casa Styles. Chissà se Harry sarebbe stato un buon padre, in futuro.
Ma la realtà era che Charlotte non era felice. Non sempre. Erano poche le volte in cui la si poteva vedere davvero sorridente, e solitamente quelle volte erano la domenica pomeriggio, proprio mentre parlava con Harry.
Aveva raccontato ai suoi genitori il motivo di questa tristezza. Loro avevano annuito, l'avevano abbracciata, avevano tentato di consolarla. A distanza di sei mesi dal suo ritorno dalle vacanze però non capivano come potesse andare avanti questa infatuazione per un ragazzo che abitava così lontano. Credevano che fosse semplicemente una cotta, ma la sera, quando Charlotte si coricava nel letto, l'unica cosa che desiderava era poter abbracciare Harry, baciare le sue labbra e addormentarsi con la testa appoggiata sul suo petto, il profumo di menta del ragazzo che le riempiva le narici.
Una domenica pomeriggio, una della tante, Charlotte si sedette sul letto, il pc sulle gambe. Lo accese ed entrò su Skype. Lanciò uno sguardo all'ora: le 15:59. Si era data appuntamento con Harry alle 16:00, come ogni volta.
Sorrise. Non stava più nella pelle, aveva così tante cose da raccontargli. Quella settimana aveva iniziato il suo nuovo lavoro: faceva la cameriera. Niente di emozionante, ma era contenta di aver trovato un’occupazione dopo tanta ricerca e tanti sforzi.
Guardò di nuovo l'orologio. Le 16:00. Sospirò, sentendo il cuore in gola, gli occhi fissi sullo schermo del pc. Ma quando non successe nulla inarcò un sopracciglio.
16:01. Harry non si faceva aspettare di solito. Deglutì, temendo già per il peggio, sebbene fosse passato solo un minuto.
16:02. Charlotte prese il telefono.
16:03. Andò nella sezione messaggi.
16:04. Il campanello di casa suonò.
Alzò la testa, già pronta a urlare un "Mamma, vai tu", quando si ricordò che i suoi non erano in casa quel giorno. Erano andati tutti allo zoo, lasciandola a casa da sola. Sospirò. Non poteva andare ad aprire. Se Harry avesse chiamato e lei non avesse risposto?
Il campanello risuonò insistente. Charlotte lanciò un'ultima occhiata allo schermo del pc, per poi saltare giù dal letto e correre nell'entrata di casa.
"Arrivo, arrivo" borbottò, aprendo la porta di casa. I telefono di Charlotte scivolò dalle mani della ragazza e colpì con forza il pavimento in marmo, ma lei non se ne preoccupò più di tanto, troppo occupata a fissare davanti a sé.
"Scusa piccola, sono in ritardo" disse una voce ansimante.
Harry stava davanti a lei, una giacca nera addosso e un mazzo di rose rosse nella mano destra.
Charlotte lo guardò. Le lacrime avevano già iniziato a rigarle le guance, come da copione. Ma questa volta erano lacrime di gioia.
Spalancò la porta, buttandosi tra le braccia del ragazzo singhiozzando. Harry accusò il colpo e rischiò di cadere, ma riuscì a mantenere l'equilibrio.
"Ehi attenta!" disse indignato, un sorriso sul volto "Scusa il ritardo, ma mi sono perso. Queste case sono tutte uguali!" continuò ridacchiando. Charlotte si allontanò senza una parola.
Lo guardò, poi premette le labbra contro quelle di Harry. Il ragazzo avvolse la sua vita con le braccia forti, e Charlotte appoggiò con delicatezza la mano sinistra sul collo di Harry, mentre con la mano destra teneva stretta la sua maglietta bianca all'altezza del petto. I loro respiri si unirono, proprio come era successo sei mesi fa, ma questa volta anche le guance di Harry erano bagnate.
Charlotte si allontanò, gli occhi fissi in quelli di ragazzo.
Lui le accarezzò lo zigomo.
"Che ci fai qui?" chiese Charlotte singhiozzando. Harry sorrise.
"Dovevo chiederti una cosa" rispose. Charlotte lo guardò senza capire.
"Sono sette mesi che ci frequentiamo e non ti ho ancora chiesto di essere la mia ragazza. Sai com’è, mi sembrava brutto per messaggio" continuò Harry ridacchiando, porgendo il mazzo di rose a Charlotte. Un sorriso si allargò sulle labbra della ragazza.
"Sei sempre il solito idiota" sussurrò lei, affondando il viso nelle rose per inalarne il profumo.
"Allora?" chiese Harry dopo un po', diventando improvvisamente serio.
Charlotte lo guardò per un attimo. Poi si avvicinò, baciando con dolcezza la bocca del ragazzo davanti a sé. Quella bocca che tanto le era mancata negli ultimi sei mesi.
Gli prese la mano, intrecciando le dita a quelle lunghe e affusolate di lui. Quelle dita che tante volte l'avevano accarezzata. Affondò la mano libera nei capelli di Harry, sorridendo al contatto con quei ricci, sempre tanto morbidi quanto disordinati.
Charlotte si allontanò, e Harry fissò le iridi verdi negli occhi nocciola della ragazza. Lei sorrise. Quegli occhi erano in grado di farla sentire così forte e così debole allo stesso momento. Lui le accarezzò la guancia, assaporando quel momento.
"Lo prendo per un sì?" chiese poi, speranzoso.
"Prendilo per un sì" sussurrò Charlotte.

Angolo autore

Capitolo 20.
Eh sì, è davvero la fine. So che sono in ritardo di una settimana, ma sono stata inondata dallo studio.
Siamo arrivati al termine di questa avventura! Non so voi, ma io a scrivere questo capitolo ho pianto parecchio, sarà che ormai mi ero affezionata ai personaggi!
Non so davvero come ringraziarvi per essere stati presenti durante la pubblicazione di questa storia, sinceramente non credevo che sarebbe piaciuta a così tante persone, eppure sono anche riuscita a far emozionare qualcuno.
Vi sono grata per questo, davvero.
Un grazie enorme alle mie recensitrici di fiducia, spero non sparirete dopo questa fanfiction.
Credo che per un po' mi prenderò una pausa, giusto per far passare questo periodo scolastico un po' massacrante (e siamo solo a novembre .-.), ma poi tornerò con una nuova fanfiction (è già lì pronta c:).
Perciò, non abbandonatemi! Sapete che mi trovate sempre su Twitter (al link qui sotto), quindi per qualsiasi cosa contattatemi, io sono lì per voi!
Spero che sarete ancora presenti quando tornerò!
Un bacio enorme.
Oak ♥

Twitter: @shekeepsmewarm

   
 
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