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Autore: Sonomi    10/11/2014    2 recensioni
"Fissava le pareti della stanza senza vederle realmente, cercando di captare ogni piccolo rumore. L’unica cosa che sentiva era il suo flebile respiro. Le luci al neon del lampadario rendevano l’atmosfera circostante molto ospedaliera, e quel paragone non fece altro che accrescere l’ansia dentro le sue membra. Non sapeva come mai, ma la sola idea che quella camera potesse sembrare un ospedale lo terrorizzava abbastanza.
Guardò impotente la porta sbarrata davanti a lui, per poi lasciar scivolare gli occhi sulla scarsa mobilia che lo circondava: un comò di medie dimensioni, un traballante tavolino di mogano e una sedia inutilizzata, considerando che era seduto sul pavimento freddo. Ingoiò l’aria, aspettando che qualcosa accadesse. Ma non succedeva niente da almeno cinque giorni.
Uscirò mai da qui?"
(Taoris, Kaisoo, Hunhan, Baekyeol, Sulay, ChenMin)
(Titolo cambiato! Precedente: "Il college degli orrori")
Genere: Mistero, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sonomi's home: NON CI CREDO. CE L'HO FATTA.
Sono finalmente riuscita a buttare giù qualcosa di semidecente con due mesi di ritardo. Potete frustarmi, picchiarmi, quello che volete (?) Ritardo imperdonabile ma che spero di farmi perdonare con il capitolo 25 ^o^ I love you all.
No davvero, scusatemi. Sono una pessima autrice ç___ç nonostante tutto la FF ha ancora aumentato le visualizzazioni superando il 2000. IO VI AMO. <3 
Spero possiate apprezzare il capitolo :3 siamo quasi giunti alla fine ç__ç 
Attendo un vostro commento. <3

Ps. Il 30 novembre si avvicina: chi di voi sarà al concerto dei Nu'Est? :)
Buona lettura :)






Capitolo 25
L’inizio della fine



 
-Mi dispiace doverti dire anche questo ma.. io non sono tua madre, Zitao-


Quelle parole furono come una doccia gelata e al contempo un’immersione nel torrente più caldo. Non avevano senso, galleggiavano nella mente del ragazzo come un salvagente bucato che lentamente si lasciava catturare dall’acqua. Non poteva essere vero.. Era assurdo. 
-Come..?- sussurrò alla fine, incontrando gli occhi della donna che l’aveva cresciuto. Cresciuto ma, a quanto sembrava, non generato. 
-E’ stata dura tenerti nascosta la verità per tutto questo tempo. Ma dopotutto non avevano nemmeno il rischio che i tuoi veri genitori si presentassero, quindi una buona dose di fortuna era dalla nostra parte-
-I miei veri genitori..?-
-Già. Il fratello di tuo padre e la sua stupida mogliettina. Una coppia di fannulloni, sono stati in grado di farsi mettere in galera poco dopo il compimento dei tuoi tre anni. E logicamente il tuo affidamento è caduto su di noi- iniziò a raccontare la donna, e più pronunciava parole, più quelle suonavano aspre e piene di rancore. -Lì per lì rimanemmo abbastanza sconvolti dal tuo arrivo. Anzi, seccati, oserei dire. Poi quando andammo in Cina tutto cambiò. Conoscemmo gli Wu, rimanemmo affascinati dal loro progetto e decidemmo di lavorare assieme a loro. E tu saresti stato un perfetto tassello del puzzle, una volta cresciuto. E così è stato-
-Mi state dicendo che mi avete allevato come carne da macello?- sputò Zitao facendo qualche passo avanti, bloccandosi affianco al corpo steso del lupo. 
-Più o meno. Non posso negare che con il passare degli anni io mi sia affezionata un po’ a te. Eri un bambino allegro tutto sommato, molto intelligente e dalle grandi potenzialità-
-Ma non vi siete comunque tirati indietro..- 
-Non potevamo-
Zitao sorrise amaro, scuotendo il capo, cercando in tutti i modi di non scoppiare in lacrime. Fin da piccolo aveva avvertito una sorta di gelo fra lui e i suoi genitori, ma non aveva mai capito quale fosse il motivo. Nonostante tutto erano le persone che lo avevano cresciuto e lui voleva loro bene. Tutte quelle informazioni furono gli ultimi colpi in grado di far crollare le poche certezze rimaste in piedi del ragazzo. 
-No, invece potevate. Il punto.. È che non volevate- affermò alla fine sospirando. -Avete preferito sperimentare cose assurde su vostro figlio, piuttosto che rinunciare a fama e denaro. Perché per quanto voi possiate avermi odiato.. Mi avete anche cresciuto. E io ti sfido a dirmi che non mi vuoi bene, sotto sotto- continuò Zitao, tutti gli occhi puntati sulla sua figura. 
La signora Huang osservò il giovane in silenzio, le labbra tese in una smorfia severa. Sembrava sul punto di dire qualcosa, e al contempo dava l’impressione di starsi trattenendo dal proferire parola. Ogni suo dubbio, comunque, venne dissipato dall’arrivo, alle sue spalle, di due uomini in giacca e cravatta. Zitao sollevò lo sguardo su di loro, e in uno dei due riconobbe un viso familiare: i capelli scuri facevano da cornice a un volto dai tratti marcati, spigolosi; gli occhi avevano un taglio particolare, tremendamente simile a quello di..
-Io la conosco..- sussurrò Zitao, mentre i nuovi arrivati affiancavano la signora Huang.
-Certo che mi conosci ragazzino. Anche se non avrei mai pensato che mi avresti riconosciuto.. Ne è passato di tempo- affermò ridacchiando l’uomo infilando le mani nelle tasche dei pantaloni. 
-Lei con la sua famiglia abitava affianco a noi, in Cina.. Non è così?- 
-Proprio così- sorrise. -E non solo. Ti ricordi di mio figlio, Huang Zitao?-
Il ragazzo continuò a fissare il suo interlocutore, osservandone ancora meglio i particolari. Si soffermò nuovamente sugli occhi, dalla forma davvero familiare, e cercò di associarli al ricordo sfocato dal tempo che aveva del figlio. Si ricordava vagamente un ragazzino di circa dieci anni, magrolino e parecchio alto, dai capelli scuri come la notte. Ricordava anche le giornate assieme a lui, la compagnia che gli aveva tenuto in quel mare di solitudine che era stata la sua infanzia. E piano piano, rievocando tutto alla memoria.. Zitao si rese conto che il bambino dei suoi ricordi, il ragazzino che giocava assieme a lui e che gli donava un abbraccio quando le lacrime sembravano troppe.. Assomigliava tremendamente a Yifan. 
“Conoscemmo gli Wu, rimanemmo affascinati dal loro progetto e decidemmo di lavorare assieme a loro”.
Non è possibile…

-A giudicare dalla tua espressione deduco che tu abbia capito che mio figlio è Wu Yifan- disse alla fine l’uomo con un mezzo sorriso. E Zitao si sentì quasi svenire quando il signor Wu diede la conferma della sua supposizione. Tutto ad un tratto sembrava avere un senso: ecco perché Yifan sembrava costantemente in ansia che gli succedesse qualcosa. Zitao aveva sempre pensato che fosse alquanto strano preoccuparsi così tanto per una persona appena conosciuta, ma ora era piuttosto chiaro che Yifan lo aveva riconosciuto non appena aveva messo piede nella sala pranzo quel giorno di settembre. Ed era rimasto terrorizzato all’idea che gli potesse succedere qualcosa. 
-Da quello che mi hanno detto, mio figlio ha combattuto con le unghie e con i denti pur di proteggerti, ma non c’è riuscito totalmente. Gli sei stato soffiato praticamente sotto il naso- ridacchiò l’uomo, una risata carica di sarcasmo. 
-Non credo che la cosa sia così divertente come lei crede..- sputò Zitao stringendo le mani in due pugni. Cosa avrebbe dovuto fare adesso?
-Su questo non posso che dar ragione al ragazzo. Abbiamo ben altro a cui pensare adesso che a delle stupide riunioncine di famiglia!- sbraitò il signor Byun. -Mio figlio è scappato con quel branco di cani randagi, dannazione! Per colpa di questo.. Essere- ringhiò poi guardando di traverso il corpo steso in terra di Seunghyun. Zitao guardò il respiro flebile del lupo, e chiuse per un attimo gli occhi. Era completamente da solo e circondato da tutte le persone che avevano messo in piedi quel progetto assurdo. Il suo unico alleato era completamente ko. 
Sono leggermente nella merda.
-Prima di tutto dobbiamo pensare a cosa fare con te adesso- sorrise sornione il signor Wu. -Abbiamo in mano i due capobranco a quanto pare..- 
-Ancora per poco- 
La voce che parlò alle spalle di Zitao fece raggelare tutti sul posto. Al ragazzo bastò guardare le espressioni stupefatte dei signori di fronte a lui per capire che di lì a poco sarebbe successo qualcosa che non avevano previsto, qualcosa che proprio non si sarebbero mai aspettati che accadesse. E le loro facce stupefatte divennero una maschera di terrore quando, sottile come una lama di coltello, un leggero ma vigoroso ringhio raggiunse le orecchie dei presenti. Quando il cinese voltò leggermente il capo, ciò che vide lo lasciò di sasso. 

Poco prima.

Yifan afferrò Woohyun per la maglietta, strattonandolo abbastanza violentemente. Non poteva accettare l’idea di andarsene da quel posto con Zitao che correva felicemente incontro a una cattura certa. Così come non riusciva a comprendere come i ragazzi del branco di Seunghyun lasciassero il loro capo in balia di quei bastardi. 
-Mi stai dicendo che, seriamente, pretendi di portarci fuori di qui?-
-Le parole del capobranco non si discutono!- sibilò Woohyun allontanando da sé le mani di Yifan. -E la stessa cosa dovreste fare anche voi! E’ la legge!-
-Non se il capobranco è in pericolo di vita, Woohyunnie..- sussurrò all’improvviso un ragazzo alle spalle di Yifan. Quest’ultimo si voltò a guardarlo, insieme al resto dei suoi amici, e lo sguardo andò a incontrare il volto di un giovane dall’aria smarrita, i capelli neri che cadevano sugli occhi stanchi e agitati. 
-Sungjong..-
-Hai dimenticato? Il branco può decidere di disubbidire in caso il proprio capo rischi la morte. Abbiamo il compito di proteggerci a vicenda. Non possiamo lasciare Seunghyun da solo! E loro- disse il nuovo arrivato indicando Yifan e gli altri -non possono abbandonare Zitao-
Nel corridoio scese un silenzio carico di inquietudine, viaggiavano solo occhiate preoccupate e indecise. Nessuno sapeva come controbattere a quell’affermazione, e probabilmente non ne avevano neanche intenzione. Rimaneva solo da pensare a come agire. 
Ogni dubbio venne dissipato dall’arrivo di Chanyeol, con Baekhyun attaccato al braccio. Aveva il fiatone e un’espressione completamente terrorizzata sul volto, i capelli che ricadevano scomposti sulla pelle sudaticcia della fronte. Baekhyun sembrava sull’orlo di una crisi isterica. Tutti quasi smisero di respirare, in attesa che il ragazzo dicesse qualcosa. E le parole che pronunciò, spezzate dalla paura, raggelarono tutti sul posto.
-Andando a prendere Baekhyun.. Ho visto in corridoio cosa sta succedendo. Hanno atterrato Seunghyun e Zitao è praticamente in trappola- 
-Che cosa?!- sussurrò Luhan scattando in avanti.
-Non so cosa stesse succedendo, ma non possiamo starcene qua con le mani in mano!-
-Quante persone erano con loro?- affermò secco Woohyun, guardando Chanyeol con uno sguardo così deciso e serio che il ragazzo quasi ne ebbe paura. 
-A occhio e croce una decina.. Armati solo in tre. Credo che gli altri fossero tutti quelli che hanno messo in piedi questa pazzia. Sono andato via prima di poter vedere altro- 
Woohyun rimase in silenzio. Lasciando scivolare i propri occhi sui suoi compagni. Li guardò uno a uno, le loro facce sconvolte, per poi passare al gruppo di Zitao, che sembrava completamente fuori luogo. Non poteva biasimarli: erano lupi da troppo poco, non sapevano come gestire la cosa e come se non bastasse erano stati privati del loro capo prima che questi potesse organizzarli in qualche modo. 
-Non ci rimane che intervenire- disse alla fine, guardando Sungjong. -Se armati sono solo in tre non dovremmo avere problemi. Molte delle guardie sono già state messe fuori uso- aggiunse con un sorrisino guardando senza rimorso i corpi a terra di coloro che avevano il compito si sorvegliare le celle. 
-Come pensi di agire?- chiese Sungjong, e tutti si voltarono verso Woohyun in attesa che dicesse qualcosa. 
-Trasformiamoci- 
-Un attimo, un attimo!- si intromise Jongin alzando le mani in alto. -Abbiamo notato con quanta maestria voi siate in grado di passare dalla forma umana a quella di lupo, ma noi ci siamo trasformati solo una volta. Una sola, fottutissima, volta. Cosa dovremmo fare?-
-Non è poi così difficile- proferì di punto in bianco un altro ragazzo, dagli occhi veramente felini e dai capelli scuri. -La trasformazione è innescata principalmente da emozioni forti. Spesso la rabbia, è la cosa più comune, ma può capitare anche per altri motivi, soprattutto all’inizio. Prova a pensare alla cosa che ti farebbe più arrabbiare. Pensa alla possibilità che venga fatto del male a chi ami. La trasformazione sarà quasi immediata- continuò poi il giovane con un mezzo sorriso. 
-Myungsoo ha ragione. Non possiamo pensare di affrontare più di dieci persone, perché ne arriveranno altre, con mani umane- affermò Woohyun con un sospiro.
-Cosa ci assicura che non faremo la fine di Seunghyun però? Anche lui si è trasformato- sussurrò Baekhyun, ancora ancorato a Chanyeol, tanto che il ragazzo poteva sentire quanto le mani del fidanzato tremassero. -Senza contare che alcuni di noi non possono trasformarsi- aggiunse poi guardando verso Kyungsoo, Yixing, Joonmyun, Jongdae e Yifan.
-Un conto è un solo lupo contro dieci persone. Un altro sono una trentina di lupi- ghignò Myungsoo fregando le mani una contro l’altra. 
-E quelli che non possono trasformarsi è meglio che escano sul serio da qui..- affermò Woohyun un po’ dispiaciuto. Sapeva che avrebbero avuto da ridere, ma non c’era altro da fare.
-Non possiamo andarcene senza di voi!- sbraitò Kyungsoo. -Io non me ne andrò di certo senza Jongin..- sussurrò poi, il terrore che prendeva il posto dell’ansia.
-Ve ne andrete con un compito da svolgere- proferì Yifan di punto in bianco, avvinandosi all’amico. -C’è una cosa che tutti pensano io non abbia mai avuto, soprattutto il dottor Kang. Quando andai da lui per cercare Zitao lo minacciai di avere le prove su un cd di tutte le attività di questa società. Ovviamente lui pensò che in parte stessi mentendo. In un certo senso aveva ragione. Ho le prove, ma non su un cd- spiegò il ragazzo portandosi le mani dietro al collo e slacciando la catenina che indossava. Prese il ciondolo fra le dita: era un sole, di medie dimensioni, e osservandolo da vicino si poteva notare una leggera fessura, come se il piccolo oggetto si potesse aprire in due. E così Yifan fece, mostrando all’interno del sole la presa di una chiavetta USB. 
-Qui ci sono tutte le informazioni necessarie per permettere alla polizia di chiudere i conti con questa storia. Ho conservato questa chiavetta per anni.. Senza sapere come comportarmi. Ma adesso è davvero arrivato il momento di darci un taglio-
-Qui ci sono prove che incolperanno anche te, Yifan.. E Baekhyun- sussurrò Yixing, affiancando Kyungsoo, guardando l’amico con tristezza. 
-E’ quello che ci meritiamo.. Abbiamo causato troppi problemi, anche noi dobbiamo pagare per i nostri errori- affermò Yifan con un sospiro. 
-Non diciamo cazzate!- sbottò Chanyeol. -Quando tutto questo sarà finito scapperemo tutti insieme. Andiamo, pensate davvero di poter rimanere qua dopo tutto quello che è successo? Rimarremo uniti.. Anche a costo di passare tutti per dei latitanti!- continuò poi infilando le dita fra i capelli di Baekhyun. Quello gli regalò un sorriso luminoso.
-Chanyeol ha ragione. Noi staremo insieme- affermò Joonmyun, passando un braccio sulle spalle di Yifan. Quest’ultimo rimase sconvolto da quello scambio di battute. Mai si sarebbe immaginato una simile prova di affetto da parte loro, non dopo tutto quello che aveva tenuto nascosto. Avrebbero dovuto odiarlo, e invece erano pronti a fuggire insieme a lui. 
-Davvero molto commovente. Però più stiamo a parlare più la situazione va peggiorando!-esclamò Myungsoo incrociando le braccia. Kyungsoo annuì, afferrando il ciondolo di Yifan e allacciandosi la catenina al collo. 
-Immagino che tu non voglia venire con noi..- sussurrò poi, e Yifan sorrise.
-Non ci penso minimamente. Devo aiutare Zitao, per quanto possa farlo da umano- 
Kyungsoo annuì nuovamente, per poi guardare in faccia Yixing, Jongdae e Joonmyun. Quelli annuirono, dirigendosi verso la porta della cella, intravedendo già in fondo al corridoio una delle uscite di sicurezza del palazzo. Kyungsoo si fermò un secondo sulla soglia, voltandosi indietro e incrociando gli occhi preoccupati di Jongin. Gli sorrise.
-Vedi di uscire di qui tutto intero, Kim- affermò, prima di sparire dietro ai suoi amici. E nella stanza cadde nuovamente il silenzio.
-Siete pronti, cuccioli? E’ ora di guadagnarci la libertà- esclamò Woohyun con un mezzo sorriso rivolgendosi al gruppo di Zitao. Yifan guardò i suoi amici, temendo di leggere nei loro sguardi la paura. Quello che vide fu ben altro: i loro occhi bruciavano di determinazione. La risposta a quella domanda fu un coro di voci.
-Siamo pronti-

Joonmyun non fece nemmeno caso alla porta che sbatté dietro le sue spalle, e corse insieme agli altri lungo il piccolo cortile che costeggiava il palazzo. Si appiattirono contro il muro, osservando attentamente la strada adiacente. C’era solo una guardia affianco a una delle porte d’ingresso: la maggior parte dovevano essere state richiamate dentro. 
-Hanno grande fiducia nei loro metodi di sicurezza se pensano di lasciare solo un uomo al di fuori..- sussurrò Yixing con una mezza risatina, sfiorando con le dita la mano di Joonmyun per catturare la sua attenzione.
-Solo perché non sanno con chi hanno a che fare!- risposte quello con un ghigno, uscendo allo scoperto con tutta tranquillità. La guardia era di spalle, sembrava completamente rilassata, come se ciò che stava accadendo all’interno del palazzo non lo riguardasse minimamente. Con un gesto secco, Joonmyun afferrò da terra un’asse di metallo abbandonata, ringraziando il cielo che quel palazzo fosse collocato nella periferia abbandonata di Seoul e apparisse in piena decadenza, e con una forza che nemmeno lui pensava di avere la fece scontrare contro la testa dell’uomo mandandolo completamente con le gambe per aria. Il ragazzo aspettò qualche secondo con l’arma in mano, sperando di aver tramortito la guardia abbastanza da non farla rialzare per una buona mezz’ora. Quando, dopo un minuto, l’uomo non aveva ancora dato cenni di vita, Joonmyun potè rilassarsi e abbandonare l’asta in terra. Fece segno agli altri ragazzi rimasti dietro al muro, e attraversarono in fretta il resto del cortile, sbucando nell’aria di parcheggio. Le macchine erano allineate una di fianco all’altra, tirate al lucido e splendenti sotto le luci dei lampioni e Kyungsoo fece un sorrisetto mentre lentamente si avvicinava a una di esse sbirciando al suo interno. 
-Non abbiamo chiavi per muoverci da qui- esclamò Jongdae con un sospiro, osservando l’amico aggirarsi furtivo attorno al mezzo.
-E chi ha detto che servono le chiavi?- rispose Kyungsoo con un ghigno, allontanandosi improvvisamente dal parcheggio. Lo guardarono scomparire di nuovo nel cortile, per poi tornare indietro con l’asta di metallo che aveva usato Joonmyun. Bastò un colpo abbastanza forte: il finestrino dal lato conducente andò completamente in frantumi, i vetri si sparpagliarono sul sedile e sul pavimento di cemento, facendolo brillare leggermente. 
-Pregate in una somma botta di culo adesso- aggiunse Kyungsoo dopo quell’atto, aprendo la portiera dal dentro dell’auto e infilandocisi dentro alla ricerca di qualcosa di indefinito. 
-Botta di culo del tipo..?- chiese Yixing grattandosi il capo. 
-Del tipo che, dato quest’auto è di una donna, ci sia una fottutissima forcina in uno dei porta oggetti-
-Come fai a dire che quest’auto è di una donna?- domandò Joonmyun alzando un sopracciglio. Kyungsoo sbucò con la faccia dall’auto, guardandolo come se avesse detto un’eresia. 
-Quale uomo farebbe rifoderare i sedili anteriori dell’auto con pelle leopardata, Myun?- 
Jongdae ridacchiò, mentre Kyungsoo ritornava dentro la macchina alla ricerca dell’oggetto desiderato. Pochi minuti dopo, ne uscì vittorioso con due forcine in mano. 
-Le donne sono prevedibili-
-E cosa pensi di fare con due forcine? Dubito che un’auto parta scambiando le chiavi con una forcina- affermò Yixing osservando l’amico piazzarsi davanti al cruscotto.
-Infatti non è quello che voglio fare. Userò le forcine per aprire il cofano della macchina e poi la farò partire manomettendo i cavi- spiegò Kyungsoo cominciando a lavorare con il piccolo oggettino. 
-Non avrei mai pensato che fossi così diabolico..- sorrise Joonmyun dando una pazza sulla spalla all’amico. Quello rise, continuando il lavoro.
-Tante cose di me vi sorprenderebbero-
Mentre Kyungsoo continuava la sua opera di scassinatore provetto, Jongdae si infilò all’interno dell’auto, mettendo le mani nel porta oggetti sotto l’airbag. Cominciò a svuotarlo completamente, colto da un dubbio atroce, fino a quando i suoi sospetti non vennero alla luce con la caduta di una chiave sul sedile in pelle. Il ragazzo la afferrò con le dita, e rise. 
-Dicevi che le donne sono prevedibili, Soo? Guardate un po’ qui?-
Tutti alzarono gli occhi su Jongdae, per poi posarli sull’oggetto che aveva tra le mani. 
-Mia mamma lascia sempre una copia delle chiavi in auto. Dice che si sente più sicura se sa di averne un altro paio sotto mano in caso dovesse dimenticarla da qualche parte. A quanto pare è un vizio di parecchie donne- 
-Beh, meglio così!- esclamò Kyungsoo mollando le forcine in terra. -Chi guida?-
I ragazzi si guardarono l’uno con l’altro, titubanti, ma nessuno sembrava intenzionato a rispondere.
-Credo che nessuno di noi abbia la patente, ottimo- borbottò Yixing passandosi stancamente una mano fra i capelli. 
-A questo punto trasgrediamo la legge completamente. Ho già rotto il finestrino, mi metto anche al volante- affermò Kyungsoo infilandosi nel sedile del guidatore, mentre i suoi amici lo guardavano di sbieco. -Allora?! Vogliamo stare a cincischiare ancora? Abbiamo perso fin troppo tempo, non ne abbiamo così tanto!- continuò poi il ragazzo, alzando la voce, e gli altri tre ragazzi si infilarono in fretta nei sedili dei passeggeri. 
-Allacciate le cinture, credo sia meglio- concluse Kyungsoo prima di accendere la macchina e partire con una sgommata poco elegante.

Dentro al palazzo

Nessuno osava respirare. Nessuno osava fiatare. Tutti osservavano la trentina di lupi in fila nel corridoio, ringhianti e con i muscoli tesi e Yifan stava al centro, unico umano in quel quadro. La testa di Zitao era un’esplosione di pensieri, tutte le menti dei suoi amici erano mischiate alla sua.
Zitao! Stai bene!
Non potevamo lasciarti da solo.
Li stenderemo in un sol boccone!
Sei pronto a combattere con noi, capo?

Zitao ascoltò ogni parola che il gruppo gli rivolse, per poi sorridere tristemente. Aveva detto loro di andarsene, ma non l’avevano fatto. Quella era la prova di amicizia più grande che qualcuno potesse mai fare per lui.
-Yifan..- 
Il signor Wu fu il primo a parlare, il primo a riprendersi da quella visione. Il figlio lo guardò senza un briciolo di sentimento, ma Zitao sapeva benissimo quanto dolore ci fosse dietro quegli occhi scuri. 
-Finisce qui papà- disse il ragazzo, facendo qualche passo avanti. Poi voltò il capo verso l’uomo vicino a suo padre. -Zio..- 
-E’ questa la tua scelta finale, Yifan?- domandò il signor Ahn, lo sguardo inchiodato a quello del nipote. I lupi alle loro spalle ringhiarono nuovamente. 
-Si-
Quella parola fu l’ultima che venne pronunciata. Con espressione affranta il signor Wu alzò un braccio. E di punto in bianco, nel giro di dieci secondi, il corridoio si riempì di persone armate. 
-Prendeteli-
  
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