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Autore: _Alien_    11/11/2014    6 recensioni
[Spoiler di tutto TID e TMI, compresi possibili spoiler di COHF]
Sono passati sette anni dalla fine della Guerra Oscura e gli Shadowhunters newyorkesi sono in fibrillazione per il matrimonio fra Alec e Magnus. Per questo lieto evento, vengono invitati anche Tessa Gray e Jem Carstairs, che possono finalmente conoscere una nuova storia di Lightwood, Herondale e Fairchild. Ma qualcosa è destinato a turbare l'equilibrio dell'Istituto: i confini spazio-temporali si stanno lentamente incrinando e Alec, Isabelle, Jace e Clary si ritroveranno inspiegabilmente catapultati nella Londra vittoriana. Riusciranno a tornare indietro, nel presente?
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ore 12.00
- Wow, Mag. Nonostante ti piaccia metterti ogni santo giorno vagonate di glitter, non credo di averti mai visto così splendente. – sorrise Catarina. Lo sposo accennò un sorriso, ma si sentiva teso come una corda di violino. Non aveva idea di come fronteggiare quelle emozioni contrastanti: intensa felicità e ansia facevano a pugni nel suo stomaco, causandogli crampi.
- Ehi, rilassati! Non stai andando al patibolo! – lo prese in giro l’amica, dandogli una spallata.
- No, ma non mi sono mai sentito così in quattrocento anni. Per Lilith…
- Magnus? Siamo Tessa e Will. Possiamo entrare?
- Certo.
La strega indossava un lungo abito viola stile impero, mentre Will, tra le sue braccia, sfoggiava un’elegante mini smoking chiaro, con tanto di cravatta. Sembrava molto orgoglioso del suo outfit.
- Magnus, sono arrivati tutti quanti. – annunciò Tessa – I Fratelli Silenti sono pronti. È ora.
Magnus annuì e deglutì, emozionatissimo. Si guardò al piccolo specchio, posto in un angolo della stanza. Non riusciva a prenderlo tutto, i piedi costretti negli stivali erano fuori dall’immagine riflessa, ma ciò che vedeva non era niente male. Sperava solo che Alec avrebbe apprezzato. Fece un respiro profondo, poi un altro, infine si girò verso le sue amiche e il piccolo Shadowhunter.
- Magnus, sei brillante come una stella! – disse il bambino con un sorriso sincero. Lo stregone sorrise al piccolo e gli lasciò una carezza sulla guancia.
- Grazie, William. – poi, si aggiustò la lunga giacca e drizzò la schiena, in una posa altezzosa e regale – Bene. Si va in scena.
 
Inizialmente, la cerimonia si sarebbe dovuta svolgere ad Idris, ma poi gli sposi avevano cambiato idea all’ultimo minuto. Alec aveva proposto a Magnus di sposarsi proprio lì, a New York, perché era in quella città che era cominciato tutto. Lì si erano incontrati alla festa per il Presidente Miao, lì si erano scambiati il primo bacio, lì c’erano tutti i loro ricordi. Così lo stregone aveva subito avuto le idee chiare, la location che aveva in mente sarebbe piaciuta molto al suo Nephilim. E ora gli invitati erano tutti lì, sotto il grande gazebo bianco, nel cuore di Central Park, che per quel giorno era stato chiuso ai mondani. Lo sposo figlio di Lilith e le due testimoni – più Will – uscirono dalla piccola tenda che avevano allestito come guardaroba, molto comoda, perché all’esterno sembrava davvero angusta, ma all’interno era immensa. Tessa e Catarina, con un semplice abito bianco come i suoi capelli, raggiunsero gli altri invitati. La mutaforma prese posto accanto al marito e Will si catapultò sulle gambe del padre. Poi, arrivarono gli Shadowhunters newyorkesi. Clary, Jace, Simon, Jocelyn, Luke, Amatis, Maryse e Robert si sistemarono velocemente ai loro posti e il chiacchiericcio degli ospiti si andò lentamente scemando. Magnus era rimasto vicino alla tenda-guardaroba, ma, quando vide Alec, fu quasi ipnotizzato e si mosse in automatico verso di lui, scivolandogli accanto. Alec si accorse di lui solo quando gli fu accanto e le loro dita si intrecciarono. Girò subito la testa e rimase folgorato. I raggi del sole brillavano sulla lunga giacca dorata di Magnus e si rifletteva sui fili dorati del foulard. Non aveva un briciolo di glitter tra i capelli o sugli occhi. Era semplicemente bellissimo. Nessuno dei due parlò, si guardarono soltanto. Poi entrambi si voltarono verso il Fratello Silente e si diressero verso di lui, in silenzio. Si sedettero su delle panche davanti a lui, e con loro il resto degli invitati. Alec sentiva già Maryse singhiozzare.
Oggi siamo qui riuniti per unire queste due anime. Il Figlio dell’Angelo Alexander Gideon Lightwood ha deciso di legare la sua vita a quella del Figlio di Lilith Magnus Bane. La loro unione ha superato prove impossibili, ha sfidato le convenzioni, ha messo a tacere i pregiudizi. E ora il loro legame diventa ufficiale, indissolubile. Per cui ora gli sposi pronunceranno le promesse di matrimonio, scambiandosi le rune.
Magnus deglutì. Il momento che tanto temeva era arrivato. Clary si alzò in piedi e timidamente si avvicinò ai due sposi, porgendo al Nephilim un foglio di carta. La runa dell’Unione era molto simile a quella tradizionale, con qualche minima modifica. L’aveva vista tante volte, nell’arco di quei due mesi, e aveva imparato a tracciarla con lo stilo. Sapeva che avrebbe dovuto disegnarla sul braccio e sul petto di Alec, in corrispondenza del cuore. E Alec avrebbe dovuto fare lo stesso con lui. Magnus era così concentrato sul foglio di carta da non essersi accorto che Clary era tornata al suo posto. Invece Jace e Isabelle avevano affiancato Alec, mentre Tessa e Catarina erano scivolate accanto a lui. 
- Tutto bene? – gli sussurrò Alec – Non sei obbligato a farlo, lo sai.
E stava quasi per rinunciare. Non voleva farsi male. Ma poi scosse la testa: doveva farlo per lui. Non avrebbero avuto un’altra occasione. Così immerse lo sguardo in quello del suo sposo e annuì.
- Comincia tu.
Lo Shadowhunter si morse il labbro, poi prese lo stilo dalle mani di Jace e lo impugnò saldamente.
- Ponimi come sigillo sul tuo braccio, come sigillo sul tuo cuore. Perché forte come la morte è l’amore, tenace come gli inferi è la passione. – pronunciò solennemente. Magnus gli porse il braccio, scoprendo la pelle, e Alec tracciò la runa senza ulteriori indugi. Un lieve pizzicore solleticò il braccio dello stregone, ma era sopportabile. Si aspettava molto, molto peggio. Poi venne la parte del cuore. Non c’era bisogno di sbottonare la camicia, Alec glielo aveva già spiegato, così si limitò a strizzare gli occhi mentre il raggio caldo dello stilo gli incideva la pelle in modo permanente. La mano del Nephilim era veloce e sicura, salda attorno allo stilo. Un bruciore intenso fece trattenere il respiro a Magnus, poi sentì la mano di Tessa che gli dava un discreto colpetto sulla schiena, come a incoraggiarlo. Fece un bel respiro profondo e poi riaprì gli occhi e sorrise allo sposo, che lo guardava un po’insicuro e preoccupato. Quando l’altro si fu accertato che stesse bene, gli porse lo stilo. Magnus non aveva molta dimestichezza con quello strumento, ma si era esercitato abbastanza. Non poteva sbagliare.
- Ponimi come sigillo sul tuo braccio, come sigillo sul tuo cuore. Perché forte come la morte è l’amore, tenace come gli inferi è la passione.
La sua mano fu meno salda e sicura, ma il risultato fu più che soddisfacente. Affidò lo stilo a Tessa e impaziente cercò le mani dell’altro, stringendole forte. Le rune sembravano pulsare sulla sua pelle, ma quella sensazione non lo distolse dall’oceano negli occhi dell’altro.
Ed ora, per il potere conferitomi dalla Fratellanza, dichiaro queste due anime unite per sempre nel nome dell’Angelo.
Poi il Fratello Silente si girò verso Alec.
Puoi baciare lo sposo.
Ma prima che il Lightwood potesse fare qualsiasi cosa, Magnus lo assalì letteralmente, prendendogli il viso tra le mani e baciandolo con trasporto. Arrossì lievemente, ma poi strinse a sé lo stregone. Aveva tutto il diritto di farlo, perché quel maniaco del glitter incrocio tra una pantera e un elfo demente era appena diventato suo marito.
 
- Wow, il lupo ci sta dando dentro con quella consolle! – esclamò una voce familiare. Alec, che stava salutando pazientemente tutti dopo la cerimonia, si voltò e vide due ragazzi dai lineamenti identici.
- Bill! Tom! – sorrise ai cugini – Speravo davvero che ce l’avreste fatta a venire.
- Come potevamo mancare? – sorrise a sua volta Bill – Auguroni, cugino! Viel Glück!
- Grazie.
- Tuo marito ha davvero stile! – aggiunse sempre il Lightwood biondo – Dove ha preso quell’abito? Voglio il nome dello stilista!
- Non ne ho idea. – ammise Alec – Però te lo farò sapere.
- Grande. Bhe, andiamo a ballare. Bibi, komm!
- Ich komm, Tomi!
Vide i suoi cugini scatenarsi nelle danze con due Shadowhunters italiane, ma loro non erano gli unici a scatenarsi in pista. Vide anche Simon e Isabelle, Jace e Clary, Lady Geminy e Taylor…
- Marito, ti va di ballare? – sussurrò una voce suadente al suo orecchio.
- Non perdi occasione di chiamarmi così, vero?
- Per nulla al mondo. – sorrise Magnus, reso ancora più splendente dall’abito.
- Dove l’hai preso? – chiese Alec, indicando proprio il completo – Mio cugino Bill lo adora. Vorrebbe conoscere lo stilista.
- L’ha disegnato Clary.
- Bhe, allora complimenti, Clary. Perché mio marito non è mai stato così fantastico.
- Non ti allargare, Shadowhunter. Io ho il marito più meraviglioso dell’universo.
I due scoppiarono a ridere, abbracciandosi.
- Balliamo? – chiese lo stregone speranzoso.
- Sai che sono una frana, ma… ok. – acconsentì Alec. Non ci sapeva proprio fare in pista da ballo e in più si vergognava da morire, ma era il minimo che potesse fare, dopo che Magnus aveva accettato le rune. Così si lasciò guidare in pista, aspettandosi di dover provare a ballare su una delle musiche tecno di Bat, ma il DJ fermò la musica e parlò al microfono:
- Gente, voglio un mega applauso per i nostri sposi, Magnus Bane e Alexander Lightwood!
Uno scroscio di applausi accolse i due in pista. Magnus sorrise radioso e salutò con la mano libera - neanche fosse stato una celebrità di Hollywood - mentre con l’altra stringeva a sé il marito, che si limitava a sorridere timidamente.
- Ora facciamo una pausa, ma tranquilli, perché ci saranno Jace Herondale e James Carstairs a dilettarvi con piano e violino! – Alec dubitava altamente che Bat usasse mai il verbo “dilettarsi” nella vita quotidiana, ma fu felice del cambio di sound. Vide il suo parabatai sedersi al piano e l’ex Fratello Silente sistemare il violino tra spalla e mento. Si sentì stringere più forte e osservò Magnus portare la propria mano sul suo fianco. La mano di Alec che non stringeva quella del marito era invece misteriosamente finita sul braccio dello stregone. Lo Shadowhunter si sentì avvampare.
- Non so ballare… - mormorò sommessamente.
- Cosa vuoi che importi? Oggi è il nostro giorno, Alexander. – Magnus avvicinò il viso a quello del compagno – Oggi ci siamo solo io e te.
Jace cominciò a suonare, mentre Jem lo seguiva in qualche accordo. Magnus si mosse verso destra, poi verso sinistra, seguendo il ritmo della musica, e Alec lo seguì. Il suo sguardo saettava un po’dovunque: gli invitati attorno a loro, Jace e Jem che suonavano, sua madre e Isabelle nell’angolo e suo padre, in disparte. Gli si strinse il cuore. Magnus gli aveva detto ciò che era successo mentre lui era disperso e avevano finito per litigare di nuovo, molto aspramente, senza aver ancora avuto la possibilità di chiarirsi.
- Guardami, Alexander. Ho fatto così tanti sforzi per farmi ammirare da te! – lo richiamò lo stregone. Alec arrossì, ma sorrise.
- Io ti ammiro tutti i giorni, Magnus. E continuerò a farlo finché il mio cuore batterà.
- Sarò ripetitivo, ma adoro quando mi dici queste cose. – ammiccò Magnus, strappando una risatina ad Alec.
- Dico solo ciò che penso.
- Lo so bene, fiorellino.
La musica continuò per un tempo infinito, in cui i due sposi non si separarono mai. Non dissero più nulla, ma continuarono a guardarsi negli occhi. Quando la musica finì, tutti quanti applaudirono. Alec accarezzò il viso di Magnus dolcemente e lo attirò a sé, baciandolo con infinita tenerezza. L’applauso si fece più forte.
 
- Clary? – la ragazza dai capelli rossi, che stava parlando con Simon, si girò verso il suo ragazzo. Jace sorrideva, ma aveva una strana luce inquieta negli occhi.
- Dimmi, Jace.
- Ehm, vorrei parlarti. In privato. – si sporse verso Simon – Scusa, amico, te la rubo solo un istante.
- Oh, tranquillo, anch’io devo cercare la mia ragazza. L’ultima volta che l’ho vista parlava con Magnus… - e così dicendo sparì tra la folla, alla ricerca di Isabelle. Jace perse per mano Clary e la portò in disparte, abbandonando la radura in cui si stava tenendo il ricevimento e portandola nel bosco.
- Jace, dove stiamo andando? Sai, è complicato passeggiare per i boschi con un vestito lungo e i tacchi alti…
- Aspetta e vedrai. – lui aveva un tono di voce esitante e la sua stretta attorno alla mano di lei si fece più forte. Clary lo fissò interdetta, ma continuò a seguirlo. Poi, in un punto a caso, Jace si fermò di colpo e lasciò la mano della Nephilim. Si girò verso di lei e la fissò negli occhi.
- Clarissa Adele Faichild. La prima volta che ti ho vista, mi sei sembrata uno scricciolo indifeso, che avrei difeso rischiando tutto. Ma tu non sei indifesa. Sei la persona più forte, coraggiosa e testarda che io abbia mai conosciuto…
- Che mi dici di te? – lo interruppe lei con un sorriso – Jace, sono contenta di sentirti dire queste cose, ma avresti potuto dirmele anche al ricevimento, tra poco cominceranno a servire le portate e tu dovrai fare il discorso…
- Ho svegliato Alec alle tre di stanotte per questo. Quindi adesso stai zitta e ascoltami. Lui sa tutto. – affermò Jace con forza, poi le prese la mano sinistra, quella su cui l’anello d’argento con delle ali di fata faceva bella mostra di sé. Sollevò lo sguardo e vide l’anello dei Morgenstern appeso ad una sottile catenina, che arrivava allo sterno.
- Ho sentito che certe volte preferisci farti chiamare Fray, non Fairchild. – disse lui con apparente noncuranza.
- Solo Simon mi chiama così, ormai. Però quel nome mi dà una certa sicurezza… Ma Jace, che hai?
- Ti ho detto di ascoltarmi… ti piacerebbe avere un altro nome da Shadowhunter?
Clary spalancò la bocca e gli occhi verdi.
- Oddio, non mi stai chiedendo quello che penso. No, non ci credo. Jace, non… oddio.
- Ti piacerebbe essere la signora Herondale? – Jace inarcò il sopracciglio e fece quel sorrisetto strafottente che Clary adorava perché poteva intravedere il dente lievemente scheggiato, a ricordarle che lui non era davvero un angelo e dunque poteva raggiungerlo.
- Oh, Jace… - boccheggiò.
- Vuoi sposarmi?
- SÌ! – strillò lei, buttandogli le braccia al collo – Sì, sì, sì, sì, sì!
 Lui la sollevò e la fece volteggiare un paio di volte, ridendo. Poi la mise giù e la baciò dolcemente. Lei interruppe il bacio e il suo sguardo saettò sulla mano sinistra di Jace.
- Voglio il mio anello. – ordinò perentoria.
- Sembri Isabelle, quando fai così!
- Dai, Jace!
- Ok, ok. – si sfilò l’anello degli Herondale e glielo mise al dito, mentre lei fece lo stesso con lui dopo essersi tolta quello dei Fairchild.
- L’amor che move il sole e l’altre stelle. – mormorò il biondo, emozionato – Ti amo. E questo non cambierà mai.
- Mai. – annuì lei – Ti amo anch’io.
 
Tornarono un attimo prima che Alec mandasse una squadra di ricerca a stanarli. Tuttavia, quando vide l’anello al dito di Clary, non poté fare a meno di sorridere.
- Sai – sussurrò al marito, seduto accanto a lui – Credo che preso qualcuno ci ruberà la scena.
- Perché? – chiese perplesso lo stregone – Si sposa qualcun’altro?
- Oh sì. – Alec indicò con lo sguardo i due Shadowhunters, che si erano appena seduti al loro tavolo con Luke, Jocelyn e Amatis.
- Bhe, era ora! – esclamò Magnus con un sorriso – Comunque è ora del discorso.
- Vero. Bisogna farlo adesso, altrimenti poi tutti presteranno più attenzione al cibo che alle parole. – convenne Alec. Magnus si alzò in piedi e batté lievemente il coltello contro un calice di vetro.
- Un attimo di attenzione! – proclamò – Credo sia giunto il momento che uno dei testimoni faccia il discorso! Jace, a te!
- Ehm ehm – si schiarì la voce il biondo – Bhe, per l’Angelo. Alec, finalmente hai messo la testa a posto! Avreste dovuto vederlo, era davvero uno scapestrato prima di incontrare Magnus. Sempre in giro a fumare marijuana e bere superalcolici…
- JACE! – strillò Alec – Che cavolo stai dicendo?
- Scherzavo, scherzavo! Volevo dare un tono melodrammatico, ma evidentemente non posso. Ok, ricomincio. La verità è che Alec era davvero una noia mortale, prima di incontrare Magnus. Il più delle volte se ne stava solo soletto in biblioteca o nella sua stanza a leggere, oppure ad allenarsi con l’arco nella sala d’addestramento. E, bhe, lui non è come me e Isabelle. Lui è quello intelligente, quello che ci protegge sempre, che ci difende dai demoni e da tutto, in generale. Solo che… credo che fosse un po’confuso sui suoi sentimenti e su ciò che voleva davvero. Poi siamo andati ad una festa di quell’egocentrico del Sommo Stregone di Brooklyn, e non certo per divertirci. E lì si sono incontrati. Alec non è uno a cui piace parlare di cose private, neanche con chi gli sta vicino, quindi non abbiamo passato ore e ore a parlare di Magnus – anche perché sarebbe stato imbarazzante, credo, confrontare la mia nanetta rossa con quello spilungone glitterato. – si girò verso Clary e le fece l’occhiolino – Scherzo, tesoro. Ti amo. Comunque, dicevo… Alec non è mai stato un gran chiacchierone e io non so granché della sua relazione con Magnus. Ma ormai lo conosco da anni, è il mio migliore amico, il mio parabatai, quello che mi fa ragionare prima di commettere qualche sciocchezza. E so che aveva bisogno di uno come Magnus per stare davvero bene. Certe volte, mio caro Alec, sei come una tartaruga: appena vedi l’ignoto, di nascondi nel tuo guscio. Ma hai trovato una persona che è riuscita a tirare fuori il meglio di te. Perché da quando stai con Magnus, sorridi più spesso, scherzi di più con noi e vivi meglio. La tua felicità è anche la mia. Per cui… per favore, Magnus, trattalo bene. – Jace sollevò il bicchiere e brindò agli sposi – Ad Alec e Magnus!
- Grazie, Jace. – sorrise lo sposo Nephilim, sforzandosi di trattenere le lacrime. Jace ci aveva sempre saputo fare con le parole.
- Bene. – annuì Magnus, stringendo la mano del marito – Direi che possiamo cominciare a…
- Scusate. Avrei qualcosa da dire.
Tutti si voltarono verso Robert Lightwood. Magnus fissò intensamente quell’uomo che lo aveva minacciato più volte mentre Alec era disperso, quello che forse era riuscito a riappacificarsi col figlio, ma non con il futuro genero. Alec rimase a bocca aperta.
- Papà, cosa…?
- Per favore, Alexander. Adesso o mai più. – l’Inquisitore si alzò in piedi e si schiarì la gola – Non vi aspettate un discorso epocale come quello di Jace. Se devo essere sincero, il mio non è nemmeno un discorso. Voglio solo chiedere scusa. Negli ultimi mesi mi sono comportato molto male con entrambi: ho incolpato Magnus di cose di cui non era assolutamente responsabile e non sono mai riuscito a chiarirmi del tutto con te, Alec. Per cui… mi dispiace. Davvero, io… io sono molto felice di vedervi insieme. Io so che sarete felici. – lo sguardo dell’uomo si posò sullo stregone, come a chiedere conferma di ciò che aveva detto. Magnus annuì.
- Non voglio tediarvi ancora, un’ultima cosa e poi ritorneremo ai dovuti festeggiamenti. Alec, sono fiero dell’uomo che sei diventato. E Magnus… sei la persona giusta per lui. Vi posso augurare solo il meglio. – sollevò il suo calice, come aveva fatto Jace in precedenza e lo innalzò con un lievissimo sorriso – Ad Alec e Magnus.
Tutti quanti brindarono e bevvero alla salute dei due sposi, che erano rimasti paralizzati dalle parole di Robert. Tuttavia, Alec non poté fare a meno di rovolgere un piccolo sorriso al genitore. Era contento che avesse detto quelle cose, a lui e a Magnus. Non l’aveva mai fatto e quel piccolo gesto inaspettato aveva reso ancora più bella una giornata già perfetta.
 
- Amo. Questa. Torta. È fantastica! Cavolo, sembra fatta dagli angeli! – esclamò Simon, assaporando il delizioso pezzo di dolce al cioccolato, con crema alla vaniglia.
- Guarda che qui possono prenderti sul serio e allora Alec e Magnus dovranno spiegare un bel po’di cose. – ridacchiò Jace, affondando la forchetta nel suo pezzo di torta – Ciò non toglie però che è davvero ottima.
- Ma guardateli! – cinguettò Clary – Non sono bellissimi?
La rossa stava guardando i due sposi ballare un lento, una canzone mondana fortemente chiesta da Magnus, I just call to say I love you di Stevie Wonder. Magnus stringeva forte a sé il marito, sussurrandogli qualcosa di tanto in tanto e facendolo ridere. Clary sorrise e si voltò verso Jace.
- Credo dovremmo annunciarlo. – disse semplicemente.
- Sai, credevo avresti rifiutato. In genere, non sei mai stata una ragazza con l’ossessione del matrimonio… - Jace le avvolse un braccio attorno alle spalle. Simon li guardò interrogativo. In quel momento li raggiunse Isabelle, prendendolo per mano.
- Non ho mai visto mio fratello così felice e questa festa è moooolto ben riuscita. – sorrise, poi notò lo sguardo sconvolto del suo ragazzo.
- No. Non mi direte davvero che… O mio Dio, voi due vi sposate!
Simon non si era evidentemente reso conto di aver urlato a tutti gli invitati quella frase a dir poco compromettente. Jace deglutì, temeva una possibile ira di Jocelyn, mentre Clary si coprì il viso con le mani, diventando più rossa dei suoi capelli. Alec e Magnus si voltarono verso di loro, poi lo Shadowhunter scoppiò a ridere.
- Bhe, auguri, ragazzi! – sorrise malizioso Magnus – Tanto prima o poi l’avremmo saputo comunque.
- Io sono il tuo testimone, ok? Così farò un discorso che non dimenticherai… - ghignò Alec.
Jace rise, ma prese molto sul serio le parole di Alec. Che cavolo avrebbe potuto dire?
Ora sì che ho paura.

Somewhere in time, we don't know where we are...
SORPRESA!!! Per l'uscita de "Le cronache di Magnus Bane" ecco a voi il capitolo del matrimonio in anticipo! Ringrazio come sempre Marty060201, Chesy e annabeth lightwood che hanno recensito e a cui risponderò a breve. Ci rivediamo per l'epilogo!
A presto,
_Alien_
  
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