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Autore: reggina    11/11/2014    4 recensioni
Non è difficile diventare padre. Essere un padre, questo è difficile.
Genere: | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ogni qual volta apriva la porta di casa Gregory si lasciava intenerire dalla solida sensazione di porto sicuro. E a riscaldargli l'animo, ripagandolo dopo una giornata di lavoro, era soprattutto il sorriso con cui Julian lo accoglieva puntualmente.

Un rituale che stava divenendo una piacevole abitudine. Ma non quel giorno...

Quando era rientrato , Julian non sembrò neppure registrare la sua presenza. Era rannicchiato a terra, nello spazio che separava le due poltrone del salotto...inerme ed irriconoscibile.

Gregory aveva lasciato cadere la sua ventiquattrore con un tonfo e si era precipitato ad accertarsi che tutto andasse bene. Si era arrestato ad un centimetro da suo figlio notando le ampie spalle sconquassate dai singhiozzi e il mezzo disastro che giaceva ai piedi di Julian: il vassoio in vetro con decoupage di rose cremisi, uno dei preferiti della signora Ross, andato in frantumi.

Vincendo ogni esitazione, Gregory si era accovacciato accanto a Julian e lo aveva costretto a rivelarsi: a rivelare i suoi occhi arrossati e iniettati di un sopito rancore, a rivelare la sua mano chiazzata di rosso.

Il televisore era sintonizzato su una partita di calcio. Non una qualunque e, allora, Gregory aveva capito.

Aveva capito la forza e la tenacia che occorrevano a Julian ogni giorno per celare le sue recriminazioni, le delusioni e gli scoraggiamenti dietro una maschera di ottimismo e di buon umore.

Non lo aveva mai visto recriminare o lagnarsi fino ad allora. Anche quando era andato a salutare gli amici, che andavano a giocare un prestigioso torneo giovanile in Francia, aveva mantenuto quel cordiale sorriso.

Quegli stessi amici divenuti, ora involontariamente, specchio delle sue debolezze e del suo destino mancato.

"Stai sanguinando!"

Stupito il ragazzo aveva ritratto la mano ma il padre l'aveva presa, prontamente, tra le sue.

"Fa male, vero?"

"No a dire il vero non mi ero nemmeno accorto di essermi ferito..."

"Non intendevo questo Julian, lo sai!"

Julian aveva lanciato appena un'occhiata allo schermo, all'immagine solare e positiva di Oliver Hutton. La salva di singhiozzi che l'aveva tradito poco prima ormai placata in un silenzioso pianto di sfogo.

"Si papà! Fa male. Fa maledettamente male!"

Rinunciare. Una parola che stava diventando dannatamente amara per un ragazzino che non si era mai tirato indietro.

"Vieni qui tesoro! Piangi, piangi...Sii fragile, non devi essere sempre indefesso. Non con me!"

Julian si era rannicchiato contro quelle braccia forti pronte a sorreggerlo, a sorreggere tutti i suoi tormenti.

Dopo un po' aveva scostato il viso, arrossato e sudaticcio, e aveva guardato suo padre con un luccichio di pentimento e di vergogna.

"Possiamo non dire alla mamma che sono stato io a fare a pezzi il suo pezzo d'antiquariato?"

Gregory aveva disteso le labbra in un'espressione rilassata: la burrasca era passata. Aveva scostato una ciocca di capelli appiccicata sulla fronte del ragazzo.

"Sarà il nostro piccolo segreto!"

   
 
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