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Autore: Everybodyloves_Mushu    12/11/2014    1 recensioni
Io ho sempre amato Harry, ma dopo aver finito il settimo libro mi sono sentita malissimo. E se tutte le morti che ci hanno fatto soffrire, James, Lily, Sirius, Fred... non fossero mai avvenute? Se la storia che tutti amiamo rimanesse la stessa, ma allo stesso tempo cambiasse in maniera radicale? che cosa succederebbe? Forse Harry non sarebbe più così solo.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Tom O. Riddle, Voldemort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Pace
                                                                                    Aragog


Quando mi risveglio ci metto un po' a capire di essere in Infermeria. Devo coprirmi gli occhi con una mano per quanto è forte la luce e questo significa che deve essere all'incirca ora di pranzo, di quale giorno però non ne ho idea.
Cerco di mettermi seduta ma mi rendo conto di non poterlo fare, come se fossi... sono legata al letto! penso incredula tirando le cinghie di cuoio che mi bloccano braccia, busto e gambe.
"Abbiamo dovuto" dice una voce non lontana.
Alzo lo sguardo e incontro quello dell'infermiera che mi guarda con un misto di rimprovero e compassione. Io non le rispondo e continuo semplicemente a fissarla con sguardo incredulo ed interrogativo.
"Ti agitavi troppo, non riuscivamo a tenerti ferma per poterti curare" mi spiega "cercavi in continuazione di scendere dal letto per avvicinarti al suo biascicando di star bene e qualcos'altro..."
Seguo la direzione indicata dalla sua mano quando dice 'suo' con il tono di chi sta spiegando l'ovvio. Non tanto ovvio per me però, perché non ho idea di chi ci sia nel letto accanto al mio, nè tantomeno del perché dovrei saperlo.
Giro la testa, l'unica parte del corpo che sono in grado di muovere, ed osservo l'occupante dell'altro letto, ho un tuffo al cuore quando realizzo che si tratta di Tom e cerco disperatamente di staccarmi dal letto per capire come sta... gli incantesimi che gli ho lanciato erano piuttosto brutti, si era rotto due costole non può stare bene! E la ferita alla gamba, ha perso tanto sangue e... e...
Aaah ecco cosa intendeva l'infermiera. Penso quando mi rendo conto di star mezzo delirando, allora smetto di lottare contro le cinghie che mi tengono inchiodata al letto e mi rilasso.
"Che giorno è?" chiedo all'infermiera per distrarmi, se continuo a pensare a quanto fossero brutte le sue ferite impazzirò.
"Sei rimasta incosciente per due giorni" mi risponde intuendo la vera domanda
"Quindi i G.U.F.O. sono..."
"Tra tre giorni ma ormai è tardi per ripassare" mi dice come se avessi dovuto arrivarci da sola
"Non ho bisogno di ripassare" ribatto piccata "volevo solo essere sicura di poter essere fuori di qui per allora"
Lei annuisce ma non mi risponde e si eclissa nella saletta accanto.
Fantastico! penso sarcastica verrò bocciata ai G.U.F.O. per aver quasi ammazzato uno studente, chissà forse anche se non potrò presentarmi alla prova questo mi varrà comunque un Eccezionale in Difesa contro le Arti Oscure...
I miei deliri vengono interrotti dal portone dell'Infermeria che viene aperto e la faccia di George che fa capolino a controllare che non ci sia l'infermiera in giro, assicuratosi che ci sia via libera entra e si richiude la porta alle spalle.
"Hey" mi saluta con un sorriso
"Hey" rispondo alzando un po' la testa
"Ben svegliata! Bella addormenta... ma ti hanno legato al letto?!" si interrompe a metà di una pessima rima e scoppia a ridere, subito zittito dalla mia occhiata assassina.
"Sì" rispondo sdegnosa "mi hanno legata al letto. Ora, saresti così gentile da slegarmi?"
Lui si avvicina e dopo un tempo interminabile, tra una risata e l'altra ed un'imprecazione e l'altra, riesce a slegare tutte le cinghie che mi legano.
"Mai sentito parlare della bacchetta?" gli chiedo massaggiandomi i polsi doloranti
"Francamente non conosco l'incantesimo" mi risponde
"Allora potevi tagliarle! sarebbe comunque stato più veloce" ribatto
"Ehi ti ho liberata no?" si difende
"Possiamo metterla così" rispondo mettendomi seduta.
Per un attimo sembra offeso dalla mia risposta ma poi la sua espressione cambia e diventa seria, più seria di quanto l'abbia mai vista.
"Che cos'è successo?" mi chiede a bassa voce lanciando un'occhiata al letto di Tom
"Articola" rispondo per prendere tempo, lui strige i denti ma continua.
"Quando sono arrivato eri stesa a terra in una pozza di sangue a metà strada tra la coscienza e l'incoscienza" dice sforzandosi di tenere il tono basso, se sia per evitare che lo senta l'infermiera o Tom non saprei dirlo.
"E lui" continua caricando di disgusto l'ultima parola "ti stringeva il polso con la bacchetta nell'altra mano".
Io lo guardo senza dire niente anche perché, seriamente, cosa potrei mai dire?
Oh, niente sai stavamo solo cercando di ucciderci mentre davamo sfogo a tutti i sentimenti astiosi e negativi, o almeno è quello che ho fatto io. Perché è questo che fa una persona normale, no?
"Che cosa è successo?" ripete "che cosa ti ha fatto?"
Niente, è la risposta che darei a chiunque altro ma è stato lui a trovarmi e sarebbe davvero stupido mentirgli.
"Una discussione" dico scrollando le spalle
"Una discussione?" ripete incredulo
"Senti" dico lanciandogli uno sguardo tagliente "non ho intenzione di mentirti ma le cose tra me e Tom sono complicate, ero arrabbiata con lui, da morire, sono arrivata persino a dirgli che lo odiavo e sai anche tu che per un paio di settimane non ci siamo parlati ma due... o tre non so, giorni fa ne abbiamo parlato, se così si può dire e la cosa, per quanto mi riguarda, adesso è risolta".
Lui rimane un attimo a fissarmi con l'espressione di chi sta cercando di capire se ciò che gli è stato detto è uno scherzo o uno è veramente così scemo.
"Cioè, tu mi stai dicendo che risolvete i problemi finendo in Infermeria"
"Più o meno"
"E per te è tutto risolto? come se non fosse successo niente, dopo tutte le scenate delle ultime due settimane?" mi chiede cominciando ad arrabbiarsi
"Sì" dico decisa
"Ma sei pazza?" esplode "quel bastardo ti ha fatto Merlino solo sa cosa per farsi odiare e poi ti concia così e tu lo perdoni e dimentichi?"
Il suo viso è a pochi centimetri dal mio ed il suo respiro è pesante ed affannoso, le sue mani tremano leggermente per la rabbia e l'incredulità mentre mi fissa.
"Non l'ho perdonato" dico, la voce dura "ne dimenticato ma sono andata avanti e tu non hai nessun diritto di giudicare cose che non conosci!" esclamo allontanandolo e girandomi dall'altra parte
"O sei pazza o lui ti deve piacere parecchio per..." gli muore la voce in gola quando nota la mia espressione, che non sono riuscita a nascondere.
Dannazione! penso cercando di evitare il suo sguardo ma alla fine sono costretta ad incrociarlo e lo trovo a fissarmi con un misto di incredulità e gelosia negli occhi.
"Lui... ti piace?" mi chiede esitante
"Sì" rispondo piano distogliendo lo sguardo, non perché mi vergogni di dirlo a Davies ma perché odio me stessa per non essere riuscita ad impedire che tutto questo avvenisse, per non essere riuscita e vedere Tom solo come il mostro omicida che sarà e che già è.
George non dice niente, si siede sulla poltrona accanto al letto e rimaniamo così per un po', in silenzio ognuno immerso nei propri pensieri.
"Spero che almeno ne valga la pena" dice alla fine senza alzare gli occhi
"No" rispondo così piano che è solo un sussurro "ma non riesco a farne a meno"
Lui annuisce come se capisse e poi si alza, posa un attimo lo sguardo sulla figura addormentata di Tom e ritorna a posarlo su di me.
"Anche se non credo se ne renda conto è il ragazzo più fortunato del mondo" dice
Io lo guardo stupita, non riuscendo a capire il perché di questa sua affermazione, forse perché conosco il suo destino e non riesco ad immaginare come uno come Tom Riddle possa essere considerato fortunato.
"Perché?" gli chiedo
Davies mi sorride in modo strano, come se avessi dovuto capirlo già da molto tempo.
"Perché avrà sempre tutta la tua attenzione per sè"
Detto questo si gira e se ne va. Io continuo a guardare la porta sentendomi una stupida perché l'unica cosa che riesco a pensare è: e allora?




Mi stendo sul letto cercando di capire che cosa intendesse Davies con quella frase e giro la testa per osservare Tom, che ha gli occhi aperti e mi sta fissando.
Mi risiedo di scatto senza però distogliere lo sguardo e ripenso a tutta la conversazione che ho avuto con Davies, quanto ha sentito?
"Da quanto sei sveglio?" gli chiedo
"Mi sono svegliato quando quello ha aperto la porta" risponde tranquillo, insolito per lui e anche la sua espressione, sembra quasi... compiaciuto.
"E perché hai finto di dormire?" gli chiedo, da quando Tom Riddle è uno che schiva le situazioni?
"Non avevo voglia di parlare" risponde voltandosi dall'altra parte, ma sappiamo entrambi che è una bugia.  
Decido di non insistere ma la cosa è decisamente molto strana.
Rimaniamo per tutto il giorno bloccati in Infermeria sotto la stretta sorveglianza di Madama-non-potete-uscire-da-qui e per la prima volta nella mia forma umana riesco a capire come debbano sentirsi le spiagge, con le onde che si infrangono e si ritirano, si infrangono e si ritirano, e così via senza fine nei secoli dei secoli.
Quando lo faccio notare a Tom lui mi guarda come se fossi impazzita e colgo per caso un suo pensiero errante, il cui contenuto è pressappoco questo: Non è che lo Stupeficium le ha seriamente danneggiato il cervello?
"Non sono impazzita Tom e non ho neanche battuto la testa" gli dico offesa "dico che mi sento come se fossi una spiaggia battuta dalle onde perché ogni ora quella maledetta porta laggiù si apre e lascia entrare un numero spropositato di studenti e perfino qualche professore!"
Come a sottolineare le mia parole la suddetta porta si apre per quella che sarà la milionesima volta, e lascia entrare la squadra di Quidditch di Serpeverde al completo che si precipita al mio letto, neanche stessi morendo.
Santo cielo ma non hanno di meglio da fare? mi ritrovo a pensare frustrata da tutte le persone che sono venute a visitare me e Tom oggi, comprese delle stupide ragazzine del secondo anno che non hanno fatto altro che arrossire e ridacchiare mentre si informavano sulla salute di Tom e gli porgevano i loro regali, sicuramente degli scadenti filtri d'amore. Semplicemente patetico.
"E voi che ci fate qui?" chiedo in maniera poco educata alla mia squadra
"Anche noi siamo felici di vedere che stai bene Rose" mi risponde Sam ghignando
"Già Rose, dovresti essere contenta che si preoccupino della tua salute" dice allegramente Tom con un sorriso angelico, prontamente cancellato dal mio cuscino accidentalmente finito contro la sua faccia.
"Ora che avete visto che non sto per morire, potete smettere di scommettere su chi sarà il prossimo capitano e tornare a lezione" dico tornando a rivolgermi alla mia squadra "la vostra presenza qui è non solo inutile ma anche fastidiosa visto che tanto non potete farmi uscire".
La mia squadra riamane per un attimo senza parole poi borbotta qualche scusa e pian piano se ne va.
Ammetto di essere stata un tantino troppo acida, senza motivo per giunta ma non so proprio spiegarmi il perché, o forse dipende dal fatto che il mio vicino di branda non ha fatto altro che starsene beatamente steso sul letto tutto il giorno con un sorriso altrettanto beato stampato in faccia senza ragione apparente, ma che ha rivolto a chiunque fosse venuto a salutarlo ed è stato stranamente... allegro.
La cosa per qualche motivo è inquietante.





Stasera ci hanno finalmente fatti uscire da quell'orribile posto interamente bianco, e poi uno si chiede perché la gente abbia paura della morte! Perché ha paura di doversi sorbire per l'eternità una cosa del genere, un bianco infinito senza via di uscita.
A quanto pare, in ogni caso, non c'è davvero più alcun rispetto per i convalescenti visto che appena usciti siamo dovuti andare a fare la ronda, no ma dico non abbiamo mica rischiato di morire.
La nota positiva è che almeno Tom ha smesso di sorridere come uno a cui hanno appena fatto la lobotomia, o imbottito di tranquillanti, ed è tornato ad essere il vecchio ed ombroso se stesso.
"Non potremmo finirla qui?" gli chiedo già stufa e poi è quasi mezzanotte
"Hai così tanta voglia di tornare a stenderti?" mi chiede beffardo ed io ingoio una risposta acida.
Rimaniamo in silenzio per un po' mentre perlustriamo un altro piano, anche qui solo aule e corridoi completamente vuoti.
"Era un bell'incantesimo" dice ad un tratto Tom
"Quale?" gli chiedo senza girarmi mentre infilo la testa nell'ennesima aula vuota
"Quello che mi ha... uhm... colpito alla gamba"
Per un attimo rivivo la scena e senza tutto quell'odio addosso mi rendo conto di quanto Tom abbia rischiato in quell'istante, se non fosse stato il gran mago che è sarebbe morto.
"Oh sì, è un incantesimo nuovo che ho inventato da poco" gli rispondo senza lasciar trasparire dalla voce il tumulto che ho dentro "domani te lo insegno".
La mia affermazione sembra soddisfarlo e rilassarlo, e lo stesso vale per me visto che non erano semplici frasi per fare conversazione ma il suo modo, un po' contorto lo ammetto, di chiedermi parzialmente scusa ed il mio di accettare le sue scuse.
"Anche questo piano è deserto" dico esasperata "ora possiamo tornarcene in sala comune per favore?"
Tom non mi guarda neanche ma vedo gli angoli della sua bocca tremare, come di un sorriso represso.
"Ricontrolliamo il terzo e poi andiamo" mi risponde avviandosi verso le scale.
Lo precedo sospirando di sollievo, ancora un piano e poi potrò tornare a sdraiarmi sul divano davanti al caminetto in sala comune; siamo quasi arrivati alle scale quando sento un rumore, uno scalpiccio lieve come di qualcuno che cerca di non farsi sentire.
Mi blocco e faccio segno a Tom di rimanere in silenzio, poi ci disilludiamo. Avanzo piano verso le scale senza fare il minimo rumore e sento la presenza di Tom dietro di me, che si è fatto un incantesimo insonorizzante per evitare di essere scoperti, poggio con cautela il piede sul primo gradino e mi sporgo oltre il corrimano per vedere chi sta scendendo le scale a quest'ora della notte violando il coprifuoco. C'è troppa poca luce per riuscire a distinguere che sia ma piegando quella poca che c'è riesco a scorgerne il profilo massiccio e c'è un solo studente in tutta la scuola di quella stazza.
"Non si vede niente" si lamenta Tom
"Riesco a scorgere la sua figura" rispondo concentrata
"Ma se è buio pesto"
"Dimentichi che ho la vista di un gufo, dai andiamo". Riprendo a scendere le scale senza fare rumore e stando attenta a saltare i gradini fantasma.
"Chi è?" mi chiede Tom con la magia, attraverso uno speciale incantesimo che abbiamo creato per poter comunicare quando non fosse stato possibile parlare, come in questo caso.
"Credo sia Hagrid" rispondo nello stesso modo
"Il mezzo gigante del Terzo?" domanda incredulo, in effetti sebbene non sia uno studente modello Hagrid non è certo mai stato uno che infrange le regole.
"Sì"



Continuiamo a scendere le scale silenziosi come ombre, e come ombre seguiamo il terzino Grifondoro fino nei sotterranei. Sembra conoscere bene questo piano, anche se le uniche volte in cui gli studenti delle altre Case scendono quaggiù è per le lezioni di pozioni, attraversa tutto il corridoio che porta alla nostra sala comune ma appena prima di arrivarci imbocca un corridoio sulla destra, camuffato da un perfetto gioco di luci prodotto dalle fiaccole.
Io e Tom ci scambiamo messaggi silenziosi di sorpresa, quasi nessuno sa dell'esistenza di quel corridoio e nessuno che appartenga ad altre Case; noi lo abbiamo scoperto a metà del nostro primo anno durante una delle tante gite in giro per il castello alla ricerca dei suoi segreti, ma in genere solo quelli dal Quinto anno in su lo conoscono. Imbocchiamo anche noi il corridoio che porta a piccole aule vuote e non più usate da molto tempo mantenendoci a debita distanza.
"Secondo te perché è venuto qui?" chiedo a Tom
"Andiamo a scoprirlo" risponde superandomi e affrettandosi verso la luce artificiale prodotta dalla bacchetta di Hagrid.
Svoltiamo l'angolo in tempo per vederlo infilarsi nella terza aula, partendo da dove siamo noi, e accostare la porta; raggiungiamo la porta senza fare rumore e sentiamo Hagrid emettere dei borbottii ma non riusciamo a vedere niente perché la porta è quasi chiusa, ci appoggio una mano e faccio per aprirla giusto quel tanto che basta per dare una sbirciata quando mi irrigidisco sentendo degli strani rumori venire da dentro l'aula, assomigliano a degli squittii ma c'è anche un rumore di zampettio, ma non quello di un animaletto da compagnia, è un rumore sinistro difficile da descrivere.
Mi volto a guardare Tom, che nel frattempo è tornato visibile e ha un'espressione corrucciata, neanche lui riesce a capire che cosa c'è in quella stanza oltre ad Hagrid; gli faccio segno di tornare invisibile e do una leggera spinta alla porta che per fortuna non cigola, apro la porta solo di uno spiraglio in modo da non farci scoprire ed entrambi ci avviciniamo per cercare di vedere cosa stia combinando il terzino Grifondoro, la mole di Hagrid però oscura quasi tutta la visuale e non riusciamo ad identificare l'origine di quegli strani rumori.
Faccio in tempo a scorgerlo mentre mette qualcosa in una credenza, un qualcosa che assomiglia ad un ragno ma delle dimensioni di un piccolo cane, prima che lui si giri ed apra la porta con un sorriso triste in volto. Io e Tom ci affrettiamo a toglierci da davanti alla porta per evitare che Hagrid inciampi in uno di noi, e lui dopo aver dato un'occhiata per assicurarsi che non ci sia nessuno in giro, esce dall'aula chiudendosi la porta alle spalle e si incammina verso l'entrata del corridoio che è anche l'unica via d'uscita.
Dopo che è uscito dal corridoio torniamo visibili e rimaniamo fermi davanti alla porta indecisi se aprirla oppure no.
"Dovremmo dirlo a Silente" dico alla fine "qualsiasi cosa lui stia nascondendo qua dentro dobbiamo informare Silente"
"No" mi risponde pensieroso "almeno non per il momento"
"Cosa vuoi fare" gli chiedo
"Niente, qualsiasi cosa ci sia là dentro non esce dalla stanza quindi non può fare del male a nessuno" mi risponde senza staccare gli occhi dalla porta.
"E poi" aggiunge "potrebbe sempre tornare utile" finisce in un sussurro, profondamente concentrato.
    















Lo so, lo so non c'è neanche bisogno di dirlo. Sono mancata per quasi due anni e poi torno con un capitolo non solo orrendo ma anche assurdamente corto!
Se non decidete di linciarmi prima cercherò di farmi perdonare nel prossimo capitolo. Questo è una sorta di capitolo di passaggio che ho deciso di staccare dal successivo altrimenti sarebbe stato anche troppo lungo e anche perché quando Tom decide di incastrare Hagrid accusandolo di essere l'erede di Serpeverde e di aver aperto la Camera dei Segreti, doveva già sapere che hagrid nascondeva qualcosa, un qualche animale proibito dal regolamento della scuola e probabilmente anche pericoloso vista la sua inclinazione ad adorare le creature più letali del mondo magico. Quindi mi era sembrato plausibile che lui e Rose avessero scoperto e seguito Hagrid durante uno dei loro perlustramenti del castello in quanto prefetti.
Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate.
Alla prossima volta
Acqua
  
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