Piangevo, ma ormai ci avevo fatto l’abitudine.
Niall non diceva niente, stava disteso per terra nel mio salotto, mentre dalla finestra aperta entrava l’aria gelida, capace di farmi congelare il sangue nelle vene.
Non ci vedevo più, le lacrime mi appannavano gli occhi e poi cadevano sui miei capelli, sui vestiti e sul pavimento, dove ben presto si formò una piccola pozza.
Tirai su con il naso e cercai la forza di alzarmi, ma crollai, come tutto quello che avevo dentro. Cercai l’ iPhone dentro la tasca e chiamai il primo numero sotto l’elenco e partì il solito ‘TU – TU’ la voce più familiare del mondo mi rispose assonata e io urlai piangendo disperata il suo nome HARRY.
Harry sentendomi gridare il suo nome mise giù e insieme agli altri corse a casa mia dove mi trovarono per terra bagnata di lacrime con la mano tra le due calde di Niall.
Harry mi prese in braccio e mi fece sedere sul divano, dove sprofondai in un suo abbraccio.
Louis chiamò l’ambulanza e Harry mi lasciò un morbido bacio fra i capelli e quando arrivò di corsa la sirena mi lasciarono da sola in casa, perché nel caso ci fosse stato bisogno sapevano già dove trovarmi.
Quindi mi strinsi le ginocchia al petto e ricominciai a piangere in silenzio, mentre mi saliva la nausea.
 
HARRY’S POV
 
Ero dentro l’ambulanza con Niall attaccato già a due macchinari orribili che facevano un rumore che non riuscivo più a sopportare; piansi, non quanto Chiara, ma piansi più del dovuto, tanto che quando arrivai in ospedale e Niall fu portato in sala, mi lasciai andare sulla spalla di Lou che mi stringeva a se.
Erano passate tre ore. Tre interminabili ore da quando Niall era lì dentro. L’ansia saliva e mentre sbloccavo il cellulare mi accorsi delle circa dieci chiamate di Chiara. Me la immaginai già disperata, qui accanto a me, che ogni volta che vedeva qualcuno sorridere scoppiava in singhiozzi.
Non volevo vederla triste, ma non potevo biasimarla. ANCHE IO ERO TRISTE.
Liam mi prese per il braccio e mi accompagnò all’aria aperta, dovevo mangiare e respirare un po’, e ne approfittai per parlare con uno dei miei migliori amici.
“Liam” gli sussurrai e lui mi abbracciò sorridente.
“Hey Hazza vedrai che si sistemerà tutto, sai come è Niall, è forte, lo sappiamo entrambi, l’ unico problema potrebbe essere Chiara, si vedeva che lei e Niall erano in forte sintonia, ma scommetto che è forte anche lei!”
Lo abbracciai, lui era un vero amico, non come tanti altri che lo erano per finta, no, lui era un amico vero, uno di quelli che durano per tutta la vita.
Iniziammo a parlare delle canzoni, e delle ragazze che avevamo visto in giro. Ne avevo vista una particolarmente carina, che mi aveva rubato gli occhi per qualche istante.
“Ho visto una ragazza bellissima in città”  gli dissi sognante, e lui mi tirò una gomitata facendomi sorridere.
Eravamo comunque i One Direction, non dei normali ragazzi di vent’anni, non potevamo fare quello che volevamo, eppure io dentro di me sapevo che sarei riuscito a parlare con quella ragazza, e il fato non me lo impedì.
Era lì.
In ospedale, il pigiama che indossava le andava largo, e da come piangeva avevo già capito che la notizia che le avevano dato non era delle migliori.
Appena l’infermiera se ne andò lei si lasciò andare addosso al muro fino a toccare il pavimento con il sedere.
“Io vado” dissi a Liam, e lui ricambiò la mia autostima con un sorriso.
Arrivai da lei piano, e non appena mi avvicinai notai ai suoi piedi una cartella clinica che riportava i suoi dati annuali in confronto con l’anno precedente.
Le toccai la spalla, e lei si scostò leggermente, mentre la frangia che le copriva il viso lasciò spazio ai suoi occhi azzurri. Mi guardò per un tempo indeterminato, poi si alzò di scatto e mi sorrise, con un sorriso vero e mi porse la mano ridendo.
“Aurora” mi disse tendendo la mano che io raccolsi e ricambiando il sorriso presentandomi a mia volta.
“Harry” e detto questo mi lasciò la mano per chiedermi se volevo andare con lei a fare un giro.
Ci sedemmo in un bar, dove io mi presi un panino enorme, stavo letteralmente morendo di fame, mentre lei mi guardava sconcertata e si prese solo un bicchiere d’acqua.
Continuava a fissare la cartella mentre mangiavo e le scese una lacrima appena la aprì.
Volevo sapere perché stava male, consolarla e lasciarla nelle mie braccia per sempre, ma lei era troppo lontana, e ci eravamo appena conosciuti…
“Perché sei qui?” mi chiese in un soffio notando il mio disorientamento.
Io non nascosi il mio imbarazzo, ma risposi lo stesso con un sorriso finto il mio motivo, e poi feci un errore, volevo saperlo ma sapevo che avrei sofferto, ma glielo chiesi.
“….e tu? Tu perché sei qui?”
“Malata” mi rispose fredda.
“ah” risposi. Non volevo che stesse male, glielo volevo urlare in faccia, ma lei mi anticipò lasciando che le lacrime prendessero il sopravvento nei suoi occhi celesti.
“Sono malata di anoressia”.
 



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mi dispiace per avervi fatto aspettare tutto questo tempo, ma sono piena di interrogazioni e verifiche! sarei contentissima se mi recensiste!!!!! un bacio a tutte
xxChiaraxx