Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: YellowButterfly_96    13/11/2014    0 recensioni
Osserva dall'alto la scena che segue sentendosi vagamente un guardone o un pazzo, ma il sottile senso di irritazione e fastidio nel vedere i gesti della ragazza prevale decisamente sui sensi di colpa.
E la curiosità è così acuta che non potrebbe spostare lo sguardo neanche morto, gli mancano solo i pop-corn.
La moretta si avvicina piano di qualche passo sorridendo sorniona e accarezzando un braccio del ragazzo, ondeggia con i fianchi tanto da rischiare che un'anca le voli via e si morde piano il labbro inferiore.
Potrebbe sinceramente vomitare per quella scena, ma si trattiene, trattenendo anche il fiato in attesa delle prossime mosse di quella ragazzetta e delle contromosse del riccio.
“Aspetta” la allontana il ragazzo quando si rende conto che sta per essere baciato.
Sveglio il ragazzino pensa sarcasticamente
(...)
E' consapevole d'essere attraente e considerato bello da molti, così si limita a fissare il ragazzo fino a che quello non si alza abbandonando il suo tavolo e sedendosi sullo sgabello accanto al suo.
Le mani incrociate sotto il mento, un sorrisino sfacciato, come il suo, e come quegli occhi, verdi, che lo fissano.
“Harry” dichiara porgendogli la mano “Tu?”
“Louis” replica
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



“Harry” sussurra piano “Ti prego”
Fa un passo per avvicinarsi alla sua figura tremante permettendo ad una lacrima di attraversare debolmente il suo profilo duro e sporco di sangue, di dolore per quella reazione.
Quant'è cambiato! Prima non l'avrebbe mai permesso, non avrebbe mai pianto davanti qualcun altro, mai per qualcun altro.
Ma per Harry avrebbe fatto tante cose pazze.
Il riccio si ritrae indietreggiando con il terrore dardeggiante nelle pupille nere, le braccia chiuse al petto come tenui protezioni.
“Amore” sussurra ancora, lieve
E vorrebbe dirgli che non è successo niente, che è tutto apposto e andrà tutto bene, ma con quale faccia potrebbe mentire al ragazzo che ha già fatto cadere tutte le sue maschere e coperture?
Non lo crede così ingenuo o stupido.
Non lo rispetta così poco.
Non può mentirgli con le mani che ancora sgocciolano sangue e verità.
Si avvicina di un altro passo che, subito, ne provoca due all'indietro dell'altro, facendo cozzare tenuemente la sua schiena contro il mattonato spoglio e sudicio del vicoletto buio dove sono.
Il suono lontano delle sirene della polizia lo fa risvegliare dal sordo dolore che si è impossessato del suo petto e copre il rumore del suo cuore che si spezza.
“Amore, ascoltami, dobbiamo andarcene”
Harry scuote vigorosamente la testa, ancora troppo intimorito anche solo per parlare.
“Ascoltami” ripete posando i palmi aperti sulle guance bagnate di quello, fermandogli il viso a pochi centimetri dal suo e carezzandolo piano per rassicurarlo “Ascoltami, sono ancora io, sono sempre io” si immerge dolorosamente nel verde timoroso dei suoi occhi “Puoi fidarti”

Lo sente rilassarsi un po' sotto di lui mentre i suoi occhi si perdono in bellissimi ricordi che può quasi leggere nelle sue pupille.
Sorride tenue quando quello annuisce.
Afferra la sua mano e corre lontano dal rumore, sempre più vicino, della fine della loro felicità e dell'ingenuità del riccio che gli stringe spasmodicamente la mano.
Girano l'angolo della strada e lui spinge rudemente il corpo del riccio sul muro, facendolo rabbrividire quando si poggia con tutto il peso su di lui.
Si nascondono al passaggio delle volanti fingendo di essere una di quelle coppiette che si strusciano e mangiano la faccia fuori dal locale lì accanto.
Non avrebbe dovuto essere così rude, ma le circostanze lo soffocano.
“Ti amo” sussurra incerto “Lo sai vero?”
Il rumore dei copertoni che stridono rudemente sull'asfalto in una frenata brusca e veloce.
“Lo so” dichiara quello con la testa bassa
Stringono le mani, ormai sporche dello stesso sangue non loro, in una stretta ferrea e inseparabile camminando il più fintamente tranquillo che riescono verso casa loro, correndo quando ormai sono sicuri di non poter essere visti dai poliziotti.
Tutto sarà diverso, sono uniti da un'amore che li salva e li lascia in balia del mondo più crudele.


***


E’ verità universalmente riconosciuta che l'industria ha fomentato il cosiddetto fenomeno dell'amore per incrementare vendite di cioccolatini e patetici peluche a forma di cuore.
E' normale sentirsi disillusi, è normale non credere più nell'amore, è normale provare difficoltà nell'abbandonarsi a qualcun altro, perchè infondo cresciamo con le favole a lieto fine e veniamo stroncati dalla crudele realtà.
Tutte le commedie e i film romantici offuscano la nostra vita fino a che non veniamo stroncati e ci spezzano il cuore.
Per questo Louis non crede nell'amore, è solo un altro sogno ad occhi aperti.
A pensare poi “all'amore a prima vista” lo stomaco gli si contorce dolorosamente.
Come si può pensare che un fulmine a ciel sereno colpisca qualcuno e lo faccia innamorare di te?
Sarebbe come credere ancora a cupido che svolazza tra la folla e scaglia frecce a forma di cuore unendo due persone.
Tanto varrebbe credere anche a Babbo Natale e alle renne volanti.
E forse credo più a Rufus che all'amore pensa Louis.
Forse è troppo cinico, forse è troppo chiuso, ma quando costruisci la tua vita sulle bugie che dici alla gente con tale maestria da poter essere più persone contemporaneamente, non credi più a nulla.
Cos'è reale?
Non sai neppure più chi sei tu.
Chi sono e perchè?
E' facile chiudere le porte e negare gli accessi, più difficile è convincere il proprio cuore che il cervello ha ragione.
E' sempre facile fuggire, ma in quanti hanno il coraggio di restare e finire quella guerra iniziata quasi inconsapevolmente?
In quanti possono dire “Non ho vinto, ma mi sono battuto fino alla fine”?
Lo dicono, ma è vero?
E' molto più semplice abbandonare dopo la prima sconfitta, quando il corno suona al tramonto e tu devi raccogliere i tuoi cadaveri a testa bassa.
Molto meglio accantonare il cuore e stiparlo in un angolino, rinchiuderlo e negargli anche la luce del sole.
Molto meglio crescerlo nell'ignoranza e convincerlo che il cervello è l'unica divinità da seguire e ascoltare senza mai porsi domande.
Ma a volte può capitare che questi due litighino e tu ti senti perso e anche un po' confuso, così giri per le strade guardandoti intorno e tutto sembra uguale, nulla ti entusiasma e tu sei stanco.
Sei stanco che il cielo sia spento, sei stanco del sorriso tirato sulle tue labbra, le lacrime come le risate sembrano infinitamente false ed ipocrite, sei stanco ma non puoi fare nulla, e aspetti.
Non sai neppure cosa aspetti in realtà, lo fai e basta, non sai per quanto, non sai perchè.
E Louis non la sopporta proprio una situazione del genere, perchè magari prima era senza amore e gli stava bene, ma adesso?
Magari prima buttava le armi a terra ancor prima della prima battaglia, dandosi alla fuga come il peggiore dei codardi, e sopravviveva, ma adesso?
E' proprio questo il problema: Sopravviveva, non Viveva.
Nulla è cambiato fuori, è sempre senza amore, non lo cerca e non ne sente la necessità, ma la vita si è ingrigita.
Lui è uno forte, vive da solo, forse da sempre, ha accettato il suo destino, ha accettato tutti quei pesi che si porta sulle spalle, è un tipo coraggioso, ma il coraggio di aprire il suo cuore a qualcuno non ce l'ha proprio mai avuto.
E ora si sente vuoto, un involucro senza vita e senza futuro.
La sua vita non vale neppure la pena d'essere vissuta, perchè lui sopravvive, non vive.

Tutto cambia una sera, tutta la sua vita cambia in un singolo sguardo, il centro del suo universo sposta il suo baricentro e va a finire sul viso di un ragazzo che gli toglie il fiato.
D'altronde quando vivi giorno per giorno, tra incertezze e poche richieste, tutto quel che cerchi è un bel visino che ti sorrida, un bel corpo addosso al tuo.
E che te ne frega se il carattere è pessimo?
Il numero che gli hai dato è falso.
Che te ne frega se ti chiama John anziché Louis?
Tu non hai capito neppure quanti anni ha.
Louis è affacciato alla finestra, fuma buttando la cenere in strada e guarda le persone che camminano, sono così piccole che anche dal terzo piano sembrano delle formiche.
Perfetta metafora della realtà, le persone sono piccole dentro come le formiche sono piccole fuori pensa, perchè Louis, di base, si diverte ad essere un bastardo cinico col cuore cavato dal petto e chiuso in una scatola piccola piccola, dove soffoca ogni secondo di più.
Dove muore dolorosamente.
Finisce la sigaretta e la spegne nel posacenere, sta per chiudere il vetro quando sente una risata cristallina, e se si riaffaccia è solo per curiosità, perchè non ha mai sentito un suono simile, e non perchè si sente attratto come una calamita dal ferro -ovviamente-.
Un ragazzo ride piegato in due, con una mano allo stomaco e i ricci scomposti che gli coprono il viso, apparentemente per qualcosa che ha detto la ragazza che sta ridacchiando accanto a lui.
E infondo non è così in alto rispetto a loro come credeva, quindi è un caso se sente quello che dicono, non sta certo origliando, no.
“Dio” dice il ragazzo “Mi fai morire dalle risate”
Osserva con occhi torvi la ragazza che si limita a guardarlo e a sbattere le ciglia così velocemente che potrebbe benissimo creare un uragano se fosse un po' meno insignificante.
Uh, Louis, ma come sei crudele ridacchia tra sé e sé Magari non è così oca
“Ho passato proprio una bella serata” annuncia con voce stridula
Come non detto
“Si anch'io” sorride il riccio
Osserva dall'alto la scena che segue sentendosi vagamente un guardone o un pazzo, ma il sottile senso di irritazione e fastidio nel vedere i gesti della ragazza prevale decisamente sui sensi di colpa.
E la curiosità è così acuta che non potrebbe spostare lo sguardo neanche morto, gli mancano solo i pop-corn.
La moretta si avvicina piano di qualche passo sorridendo sorniona e accarezzando un braccio del ragazzo, ondeggia con i fianchi tanto da rischiare che un'anca le voli via e si morde piano il labbro inferiore.
Potrebbe sinceramente vomitare per quella scena, ma si trattiene, trattenendo anche il fiato in attesa delle prossime mosse di quella ragazzetta e delle contromosse del riccio.
“Aspetta” la allontana il ragazzo quando si rende conto che sta per essere baciato.
Sveglio il ragazzino pensa sarcasticamente
Anche se poi si ritrova a gioire un po' dentro di sé, ma solo perchè quella ragazza gli sta antipatica, così, di primo acchito, senza una ragione apparente o valida; è una cosa abbastanza normale in fondo, no?
Forse no
“Cosa c'è?” chiede lievemente isterica quella, certamente poco abituata ad essere rifiutata
“Lisa” inizia quello “Pensavo lo sapessi, io sono gay”
E a Louis viene così tanto da ridere che è costretto a chiudere la finestra con un veloce scatto del polso per non far sentire ai due sotto le sue risate decisamente inopportune.
Non vorrebbe proprio rovinare il momento drammatico della ragazza imbarazzata e del ragazzo confuso, ma Louis non riesce proprio a smettere di rotolarsi a terra.
Com'è buffo il mondo.
Lisa l'avrà di certo scoperto, ora.

Louis ha una vita generalmente frenetica.
Poco tempo per dormire, mangiare o anche semplicemente pensare a qualcosa che non siano le menzogne che deve far reggere su delle sfere che continuano a tentennare e le maschere che deve cambiare più spesso dei vestiti.
E' il suo lavoro e può pensare solo a quello durante, praticamente, tutta la sua vita.
Eppure tutto è passato lievemente in secondo piano da quando ha assistito a quella scena esilarante, per lui.
Che cosa.. Strana
Colpa di quel ragazzo e dei suoi ricci ribelli, della sua pelle bianca e delle sue labbra rosee, che ha solo intravisto.
Gli sono entrati nel cervello e lo stanno bruciando come carboni ardenti lasciati liberi tra le pareti rigide dei suoi pensieri.
Non fa altro che chiedersi di che colore siano i suoi occhi.

Sono passati tre mesi, non che avesse contato i giorni, ma -
Ok, forse ha contato i giorni, ma -
Ok non ha giustificazioni.
Fatto sta che sono passati tre mesi e tutto di quel ragazzo è ancora impresso nella sua mente, dal movimento leggero dei suoi ricci scossi dal vento, al suono dolce ma roco della sua voce.
Al lento cadenzare delle sue parole quando ha detto “io sono gay”, o forse è lui che le ricorda a rallentatore.
Eppure ha fatto come sempre, perchè sarebbe inverosimile pensare che Louis non abbia mai avuto nessuno nella sua testa in tutta la sua vita.
È un tipo strano, non un robot.
Ha bevuto tanto da sentirsi male, è andato con chiunque lo degnasse di uno sguardo, ha pensato al lavoro, solo al lavoro.
Ma quei ricci spintonavano sempre gli altri pensieri per essere al centro, quella pelle bianca la cercava in tutti.
Spinge senza sforzi la pesante porta del bar in cui è solito andare, trovandosi esattamente sotto il suo appartamento, con il solo pensiero ed intenzione di trangugiare alcol fino a non ritrovarsi a dover gattonare per tornare a casa.
Si siede sul solito sgabello poggiando svogliatamente i gomiti sul bancone e guardandosi lentamente intorno.
Strabuzza gli occhi e un sorrisino gli nasce spontaneo e senza ragioni sul viso quando lo vede, o meglio quando LI vede, quei ricci scuri e ribelli che popolano la sua mente.
Proprio come quelle labbra che finalmente può ammirare da un'angolatura perfetta, insieme con ogni altro particolare di quel viso.
Quante volte aveva sognato ad occhi aperti, aiutato dall'alcol, di girare la testa e ritrovare il ragazzi misterioso lì seduto da qualche parte nel suo stesso bar.
E dire “Oh, ma guarda un po' il destino”.
Si ritrova a fissare spudoratamente, ora che può realmente, quel ragazzo, ridacchiando quando quello, di tanto in tanto, lancia un'occhiata confusa e curiosa nella sua direzione.
Ecco il destino pensa scolandosi fino all'ultimo goccia la seconda birra
E' consapevole d'essere attraente e considerato bello da molti, così si limita a fissare il ragazzo fino a che quello non si alza abbandonando il suo tavolo e sedendosi sullo sgabello accanto al suo.
Le mani incrociate sotto il mento, un sorrisino sfacciato, come il suo, e come quegli occhi, verdi, che lo fissano.
“Harry” dichiara porgendogli la mano  “Tu?”
“Louis” replica

***

Esistono vari tipi di persone nel mondo, tantissimi.
Harry è uno di quelli che non si fa domande, non si interroga troppo su ciò che accade.
E forse è anche uno di quelli che crede un po' nel destino, o più che altro a cui piace crederci, perchè Dai, non sarebbe meravigliosamente facile?
Quindi non si chiede cosa lo ha spinto ad alzarsi dal suo tavolo e presentarsi a quel ragazzo, o meglio perchè lo ha fatto.
È semplicemente più che felice del fatto che un ragazzo bello come Louis sia attratto da uno come lui, che, in fin dei conti, così bello come a volte lo descrivono, proprio non ci si sente.
È certamente stata l'attrazione fisica, la voglia incredibile di accarezzare quella pelle, di stringere quei capelli, di sfiorare quelle labbra, a farlo alzare.
Ma perchè?
Non si era mai fatto trascinare dagli istinti animaleschi del suo corpo, ma, come sempre non si fa troppe domande e chiude gli occhi.
Non si chiede come sia arrivato nel suo appartamento, soprattutto perchè è lievemente ubriaco e probabilmente non saprebbe rispondere.
Quand'è che ha trangugiato i boccali di birra necessari per fargli girare così tanto la testa?
O forse sono le attenzioni di Louis a fargliela vorticare così?
Si lascia trasportare dagli eventi e si lascia sbattere addosso ad una parete bianca e liscia di quella casa, lascia che il corpo del ragazzo si incastoni nel suo e ne esplora ogni centimetro con le dita.
Godendosi i suoi versi d'approvazione che colpiscono le sue orecchie.
Sorride.
Qualcosa più dell'aspetto di quel ragazzo l'aveva catturato fin dal primo sguardo, era stata quell'aurea che gli aleggiava intorno e lo seguiva come un ombra, ad attirarlo come miele.
Nera.
Pericolosa.
Travolgente.
Miagola quando il ragazzo struscia il suo viso nell'incavo del suo collo, ridacchiando per la sua reazione, per poi alzarsi un po' sulle punte e sussurrargli un “Andiamo in camera mia” che gli provoca vari brividi lungo tutto il corpo.
Brividi tanto forti che teme di non riuscire neppure a reggersi in piedi fino alla suddetta camera.
Ci riesce, grazie a Dio, riesce a non cadere prima di arrivare in camera e venire schiantato sull'enorme letto posto al centro della stanza.
Si stacca di pochi millimetri, quelli che il suo corpo gli permette di mettere tra loro in quel momento, semplicemente per respirare, e fissa un po' il viso stravolto del ragazzo sopra di lui.
Sì, è decisamente bellissimo.
Stringe leggermente le cosce con cui avvolge la sua vita costringendolo ancora di più contro il suo
corpo e sorridendo malizioso prima che un gemito apra le sue labbra incurvate.
La mano del ragazzo ha raggiunto il bottone dei suoi pantaloni dopo una discesa che lui non si era neppure accorto avesse iniziato. Ansima forte tra le sue labbra prima di perdere totalmente la cognizione della realtà.
Ha una sensazione particolarmente forte riguardo quel ragazzo, gli scuote tutto il corpo e lo stravolge completamente. Si preoccuperebbe se non fosse così impegnato a far altro.

***

Brividi leggeri di freddo gli attraversano la spina dorsale mentre scaccia il fumo fuori dai suoi polmoni, decisamente meno piacevoli di quelli che aveva provato fino a qualche minuto prima, ma rinfrescanti in qualche modo.
Il corpo nudo nel suo letto si muove lievemente, e Louis trattiene perfino il fiato per non far rumori che lo sveglino. Il suo sonno sembra così sereno, e lui non dorme da troppo tempo, quindi non lo sveglierebbe per nulla al mondo.
“Non hai freddo?”
Gira piano la testa spostando lo sguardo dallo spettacolo della luna nel cielo a quello nel suo letto, che sta stupendamente adagiato tra le lenzuola sgualcite sbattendo velocemente le ciglia lunghe e mordendosi forte il labbro inferiore.
Un brivido d'altro genere gli attraversa il corpo.
La luna non può che impallidire
“No”
Harry si alza e lo raggiunge piano senza mai separare i loro sguardi.
“Se cambi idea fammelo sapere” gli carezza dolcemente la mascella scendendo con le dita per il collo “Potrei riscaldarti io” finisce in un sussurro
Louis sorride saltando giù dal bordo della finestra su cui si era poggiato per fumare, buttando la sua sigaretta dopo appena un paio di tiri o poco più.
“Effettivamente, ora che ci penso, non fa poi così caldo” sussurra sulle labbra del riccio prima di baciarlo e spingerlo contro il materasso.
Bacia ogni centimetro di quella pelle infuocata, anche più calda contro la sua che è gelata.
I gemiti che riempiono la stanza da quel momento rischiano di mandarlo al manicomio, di farlo impazzire.
Ha quasi paura che non potrà mai più farli uscire dalla sua testa, come non ci era riuscito con la prima volta che aveva sentito quella voce, perchè, effettivamente, i ricordi della prima volta che ha intravisto Harry sono ancora lì, stipati gelosamente in un angolino della sua mente.
E lo sa, lo sa che impazzirà nel momento in cui i loro corpi dovranno separarsi e dirsi addio.
Lo sa che non ci riuscirà mai realmente, che continuerà a pensare e ripensare a quella notte con il dolore che gli trafigge tutto il corpo come il peggiore dei masochisti.
Ma per adesso se la vive e basta.
Perchè non potrebbe mai stare con il ragazzo perfetto che è sotto di lui, quello che sta gemendo vergognosamente, e meravigliosamente, mentre lui si spinge lentamente tra le sue carni.
Non potrebbe mai stravolgere la sua normale vita, rovinargliela con il casino che rappresenta la sua.
Ma il suo cuore continua ad urlare che è felice.
Niente di più semplice, e desiderabile.
Vorrebbe stringere a sé il riccio per tutta la vita, farci l'amore ogni notte e svegliarsi ogni mattina con il suo odore addosso e il suo corpo tra le braccia, ma.
Ma sa che è impossibile, quindi per ora si gode quei dolci gemiti che, mischiati a i suoi, formano la più perfetta delle melodie.

Un raggio di sole in viso, un fruscio tra le lenzuola stravolte, un scricchiolio del pavimento.
E' così che si sveglia Louis quella mattina, i ricordi della sera precedente già a martellargli la testa, il miglior sesso della sua via con il ragazzo più bello che avesse mai visto.
Gira svogliatamente la testa portandosi una mano sugli occhi e lasciandosi sfuggire un grugnito nel vedere l'ora.
“Cosa stai facendo?” borbotta al motivo per cui i suoi occhi sono aperti.
Harry è in piedi accanto al letto, ancora totalmente nudo e impegnato nell'ardua impresa del ritrovare i suoi vestiti.
“ Ehm.. Io.. “ balbetta rosso in viso “ Sto cercando i miei vestiti ”
Louis lo fissa forse un po' troppo incantato, consapevole del fatto che probabilmente il riccio starà elaborando le peggiori tesi nella sua testa, ma la verità è che ha passato così tanto tempo negli ultimi mesi a pensare a quel ragazzo che ancora non gli sembra vero che lui è lì.
E che se ne sta andando come un ladro dopo una notte di sesso.
Ha sognato per così tanto quei ricci che stringerli tra le dita gli era sembrato surreale.
Ha fantasticato tanto su quelle labbra che baciarle era stato un sogno.
Ha immaginato tanto quegli occhi che quando li ha visti è rimasto estasiato da quel colore particolare che la sua mente non sarebbe mai stata in grado di creare.
E la sua pelle.
La sua pelle gli aveva fatto girare la testa tanto che per non svenire era stato costretto ad incollarci le labbra per tutta la notte, a respirarla.
Era stato meglio di ogni sua fantasia.
Ma quella notte era partita come una delle tante, e quel ragazzo doveva essere come tutti gli altri, uno dei tanti, uno di quelli di cui poi non ricordava neppure più il nome.
Eppure ora lo guarda e vorrebbe tanto afferrarlo per un polso e ributtarlo nel letto con lui, tra quelle coperte che avevano intrecciato nel corso della notte.
Vorrebbe legarlo lì, imprigionarlo in casa sua e tenerlo nascosto al mondo, perchè Louis sa quanto male c'è lì fuori.
Ma, ovviamente, sembrerebbe un pazzo a fare una cosa del genere, soprattutto ad una persona che effettivamente non conosce, ma che già gli piace da impazzire.
Insomma, cos'è successo alla sua testa?
Totalmente partita per la tangente, bruciata.
Almeno si drogasse, avrebbe una scusa.
“ Vuoi pranzare? “ chiede fissandolo ancora
“ Cosa? “
“ E' mezzogiorno e mezza, vuoi pranzare? “
Harry si passa una mano tra i ricci, chiudendo gli occhi e mordendosi il labbro inferiore, passandoci poi la lingua sopra, tutti gesti più che naturali che fanno uscire di testa Louis.
“ Io credo.. Sì “ sorride
E' la prima volta che chiede a qualcuno di restare dopo una nottata.
Era anche la prima volta che faceva restare qualcuno a dormire.
E la prima che abbracciava qualcuno nel suo letto, dormendo.
Insomma, era stata una notte strana e particolare, pazza sotto certi versi, ma comunque ed innegabilmente meravigliosa.
Non sa bene cosa gli stia accadendo, ma sente un gran calore nel petto, dove pensava di non aver più nulla, ed è piacevole, quindi non ha intenzione di fermarsi, non lui che si butta sempre a capofitto in tutto.
Per una volta lascerà che il cuore comandi, e si ferisca, spegnendo quella rottura della sua testa, che assomigliava sempre più al vago ricordo che ha di sua madre.

***

Seduto nella cucina di Louis non si era mai sentito più in imbarazzo di così, forse neanche quando, a quindici anni, aveva baciato il suo migliore amico, etero.
Almeno lì aveva risposto ad alcune delle domande che lo tartassavano da un po', come perchè gli piacesse un suo amicO e non una sua amicA.
Beh, in realtà la risposta era palese e semplice: era, ed è, irrimediabilmente gay.
Pensare che se n'erano accorti tutti tranne lui.
Ma questo glielo fece entrare nella testa, e, con il tempo, accettare.
Quindi tutto quell'imbarazzo servì a qualcosa, ma adesso..
Louis l'ha visto completamente nudo giusto poche ore fa, alla luce del sole e senza sbronza, cosa poteva esserci di più imbarazzante di quello?
Anche se, effettivamente, non dovrebbe neanche essere così imbarazzato visto che, giusto quella stessa notte avevano fatto molto più che guardarsi nudi.
E lui non era stato poi così passivo agli eventi, passivo si, ma non agli eventi.
Ma Ehi, ero alticcio si giustifica Ed anche piuttosto eccitato.
Arrossisce per quei pensieri e per i ricordi della sera prima, e della seconda volta, e della terza, Non posso credere di star davvero pensando a queste cose, sono un pervertito.
Comunque, a questo punto, non dovrebbe certo essere imbarazzato, perchè, insomma, cosa potrebbe esserci di peggio?
Stare qui fermo a fissare il ragazzo più bello del mondo mentre “cucina” per lui, ecco cosa c'è di più imbarazzante
“ Ti serve una mano? “ alza un sopracciglio notando il ragazzo piuttosto in difficoltà
“ Ehm, forse “ si rigira un po' nella stanza “ Effettivamente... Si. Secondo te dove sono le padelle? ” borbotta
Harry si alza ridacchiando un po' e cominciando a cercare il necessario per cucinare qualcosa di semplice e veloce.
Questo lo tranquillizza abbastanza, almeno non sta fermo a non fare assolutamente nulla.
“ Non posso credere che tu non sappia rigirarti nella TUA cucina “ lo prende un po' in giro calcando particolarmente sul pronome possessivo
“ Ehi “ protesta l'altro “ Io non la uso mai questa “
“ E dovrebbe essere una scusa valida? “
“ Si? “ mormora facendolo solo ridere di più.
Louis si avvicina con uno scatto felino, sinuoso e assolutamente silenzioso, tanto che non se ne sarebbe mai accorto se non fosse stato girato a guardarlo con la faccia da pesce lesso “ Come sei crudele “ gli soffia poi sul collo
Piccoli brividi devastanti gli attraversano tutto il corpo facendolo visibilmente tremare mentre le braccia del ragazzo si chiudono intorno i suoi fianchi.
Sente le sue labbra scorrere lente sul suo collo, lente da morire, fino a fermarsi in un punto dove probabilmente spunterà una macchia violacea per i morsi e i baci che gli lascia.
“ Non prendermi in giro” sussurra tra un bacio e l'altro “ Potrei offendermi e vendicarmi “
“ Ah si? “ ansima lievemente per i baci che salgono e salgono verso la sua mascella “ E come ti vendicheresti? “
Lo afferra per le spalle e lo rigira attaccando immediatamente il suo petto che, in pochi secondi, si riempie di macchie più o meno scure.
La schiena di Harry è attaccato al piano cucina e la maglietta che lo avvolge non gli era mai sembrata tanto calda e pesante.
“ Provocami ancora e lo scoprirai “ mormora sulla sua pelle
“ Provocarti dicendo che sei pessimo come padrone di casa? “ tenta di dire “ O facendo così? “ chiede strusciandosi sensualmente sul suo corpo.
Ridacchia al grugnito basso di Louis
“ Basta giochi “ soffia sulle sue labbra facendo scivolare le mani sotto le sue ginocchia e alzandolo.
Quel giorno non pranzano, com'era prevedibile.
Ma si rifanno con la cena un paio di giorni dopo, in un ristorante questa volta, così che possano effettivamente mangiare del cibo e non l'uno il corpo dell'altro, senza distrazioni.
Anche se durano pochi minuti prima di chiudersi nei bagni per “salutarsi bene”.

Harry ricorda che la loro prima notte insieme a Louis aveva passato molto del tempo che avrebbe dovuto spendere per dormire, sveglio.
Avrebbe dovuto riposarsi, perchè, effettivamente, era molto stanco dopo una giornata lavorativa e una nottata divertente ma... estenuante.
Ma accanto a lui c'era un angelo, le palpebre chiuse ed il respiro regolare.
E questa sarebbe pure una spiegazione valida e sufficiente, ma in più si potrebbe dire che aveva un'espressione così calma e beata che nel non guardarla sarebbe potuto finire all'inferno.
La luna posava i suoi raggi dolcemente sul suo corpo, illuminandolo e creando ombre, rendendo la sua pelle, stravolta di morsi e baci, bianca come una tela.
Osservava le sue labbra fine e lievemente aperte, piccoli sbuffi d'aria uscivano e si infrangevano sul suo viso forse troppo vicino, tanto da rischiare a più riprese di svegliarlo.
Le ciglia creavano lunghe ombre sugli zigomi alti, e Harry sentiva le farfalle nello stomaco a pensare a tutto quello che era appena successo, a tutta quella passione, a quell'inspiegabile dolcezza che aveva reso quel sesso quasi un fare l'amore.
Ed era strano, non era usuale.
Uno stupidissimo sorriso da ebete continuava ad adornare il suo viso mentre ancora guardava l'altro dormire.
E, ripensandoci, era una cosa davvero strana da fare, quasi da pazzo.
Ma in quel momento si sentiva così felice, completo, appagato, e non avrebbe mai voluto andarsene via da lì.
Si, ricorda che quello fu proprio il suo ultimo pensiero.
Sarebbe così bello, perfetto, se potessi rimanere qui con lui, o in qualsiasi altro luogo al mondo. Che sia una montagna o sott'acqua, ma con lui.
Ricorda che lo ha pensato, e che si è dato dello Stupido, stupido, completamente, irrimediabilmente stupido, giusto la mattina dopo.
Louis continuava ad essere uno sconosciuto per lui, anche se è bellissimo, anche se attraente come una calamita.
Per quanto ne sapeva di lui, sarebbe potuto benissimo essere una di quelle spie dei film, o un serial killer, un assassino, o un pazzo da manicomio, o anche no.
Ma, d'altronde, non si sa mai.
Si era, quindi, alzato con tutta la delicatezza da elefante in una cristalleria che possedeva e aveva cercato i vestiti che, nella furia della sera prima, erano come spariti, svegliandolo.
Ovviamente, come ogni mattina d'altronde.
L'imbarazzo di quel momento era incommensurabile, ma, ripensandoci, sorride, perchè senza quel momento assurdo, e senza tutti i momenti meravigliosamente imbarazzanti che lo seguirono, loro non sarebbero insieme.
Senza quel momento, Harry non avrebbe conosciuto l'unica persona nell'universo, perchè ormai ne è sicuro, capace di fargli vibrare l'anima.
Da sei mesi ormai.

***

Louis aveva solamente sei anni quando i suoi genitori morirono, e lui era senza nessuno.
Molti anni prima che lui nascesse i suoi genitori aveva discusso con tutta la famiglia al completo, ritrovandosi isolati.
E nessuno si era più riavvicinato a loro, neppure con il suo arrivo.
Così, morti i suoi genitori, nessuno lo volle con sé, e lui finì prima in un orfanotrofio, poi adottato da quello che, una volta cresciuto, scoprì essere il capo dei suoi genitori.
Che erano stati degli assassini immischiati in affari troppo grandi, così li amava definire Louis, anche se la versione ufficiale era spie free-lance.
E nel giorno in cui lo scoprì, iniziò la relazione più duratura della sua vita, quella con l'alcol.
Già il giorno dopo aveva preso la sua decisione, vendicare i genitori, entrare a far parte della stessa associazione ed uccidere chi glieli aveva portati via.
Era poco attaccato alla sua vita, ma aveva solo sedici anni, ed era un po' presto per prendere decisioni del genere, tanto che quattro anni dopo se ne era amaramente pentito.
Una volta ucciso uno degli esponenti più importanti di un'associazione terroristica, si ritrovò ad essere famoso, richiesto per qualsiasi missione delicata di qualsiasi agenzia e decisamente troppo immischiato in quell'agenzia che gli aveva portato via i genitori.
E pensare che lui voleva soltanto vendicare i suoi genitori e morire in quella stessa missione.
Già vedeva nella sua mente la sua ultima scena come se fosse un film, lui davanti al bastardo che li aveva uccisi con un piede puntato sul suo petto, la pistola puntata alla sua testa e un ghigno quasi malato dipinto in volto.
Preme il grilletto con sadica soddisfazione proprio mentre i suoi scagnozzi fanno irruzione nel luogo dove si trovano.
È in quel momento che gli sparano, e lui si accascia accanto al corpo morto del suo nemico.
Peccato che nulla vada mai come si vorrebbe. La sua missione era andata assolutamente liscia, e il suo collega, che era stato costretto a portare, l'aveva trascinato via giusto in tempo.
Per un crudele scherzo del destino era stato proprio lui a morire in quella missione, con una pallottola vagante che nessuno si sarebbe mai aspettato.  

Rincasa tardi, urlando che è tornato e buttando le chiavi sul mobiletto accanto alla porta.
Lui ed Harry ormai vivono insieme da un mesetto, e forse sono stati troppo frettolosi, dopo solo sei mesi che si conoscono e stanno insieme, ma, arrivato a questo punto della sua vita, Louis ha bisogno di sentire il riccio al suo fianco.
Ha bisogno del suo amore per sopravvivere e ha bisogno di una casa e delle abitudini noiose.
Butta il pacchetto di sigarette pieno accanto le chiavi e corre a baciare il suo ragazzo, pregustandosi già tutte le coccole che si faranno quella notte a letto.
Ma, quando entra in cucina, lo trova seduto al tavolo, la cena che brucia sui fornelli accesi, gli occhi spalancati e delle foto strette nelle mani tremanti.
Ha pianto e si vede, Louis vorrebbe spararsi dritto in testa, sicuro che la colpa è sua e solo sua, ama troppo quel ragazzo per potersi perdonare anche il più piccolo errore.
“Amore? “ lo richiama  con voce tremante “ Tutto bene?”
“ No, Lou, non va tutto bene “
La sua voce, sempre dolce e amorevole nei suoi confronti, è dura e arrabbiata, come uno schiaffo in faccia.
Non ha neanche il coraggio di chiedere cosa c'è che non va, dove ha sbagliato, cosa.
Si limita ad abbassare la testa e a biascicare uno “ Scusa ”, che non fa altro che infuriare maggiormente Harry.
“ Per cosa Lou? ” gli urla contro “ Tu fai sempre così. Chiedi scusa prima ancora di sapere perchè mi sono arrabbiato, ma non puoi rimediare a tutto così. Sembra quasi che tu mi stia prendendo in giro, non voglio il contentino. ”
“ Perchè ti sei arrabbiato? ” chiede allora “ Io cerco continuamente d'essere un buon fidanzato, ma tu hai sempre da ridire ”
“ E certo, ora sono io il problema ” alza teatralmente le braccia “ Non tu che mi menti da sei mesi ”
“ Cosa? ” chiede senza voce.
È impossibile che lo abbia scoperto, impossibile, è sempre stato così attento, un'ombra, ha sempre trovato scuse ben strutturate, un finto lavoro che giustificasse quelle entrate e quegli orari.
Come ha fatto?
“ Si, Louis. Non te lo aspettavi, vero? ”
“ No ” abbassa gli occhi
“ Perchè? ” singhiozza allora Harry “ Perchè mi hai mentito? Che senso ha? ”
Louis ride amaramente “ Nessuno ama i mostri senza cuore ”
Un punto interrogativo si apre nel verde degli occhi di Harry, che, sempre più confuso, lo fissa, ignaro del fatto che è Louis invece quello più sorpreso.
Harry non ha forse scoperto che è un assassino?
Sta per parlare e chiedere a Harry cosa effettivamente ha scoperto, quando il suo cellulare prende a vibrare rumorosamente nella tasca posteriore dei suoi jeans.
Lo afferra seccato, dopo qualche attimo di indecisione, e risponde con gli sbuffi di Harry in sottofondo.
Un'altra cosa che il suo ragazzo non aveva mai sopportato di lui: che stessero litigando o facendo l'amore quel dannato cellulare aveva la precedenza su di lui.
Ma Louis non poteva accantonare così il suo lavoro, quello stupido lavoro lo perseguitava lasciandolo senza vie di scampo, e il suo stupido orgoglio non gli permetteva di fuggire, magari in qualche paese caldissimo e tropicale, e farsi una nuova vita.
D'altronde prima di Harry non aveva mai avuto una motivazione che gli facesse pensare seriamente all'ipotesi della fuga. Era rimasto focalizzato su quella che poi era diventata la frase che accompagnava sempre il suo nome tra i colleghi, “l'unico modo per liberarsi da lui è morire”.
“ Si? ” risponde
“ Tra mezz'ora dietro il Night ” ordina la solita voce “ Ti inviamo una foto del bersaglio ”
Sono telefonate brevi quelle, ma lasciano sempre l'amaro nell'aria, soprattutto quando deve uscire di casa in fretta e lasciare una litigata in sospeso, o quando deve uscire dal loro letto, e quindi da Harry, per andare ad uccidere un membro politico scomodo o un mafioso che ha finito i suoi giorni di gloria.
“ Vado a comprare le sigarette ” annuncia allora, senza neppure voltarsi a guardare il riccio in faccia
“ Proprio adesso? ” si lamenta duro quello
Ma Louis esce senza rispondere, sbattendo la porta alle sue spalle e tirando un lungo respiro per ricomporsi e rialzare la sua maschera.
Harry sta abbattendo il muro che ha innalzato meticolosamente dalle fondamenta, e non gli importa, anzi ne è felice, ma fino a che non trova il modo per “cambiare lavoro”, deve mantenere almeno qualche mattoncino intatto.
Perchè è vero che lui finge da una vita, e che aveva scordato quale fosse la sua personalità, ma da quando sta con lui ha ritrovato sé stesso, o forse ne ha creato uno nuovo e compatibile con il suo corpo, tanto che non se lo sente estraneo come gli altri.
È una persona nuova che gli piace in tutto e per tutto, tranne per le bugie.
Ma a questo rimedierà presto, ora non può pensarci.

***

La porta sbatte e le lacrime irrompono dai suoi occhi più forti che mai.
Non avrebbe mai pensato che Louis potesse tradirlo, è davvero un fidanzato così pessimo?
In cosa ha sbagliato?
Perchè questo genere di cose deve capitare sempre a lui?
Perchè deve sempre farsi prendere in giro dalle persone?
È troppo buono?
Ingenuo?
Stupido?
Sbatte esausto una mano sul tavolo della cucina alzandosi di scatto.
Basta, è stufo di tutta questa situazione, asciuga i residui delle ultime lacrime con un gesto seccato.
Se Louis davvero lo ama, come sostiene, gli deve delle spiegazioni, e non esiste che il telefono sia più importante di lui, non esiste che lui fugga da ogni discussione con scuse assurde.
Corre a prendere il giacchetto, più che deciso a seguirlo e chiarire, quando le vede.
Le sigarette di Louis, un pacchetto di Marlboro ancora chiuse e appena comprate, abbandonate sul  mobiletto accanto alla porta.
Perchè le lacrime stanno risalendo verso i suoi occhi?
Sapeva già che quella delle sigarette era una scusa, ma forse il pensiero che ormai non si impegni neanche più nel mentirgli fa male più di quanto potesse pensare.
Se non è più interessato a fargli credere che è innocente, che non lo tradisce, non sarebbe più veloce e logico dirgli la verità e andarsene di casa?
Esce di casa sbattendo la porta, come fa sempre Louis, che sia arrabbiato o meno, e corre giù per le scale cercando il ragazzo con gli occhi nella strada praticamente deserta.
Seguendolo fino al Night con la rabbia ancora viva nel petto, si addentra faticosamente tra la folla cercandolo ovunque, in ogni persona, in ogni posto, ma è sparito nel nulla in quei due secondi in cui l'ha perso di vista.
Infondo ormai l'aveva capito che può muoversi come un'ombra, come avrebbe fatto altrimenti a prenderlo in giro da chissà quanti mesi, forse dal primo momento.
Si rassegna ad uscire.
Ci riproverò pensa, sentendosi anche vagamente un maledetto masochista, ma la speranza di star sbagliando è troppo grande.
Non ha mai desiderato tanto sentirsi un enorme, colossale, idiota.
Cammina lievemente più tranquillo, o forse solo più stanco, fisicamente e mentalmente, quando sente un rumore, come uno sparo, ma più lieve, forse più lontano.
D'istinto volta la testa verso destra, verso il rumore, verso lo squallido vicolo dietro il Night, e allora tutta la sua vita cade a pezzi.
Perchè no, non è proprio possibile che quello sia Louis.
Eppure quella è la sua giacca di pelle nera, ne è sicuro, gliel'ha regalata lui e la indossava poco fa.
E quelle sono le sue converse bianche consumate, quante volte lo ha preso in giro perchè usa solo quelle e resterà scalzo se non ne comprerà un altro paio al più presto?!
Quelli sono i suoi capelli, e ormai è sicuro che sia lui, anche se non riesce a vedere il suo viso coperto dall'ombra.
Ma non può essere, perchè è in piedi difronte ad un uomo con un foro al centro della testa, e tiene con troppa sicurezza una pistola in mano.
No, il suo Louis non farebbe male ad una mosca.
Si avvicina cautamente, ed è proprio uno stupido, perchè se non è Louis di certo si farà ammazzare, ma lui deve sapere, deve sapere se è o non è Louis, il suo Louis.
Trema, trema da morire, trema come una foglia.
“ Lou “ geme quando lo riconosce
Grosse lacrime scivolano lungo le sue guance.
Pensava lo tradisse, ed era già abbastanza orribile quello per lui, ma questo, questo non saprebbe proprio come spiegarselo.
Louis è un assassino.
“ Harry “ sussurra
Indietreggia sempre di più mentre quello ripete il suo nome.
Vorrebbe tanto fidarsi di lui, se avesse voluto fargli del male avrebbe potuto farlo milioni di volte, ma non riesce a pensare, e l'istinto di sopravvivenza prevale.
“ Amore “ piange
Cammina ancora all'indietro andando a sbattere con la schiena al muro dietro di lui.
Si sente un po' come un coniglio in trappola, abbassa la testa e si stringe le braccia al petto, la sua volpe avanza.
“ Amore, ascoltami, dobbiamo andarcene “
Scuote la testa.
No.
Andarcene? E dove? Perchè?
“ Ascoltami “ ripete costringendolo a guardarlo, posando le mani sulle sue guance come quando gli aveva chiesto di andare a vivere da lui, ma dov'è il suo stupendo sorriso ora? Dov'è tutta la dolcezza di quel momento? “ Ascoltami, sono ancora io, sono sempre io. Puoi fidarti “
Si rilassa un po' sotto il suo corpo.
Può fidarsi, può farlo?
E' ancora il ragazzo delle colazioni bruciate? Dei pranzi fuori? Dei fiori “perchè ho sporcato tutta la cucina, scusa”? Delle notti a fare l'amore, tanto domani non dobbiamo lavorare? È ancora il ragazzo che lo stringe possessivamente la notte mentre dorme?
Il ragazzo che ha incontrato in quel bar per caso, che lo ama da morire e cerca di dimostrarlo ad ogni occasione.
Annuisce provando a tirar su un lieve sorriso che potesse in qualche modo rassicurarlo.
Si prendono per mano e corrono via dal rumore che, ora che non è più completamente sotto shock, sente anche lui: le sirene di una volante.
Stringe forte la mano di Louis asciugando con l'altra le lacrime rimaste sul suo viso.
Basta piangere
Girano l'angolo della strada e sente il suo corpo spinto rudemente contro il muro, rabbrividisce costringendosi a non abbassare lo sguardo quando sente tutto il peso del corpo del ragazzo contro il suo e i suoi occhi a scavare nei suoi.
Si baciano, un po' troppo rudemente, ma Harry non protesta, consapevole che non avrebbe neppure la forza per provare a scansarlo.
È troppo stanco, scioccato e innamorato di una persona che forse non conosce, ma non ha il coraggio di allontanarsene, di farlo uscire dalla sua vita.
“ Ti amo “ gli sussurra un po' incerto “ Lo sai vero? “
“ Lo so “ dichiara abbassando la testa
E' la prima volta che Louis lo dice ad alta voce, e Harry si sente decisamente spregevole ad essere felice mentre fuggono da quel vicoletto, lontano da poliziotti e curiosi.
Ma non ne può fare a meno, sorride e stringe ancor di più la sua mano.


Rincasati Harry non può far altro se non far sciogliere nuovamente tutto il suo stress nelle lacrime, facendo morire un po' del cuore di Louis, ne appassisce una parte come fosse il petalo di una rosa recisa.
Ma il riccio ha bisogno di lasciar uscire da dentro di sé tutte quelle sensazioni che lo stanno soffocando, e Louis ne è più che consapevole, così aspetta che si sia calmato per iniziare a parlare, dando finalmente al ragazzo tutte quelle spiegazioni che gli erano dovute.
Prepara un the caldo, si siede sul divano facendo posare la testa al riccio sulle sue gambe e gioca con i suoi capelli preparandosi mentalmente ad essere, per la prima volta, completamente sincero.
E non è facile, non per uno come lui, tanto che dopo pochi secondi già vorrebbe lasciar perdere e uscire dalla vita del ragazzo.
Sarebbe più facile per entrambi.
Ma, poi, abbassa lo sguardo su Harry che lo guarda con quei suoi occhi enormi ed innocenti, comprensivi e pieni di quell'amore che non aveva mai avuto, mai voluto.
E, cazzo, ora lo vuole quell'amore, ne sente il bisogno, come se senza non potesse vivere.
Così riprende coraggio e racconta tutto, fino al più piccolo ed insignificante particolare.
Harry non sa se tutte quelle cose le voleva sapere, perchè sono realmente molto peggio di quanto potesse immaginare, ma ora le sa e è dentro questa situazione.
Si, è dentro fino al collo.
Perchè Louis gli ha detto che potrebbero far finta di nulla, che lui è sempre stato molto attento a non far scoprire della loro relazione al suo capo, che potrebbe andarsene e non sarebbe fermato da nessuno, che vivrebbe più sicuro se fossero lontani.
Ma una volta ammessi, e accettati, quegli enormi sentimenti che si porta nel cuore, e che Louis sembra condividere, non può più fuggire.
C'è dentro fino al collo.
Perchè quando conosci una persona sono i suoi pregi ad affascinarti, ma poi ti innamori dei suoi difetti, e lentamente, silenziosamente, cominci a farti carico dei suoi demoni, come lui fa con te, finché i problemi dell'uno o dell'altro diventano i vostri problemi.
Non ci sono più due individui, ma un'anima in due corpi.
E una volta arrivato a questo punto nessuno potrebbe mai fuggire.
Così Harry afferra il viso di Louis, come lui aveva fatto prima per calmarlo, e affonda in quello sguardo azzurro, privo di tutte quelle protezioni che aveva innalzato per anni, abbassate solo per lui.
Legge tutto nei suoi occhi, la paura di perderlo, la disperazione, il pentimento, ma la felicità d'averlo incontrato, di poterlo amare, il timore di rovinarlo, la voglia di proteggerlo, il desiderio più impuro, purificato da quei sentimenti semplici e complessi.
E se con un solo sguardo Louis può trasmettergli tutto questo, lui si chiede come mai potrebbe lasciarlo ora.
Perchè Oh andiamo, il solo fatto che abbia abbassato tutti i suoi muri per me mi fa sciogliere.
Così glielo dice semplicemente.
“ Come potrei lasciarti ora? ” sussurra a pochi centimetri dalle sue labbra “ Come potrei semplicemente lasciarti? Morirei ad ogni secondo passato in tua lontananza. Morirei al pensiero che anche tu soffriresti ”
“ Lo farei per il tuo bene, sopporterei tutto. Non sei al sicuro al mio fianco. ” mormora a sua volta, abbassando gli occhi per non far vedere quanto in realtà quelle parole siano contraddittorie.
Averlo lontano da sé lo manderebbe al manicomio, vivere nell'insicurezza, non poter sapere come sta, cosa fa, se bacia qualcun altro, e non poter controllare, diventerebbe pazzo.
“ Io mi sento al sicuro solo al tuo fianco ”
Harry rialza il suo sguardo, baciandolo lievemente, con tanta dolcezza che il cuore di Louis scoppia.
“ Andiamocene via ” sospira il riccio sulle sue labbra
“ E dove? ”
“ Ovunque. Basta che siamo insieme ”
“ Non è detto che nessuno ci scoprirebbe ”
“ Non mi importa ” sorride Harry “ Rischiamo. Cambiamo vita ”
Louis sorride a sua volta, eccolo lo stimolo a fuggire.

***

Sul pianerottolo grigio e triste, davanti la porta di legno scuro e lucido, proprio sopra l'“Home Sweet Home” bianco del tappetino verde di casa Styles, Anne trova una busta bianca.
Il suo nome, nero su bianco, ipnotizza i suoi occhi verdi, richiamandola.
Le linee vagamente tremolanti di una scrittura semplice ma elegante, le suggeriscono già prima che possa chiedersi il mittente chi l'avesse lasciata lì.
Con il cuore che sussulta senza un'apparente ragione, apre la busta.
Le dita le tremano un po', come la vista che però sforza per leggere quelle parole nere.
Si porta una mano alla bocca per mascherare il piccolo singhiozzo che preannuncia le lacrime, l'altra a stringere la pelle tesa sulla gabbia toracica.
Vorrebbe rallentare quel suo cuore pazzo, batte così forte e dolorosamente, eppure il suo cervello lo sapeva che prima o poi avrebbe fatto una pazzia per amore.
Era sempre stato così impulsivo e passionale, si era sempre fatto trasportare da sentimenti e sogni, lo sapeva da una vita che avrebbe fatto qualcosa di simile.

Mamma, ti prego non piangere per ciò che leggerai, ma sto per sparire.
Me ne vado via e non posso dirti dove, né se starò bene, ma so solo che sarò protetto dalla persona che amo e con cui voglio stare.
Mamma, quante volte quand'ero piccolo mi hai avvisato?
“ Non parlare con gli sconosciuti ”
“ Non fidarti ”

" Non dare il tuo cuore facilmente ”
Mamma, io con uno sconosciuto ci ho parlato, talmente tanto da innamorarmene prima di scoprire che era pericoloso e che potevo farmi male.
Gli ho dato il mio cuore, e ciò che temo non è certo che lui lo spezzi, ma che si spezzino entrambi, perchè sono legati tra loro e se ci allontanassimo troppo soffocherebbero per le corde che tirano.
Lui è pericoloso, mamma, tanto pericoloso.
E allora ho anche pensato che per non farmi male potevo andarmene e abbandonare quest'uomo, ma poi il mio cuore si è fermato per qualche minuto, solo pensando di vivere senza lui mi sentivo più morto che vivo.
Quindi ho scelto il male minore, preferirei che muoia il mio corpo accanto al suo più che tutto ciò che sono, e io di questo amore ho bisogno come dell'aria, senza di lui al mio fianco perdo la mi sanità mentale.
Mamma, non piangere e, ti prego, perdonami, perchè mi sono innamorato di un criminale e non ho ascoltato tutto quello che mi dicevi.
Ma quest'uomo lo amo, e l'amore non è razionale.
Lui è forte, ma allo stesso tempo è molto fragile, come un bicchiere di cristallo, ed è bellissimo, non solo esteriormente.
È una persona stupenda che ha bisogno di me come io ho bisogno di lui.
Non è questo il vero amore mamma?  
Perdonami mamma, ti vorrò bene finché avrò respiro nei polmoni e anche solo un briciolo di razionalità nel cervello.
Addio


Epilogo


Butta la testa all'indietro, gemendo vergognosamente per le labbra di Louis che marchiano in suo collo e i loro corpi che, nudi, fanno l'amore.
Tutta quella passione, che non sanno più neanche gestire, la sfogano lì, l'uno dentro l'altro, adagiati sul morbido tappeto bianco, davanti al fuoco che riscalda le loro pelli, nello chalet in montagna dove si sono rifugiati.
Stringe fortissimo Louis tra le sue braccia, come se temesse di perderlo, come accade a volte nei suoi sogni, quando si sveglia di soprassalto e con le lacrime trattenute agli angoli degli occhi.
Quando poi il suo ragazzo lo stringe tra le braccia, ripetendogli all'infinito che non potrebbe mai farlo, abbandonarlo, perchè ormai è la sua vita.
E glielo dice senza che Harry abbia mai il bisogno di raccontargli cosa ha sognato.
Singhiozza per il piacere troppo intenso delle languide spinte di Louis, che entra nella sua carne, la dilania, si fa spazio dentro di lui con il bisogno di diventare una persona unica.

“ Amore ”
La voce di Louis gli giunge ovattata, quasi lontana, alle orecchie
Urla per tutte quelle sensazioni così acute che gli riverberano dentro, finché non raggiunge l'apice, in contemporanea con Louis, in un urlo muto.    
“ Amore ” ripete
Sospira appagato, stringendo ancora quel corpo tra le braccia, incrociando anche le gambe intorno al suo bacino, mentre ancora sono un unico corpo, poco propenso a dividersi.
Il calore del fuoco, inutile in quelle circostanze in cui si riscaldano tra loro, con il calore dell'amore, della loro passione e dei loro corpi chiusi a puzzle, si specchia sui loro corpi sudati.

“ Amore ” lo scuote, più insistente quella voce lontana
“ Cosa? ” chiede aprendo gli occhi
Il rumore del mare invade le sue orecchie, e l'azzurro chiaro i suoi occhi appena svegli.
Era solo un sogno, o forse un ricordo, stipato gelosamente in un angolino della sua mente tra quelli più belli che ha condiviso con Louis.
“ Amore, finalmente ti sei svegliato ” gli sorride Louis, tranquillamente adagiato sulla sdraio accanto alla sua “ Sono arrivati i nostri drink e il tuo si sta scaldando ”
“ Oh ” sospira Harry “ Perchè non mi hai svegliato prima? ”
Afferra il drink fresco e allungato dal ghiaccio sciolto con le dita ancora intorpidite dal sonno.
“ Perchè eri bellissimo ” sorride il ragazzo, una schiera di denti bianchissimi tra due labbra fine e rosee, il viso arrossato ed abbronzato “ E stavi sognando me, vero? ” mormora più sensuale lanciando un occhiata verso il suo costume, visibilmente rigonfiato.
Harry piega veloce le gambe per nascondere le prove dei suoi poco casti recenti pensieri, arrossendo fino alla punta dei capelli.
“ Non ti preoccupare ” sussurra ancora Louis contro il suo orecchio “ Dopo in camera possiamo rifare tutto proprio come nei tuoi sogni, però devi raccontarmi tutto ” ammicca
“ Neanche morto ”
“ Ok, allora ci andrò di fantasia io, ormai conosco tutti i tuoi sogni e desideri amore ”
Harry arrossisce ancor di più, ammettendo dentro di sé che, si, è così.
E, spesso questo è molto positivo, così come spesso dà un vantaggio troppo grande al ragazzo.
Ma di certo il riccio può accettare questo e molto altro pur di stare con Louis.
Ancora non hanno trovato un posto che possa ospitare stabilmente la loro futura vita, nell'indecisione li stanno provando un po' tutti.
Un mesetto qui, tre settimane lì, due mesi di là.
Per ora è una vacanza continua e sfuggente, a volte sono costretti a fuggire da un posto meraviglioso perchè sono riusciti a trovarli nonostante gli ottimi documenti falsi che Louis procura loro ad ogni spostamento.
Come quella volta che erano in Egitto e sono dovuti scappare con la prima nave trovata, due settimane prima del previsto.
Peccato, a Harry piaceva molto l'Egitto.
Avere conoscenze particolari si è rivelato più che utile, così come tutti i soldi accumulati e mai spesi per quei lavori sporchi.
Louis si porta dietro ancora i suoi fantasmi, e Harry lo aiuta ad allentare la loro presa sulla sua anima, ma non sempre è facile.
A volte litigano per delle cavolate perchè sono troppo nervosi, ma poi non resistono e fanno la pace, ovviamente facendo e rifacendo l'amore fino allo sfinimento.
Una volta Louis, probabilmente influenzato dal fatto che si trovassero a Parigi, ha fatto riempire di rose rosse la loro camera d'albergo mentre Harry faceva la doccia, solo per chiedergli scusa.
E come si potrebbe mai restare arrabbiati?
Si perdonano sempre e si amano sempre di più, accrescendo i loro sentimenti in quelle vacanze a ripetizione, diventate quasi noiose, che vivono nell'attesa che smettano di cercarli e che trovino un posto dove fermarsi.
Per poter dire “ Questa è casa nostra, lo scrigno del nostro amore e della nostra vita ”
“ Mancano solo un paio di giorni alla nostra partenza da questo paradiso ” sospira Louis stringendo la sua mano mentre lo trascina verso la porta della loro camera.
“ Chissà che non si riveli essere la Russia il nostro futuro ” sorride placidamente adagiandosi sulla porta mentre l'altro cerca la carta magnetica che la apra, rilassato e felice.
“ Ancora non capisco perchè hai scelto proprio la Russia ” sbuffa frugando nelle tasche dei bermuda.
“ Lo sai che adoro Anna Karenina ” bisbiglia infilando una mano nella sua tasca e facendolo fremere “ E poi ” tira fuori la carta dalla tasca di Louis “ Eri una spia, la Russia non dovrebbe esserti così estranea ”
“ E chi ti dice che io non sia un ricercato o qualcosa di simile lì? ”
“ Per prima cosa hai comprato i biglietti senza protestare troppo se non per il freddo ” ridacchia aprendo finalmente la dannata porta “ E poi hai detto che eri un free-lance, suppongo tu abbia lavorato un po' per tutte le agenzie,no? ”
“ Sai, sei troppo intelligente per essere così bello ” ride sguaiatamente Louis “ Ma ora ” gli si avvicina sornione “ Meglio se stai zitto ”
Le loro labbra si trovano velocemente, come due calamite che hanno soffrono a stare separate anche semplicemente per qualche ora.
Non si incontrano, collidono. E il loro amore esplode.
Harry ha una sensazione particolarmente forte riguardo la Russia, un po' come ce l'aveva per Louis, e da quando sta con lui ci crede un po' di più a queste percezioni.
Melenso? Forse, ma sa di loro e questo basta.


O MIO DIO, ma che diavolo è questa roba???”
Lo so che ve lo state chiedendo tutte, non mentite! -.-
Ebbene so che questa... cosa... non è granchè lunga, né sviluppata, né bella, né leggibile.... Perchè la sto pubblicando? Ah si, perchè tanto è in anonimo, almeno nessuno verrà con i forconi sotto casa mia, Fiù. In ogni caso è la prima volta che scrivo una nota decente se non sbaglio, diciamo che prima mi intimidiva un po' questo spazio, quindi perdonatemi se faccio così la scema. Comunque, la storia mi è venuta in mente un giorno mentre ascoltavo Criminal di Britney Spears, chi conosce la canzone, e capisce un po' d'inglese, potrà ben ritrovare i riferimenti nella lettera a Anne, inaspettatamente il titolo, però, è preso da un'altra canzone ancora (COLPO DI SCENA O.O). Ci tenevo a dirlo, anche se le motivazioni mi sono ignote. D'altronde non penso vi interessi qual'è la mia "playlist dell'ispirazione"... In caso contrario non esitate a chiedermi quale sia la musica che mi aiuta a sviluppare i miei problemi mentali su carta, sarò più che felice di rispondervi. E' anche la prima volta che metto un'immagine all'inizio di una storia, spero che non sia una completa schifezza (e questa era il mio terzo o quarto tentativo, non ricordo bene, ma questo ve la dice lunga sulle mie insicurezze.... Quindi siate clementi please).
Mi scuso con tutti quelli che leggeranno questa robaccia (ma chi? Megalomane -.-), che fa particolarmente schifo, soprattutto a confronto con tante altre storie che io stessa ho letto su questo sito e che erano a dir poco sublimi. Spero di migliorare un giorno, e per questo sarò felice di qualsiasi critica vogliate farmi... Beh, concludo dicendo che vi adoro anche se non vi conosco e vi ringrazio! Essendo partita col dire che mi intimoriva scrivere nelle note, suppongo di essermi proprio allungata troppo, quindi ciao e grazie ancora a chi leggerà/commenterà/aggiungerà in una qualsiasi categoria :D

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: YellowButterfly_96