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Autore: la luna nera    14/11/2014    3 recensioni
E' trascorso quasi un anno dal ritorno definitivo di Edward Harringhton nella nostra epoca e tutto fra lui e Daisy va per il meglio. Ma all'orizzonte si stanno addensando le nubi minacciose di un temporale. Che non è come tutti gli altri....
Cosa potrebbe accadere se qualcuno nel passato avesse bisogno di lui? Per caso c'è chi lo sta chiamando perché torni indietro nel tempo? E Daisy se ne starà con le mani in mano o farà di tutto per tenerlo accanto a sé?
Genere: Mistero, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il corteo funebre varcò la soglia della cappella  della famiglia Harringhton all’interno del piccolo cimitero dove gli addetti attendevano la bara della duchessa per procedere all’inumazione. Avrebbe riposato per l’eternità accanto al marito, assieme agli antenati della famiglia. Il cielo era grigio e da poco aveva cessato di piovere, come se anch’esso volesse unirsi al cordoglio per la dipartita della nobildonna.  Edward era a capo del corteo con i genitori, tutti composti nel dolore. Henriette era un passo dopo di loro, avvolta in uno scialle nero, con il volto nascosto dalla veletta; poi c’erano Daisy e Rosemary, si tenevano sottobraccio sostenendosi l’un l’altra con gli occhi rossi per il pianto. A due passi stavano anche i Millstone al gran completo, con Louise in lacrime e perennemente con il fazzoletto in mano in preda alla più nera disperazione. Quanto fingeva poteva saperlo solo lei. 
Il prete che aveva officiato la cerimonia benedisse il feretro e lo consegnò alle persone che lo avrebbero deposto nella tomba. Tutti i partecipanti restarono a debita distanza, qualcuno si allontanò in segno di rispetto, la commozione era tangibile in quanto la duchessa Mary Henriette era stimata e benvoluta da tutti.
Daisy non aveva mai lasciato il braccio di Rosemary, non lo fece neanche quando sentì sussultare la ragazza il cui sguardo andò ad incollarsi presso l’altare della cappella dove all’apparenza non c’era niente di niente.
“Nonna….” Bisbigliò la ragazza che tremava come una foglia.
Edward le raggiunse non appena si rese conto della cosa, credeva stesse per perdere i sensi nel vedere la sepoltura, ma il suo sguardo era fisso in avanti. I due volsero gli occhi in quella direzione e videro lo spirito della nonna in compagnia del marito, dietro di loro altre entità, sicuramente antenati.
Edward e Daisy sapevano di poterli vedere, ma che potesse farlo anche Rosemary era una novità.
“Rosie, tu… li vedi?” Le parole sussurrate all’orecchio della giovane dal fratello furono come vento impercettibile per lei. La ragazza sembrava caduta in tranche e non rispondeva, ma muoveva la testa come se stesse acconsentendo a qualcosa che le veniva detto. I tre indietreggiarono e si portarono fuori dal cimitero lontani dalla folla nonostante la resistenza della giovane. Pochi minuti dopo Rosemary cadde a terra priva di sensi. La trasportarono rapidamente a casa e la misero a letto, preoccupandosi di contattare il medico perché la visitasse e la controllasse prima possibile. Vagava una certa preoccupazione sulla famiglia, se fosse stato un semplice mancamento, si sarebbe dovuta riprendere nel giro di poco. E invece la ragazza dormiva profondamente, con le guance dall’insolito colore rosa ed il respiro regolare. Passavano i giorni e la situazione non mutava, erano stati convocati tutti i più grandi luminari della medicina per venire a capo del mistero del sonno anomalo di Rosemary Harringhton. E nessuno riusciva a fornire una spiegazione logica.
 
 
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“Tesoro, tu per caso senti qualcosa di anomalo o pericoloso attorno a mia sorella ?” Edward abbracciò Daisy che spesso si perdeva con lo sguardo nel vuoto davanti alla finestra dalla quale si intravedeva il cimitero.
Poggiò la testa sulla spalla di Edward. “Si, sento qualcosa attorno a lei… Non è niente di pericoloso, stai tranquillo, sarà lei a spiegarci tutto quando si sveglierà.”
“E quando accadrà?”
“Questo non lo so, potrebbe dormire per altri due giorni come aprire gli occhi fra dieci minuti. Sono cose che non hanno un tempo prestabilito.”
Annuì con la testa, iniziava ad intuire la causa del sonno della sorella. “Sarà lei quindi a farci tornare nel 2014?”
“Credo di si.” Fece una breve pausa. “Edward, dimmi una cosa…. Cos’è successo fra te e Louise davvero?”
Sapeva che Daisy avrebbe voluto affrontare l’argomento prima o poi. Deglutì ed alzò lo sguardo, in fondo non aveva nulla da nascondere. “La sera in cui mia nonna si è spenta, si è intrufolata nel mio letto fingendosi te. Forse è stata una coincidenza, forse sapeva che ti aspettavo… non lo so, ma l’ho sbattuta fuori non appena ho capito che non eri tu e sono venuto a cercarti.”
“Quindi non hai fatto l’amore con lei?”
“Assolutamente no, altrimenti sarei morto io invece di mia nonna.” Fece un attimo di silenzio. “Solo… un piccolo bacio, nient’altro, credimi.”
Daisy annuì tacendo. Apprezzò la sua sincerità, ma sapere che quella vipera aveva osato poggiare le sue labbra velenose su quelle di Edward le face male al cuore. “Grazie.” Si strinse a lui.
“Tu come stai?”
“Perché me lo chiedi?”
Le baciò i capelli. “Mi rendo conto di tutte le difficoltà che devi affrontare qui, mia madre non ti vede di buon occhio, Louise poi è paurosamente insopportabile e ti confesso che a volte mi mette in seria difficoltà e in terribile imbarazzo… oltre che a farmi saltare i nervi…” L’abbracciò più forte. “Ma non temere, io amo solo te e non ti lascerò per niente al mondo, ricordalo sempre.”
Quelle dolci parole la fecero commuovere. “Ti amo anch’io Edward, ho solo una paura matta di perderti.”
Si sciolsero in un meraviglioso bacio, era troppo tempo che desideravano un po’ di intimità. Edward bloccò la porta perché nessuno li disturbasse e, una volta distesosi su di lei che lo aspettava nel divano, iniziò a slacciarle l’ingombrante abito. Avevano entrambi troppo voglia di perdersi nel loro amore, inebriarsi del profumo dei loro corpi, sfiorare la pelle l’uno dell’altra per godere di ogni brivido, di ogni sussulto e di ogni sensazione capace di far dimenticare loro tutto ciò che li circondava, i problemi e le preoccupazioni, l’ingombrante presenza di Louise che pendeva sulle loro teste come una spada di Damocle, pronta a tutto pur di ingabbiare Edward. Ma a lui cosa poteva mai importare di lei? Il suo mondo, la sua vita, il suo passato, presente e futuro aveva solo un nome: Daisy. Lì, nudi su quel divano, si stavano amando come non avevano potuto fare più da troppo tempo, quell’attesa per quanto insopportabile, aveva trasformato il momento in qualcosa di indescrivibilmente dolce e meraviglioso. Tutto sembrava nuovo: i baci, le carezze, le parole sussurrate all’orecchio, gli abbracci, il contatto pelle contro pelle…
Avevano perso totalmente la cognizione del tempo, il sole era ancora alto nel cielo quando si erano chiusi in quella sala, ed ora la luce che filtrava dalle finestre era quella calda del tramonto.
“Credi che dovremmo smettere?” Edward le impresse un dolce bacio sul collo.
“Mhm… Dobbiamo proprio?”
“Direi di si…. Anche perché ci stanno cercando da un po’.” Qualcuno aveva infatti bussato ripetutamente alla porta. “Non vorrei ci beccassero in flagrante.” L’aiutò ad alzarsi, non prima di averle strappato un altro bacio. “Vuoi che ti aiuti a rivestirti?”
“Magari! Odio il corsetto, non riesco proprio a farci l’abitudine! Me lo allacci tu per favore?”
“Ci proverò. Sinceramente sono più bravo a slacciarlo….” Sorrideva maliziosamente.
“Idiota…” Anche lei si mise a ridere.
Uscirono poco dopo, perfettamente rassettati e incontrarono Henriette che stava uscendo dalla sala del pianoforte. “Oh, finalmente.” La ragazza guardò con disappunto Daisy. Era sempre vestita di nero e quel colore unito all’abbigliamento dell’epoca, la faceva sembrare ancora più magra di quanto non fosse. “Sono ore che vi cerchiamo. Posso sapere per cortesia dove vi trovavate?”
“Avevamo bisogno di stare un po’ da soli. Hai forse qualcosa in contrario?”
Quella, visibilmente stizzita, inspirò profondamente. “Rosemary si è svegliata. Ha chiesto subito di voi.”
“Cosa?” Edward lanciò una velocissima occhiata molto esplicita a Daisy, l’afferrò per la mano e corsero insieme verso la stanza della sorella minore.
Entrarono e la videro seduta sul letto, con i capelli sciolti ed uno scialle rosa sulle spalle. Presso di lei  c’era la madre che non l’aveva abbandonato per un solo istante.
“Tesoro, come ti senti?” Il ragazzo si precipitò da lei accarezzandole la mano destra.
La ragazza si voltò, scrutandolo in modo strano con i suoi occhi azzurri, grandi come il cielo. Si voltò poi verso la madre. “Vorrei restare sola con Edward e Daisy, vi prego madre cara…”
“Non vuoi che ti stia vicina? Potresti aver bisogno di aiuto…”
“Vi prego, lasciateci soli.” Era irremovibile e nonostante il disappunto, la duchessa Anne uscì dalla camera della figlia.
Quando furono soli e lontani da orecchie indiscrete, la ragazza parlò.
“La nonna mi ha parlato. L’altro giorno al cimitero… lei e il nonno mi hanno rivelato tutto durante il sonno in cui sono sprofondata. So che anche voi potete vederli e potete conversare con loro. E so che la tua assenza, Eddie, non era dovuta ad un viaggio in giro per l’Europa.” I due si guardarono in faccia sbigottiti. “Non temete, non accadrà niente di quello che pensate. Sono stati gli spiriti dei nostri illustri avi a prendere questa decisione, perciò non correte alcun rischio.”
Edward si sedette vicino alla sorella. “Fammi capire… Tu sai che io ho incontrato lei…”
“…nella Londra del futuro. Si, lo so. E so anche che hai fatto un gesto meraviglioso per salvarle la vita.” I suoi occhi iniziavano a bagnarsi di lacrime. “Sono orgogliosa di te, fratellone.” Lo abbracciò forte. “E voi Daisy, siete stata coraggiosissima nel volerlo seguire qui nel 1867, per di più nella consapevolezza di dover far luce sulla scomparsa di quella …” Anche lei si lasciò abbracciare, nonostante lo stupore che l’aveva colta.
“Aprite quel cassetto per favore.” Daisy fece come Rosemary aveva chiesto: c’era una chiave; la prese e la consegnò alla ragazza. “Questa è la chiave della stanza segreta della nonna, quella nel sottotetto che avete scoperto curiosando in giro qualche settimana fa. Me l’ha donata lei dalla dimensione in cui si trova adesso perché prenda il suo posto e porti avanti la sua opera.”
“Che significa?” Edward era all’oscuro di tutto.
“La nonna possedeva dei poteri medianici tramite i quali ha permesso il vostro viaggio attraverso il tempo. Ora che non c’è più spetta a me questa ingombrante eredità, incluso il fatto di farvi tornare nel futuro. Nessuno doveva sospettare niente di tutto questo altrimenti per lei sarebbero stati guai seri. Questa dote viene tramandata di generazione in generazione e nella nostra famiglia la predestinata ero io. Possedevo questi poteri fin dalla nascita solo che erano rimasti assopiti perché ancora non era giunto il mio momento. Adesso spetta a me imparare a gestire questa peculiarità e confido profondamente nel vostro aiuto. Confesso di essere un po’ spaventata all’idea di aver a che fare con gli spiriti dei defunti, ma non voglio tirarmi indietro e ce la metterò tutta per essere all’altezza del compito affidatomi dalla nonna. So che lei mi starà sempre vicina per guidarmi lungo questa difficile strada e non voglio deluderla in nessun modo.” Spostò lo sguardo verso la finestra presso la quale si stava materializzando lo spirito della defunta duchessa. “Nonna adorata, sarò all’altezza del compito, non temete.” Ricambiò l’affetto della nipote con un segno di approvazione prima di tornare di nuovo nella sua dimensione.
 
*      *      *      *      *      *      *      *      *      *      *      *      *      *
 
Erano trascorse tre settimane dal funerale della duchessa, Rosemary si era ripresa completamente mentre Louise Millstone continuava imperterrita a soggiornare ad Harringhton House ed era abilmente entrata nelle simpatie della duchessa Anne; con lei e la figlia Henriette trascorreva lunghi pomeriggi ad ascoltare musica, a suonare il pianoforte e a conversare di arte e letteratura. Sperava così che potesse influenzare il marito nello scegliere la sposa per il figlio e che la decisione fosse presa prima possibile. La presenza di Daisy sempre attorno al ragazzo la infastidiva e non passava ora in cui non pensasse a come disfarsene. Nonostante il tentativo di ucciderla fosse fallito, il padre ritenne opportuno cambiare strategia onde evitare il rischio di essere scoperti e mandare tutto all’aria, in considerazione del fatto che dietro quell’agguato che aveva involontariamente causato la morte della duchessa c’erano loro. Suggerì quindi alla figlia di agire in modo diverso, puntando sull’eleganza e il fascino per ammaliare gli Harringhton e portare a compimento il piano senza ricorrere alla violenza. Le maggiori difficoltà riguardavano il duca Gilbert, ora a capo del casato. La perdita di entrambi i genitori nel giro di un paio di anni lo aveva colpito duramente e nonostante fosse un uomo sempre molto sereno e pacato, sorridente e cordiale verso tutti, sentiva la cosa come un enorme fardello da portare tutto da solo. Aveva condiviso la cosa con la madre e sapeva che prima o poi gli sarebbe toccata l’incombenza, ma trovarsi solo davanti al mondo così all’improvviso gli fece spegnere il sorriso che sempre aveva in volto. Avrebbe dovuto occuparsi degli affari di famiglia, amministrare la tenuta e controllare periodicamente che i lavoranti facessero il loro dovere correttamente, invece trascorreva le sue giornate in giro con i cani per i boschi, girovagando come un vagabondo che ha smarrito la strada. Tornava a casa solo al tramonto del sole, cenava con la famiglia sempre in silenzio e si richiudeva nel suo studio a leggere davanti al caminetto acceso. Edward voleva molto bene al padre, lo avrebbe voluto aiutare per superare il momento difficile, ma era come se il duca rifiutasse tutto e tutti, tranne che la solitudine.
Rosemary stava pian piano imparando a gestire il potere ereditato dalla nonna, trascorreva lunghe ore nella stanzetta segreta del sottotetto in compagnia degli spiriti dei suoi avi. Era una ragazza molto intelligente, apprese con una certa rapidità a conversare ed evocare le entità sovrannaturali.
 
Finché una sera il duca Gilbert, al suo rientro ad Harringhton House, diede ordine a George di comunicare che alle 20:00 in punto attendeva la famiglia al completo nel salone dei giardini per un annuncio ufficiale che riguardava tutti quanti.
 
 
 
 
 
Ciaoooo!!
La nonna adesso riposa accanto al marito e la “patata bollente” è passata nelle mani della sorella quindicenne di Edward. Qualcuno di voi l’aveva sospettato?
E il duca cos’avrà da annunciare alla famiglia dopo lunga riflessione?
Si accettano scommesse! E naturalmente recensioni! ; )
Grazie a tutti!
Un abbraccio
La Luna Nera

 
  
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