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Autore: Marlowe    14/11/2014    6 recensioni
Dopo la battaglia ad Idris, Clary si risveglia in una cella buia e fredda. Non sa chi l'ha portata lì, né il perché. L'unica cosa che sa è che Jace è morto. Più tardi scoprirà che il suo carceriere è Jonathan, suo fratello. Il ragazzo è deciso a farsi amare da lei a costo di utilizzare trucchi e inganni.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarissa, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern
Note: What if? | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
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CAPITOLO 19
 



 

CLARY


 


Vi prego, vi scongiuro, ditemi che non me l’ha veramente domandato. Non può avermelo chiesto davvero così! Dopo aver fatto sesso e per di più senza un minimo di romanticismo. Non che io mi aspettassi una proposta con cena al lume di candela, rose rosse e le dolci note suonate da violini, ma nemmeno così! Mi bastava che si mettesse in ginocchio ( possibilmente vestito, non mi sembra appropriato con tutta la mercanzia a prendere aria), e mi facesse la proposta. Chiedevo tanto? Insomma, non pretendevo un anello con diamante ( anche se un luccichio al dito non mi avrebbe fatto schifo). Intanto quel tonto, perché ora non potevo dire che fosse intelligente, mi fissava in attesa di una risposta.
Cos’è si aspettava pure una risposta affermativa?
Dai Clary, girati, fai un bel sorriso e prendilo a sberle.
Presi un respiro profondo e mi girai nel suo abbraccio. Ok, forse guardarlo con quell’aria da cucciolo in attesa del biscotto non aiutava moltissimo, il fatto che fosse nudo ancora meno.
- Jonathan - ecco brava con calma - stai scherzando vero?
- No perché?
Mi chiedeva anche il perché lo stupido.
- Mi hai davvero chiesto di sposarti … così?
Mi guardò un istante e alzò le spalle … avete capito? Aveva alzato le spalle! Come se mi avesse chiesto se gli passavo il sale a tavola e io gli avessi detto di no! Ma la tinta ai capelli gli aveva fritto tutti i neuroni? Cosa c’era che non andava in questo ragazzo?
A volte era dolce e gentile, altre spietato, altre spiritoso, nemmeno uno affetto da schizofrenia acuta era paragonabile a lui.
- Clary? Non mi dici di sì?
Ah! Da persino per scontato che la risposta sia positiva.
- Jonathan caro, tu non puoi avermi davvero chiesto di sposarti dopo aver fatto sesso contro il mio tavolino da toiletta.
- Ma si che l’ho fatto.
No, non capiva.
- Sei proprio stupido allora! Non puoi chiedermi una cosa così importante così.
- Ma dai! Tanto lo sappiamo entrambi che mi dirai di sì, quindi che importa come l’ho chiesto? Porti in grembo mio figlio, è logico che vuoi sposarmi.
L’omicidio è ancora un reato? No, sul serio … è ancora un reato? Perché improvvisamente la voglia di fargli ingoiare la spazzola per capelli inizia a sembrarmi un’idea meravigliosa.
Che importa se poi sarei diventata una ragazza madre, piuttosto che crescere mio figlio con un tale idiota ero disposta al sacrificio.
- Ti sembra logico? Sul serio? Quindi prima mi sbatti come se fossi una che puoi trovare su qualsiasi marciapiede di New York, sfoghi i tuoi bisogni da primadonna isterica e poi mi chiedi di legarmi a te per il resto della vita?
- Non ti ho sbattuta … eri consenziente mi pare! Era per farti perdonare.
Calma, calma, calma, se fra i due qualcuno doveva farsi perdonare questo era lui non io. Io l’avevo ignorato per una giornata preferendo passare il mio tempo con un amico che non vedevo da mesi. Se facevo la lista delle cose per cui lui doveva scusarsi facevo notte.
Lo allontanai da me e gli conficcai il mio indice nel petto per sottolineare ogni punto che dicevo.
- Senti un po’ carino. L’unico che deve farsi perdonare qui sei tu. Mi hai portato a letto la prima volta fingendo di essere Jace. Ti sei intrufolato per due mesi, ogni santissima notte, nella mia camera. Mi hai mentito sul messaggio di Magnus, hai raccontato i fatti nostri a una vecchia, e qui quella che ha sbagliato sono io? Cerca di darti una raddrizzata biondo o giuro che tuo figlio nemmeno in cartolina lo vedrai sono stata chiara?
- Mi stai dicendo di no?
- Però, quando vuoi sei intuitivo!
Mi afferrò per le braccia.
- Non puoi dirmi di no.
Era troppo, per una volta accolsi con grazia i poteri concessi da mio figlio e scaraventai l’energia in un unico punto …  contro Jonathan.
L’impatto fu fortissimo tanto da scaraventarlo contro la porta scardinandola e facendolo finire fuori dalla stanza.
Mi precipitai a vedere dove fosse finito e lo vidi stordito accasciato alla parete che si teneva la testa.
- Ascoltami bene Jonathan, ti proibisco di rientrare in questa camera finchè non mi avrai chiesto scusa. Non voglio vedere la tua faccia nemmeno per sbaglio o giuro che ti uso come sfogo con i poteri del bambino. E tu - indicai un cameriere che passava nel corridoio - porta il tuo padrone nella sua vecchia camera e vedete di aggiustare la porta entro un minuto o diventerò il vostro peggiore incubo!
Rientrai in camera. Avevo scaraventato Jonathan fuori dalla stanza e avevo fatto una ramanzina udibile a tutti gli abitanti della casa … nuda. Perché nella fretta di sbarazzarmi di quell’idiota non mi ero minimamente resa conto che ero ancora senza vestiti, ovviamente anche il biondastro era completamente svestito, peggio per lui!




 

JONATHAN


 

Mi faceva male tutto, di solito guarivo velocemente, perché sentivo ancora dolore? Ma si può sapere cosa avevo fatto di male? Eppure la serata era andata tanto bene. Lei era contenta perché il suo amico era rimasto un giorno intero, avevamo fatto l’amore e le avevo chiesto di sposarmi. Perché aveva reagito così? Nella mia fantasia si girava stupita e mi metteva le braccia al collo per l’emozione, poi mi diceva di sì e mi baciava appassionatamente per poi finire di nuovo a letto. Invece mi aveva insultato e cacciato dalla camera. Per di più ero stato trascinato dai domestici nella mia vecchia stanza nudo come un verme, di bene in meglio, poi uno si domanda il perché la servitù non sia più quella di una volta.
Mi alzai dal letto a fatica e mi guardai allo specchio, ero tutto un livido, mio figlio non ci andava giù leggero e stranamente se la prendeva sempre con me, questo legame privilegiato che aveva con Clary era ingiusto.
Mi vestii, persino allacciarmi i pantaloni mi costava uno sforzo madornale, ma non sia mai che Jonathan Morgensten venga battuto da un bottone.
Mi trascinai in sala da pranzo per fare colazione e come al solito trovai già Sebastian.
Appena mi vide scoppiò a ridere.
- Wow amico ma cosa ti è successo?
Lo sapeva tutto lo staff domestico e lui no?
- Vuoi farmi credere che non lo sai?
- Ti giuro di no. Ho sentito delle urla, questo sì, ma pensavo stesse facendo sesso estremo.
Magari! Invece avevo solo rotto una porta.
- Ho chiesto a Clary di sposarmi.
- E ti ha preso a pugni?
Negai con il capo.
- Dopo che Magnus è tornato a casa sua sono andato in camera. Abbiamo fatto sesso e subito dopo le ho chiesto di sposarmi.
Sebastian bevve il suo succo di arancia, poi posò il bicchiere vuoto con calma, si pulì la bocca e mi fissò.
- Sei per caso idiota?
- Ma perché???
- Non puoi chiedermelo sul serio!
- Si invece!
Si passò le mani fra i capelli.
- Non so più cosa fare con te Jonathan. Non puoi sbatterti una donna e poi una volta finito le chiedi di sposarti. Ma hai idea di quanto possa essere umiliante e sbagliato?
- Non capisco perché. Insomma è già incinta, è ovvio che voglia sposarmi no?
- Anche se fosse vero, e bada che non lo sto affermando, una donna vuole una proposta fatta come Dio comanda! Non che io ne abbia mai fatta una, ma almeno dei fiori potevi portarglieli!
Fiori? Ma scherziamo? Se le portavo due pezzi di erba mi diceva di sì?
- Capisco già dalla tua faccia che non capisci.
In quel momento Clary scese. Era semplicemente bellissima, portava dei pantaloni morbidi, adatti per il pancione e una magliettina con uno stile fantasioso. I capelli rossi erano raccolti in una treccia morbida. Non mi diede il bacio del buongiorno e si andò a sedere vicino a Sebastian ignorando completamente il posto accanto a me, quello che dal primo giorno aveva sempre occupato.
- Ciao Clary.
Niente, silenzio di tomba. Prese una fetta biscottata e iniziò a spalmare la marmellata.
- Ciao Clary - provò Sebastian a salutarla.
- Ciao Sebastian dormito bene?
- Ehm, si grazie. E tu?
- Splendidamente.
Digrignai i denti, aveva dormito bene senza di me? Io non avevo dormito per niente senza di lei. Esortai il mio amico a chiederle qualcos’altro.
- Hai programmi per oggi?
- Sì. Passerò la giornata ad ignorare il tuo amico biondo che fa di tutto per spingerti a chiedermi informazioni. Poi credo che dipingerò un po’, mi rilassa ed evito che il bambino abbia ancora la tentazione di far fuori suo padre.
Mangiò la sua fetta biscottata e si alzò pronta ad andarsene.
- Non puoi andare già via, non hai mangiato abbastanza!
Fece come se non avessi aperto bocca. Se ne andò e mi snobbò completamente e mi pare di aver già detto che detesto essere ignorato.
- Cavoli amico l’hai fatta proprio incavolare nera.
- Cosa posso fare per farmi perdonare?
- Vuoi davvero il mio consiglio?
- So che me ne pentirò ma sì. Ho bisogno del tuo aiuto.
Sebastian si aprì in un sorriso da stregatto.
- Hai chiesto aiuto al migliore, non te ne pentirai.
Iniziavo già.








Nemmeno negli allenamenti con mio padre avevo fatto tanto fatica. Stavo sudando come un maiale e ancora non avevo finito. Possibile che per fare una proposta di matrimonio bisognava sforzarsi tanto? Speravo solamente che tutti i miei sforzi venissero ripagati. Non sopportavo più il silenzio di Clary e nemmeno il dormire senza di lei.
Mi mancava il tepore del suo corpo e i baci che ci scambiavamo ad ogni ora del giorno. Non mi veniva nemmeno più a rapire per “saziarla”. Erano passati solo tre giorni dal litigio e già non ne potevo più.
Seguivo alla lettera le istruzioni di Sebastian e intanto cercavo a modo mio di farla cedere. Lo so che suona patetico, ma pensavo ancora di essere nel giusto. Quindi, conoscendo perfettamente lo stato dei suoi ormoni a mille, mi facevo trovare a torso nudo in modo da allettarla. La vedevo fissarmi e deglutire, potevo quasi percepire lo stato di eccitazione che aumentava. A volte vedevo i suoi occhi scurirsi dal desiderio, faceva due passi verso di me … poi riacquistava il controllo e se ne andava, lasciandomi perplesso e irritato.
Insomma, la situazione era difficile anche per me ma ormai era tutto pronto, dovevo solo convincere Clary a venire via con me.
Mi ero preparato per il meglio. Lavato, profumato e pettinato, indossavo dei jeans che a detta di Sebastian mi fasciavano il sedere in maniera strepitosa ( tralasciamo questi commenti) e una camicia bianca con i primi bottoni sbottonati. Avevo fatto trovare un vestito a Clary sul letto pregandola di indossarlo.
Le avevo comunicato che alle dieci sarei andato a prenderla per una sorpresa, quindi fiducioso mi diressi nella nostra camera, e ci tengo a sottolineare che rimaneva comunque camera mia. Bussai alla porta e una svogliatissima Clary mi venne ad aprire … in pigiama.
- Ma non sei ancora pronta?
- Per cosa?
- Ti avevo lasciato un biglietto.
- Ah quello! Sì lo letto ma ho pensato di non venire.
E no carina, non ho sgobbato come un mulo per tre giorni per sentirmi dire che non vieni! Dovessi caricarti in spalla come un sacco di patate verrai! Ora bastava dirgli questo semplice concetto in maniera persuasiva.
- Clary, per favore, voglio farmi perdonare. Puoi darmene modo? Ti giuro che non te ne pentirai.
Mi guardò per un istante e si morse il labbro dubbiosa.
- Per farti perdonare?
- Si amore. Per favore, un’occasione sola, se poi non ti piace ti do il permesso di sfogare i poteri di nostro figlio su di me.
- Va bene.
- Indossa il vestito che ti ho fatto preparare per favore.
Sbuffò ma rientrò in camera. L’aspettai in salotto e dopo quindici minuti scese. Il vestito che avevo scelto per lei le stava benissimo. Era di seta, morbido come la sua pelle. Color verde acqua si sposava benissimo con il suo incarnato. Aveva dei sandali bassi e i capelli li aveva lasciati sciolti. Le porsi la mano sperando che accettasse il mio invito a prenderla e lei lo fece. La condussi fuori e la sentii trattenere il fiato. Avevo fatto preparare una carrozza trainata da due cavalli. Non poteva cavalcare con il pancione e poi Sebastian giurava che un giro in carrozza fosse romantico, dal sorriso estasiato di Clary dedussi fu un punto a mio favore.
La feci salire e presi posto accanto a lei. Presi le redini e la feci partire. Nessuno dei due parlava, io ero troppo timoroso di dire sciocchezze e lei forse voleva vedere dove sarei andato a parare questa volta.
Sebastian mi aveva chiesto quale posto fosse speciale per noi, lì per lì non mi venne in mente niente, poi la folgorazione! La radura era il luogo in cui l’avevo baciata per la prima volta e dove mi ricambiò.
Così quando la raggiungemmo Clary rimase a bocca aperta.
- Oh Jonathan.
Avevo montato un gazebo fatto da tende bianche, mille cuscini erano appoggiati sul prato e c’era anche un tavolo bianco con tutti i suoi cibi preferiti.
Portai mia sorella all’interno del gazebo e si guardò intorno meravigliata, sfiorò la stoffa, i cuscini.
- E’ meraviglioso.
- Mi avevi chiesto di ritornarci e come vedi ho trovato un modo per accontentarti.
Mi sorrise entusiasta e interiormente sospirai di sollievo.
Passammo delle ore piacevoli a mangiare, ci sdraiammo sui cuscini per riposare o semplicemente per chiacchierare.
- Sono perdonato Clary?
- Diciamo di sì.
- Bene.
Mi inginocchiai davanti a lei e le presi le mai baciandole i palmi.
- Sono stato idiota ed egoista. Ti ho chiesto una cosa importantissima nel peggiore dei modi e non mi scuserò mai abbastanza per questo. Nella mia stupidità pensavo di avere tutte le sicurezze per dare per scontato la tua risposta. Non farò più questo errore perciò ora sono qui in ginocchio davanti a te Clarissa Morgensten. Mi reputerei l’uomo più fortunato della terra se tu accettassi di diventare mia moglie, la madre dei miei figli. Vuoi sposarmi?
Aveva gli occhi lucidi, non ditemi che avevo sbagliato ancora! Perché piangeva ora? Eppure pensavo di aver fatto bene.
Poi si chinò e mi baciò.
- Sì.
- Eh?
- Sì Jonathan ti sposo.
Mi alzai, la presi per i fianchi e iniziai a farla girare fino a farci ricadere sui cuscini. Presi a baciarla con passione, mi era mancata troppo.
Erano tre giorni che non la toccava e ora mi sentivo andare a fuoco. Le mie mani corsero sotto il suo vestito e accarezzai la morbida pelle delle gambe fino a risalire pian piano fino alla sua femminilità. Trattenni il fiato quando non trovai la barriera dell’intimo.
Si mise a ridere della mia espressione.
- Cos’è quella faccia? Avevo un certo presentimento e ho voluto renderti le cose più facili, non ti è piaciuta la mia sorpresa.
- Oh no, apprezzo tantissimo.
Così tanto che cercai di dimostrarglielo facendola gemere di piacere mentre le miei dita la esploravano.
- No Jonathan aspetta.
Come aspetta? Prima non si mette le mutandine per me e poi mi diceva di fermarmi?
Mi spinse via da lei e ci rimasi male.
Si alzò e uscì fuori dal gazebo.
- Clary dove vai?
Non mi rispose, si allontanò verso il torrente e fui lesto nel seguirla. Si fermò vicino alla riva e si girò per guardarmi.
- Sai - iniziò a slacciarsi il vestito davanti a me - il primo sogno che ho fatto riguardo a te era ambientato in questa radura. Ti stavi lavando completamente nudo e mi hai invitato ad unirmi a te.
Il vestito cadde a terra e fu nuda davanti al mio sguardo.
- Pensavo che sarebbe carino rendere reale questa mia fantasia non credi?
Entrò in acqua guardandomi maliziosamente, cavoli Jonathan e datti una mossa! Mi svestii strappandomi praticamente i vestiti di dosso e mi immersi.
La raggiunsi stringendola fra le miei braccia e baciandola famelico. Le nostre lingua si scontravano e le miei mani erano sul suo meraviglioso sedere. Me la schiacciavo contro. Entrai dentro di lei con un’unica spinta e lei buttò indietro la testa urlando dal piacere. La spinsi verso la riva in modo che la sua schiena fosse a contatto con la parete e presi a spingere con frenesia. Raggiungemmo l’orgasmo insieme.
La baciai ancora, lungi dall’essermi saziato di lei, dopotutto avevo un po’ di arretrati da smaltire. Mi staccai per riprendere fiato. Semplicemente deliziosa con i capelli bagnati, le labbra gonfie per i baci e gli occhi languidi. Sorrisi malizioso.
- Parlami un po’ di questi tuoi sogni Clary.

 





ANGOLINO DI MARLOWE

 

Salve gente! Una settimana orribile! Orripilante, da segnare sul calendario con il colore verde ( lo detesto). Ha piovuto talmente tanto che tutti i laghi della mia zona ( per inciso sono tre che fortuna eh?!) sono usciti e abbiamo zone allagate. Mia mamma è stata pure operata martedì, che dire? Sono o non sono una sfigata di prima categoria? Ho pure litigato con il mio capo! Ma torniamo al capitolo. Pareri? (non fatevi sempre pregare dite qualcosa!). Direi che alla proposta iniziale Clary non l’ha presa benissimo ma il caro Jonathan si è fatto perdonare no? Bisogna organizzare un matrimonio gente! Su su chi si occupa del catering? E dei fiori? La torta? Dai che ci sono un sacco di cose da fare!
Kiss
Mar

 

  
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