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Autore: Pyxis_Minor    15/11/2014    3 recensioni
La pagina di Wiki Loves Monuments afferma che: "Esistono molte cause per cui una persona può trovarsi nella Friend Zone. [...]
I principali motivi sono:
- L'individuo A non è sufficientemente attratto dall'individuo B.
- L'individuo A non riconosce i tentativi dell'individuo B di approfondire il rapporto, credendoli gesti di amicizia.
[...]
- L'individuo A si fidanza con un'altra persona, relegando nella Friend Zone l'individuo B."
Jo Williams non ha dubbi. La Friend Zone è il suo posto, la sua casa, la sua prigione.
***
Dalla piccola introduzione: "I suoi problemi sono nati nel momento in cui un’altra certezza ha iniziato a nascere lentamente, a crescere dentro di lei e a mettere piccoli e rosei germogli.
Perché così come è certa che il suo nome è Johanna Williams, che è una nata babbana, che non prenderà mai una sufficienza in Erbologia, è altrettanto certa che non è, e non sarà mai il tipo di James Potter.
Allo stesso modo però, nonostante i suoi molteplici tentativi di ignorare la cosa, è assolutamente certa di essere innamorata di lui."
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, James Sirius Potter, Lorcan Scamandro, Lysander Scamandro | Coppie: Lily Luna/Lysander
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo VII

 

 

Ottobre si presentò violento.

Le prime settimane furono scosse da temporali terribili, i fulmini squarciavano il cielo, i tuoni rimbombavano all'interno delle mura del Castello, e i gatti degli alunni scappavano terrorizzati tra i corridoi, o si nascondevano in posticini appartati.

I giocatori di Quidditch erano quelli più depressi dalla situazione. Gli allenamenti venivano spesso annullati o, quando qualche intrepido giocatore decideva di provare ugualmente a giocare, era inevitabilmente costretto a passare dal campo direttamente in infermeria.

James Potter non era mai stato particolarmente bravo in Divinazione, ma non aveva bisogno di una sfera di cristallo per capire che quello sarebbe stato probabilmente il peggior torneo della sua carriera di Cercatore.

Era seduto immobile, di fronte ad una finestra della Sala Comune, con il mento appoggiato ad una mano.

Guardava la pioggia battere sul vetro, il forte vento scuotere i rami degli alberi della Foresta Proibita. Sentiva di essere l'unica cosa immobile in quella furia tempestosa, e questo lo spiazzava.

Il chiasso prodotto dai suoi compagni di casa sfiorava a stento i suoi timpani distratti, gli arrivava alle orecchie come se provenisse da molto lontano.

Il suo corpo era in quella stanza, ma la sua mente era come bloccata in un'altra dimensione, incapace di muoversi.

Jo gli si avvicinò silenziosamente, e gli posò una mano su una spalla.

James se ne accorse a stento.

Iniziò a battergli dei leggeri colpetti in un gesto di rassicurazione, ma non ottenne l'effetto sperato. James sospirò.

«Non devi preoccuparti...» provò a dire Jo, ma non riuscì a continuare la frase. Non riusciva a trovare le parole giuste.

«Non ce la farò mai» mormorò James senza spostare lo sguardo dalla pioggia, e Jo non capì se stesse parlando con lei o a se stesso.

«Questo non è vero» provò a consolarlo, ma James non diede segno di aver sentito.

Rimasero così in silenzio per diversi minuti, immobili, al centro del chiasso della Sala Comune, eppure lontani anni luce da loro. Immobili in un mondo che ruotava frenetico.

Jo gli circondò il collo con le braccia e gli baciò la nuca. Fu un gesto istintivo, non ci pensò neanche un secondo. Eppure, quando il suo naso affondò negli indomabili capelli di James, sentì quasi le gambe cedergli, e in cuor suo, un po' se ne pentì.

James si girò e la guardò negli occhi.

«Manca solo una settimana, e noi ci siamo allenati solo tre volte» commentò, con la preoccupazione che faceva vibrare ogni sua parola.

La pioggia non avrebbe potuto scegliere una settimana peggiore per sfogare la propria rabbia sul mondo.

«Cinque giorni» lo corresse Jo con tono rassegnato, ma se ne pentì subito. Gli occhi di James si fecero ancora più tristi.

Fosse stata una partita normale, probabilmente a James non sarebbe importato.

Non sarebbe certo stata la pioggia a impedirgli di prendere il boccino.

I Grifondoro avrebbero potuto sperare di vincere la partita anche in pochi minuti, per limitare i danni che avrebbe potuto causare il maltempo.

Jo era sicura che James avrebbe potuto vincere una partita anche giocando solo contro un'intera squadra.

Ma quella partita, quella domenica, era diversa.

Quando la McGranitt aveva dato l'annuncio, la settimana prima durante la cena, l'entusiasmo aveva scosso tutti e quattro i tavoli presenti in Sala Grande.

Urla di gioia si erano levate unanimemente, risate eccitate e commenti elettrizzati si erano diffusi tra gli studenti in generale, e tra i membri delle squadre in particolare.

L'entusiasmo era però scemato con l'arrivo delle insistenti piogge.

Dagobert Anderson, il capitano degli Appleby Arrows, sarebbe venuto ad Hogwarts per assistere a due partite di Quidditch, e avrebbe scelto, tra le quattro squadre giocatrici, uno – ed un solo – studente, che avrebbe avuto la possibilità di partecipare ad uno stage di tre mesi, l'estate successiva.

Il giocatore scelto avrebbe avuto così la possibilità, alla fine dei tre mesi, di entrare a far parte della squadra, e iniziare così una carriera da giocatore di Quidditch professionista.

Quattro squadre, ventotto giocatori, e un solo possibile vincitore.

Inutile dire che ognuno di loro era pronto a fare qualsiasi cosa per partecipare a quello stage, ma le possibilità di mostrare il proprio talento, giocando con un temporale imminente, erano decisamente scarsissime.

James Potter lo sapeva bene.

Appoggiò la fronte al freddo vetro della finestra e chiuse gli occhi.

Sentì il rumore dei passi di Jo che si allontanava, ma non si voltò.

 

*

 

Lysander Scamandro giaceva affondato nelle morbide poltrone vellutate della Sala Comune.

Aveva dato una veloce occhiata a James, che appariva più depresso che mai, e aveva deciso di restargli lontano.

Aveva sperimentato sulla sua pelle che, avvicinarsi a James nei suoi momenti no, nuoceva gravemente la salute al prossimo.

Lorcan era seduto accanto a lui, immerso nella lettura di un libro. Lysander provò a sbirciarne il titolo, ma era scritto con caratteri dorati ondeggianti di un alfabeto strambo che lui assolutamente non conosceva.

Scosse le spalle e iniziò a fissare il fuoco.

Non era affatto preoccupato per la storia di Anderson, Lysander non aveva dubbi. Per quanto potesse essere bravo, James aveva il triplo del suo talento e il quadruplo della sua determinazione.

Anderson sarebbe stato un idiota a scegliere chiunque altro. Inoltre, giocare a Quidditch a livello professionistico non gli interessava affatto: per lui anche il più grande dei piaceri, se diventava un lavoro, smetteva di essere tale.

A Lysander piaceva giocare, ma non aveva nessuna intenzione di farlo diventare un mestiere.

James, invece, era nato per stare su una scopa.

A tormentare i suoi pensieri era, ancora una volta, Lily Potter.

Lysander non riusciva a spiegarselo. Mai era stato così ossessionato da qualcuno o da qualcosa.

Non riusciva a togliersela dalla testa in nessun modo, sorrideva ripensando alle sue battute o la cercava con lo sguardo in Sala Comune.

La cosa lo sorprendeva e lo irritava, ma non poteva farne a meno.

I suoi pensieri si posavano spontaneamente sulla curva dei suoi fianchi e non volevano saperne di andarsene di lì.

Sbuffò, e si guardò in giro. Come se avesse avuto un Lily-radar, i suoi occhi la individuarono subito.

Seduta affianco a due ragazze, scribacchiava qualcosa su una pergamena.

Ogni tanto diceva qualcosa che faceva ridere le sue amiche, poi ritornava a concentrarsi sui suoi compiti.

Ad un certo punto, come se avesse percepito il suo sguardo su di sè, voltò leggermente il capo e i suoi occhi incontrarono quelli del ragazzo.

Gli sorrise, e Lysander fece lo stesso, ignorando i battiti del cuore accelerati.

Possibile che quella ragazza lo attirasse più di una enorme fetta di torta al cioccolato?

Provò a comparare le due forme nella sua mente, da una parte vi era Lily che sorrideva, dall'altra una fetta di torta alta almeno 20 cm, con due strati di cioccolato e ricoperta da glassa.

Lily Potter aveva l'aria di essere più gustosa, e anche più dietetica.

Iniziò a domandarsi che sapore avesse.

«Secondo me ti sei preso una cotta» commentò Lorcan senza però staccare gli occhi dalle pagine.

«Secondo me tu sei stupido» rispose Lys, che spesso e volentieri si domandava se suo fratello non fosse capace di leggergli nel pensiero. Non aveva nemmeno smesso di leggere! Come diavolo aveva fatto a capirlo?

Sì, perché ormai Lysander Scamandro lo aveva capito. Dopo quasi un mese era giunto alla conclusione di avere una cotta per Lily Potter. Guerra o pace, quella ragazza gli piaceva troppo.

Lorcan chiuse lentamente il suo libro e lo posò delicatamente sul tavolo di fronte al divano «Sei cotto» constatò.

«Può essere» ammise Lys, sapendo che comunque mentire sarebbe stato inutile, «ma questi non sono affari tuoi» continuò, deciso a mantenere il proprio orgoglio di Grifondoro alla massima potenza.

«Okay...» mormorò Lorcan riprendendo il libro

«No, aspetta...» lo interruppe Lysander fermandogli il braccio.

Lorcan gli rivolse un mezzo sorriso, si mise a sedere comodo e lo guardò in attesta.

«Adesso che faccio?» chiese con tono infantile il gemello scemo, guardando l'altro con sguardo supplicante.

«Che fai?» chiese Lorcan sorpreso.

Lysander annuì convinto, guardando suo fratello con gli occhi spalancati. «Che devo fare?»

Lorcan aggrottò le sopracciglia.

«Ho bisogno di un piano» sentenziò Lysander convinto.

«Un piano?»

«Per conquistarla» spiegò, come se stesse dicendo una cosa ovvia.

«Lys, le ragazze non si conquistano facendo piani, si con...»

Ma Lysander non lo ascoltava, e aveva già tirato fuori penna e pergamena.

Iniziò a fissare la carta ingiallita con concentrazione e di tanto in tanto si massaggiava il mento con due dita, si grattava il naso e scribacchiava qualcosa. Lorcan intanto lo fissava stordito.

«Che cosa stai scrivendo?» provò a chiedergli, ma non ottenne risposta, così tornò a dedicarsi al suo libro.

Dopo poco però, Lysander sbuffò e stracciò la pergamena su cui stava scrivendo. Non possedeva abbastanza informazioni per poter elaborare un piano che funzionasse a dovere.

Così si alzò dal divano e si guardò intorno, sotto lo sguardo scettico di Lorcan.

Prese una pergamena pulita e si avvicinò ad Annie Jackson.

«Ciao» la salutò calorosamente, «Posso farti qualche domanda?»

Annie gli sorrise e lo invitò a sedersi al suo fianco. «Certo Lys, puoi chiedermi quello che vuoi»

«Esattamente, che cosa piace a voi ragazze?»

Il sorriso di Annie si allargò, e con pazienza iniziò la sua spiegazione.

 

*

 

 

Step 1. Raccogliere informazioni.

Cosa piace alle ragazze:

  • la cioccolata

  • i fiori

  • le cose profumate

  • i regali

  • gli abbracci

  • le attenzioni

  • i ragazzi coraggiosi

  • i galeoni

  • quando i ragazzi mi regalano le felpe

  • schiaffeggiare i deficienti ( appunto: non chiedere più informazioni a Jo)

  • i ragazzi con una bella scopa

  • i ragazzi dolci

  • i ragazzi forti

  • le canzoni d'amore

  • Scorpius Malfoy ( Quel troglodita rimbecillito piace alle ragazze?! Ma come è possibile?????!)

  • Le poesie d'amore

  • i giocatori di Quidditch (io gioco a Quidditch)

  • I tipi un po'... un po' come quel Malfoy ( ancora Malfoy? Ma come fa a piacere tanto?! è pure un Serpeverde!)

  • mmmh.... non saprei, i ragazzi alti credo. (Io sono alto!)

  • le sorprese! Le ragazze adorano le sorprese!

 

 

 

 

 

Lysander leggeva e rileggeva gli appunti che aveva preso in giro per la Sala Comune, intervistando tutte le ragazze che aveva incontrato in giro (evitando ovviamente di chiedere a Lily, avrebbe potuto destare qualche sospetto) e cercava di mettere insieme i pezzi di quel puzzle per poter elaborare piano che portasse Lily tra le sue braccia.

Scarabocchiava su quella pergamena, aggiungendo e cancellando annotazioni, inserì un paio di asterischi per annotare qualcosa di importante.

Poi sbuffò e si passò una mano tra i capelli.

Era ormai calata la sera, e aveva perso l'intero pomeriggio dietro a questo strambo progetto.

Ovviamente, Lorcan credeva che fosse una cosa stupida, ma lui aveva smesso ormai da anni di ascoltare i consigli di suo fratello.

Nonostante l'esperienza spesso gli avesse suggerito di fare il contrario.

 

*

 

Quella fu probabilmente la settimana più stramba che James Potter avesse mai vissuto.

Prima di tutto, aveva completamente perso il controllo sul tempo, i giorni si susseguirono veloci, l'uno uguale all'altro, tra le lezioni e gli allenamenti di Quidditch.

Infatti, il cielo sembrava aver deciso di regalare una tregua ai disperati giocatori, e dal martedì al sabato mandò loro solo delle leggere pioggerelle.

James fece scendere in campo la sua squadra ogni giorno, e nessuno osò lamentarsi.

Era abbastanza soddisfatto della situazione, la squadra funzionava bene, quel miniportiere che avevano era un vero fenomeno e tutti erano abbastanza grintosi ed eccitati.

Avevano dato davvero del loro meglio durante quegli allenamenti. La partita del giorno dopo sarebbe stata spettacolare.

La seconda cosa che lasciava perplesso James, era lo strambo comportamento di Lysander.

Era sempre distratto, o meglio, era sempre concentrato su qualcosa che non aveva nulla a che fare con ciò che lo circondava.

Passava ore a fissare il vuoto, ma per lo più scarabocchiava qualcosa su vecchie pergamene.

Andava in giro a fare domande assurde, e una volta lo beccò anche a leggere un libro di Trasfigurazione in biblioteca.

Sicuramente aveva qualcosa in mente, ma non volle farne parola né con lui né con Jo. Probabilmente Lorcan ne sapeva qualcosa, ma anche lui restava muto come un pesce.

Intanto, passava davvero pochissimo tempo con Rebecca, perché gli allenamenti di lui e lo studio di lei imponevano entrambi ritmi di lavoro che non coincidevano affatto, ma la cosa che lo sorprendeva di più era che né lei né lui sembravano soffrirci troppo.

James era sicuro dei suoi sentimenti nei confronti della ragazza, era la persona più meravigliosa che lui avesse mai conosciuto, e sapeva di essere incredibilmente fortunato ad essere il suo ragazzo.

Stare con lei lo rendeva felice. Tuttavia, poche volte il pensiero di Rebecca venne a tormentarlo durante quei giorni.

Forse perché era particolarmente preoccupato per la partita di domenica, oppure perché ormai le cose con lei avevano avuto sviluppi fin troppo positivi, ma Rebecca Rushner non era più la sua più grande ossessione.

Era seduto in Sala Grande, vicino ai soliti amici, e rifletteva su tutte queste stramberie guardando la sua bistecca al sangue, senza però riuscire ad addentarla.

Lysander era come al solito chino su quelle sue pergamene, e se qualcuno provava a sbirciare quello che vi scriveva lo mandava immediatamente al diavolo, o gli scagliava contro una fattura.

Lorcan mangiava la sua cena in silenzio, ascoltando Jo che discuteva con il resto della squadra dell'incontro che si sarebbe tenuto il giorno successivo.

«Stasera andiamo a letto presto» le disse, dopo aver attirato la sua attenzione picchiettandola su una spalla. «Niente festini, niente alcool, niente di niente. Voglio tutti carichi per domani. E se avremo qualcosa da festeggiare, la festeggeremo domani sera»

Lei non protestò, e nemmeno il resto della squadra. Anche se sapevano che probabilmente, l'adrenalina non li avrebbe fatti dormire.

E infatti, dopo cena, James si gettò direttamente sotto le coperte, ma il sonno proprio non voleva saperne di venire a fargli visita.

 

*

 

 

Step 2. Conoscere Lily Potter.

 

  • Dolce preferito: Torta di mele

  • Colore preferito: Blu notte

  • Materie preferite: Pozioni e Trasfigurazione.

  • Band Preferita: I Randagi di Diagon Alley

  • Hobby: Disegnare, leggere ricettari di dolci, romanzi babbani

  • Fiori preferiti: ????

  • Fratello preferito: Albus

  • Ragazzo preferito: Lysander Scamandro. (Informazione da verificare)

  • Situazione sentimentale: single

  • Ex ragazzi: un babbano del suo quartiere, Philip Afford, Tassorosso.

  • Abitudini: studiare in Sala Grande o in biblioteca, prendere appunti ai margini dei libri, non guardare quasi mai le partite di Quidditch, litigare con James, giocare a scacchi magici con le amiche, litigare ancora con James, rosicchiare le pellicine del pollice... ( in aggiornamento).

 

*

 

James si svegliò prestissimo, ma gli pareva di essersi addormentato solo pochi minuti prima.

Chiuse ancora gli occhi, provando a riaddormentarsi, ma con scarsissimi risultati.

Aveva il corpo completamente attorcigliato nelle lenzuola, segno del fatto che la notte precedente doveva avere avuto dei sogni inquieti. Ma concentrandosi, non riuscì a ricordare nulla.

Solo quella fastidiosa sensazione di ansia gli attanagliava lo stomaco, ma non era sicuramente dovuta agli incubi.

Si alzò di malumore e si infilò direttamente sotto la doccia, lasciando il pigiama e le mutande a giacere disordinati sul pavimento.

Infilò la testa sotto l'acqua calda, e i capelli bagnati gli si appiccicarono sul viso.

E se non fosse riuscito ad entrare in squadra? Avrebbe avuto altre occasioni?

Con un cognome come il suo, non avrebbe di certo incontrato ostacoli. Una sola parola di suo padre e sarebbe diventato Primo Ministro.

Ma James avrebbe voluto dimostrare a tutti di potercela fare da solo, ed era forse l'unica cosa su cui si trovava d'accordo con suo padre.

E se il Quidditch non fosse previsto nel suo futuro? Cos'altro avrebbe potuto fare lui, nella vita? Con una media così bassa, e con così pochi talenti?

Sbuffò. C'era sempre il negozio di scherzi dei suoi zii... ma a lui piaceva comprarli più che venderli.

Sospirò. Qualcosa sarebbe riuscito ad inventarsi, anche se non fosse riuscito ad emergere nel mondo del Quidditch.

Insomma, lui era James Potter.

Nel peggiore dei casi avrebbe sposato una ricca ereditiera e avrebbe vissuto di rendita per tutto il resto della sua vita, facendo il papà a tempo pieno.

L'immagine di se stesso che prepara il pranzo in grembiulino, in attesa che sua moglie torni dall'ufficio, rimproverando tre o quattro marmocchi, lo fece ridere e con quella specie di mezzo sorriso uscì dalla doccia.

 

*

 

Step 3. Conquistare Lily Potter.

  • Farsi vedere in biblioteca a studiare Trasfigurazione.

  • Andare in giro con difficili tomi di Pozioni.

  • Farle mangiare torta di mele.

  • Leggere un romanzo babbano.

  • Vestirsi di blu notte

  • Rimproverare James

  • Picchiare Philip Afford

  • Non andare alle partite. (James non me lo permetterebbe)

  • Giocare a scacchi magici

  • Essere carino con le sue amiche

  • Essere gentile con Albus

  • Rimproverare James

     

 

 

*

 

Quando scesero in campo, il cielo era ricoperto di nuvoloni grigi. Il freddo era pungente, ma la pioggia non sembrava prossima a cadere.

Jo guardò James, e gli rivolse un sorriso di rassicurazione.

Anche sotto i suoi occhi erano disegnate profonde occhiaie scure, come prova del fatto che anche il suo amico era rimasto sveglio a lungo la notte prima.

Jo aveva faticato molto ad addormentarsi. Adrenalina e preoccupazione non erano state una miscela troppo soporifera.

Quando aveva aperto gli occhi quella mattina si sentiva come se un enorme camino le fosse passato sopra ripetutamente durante la notte.

Aveva le ossa indolenzite e la mente annebbiata dal sonno. Decisamente non in buone condizioni per giocare bene.

In effetti, tutta la squadra sembrava non essere nel pieno della forma.

Le mani di Walt non la smettevano di tremare, Eliza sbadigliava continuamente, Roxanne fissava la sua scopa come se fosse paralizzata dalla paura.

L'unico ad apparire tranquillo era Lysander, che guardava tutti gli altri con aria divertita.

Ray invece, sprizzava energia da tutti i pori.

Saltellava da un giocatore all'altro, li incitava, li incoraggiava, blaterava frasi sconnesse come «Oh Merlino.. Anderson... Quidditch... giocare... non sto più nella pelle!»

«Secondo me quello sta in overdose da zuccheri» commentò Lysander indicandolo, con aria divertita.

Jo sorrise e non poté fare altro se non dargli ragione.

Entrarono in campo, tenendo le rispettive scope in una mano.

Jo diede un'occhiata agli spalti, e individuò subito Anderson seduto nella tribuna d'onore vicino agli insegnanti e alla preside.

Tra i tifosi dei Grifondoro individuò subito anche Rebecca e Logan, seduti vicini, che la salutarono con una mano. Lei rispose con un freddo cenno del capo.

Doveva restare concentrata ad ogni costo.

James e Scorpius Malfoy, i rispettivi capitani, si strinsero la mano con l'aria di chi ha molta voglia di stringere quelle dita intorno al collo dell'altro.

Non si erano mai sopportati quei due.

L'arbitro fischiò, e i quattordici giocatori salirono in sella alla scopa e si librarono in volo.

Jo teneva la sua mazza da battitrice stretta nella mano destra.

Individuò subito il primo bolide sfrecciare a pochi metri da lei, e vi si gettò letteralmente contro.

Lo colpì con forza, tenendo la mazza con entrambe le mani e reggendosi in equilibrio sulla scopa solo stringendo le gambe.

Mirò allo stomaco di uno dei cacciatori Serpeverde, e lo colpì in pieno.

Questi quasi cadde dalla scopa, ma all'ultimo riuscì a riprendere l'equilibrio.

Jo vide un altro cacciatore Serpeverde afferrare la pluffa e dirigersi verso la porta, raggiunse il bolide sfrecciando a zig zag, e lo colpì conducendolo nella direzione della serpe.

Era distante almeno cinque metri, ma riuscì a colpirlo ugualmente. Il giocatore perse la pluffa, che fu recuperata prontamente da Roxanne Weasley,che si diresse velocemente verso la porta avversaria.

«Dieci a zero per i Grifondoro!» urlò la voce della telecronaca, e molti esultarono dagli spalti.

Jo fece un veloce giro del campo, Malfoy stava marcando James stretto.

Probabilmente aspettava che Potter vedesse il boccino, per provare a soffiarglielo da sotto il naso.

Una tecnica incredibilmente Serpeverde.

Jo strinse ancora di più la mazza, fino a far sbiancare le nocche. Raggiunse il bolide e glielo lanciò contro, colpendolo alla schiena.

Era un colpo difficile, perché se avesse sbagliato mira di soli dieci centimetri avrebbe colpito James, ma Jo non aveva mai mancato un colpo.

Scorpius Malfoy fu balzato lontano, e si tenne stretto alla scopa per non precipitare.

Aveva praticamente quasi toccato terra quando riuscì a recuperarne il controllo.

Jo, però, non si fermò a guardarlo, aveva già visto un bolide sfrecciare verso la nuca di James, mandato là da uno dei battitori avversari.

Si precipitò in picchiata, e salvò il cranio dell'amico dall'ennesima frattura, spedendo quel bolide nell'intestino del Serpeverde.

«Grazie!» le urò James nel vento, prima di scendere in picchiata.

Intanto i Grifondoro avevano segnato altri cinquanta punti, e Ray era riuscito a non far passare nemmeno una pluffa.

Jo non potè fare a meno di lodare mentalmente quel ragazzino.

L'adrenalina le aveva fatto dimenticare completamente la preoccupazione e la stanchezza, e neanche il vento freddo, che le gelava le ossa attraverso la divisa, riusciva ad infastidirla.

Salvò Eliza dall'arrivo di un bolide, e ne scagliò un altro contro la scopa di Malfoy, che ancora una volta riuscì a non cadere per miracolo.

«Jo, guarda le spalle a James! A Malfoy ci penso io!» le urlò Lysander, mentre impediva ad un bolide di fracassare il cranio a Roxanne Weasley.

Jo fece segno di aver capito, posizionò la sua scopa vicino a quella di James.

Lui girava per il campo alla ricerca del minuscolo boccino.

James aveva le gambe molto lunghe, e quando camminava pareva a volte un po' impacciato.

Ma sulla scopa riusciva a mostrare un'eleganza e una grazia incredibili.

Sembrava davvero essere nato per cavalcare un manico di scopa.

Jo lo seguiva a pochi metri di distanza, intercettando prontamente i bolidi che provavano a colpirlo e mandandoli lontano, o facendoli schiantare contro un giocatore avversario.

Mise fuori gioco uno dei cacciatori Serpeverde, proprio mentre la voce della telecronaca annunciava che i Grifondoro avevano segnato un altro punto.

Jo vide James irrigidirsi sulla scopa. Aveva avvistato il boccino.

Si lanciò in picchiata, con il braccio teso di fronte a sé.

Purtroppo, Jo non era l'unica ad essersene accorta: anche Scorpius Malfoy ora avanzava in quella direzione, con il manico della scopa puntato verso il basso per acquistare velocità.

Jo sfrecciò subito nella sua direzione con la mazza puntata, gli tagliò la strada con la scopa, e lo costrinse a frenare bruscamente.

«Togliti di mezzo!» ringhiò il biondo, guardandola con odio, ma Jo aveva già avvistato il bolide.

Lo raggiunse velocemente e lo colpì, spedendolo dritti dritto nello stomaco di Malfoy.

Il biondo emise un lamento strozzato e lasciò la presa sulla sua scopa, iniziando a precipitare verso il basso.

In quel momento l'arbitro fischiò.

James aveva preso il boccino.

I Grifondoro avevano stracciato i Seroeverde duecentocinquanta a zero.

Discesero tutti in picchiata, lanciarono via le scope.

Urlavano, gioivano, cantavano.

Jo non si era mai sentita così felice in vita sua. Sette persone strette in un unico abbraccio, mani che la accarezzavano, la spingevano.

James la strinse forte e la sollevò in aria, poi le stampò un bacio sulla guancia.

 

*

 

L'intera Sala Comune dei Grifondoro era in festa.

Lysander e James erano frettolosamente scappati da Mielanda per rifornirsi di viveri e dolci per festeggiare, e quella sera, la Sala era colma di cibo e di persone.

Corvonero e Tassorosso erano stati infiltrati per unirsi ad i festeggiamenti.

Un giradischi sparava a palla l'ultimo disco dei Barbagianni Allegri, molte ragazze ballavano al centro della Sala, ragazzi e ragazze erano seduti ai tavolini e chiacchieravano allegramente.

Era stato introdotto anche del Whisky Incendiario ed altre bevande alcoliche, e molti ragazzi erano già particolarmente brilli.

James e Lysander, ovviamente, erano stati i primi ad attaccarsi alla bottiglia, ed ora erano al centro della pista, ballando insieme come una coppietta, con gli occhi lucidi e le guance vagamente arrossate.

Jo li guardava divertiti, seduta su un divano mentre Ray raccontava a delle ragazze del quinto anno le sue fantastiche performance.

Lorcan lo ascoltava sorridendo. «Diventerà un Playboy» commentò scherzando, e Jo scoppiò a ridere.

«Idromele?» le chiese Logan avvicinandosi, e porgendole un bicchiere.

Jo accettò, e lui le si sedette affianco.

«Sei un vero fenomeno sulla scopa» le disse sorridendo, e le guance di Jo, già rosse per via del Whisky, infiammarono ancora di più.

«Grazie» rispose, costringendosi a non distogliere lo sguardo. Lui le sorrise.

Si portò il bicchiere di idromele alle labbra e sorseggiò con calma.

Rebecca era seduta da sola su una poltrona rossa con lo sguardo perso sulla folla.

Sembrava l'unica persona in quella stanza a non essere felice della schiacciante vittoria dei Grifondoro.

Jo si sentì un po' dispiaciuta per lei. James era così preso dai festeggiamenti che la stava totalmente ignorando, intento a ballare e a mettersi in mostra con Lysander.

Il biondo, da parte sua, sembrava aver ritrovato tutta la carica e la voglia di vivere che aveva perso durante quella settimana, passata a scribacchiare appunti su pergamene ingiallite.

«Rebecca ultimamente è un po' strana» disse Logan, come se le avesse letto nel pensiero, «è sempre distratta, sorride raramente...»

«Se è per colpa di James, più tardi gli farò una bella ramanzina» promise.

«Non credo» rispose lui, «penso che sia per Dominique, hanno litigato un bel po' di tempo fa, ma a lei manca...»

Jo annuì. Lo aveva immaginato.

Cercò con lo sguardo Dominque Weasley e la trovò a ballare tra la folla, circondata da ragazzi.

Era davvero bella, con i lunghi capelli biondo fragola che le cadevano morbidi sulle spalle.

Aveva un corpo stupendo, sottile e raffinato, ma con le curve al posto giusto.

Jo provò un moto d'invidia nel vedere i suoi fianchi morbidi e rotondi che si muovevano a ritmo di musica.

Un ragazzo le si avvicinò e provò a baciarla, ma lei lo respinse e andò a prendere da bere.

Il suo sguardo intercettò quello di Rebecca, si fissarono per un po' senza dire nulla, poi Dominique si voltò e afferrò una bottiglia di burrobirra.

«Ti va di ballare?» le chiese Logan.

Lei non voleva rifiutarlo, ma era davvero incapace di muoversi con grazia.

«Sono un disastro» rispose sinceramente, «potrei staccarti un piede»

Logan rise, ma le afferrò un polso. «Non importa, siamo qui per divertirci, non per dare spettacolo» disse, e la trascinò in pista.

Le mise le mani sui fianchi ed iniziò a ballare. Jo ci provò a muoversi un po', ma non ne era per niente capace.

Logan la fece girare un po', poi le sorrise «è vero, sei un disastro»

Ma non c'erano note di scherno nel suo tono, lo disse quasi con dolcezza.

Jo rise «io te lo avevo detto»

«Però sei bellissima»

«Sei ubriaco?» chiese lei, schernendolo.

«Forse un po'» rispose lui sincero. «Ma penso che tu sia bellissima anche quando sono sobrio»

Jo arrossì, e con l'audacia regalatogli dall'alcool gli chiese «Allora perché non mi baci?»

Lui sorrise e l'avvicinò a sé, stringendogli la vita con le braccia.

Rimase qualche secondo fermo, con il suo naso che sfiorava quello di lei, e i respiri che si confondevano.

Poi la baciò piano, con estrema calma, come se stesse assaporando un piatto particolarmente gustoso.

Le sue mani si spostarono, e le accarezzarono il viso, i capelli, poi scesero ad accarezzarle le braccia, i fianchi.

Jo lo lasciò fare, chiudendo gli occhi. Poi qualcosa di leggero la colpì in faccia.

Si staccò da Logan sorpresa, e afferrò l'oggetto che le era appena piombato in testa.

Era una maglietta.

Si guardò intorno, e individuò pochi secondi dopo James a torso nudo, che ballava su un tavolo muovendo il bacino in maniera sensuale, accarezzandosi i capelli e il petto.

Jo e Logan scoppiarono a ridere.

«Nudo! Nudo! Nudo!» urlava Lysander da sotto il tavolo, poi si tolse anche lui la maglietta e la gettò lontano.

Provò a salire sul tavolo dove James stava ballando, ma inciampò su una sedia e cadde lungo disteso.

«Chi vuole che tolga anche i pantaloni?» urlò James, e la sua domanda fu accolta grida di assenso, sia femminili che maschili.

James iniziò a slacciarsi la cintura, e a quel punto Jo, che era ancora abbastanza lucida, decise che era arrivato il momento di intervenire.

«Vado ad impedirgli di togliersi anche le mutande» disse a Logan, che annuì sorridendo.

Afferrò James per un polso e lo costrinse a scendere dal tavolo.

«Vieni subito giù» lo rimproverò

«Uffa Jo!» protestò lui, come un bambino a cui è appena stato tolto un giocattolo, ma si lasciò trascinare lontano dalla folla, mentre alcune ragazze urlavano un «noooooo» lamentoso.

Jo cercò Rebecca tra la folla, ma non la trovò.

Fece sedere James su un divano e gli fece bere un bicchiere d'acqua.

«Non è una bella idea fare lo spogliarello davanti a tutti» gli disse.

James non rispose, chiuse gli occhi e si accasciò sul divano.

«Mi gira la testa» mormorò

«Credo che tu abbia alzato un po' troppo il gomito»

«Hai baciato Logan» le disse, tenendo sempre gli occhi chiusi e la testa appoggiata allo schienale del divano.

«Sì» rispose lei sinceramente

«Mi riposo un po' e poi riprendo a festeggiare» disse ancora lui. Evidentemente non era capace di tenere su una conversazione coerente.

«Mi sembra una buona idea, cerca solo di tenere quello che hai nelle mutande, dentro le mutande»

«Ti voglio bene»

«Anche io»

«Mi abbracci?»

Jo si sedette affianco a lui e lo strinse forte tra le braccia. Lui affondò la faccia nell'incavo del suo collo, e le fece il solletico con i capelli.

«Sono felice» mormorò

«Di cosa?» chiese Jo perplessa, ma sorridendo.

«Che mi stai abbracciando» disse lui, come se fosse ovvio.

Il sorriso di Jo si allargò, ma dopo un po' si sentì in colpa. Vide Logan che li fissava, con un bicchiere di Wisky in mano.

Gli sorrise timidamente, e lui le fece segno di avvicinarsi.

«James, ti dispiace se mi allontano un attimo?»

«Resta qui» mugugnò lui.

Jo guardò i capelli spettinati di James, e poi Logan che la rimproverava con lo sguardo.

«Dopo» mimò con le labbra.

Logan si girò e si allontanò. Poco Jo vide la sua schiena scomparire dietro il ritratto della signora grassa.

Era andato via.

 

*

 

 

Nota: Ciao amiche e amici di EFP, forse vi ricorderete di me come quella che una volta scriveva una fanfiction!

Non sono morta, solo molto molto impegnata.

Come al solito vi chiedo scusa per gli incredibili ritardi negli aggiornamenti, ma mi si è rotta la Giratempo. :(

Ad ogni modo, spero davvero che questo capitolo vi sia piaciuto!

Il prossimo sarà dedicato quasi completamente allo Step 4. Pratica, di Lysander! u.u

Secondo voi il suo piano funzionerà?

Un abbraccio fortissimo! A presto <3

 

 

 

 

   
 
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