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Autore: ShawnArms    15/11/2014    1 recensioni
Hermione sorrise.
- E vuoi tu Hermione Jean Granger prendere Harry James Potter come tuo sposo?
- Lo voglio.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Ginny, Harry/Hermione, Luna/Ron
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Come d'incanto'
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*Pov di Harry*

Penso che se me lo avessero detto non ci avrei mai creduto. Ma ovviamente mi sarei sbagliato alla grande.

A quanto pare Ron si è finalmente svegliato ed è diventato un uomo. No, ma che accidenti sto dicendo? Ron rimarrà per sempre quel bambino che dieci anni fa fu smistato in Grifondoro insieme a me.

Se dovessi riassumere questi anni passati assieme starei a raccontare per ore, per giorni forse. Ron, testa rossa bacata che non sei altro! Sei il fratello che non ho mai avuto, il mio compagno di ca ... scusate ragazze, di cavolate, quello che resta sveglio fino a mezzanotte per finire uno stupido compito che hai rimandato all'ultimo.

Sei la prima persona di cui io conservo un ricordo materialmente felice. Saresti stato a casa mia tutte le estati se ... sì, se i miei genitori si fossero smaterializzati in tempo. Ma chissà dove sarei ora?

Potrei essere nelle file di Serpeverde, magari ti avrei preso in giro per anni, magari ... magari sarei diventato il migliore amico di Malfoy. Anche se mi si accappona la pelle al solo pensiero. Scusa Ginny.

In definitiva posso dire che tu, Ronald Bilius Weasley, sei il miglior idiota che io abbia mai conosciuto.

***

Quando Harry finì il suo discorso da testimone ci furono alcuni istanti di silenzio poi come per magia, uno scrosciante applauso si levò dalle persone davanti a lui.

Anche se sperò con tutto il cuore di non farsi vedere, Ron fu beccato da Harry con la testa tra le mani che piangeva in silenzio. Nessuno poi avrebbe potuto dire se le lacrime fossero per l'emozione o perché il suo migliore amico l'aveva definito un idiota davanti a duecento persone.

Dopo altri discorsi inframmezzati da risate, luccichii d'occhi o colpi di tosse per sdrammatizzare, la sposa fece la sua entrata.

Accidenti, accidentaccio. Mi stanno fissando tutti! Oh no, è perché sono incinta di sei mesi? Sì di sicuro.

La prima cosa che Ron notò fu la gonna di pizzo invecchiato: seguiva le forme di Luna come se fosse una seconda pelle. Saliva stretta e poi si allargava in corrispondenza dell'erede Weasley.

L'abito aveva il corpetto morbido e un nastro di raso passava sotto il seno della ragazza. I lunghi capelli biondi erano stati raccolti in una complicata treccia, decorata con fiori freschi, che le pendeva sulla schiena.

A quanto pare i gusti della ragazza avevano avuto la meglio nella scelta degli orecchini: dalle piccole orecchie le pendevano due grappoli d'uva fresca.

Ma la vera bellezza era negli occhi della ragazza: c'era voglia di vivere, impazienza e una grandissima felicità.

Quando la ragazza raggiunse il promesso sposo, Xenophilius, vestito con una famigliare veste gialla, fece l'occhiolino a Ron e gli stinse la mano.

Finalmente la cerimonia ebbe inizio e da qualche parte un'orchestra di archi cominciò a intonare una melodia soffusa.

L'officiante, che assomigliava in modo assolutamente casuale a Neville, declamò con enfasi le solite frasi del caso e poi, chiese ai due sposini di recitare le promesse.

Quasi contemporaneamente accaddero due cose alquanto bizzarre: Ron sbiancò di colpo, come se si fosse reso conto di essersi dimenticato qualcosa e, tutte le persone, si alzarono o si voltarono, a seconda, per capire la provenienza di un urlo.

Non ci si mise molto a individuarne la fonte: Hermione era in piedi, una mano sulla bocca e l'altra appoggiata sul ventre. Poco sotto una macchia si era allargata sul vestito chiaro.

- Le si sono rotte le acque!! Fate largo alla nonna!! – Molly si era alzata e stava correndo verso la ragazza, ancora sotto shock.

***

*P.O.V. di Hermione*

Lo sapevo che qualcosa quel giorno sarebbe andato storto, ma non avrei mai potuto immaginare che, dopo nove mesi, mio figlio (o figlia) avrebbe repentinamente deciso di nascere.

Vidi Molly raccogliere alcune borse per poi, venire verso di me.

- Tesoro mio, saluta chi devi salutare, acciuffa tuo marito e vai al San Mungo: c'è già una stanza prenotata a tuo nome.

Lì per lì rimasi senza parole: quella donna non avrebbe mai finito di stupirmi.

- Ma Ron, Luna, Ginny e ... sì, mi rincresce ma sì, Draco?

-Non ti preoccupare, una volta finito qui arriviamo pure noi, ok?- sulle sue labbra si formò un sorriso ansioso.

Le feci un rapido cenno di assenso, presi un alquanto imbambolato Harry per la mano e agguantai le borse di stoffa che Molly mi tendeva.

Prima di compiere la mezza giravolta, salutai con lo sguardo Ginny, rossa per l'emozione.

In un vorticoso attimo ci ritrovammo nell'accettazione dell'ospedale. Quella sera c'era parecchio movimento e ci mettemmo un buon quarto d'ora, durante il quale le fitte andavano aumentando, a trovare un medimago disposto ad ascoltarci.

I seguenti dieci minuti li passai in una grande stanza dipinta di bianco con alcune infermiere che mi applicavano sensori per il battito cardiaco, targhette di riconoscimento e, infine, facevano una rapida bacchetto grafia al bambino (o all'eventuale bambina).

Sì, avevo obbligato Harry ad aspettare il parto per conoscere il sesso del piccolo, anche se non me lo perdonerà mai.

- Se è femmina come la chiamiamo? – aveva detto lui con la testa sepolta tra le braccia

- Vorrei darle un nome elegante, magari preso da qualche libro famoso.

- Mhhh, che ne dici di ... di ... Helena?

Lo disse e me la figurai, Helena, che passava i pomeriggi a leggere con me nel salotto, alla soffusa luce di una lampada. Harry intuì la mia approvazione quando scorse le scintille nei miei occhi.

-Direi che Helena è aggiudicato, poi come secondo nome?

-Lily? – chiesi io dolcemente.

Qualcosa passò rapidamente negli occhi di Harry. Rimase in silenzio per un po' poi sorridendo disse:

- Io non me la vedo una Lily con i capelli neri, quindi pensavo a Sophia.

Helena Sophia Potter. Raffinato e femminile, perfetto.

- E se è maschio? – chiesi io, che volevo assolutamente una femmina. Quel cocciuto invece, pensava già ai trofei che il figlio avrebbe fatto vincere ai Grifondoro, perché anche di quello era assolutamente sicuro.

- Ah, su questo non ho alcun dubbio, Jonathan James Potter! E farò incidere il suo nome sulla scopa.

Al solo ricordo mi scappò una risata. Una delle infermiere mi ammonì bruscamente:

- Se continua a ridere così, nasceranno in corridoio!

Per un momento rimasi interdetta: nasceranno? Mi convinsi di aver sentito male, a causa del rumore del sobbalzo delle ruote della barella, che prendeva dentro nello sconnesso pavimento di piastrelle, su cui mi avevano fatto sdraiare.

Le pareti della sala parto erano di un azzurro smunto assai triste. Quando mi fecero scendere per farmi sdraiare sul lettino per il parto, scorsi dei famigliari e al momento molto ansiosi, occhi verdi.

Harry si avvicinò e mi diede un bacio sulla fronte.

- Sono pronto per conoscere Jonathan! – sussurrò vicino al mio orecchio

- No ti sbagli, devi preparare la culla rosa, Helena sta arrivando – sorrisi io.

Un irritato colpetto di tosse del Dottor Duerre, il mio ginecologo, interrusse il nostro dialogo.

- Bene signorina Granger quando si sente pronta cominci a spingere più forte che può.

Anche se al corso pre-parto mi avevano assicurato che non avrei sentito nulla, nulla fu proprio quello che non sentii.

***

Harry avrebbe voluto tapparsi le orecchie ma sarebbe sembrato alquanto scortese. Nel suo piccolo si rallegrò di non essere al posto di Hermione, che in quel momento stava urlando come un'ossessa.

Intuendo i suoi pensieri, un'ostetrica grassoccia gli lanciò un'occhiata tremenda. Sembrava volesse dirgli: "Spero che tu, nella prossima vita, nasca provvisto di utero!".

Il dott. Duerre si rivolse a Harry:

- Signor Potter, vedo la testa! Con le prossime spinte dovrebbe essere fuori, vada a prendere la forbice che tra poco deve tagliare il cordone ombelicale!

Si sentì un tonfo sordo: il ragazzo si era afflosciato contro il muro. Il medico buttò gli occhi al cielo.

- Mentre qualcuno lo fa rinvenire, potete passarmi le forbici?

La donna grassoccia si avvicinò a Harry e lo schiaffeggiò un po'. Quello però, non sembrava intenzionato a risvegliarsi prima della fine del parto.

Nella stanza si diffuse un pianto acuto. Il ginecologo sorridendo, si avvicinò a Hermione:

- Signora Granger, ho l'immenso piacere di presentarle sua figlia Helena Sophia Potter.

L'uomo le posò il fagottino in braccio: la piccola aveva un ciuffetto di ricci capelli castani e, quando percepì il calore materno, decise di aprire gli occhi.

Quelli di Harry.

In quel momento Hermione, che per mesi si era preoccupata di non possedere il senso materno, sentì il dovere di proteggere quella cosina indifesa. Helena guardò curiosa il viso sudato della madre. La ragazza le accarezzò la testolina, la bimba sorrise mestamente e si addormentò.

Un'ostetrica con i capelli rossi le tolse delicatamente la piccola dalle braccia, con un colpo di bacchetta la pulì e poi le infilò un morbido pigiamino giallo.

Hermione si stava per rilassare quando, a un tratto, sentì un'altra fortissima fitta. Con sgomento si rese conto che: prima aveva sentito bene e, soprattutto, il parto non era finito.

Il dottor Duerre rimase un attimo interdetto, poi, si rimise davanti a Hermione pronto a ricevere il secondo.

- Come prima signora Granger! Spinga, respiri, spinga!

Alle ore 21:30, dopo dieci minuti di travaglio, il secondogenito Potter venne al mondo.

Potter senior rinvenne solo quando sentì un pianto infastidito e sonnolento: Jonathan era assai scontento della posizione in cui era.

Duerre lo stava tenendo per i piedi. Quando infatti lo aveva tirato fuori,stava dormendo e, per svegliarlo, aveva dovuto dargli una piccola sculacciata.

Il sottoscritto, ovviamente, non aveva per nulla gradito il trattamento che gli era stato riservato.

Jonathan era l'esatto opposto della sorella: nervoso, biondo e con gli occhi di Hermione. Provarono a calmarlo ma non ottennero alcun risultato, anzi, sembrò quasi che il pianto di Jonathan si fosse amplificato. Harry, che fino a quel momento si era tenuto in disparte, si fece avanti timidamente e chiese:

- Posso provare a tenerlo in braccio?

Il bambino gli fu consegnato con cautela e come d'incanto, quello si calmò. Harry non aveva mai visto nulla di più bello.

Il piccolo lo fissava imbronciato ma sembrava che volesse imitare l'espressione incredula del padre: sgranava gli occhi e faceva piccoli gorgheggi con la bocca, come se anche lui stesse ridendo dell'espressione del padre.

Il ragazzo sollevò una mano e passo il pollice sulla fronte del figlio: quello, riconoscendo il tocco che per mesi aveva sentito attraverso la pancia della madre, abbozzò un sorriso e si agitò contento tra le braccia di Harry.

   
 
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