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Autore: BettyLovegood    16/11/2014    2 recensioni
Alice è una semidea.
Il suo migliore amico Lucas è un satiro.
Ha un fratellastro gemello che non ha mai conosciuto.
Suo padre è un dio.
La morte di sua madre non è stata casuale.
Dal capitolo 5:
Alice si era definitivamente stancata. –Mi sapete dire chi diamine è questo Percy?- urlò improvvisamente.
 Ma la ragazza non dovette aspettare una risposta. Qualcuno uscì dalla porta.
 Era un ragazzo alto con i capelli neri scompigliati e gli occhi verde mare. Era la copia esatta di Alice.
La ragazza lo studiò: il modo in cui curvava le spalle, il viso, i lineamenti , tutto era così simile a lei.
Era come vedere se stessa in versione maschile.
Dal capitolo 14:
-Alice, domani posso dire a tutti di essere andato a letto con te?- Mi ha chiesto improvvisamente.
 Ho alzato la testa per guardarlo e lui é scoppiato a ridere.
 -Sto scherzando!- ha detto.
 Ho riso insieme a lui. Se c'é una cosa che Leo sa fare é farmi ridere nei momenti più tristi e io lo adoro per questo.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: I sette della Profezia, Mostri, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Stai davvero fissando quel ragazzo?-
 -Mmmmh-
 -Alice seriamente sei interessata a QUEL ragazzo?-
 Alice spostò lo sguardo dal ragazzo seduto in fondo alla sala e fissò l'amico seduto al suo fianco.
-Cosa c'è che non va in lui?Guardalo ha un'aria così misteriosa.- rivolse nuovamente lo sguardo al ragazzo biondo che si accorse di lei e le sorrise. Alice arrossì e distolse lo sguardo.
-Mmmh, fammici pensare- Lucas assunse una finta aria pensierosa -Credo sia troppo perfetto. Insomma guardalo con quella sua chioma bionda, i muscoli e tutto il resto. Sembra uno di quei tipi fissati per la palestra. Scommetto che avrà anche qualche volgare tatuaggio da qualche parte. Pensavo avessi standard più alti.-
Alice tornò a guardare il biondo infondo alla sala che era ritornato a leggere il suo libro. Spostò lo sguardo sul suo corpo e notò una macchia scura, una scritta.
 -Beh, credo che sui tatuaggi tu abbia ragione. Guarda il suo braccio.-
-Lo sapevo!- esclamò Lucas voltandosi a guardare.
-Cosa sono queti pregiudizi sulle persone con i tatuaggi? Anche io me ne farò uno appena diventerò maggiorenne.- Lucas improvvisamente s'irrigidì. Annusò l'aria e si alzò di scatto.
-Mostri- sussurrò. -Alice dobbiamo adarcene- tirò l'amica con un braccio ma lei non si mosse. -
Cosa? Siamo appena arrivati!- prese il libro dal tavolo e lo aprì. Ma Lucas lo richiuse.
 -Alice ho detto che dobbiamo andare. E' urgente.- non guardava l'amica ma spostava nervosamente lo sguardo da destra a sinistra.
-Lucas ti senti bene?- lo ragazza lo guardò più irritata che preoccupata. Era abituata alle finte malattie dell'amico. Lo faceva spesso.
-No, in realtà non mi sento molto bene- tirò per un braccio Alice e la fece alzare. La ragazza sbuffò infastidita e fece per raggiungere la porta ma l'amico la bloccò.
 -Usciamo dal retro.-
-Diamine Lucas sei davvero insopportabile stamattina. Che c'è che non va nell'uscita principale?- Alice non ebbe bisogno di una risposta. Davanti alla porta il ragazzo biondo che prima stava fissando li stava guardando con un sorrisetto. Era davvero inquietante. Girò su se stessa e seguì il compagno sul retro. Una volta fuori furono investiti dall'aria gelida. Si trovavano in uno dei tanti vicoletti di Roma e prima che lei potesse chiedere qualcosa Lucas l'afferrò per la mano e iniziò a correre.
 Dopo parecchi metri si fermarono a prendere un pò d'aria. Alice crollò su una panchina sfinita.  La ragazza si guardò intorno. Erano entrati in un parco che stanamente era silenzioso e vuoto. Era mezzogiorno di sabato mattina, quel parco doveva essere pieno di bambini urlanti e di genitori stressati. Ma l'unica persona oltre a loro due presente lì era una bambina sui dieci anni che li fissava sorridendo.
-Ciao piccola- salutò Alice. - Per caso ti sei persa?- fece per avvicinarsi ma Lucas la fermò. Lei si girò furiosa ma lui non la pensò. Stava fissando la ragazzina in modo assassino.
-Elia- mormorò.
 Ok. Lucas stava davvero esagerando.
- Cosa diamine hai oggi?- gli urlò contro. In tutta risposta lui la spinse di lato. Alice cadde a terra. Si rialzò furiosa pronta a dare una bella lezione al suo amico ma fu fermata da una risata gelida. Si voltò e dove prima c'era la ragazzina adesso c'era una terribile donna. Ok, forse non è il caso di chiamarla donna. Aveva dei serpenti al posto dei capelli, lunghi artigli e al posto delle gambe aveva due orribili zampe da gallina. Alice indietreggiò spaventata. -Ciao Alice, come stai?- la donna-gallina le sorrise muostrosamente. Dalla bocca scintillarono due zanne affilate. Alice era spaventata e quando si spaventava di solito dava di matto.
-Cosa sei di preciso scusa? E come fai a conoscere  il mio nome?-
 -Sfrontata la ragazzina.- il mostro rise. - Io sono una gorgone e conoscosco il tuo nome perchè ultimamente sei molto famosa mia cara. Loro mi pagheranno molto bene per la tua morte.- la donna cercò di avvicinarsi ma Lucas le si piazzò davanti.
-Non ti avvicinare stupida gorgone puzzolente- gli ringhiò contro.
 -Oh, ciao Lucas, come sta il tuo amichetto George?- la donna rideva di nuovo.
 Lucas tremava di rabbia. -Non nominarlo!- urlò. La donna si leccò le zanne che scintillarono sotto la luce del sole.
-Sai potresti raggiungerlo molto presto.- La gorgone si lanciò in avanti e Alice fu scaraventata nuovamente a terra da Lucas. Quando si rialzò vide il suo amico dare un calcio al mostro sul petto. La gorgone volò via andando a sbattere vicino ad una panchina e si accasciò.
 La ragazza rimase senza parole. Lucas non aveva più i pantaloni,ma la cosa sconvolgente era che al posto delle gambe aveva un bel paio di zampe da capra complete di zoccoli.
 Non si riuscì a trattenere. - Tu sei davvero una capra- esclamò con voce isterica.
 Lucas rise, diede le spalle al mostro e si voltò a guardarla. - Noi preferiamo essere chiamati satiri-
Alice era ancora parecchio sconvolta dal fatto che il suo amico fosse una capra (-no, satiro!- si disse) ma si accorse che la gorgone si era rialzata e stava per attaccare Lucas alle spalle. Afferrò un coperchio del bidone dell'immondizia e lo sbattè in faccia al mostro con tutta la forza che aveva. La gorgone colta di sorpresa gemmette e si accasciò a terra priva di sensi.
-Nessuno può toccare il mio amico satiro!- le urlò contro.
 Lucas rise e l'abbracciò forte. - Senti Alice non c'è tempo per le spiegazioni. Devi scappare.- Frugò tra le tasce del suo cappotto e prese un paio di chiavi. - Tieni.Vai nel mio appartamento,nel secondo cassetto della scrivania c'è un biglietto aereo per Long Island. Vai all'aereoporto e domanda di Kate,mostrale il biglietto e dille che ti ho mandato io,lei ti aiuterà.- Alice guardò l'amico. Fose le era sfuggito qualcosa.
 -Lucas dove vuoi che vada?- chiese.
-Oh dei!Alice ascoltami...-cominciò lui.
-No Lucas ascoltami tu. Io non vado da nessuna parte,non lascio Roma. E poi perchè dovrei?- aveva iniziato a parlare a raffica,lo faceva spesso quando era arrabbiata. Ed era davvero arrabbiata. Il suo migliore amico le aveva nascosto di essere un satiro, quella stupida donna-gallina la voleva uccidere e a quanto pare aveva già ucciso qualcuno di nome George. Chi diamine era George?
 Il cervello di Alice era entrato in modalità confusione. Aveva bisogno di risposte.
 -Alice diamine ascoltami...-
-No. Perchè quell'essere ha detto che sono famosa?- iniziò.
-ALICE MAY GARDEN ASCOLTAMI!-  Lucas la interruppe urlando. -Vedi questo mostro steso quì terra?- indicò con un gesto la gorgone che stava iniziando a muoversi ringhiando. Le diede un calcio in testa talmente forte che lei si disintegrò in una polvere dorata. - E' venuta fin quì per ucciderti e non è la sola ad essere sulle tue tracce.-
 -Ma...- cominciò la ragazza.
 -Niente ma Alice. Devi scappare. Fa quello che ti ho detto e una volta arrivata in Amerca avrai tutte le risposte che vuoi.-
 Ma Alice non si mosse.
-No- sussurrò fissando il punto dove era scoparso il mostro.
 Lucas sbuffò ma subito dopo rise.
-Sai sei una persona incredibile. Io ti dico che ci sono mostri che ti vogliono uccidere e tu non sei ancora scappata. Qualsiasi altra persona sana di mente sarebbe già andata via da un bel pò.-
Alice sorrise a sua volta guardando l'amico.
-Beh sappiamo entrambi che non sono molto sana di mente e poi non vado da nessuna parte senza il mio amico satiro che è capace di distruggere un mostro con un calcio.-
Lucas era rimasto senza parole. Abbracciò forte l'amica.
-Non posso venire.- disse - Dovrò restare quì a proteggerti. I mostri vedendomi crederanno che tu sia ancora con me e invece tu sarai già lontana. Nessun satiro lascia mai il suo protetto da solo,è la pratica.-
Alice fissò l'amico.I suoi occhi verdi si incontrarono nei suoi marroni.
-Ma così i mostri seguiranno te!- gli disse preoccupata.
-Beh si. Ma per te farei questo e molto altro splendore. - le disse sorridendo. -E poi non posso lasciare che ti mostri di uccidano. Io cosa farei il sabato mattina senza di te e il tuo shopping?-
Alice rise e si asciugò le lacrime.
-Lucas...-cominciò. Ma non terminò la frase. Voleva dirgli tante di quelle cose,non voleva che lui mettese in pericolo la sua vita per lei.
-Ehi, è il mio lavoro.- le disse lui - E sappiamo entrambi che le capre portano sempre a termine i propri lavori.-
 -Beh, grazie.- gli disse semplicemente lei. - Grazie di tutto.-
 -E' un piacere difendere la tua vita splendore.- Lucas la strinse forte. - Ora va,abbiamo già perso troppo tempo.-
Alice annuì e fece per andaresene ma Lucas la chiamò e le prese la mano.
-Ehi,quasi dimenticavo. Quando arrivi al Campo devi assolutamente conoscere Percy, è importante.-
 -Di che Campo stai parlando?E come faccio ad arrivarci?- iniziò lei. Ma dell'espressione sul volto dell'amico capì che la risposta poteva averla in America.
 -Quando arrivo al Campo devo conoscere Percy, ok. Afferrato.- fece per andaresene ma Lucas le teneva ancora la mano. Si tolse qualcosa dal braccio e lo legò al suo. Alice abbassò lo sguardo curiosa e vide che si trattava di un braccialetto di legno. Sopra c'era inciso un nome: Lucas.
-Così quando conoscerai i tuoi nuovi amici non ti dimenticherai di me facilmente.-
Alice lo guardò dalla testa ai piedi e  scoppiò a ridere.
-Come faccio a dimenticarmi di te? Hai delle gambe così fantastiche che non penserò ad altro per secoli.-
Lucas rise e si allontanò facendo finta di stare su una passerella. Alice lo guardò per un pò dopodichè le venne una cosa in mente.
-Ehi Lucas chi era il biondo della libreria?- urlò.
 -Era un romano. Alice non fidarti dei romani.-
 Si voltò e sparì tra gli alberi.
   
 
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