Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Kasumi22    16/11/2014    4 recensioni
(spoiler del quarto capitolo)
Mi trovavo in posizione supina, le gambe allargate. Levi mi sovrastava, il ginocchio destro a sfiorare il cavallo dei miei pantaloni, le mani che mi fermavano i polsi e il suo viso così vicino al mio che i suoi capelli corvini solleticavano la mia fronte. Sogghignò malizioso, ma non accennò a lasciarmi andare.
“Tu, devi smetterla di stuzzicarmi,” sussurrò avvicinandosi al mio orecchio “o finirò per non controllarmi più.”
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Fan fiction rigorosamente Ereri. I due avranno modo di conoscersi meglio nell' ex quartier generale della Legione Esplorativa.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Eren, Jaeger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oh Göttin, lass mich unsterblich werden durch deinen Kuss.
Oh dea, rendimi immortale con un tuo bacio.



 

Eravamo tutti riuniti attorno al grande tavolo di legno nella sala da pranzo, a guardare orripilati il piccolo maialino posto al centro della tavola. Era stato adagiato su una teglia d'argento e la piccola mela che gli riempiva la bocca rendeva la scena ancora più macabra di quanto già non fosse. Nessuna aveva intenzione di offendere Hanji rifiutandosi di mangiarlo, per questo tenevamo tutti il capo chino, non azzardandoci a guardarla in faccia. Quella infatti era ancora in piedi, gli occhi pieni di folle felicità e in mano una mannaia, pericolosamente vicina al viso di Petra.

Non era tanto il maiale il vero problema, quanto più il suo stato di carbonizzazione.

 

“Chi vuole essere il primo?” Gridò Zoe, muovendo il coltello con disinvoltura. Il silenzio pervase la sala per qualche secondo, poi venne rotto da un colpo di tosse di Bossard.

 

“Bene Auruo, se ci tieni così tanto servirò prima te!” Con velocità Hanji vibrò un colpo sulla coscia del povero animale e, prima che potesse controbattere, Bossard si ritrovò sul piatto quello che pareva un tizzone carbonizzato.

 

“Non vorrei fare lo schizzinoso, ma mi sembra un po' bruciata ai lati questa parte.” Azzardò con voce flebile, punzecchiando il pezzo di carne con la forchetta. Hanji lo fissò per quelli che sembrarono lunghi minuti, poi distolse lo sguardo e prese a distribuire a tutti noi commensali le varie parti del maiale.

Mangiammo forzatamente. Durante il corso di tutta la cena cercai di evitare lo sguardo di Levi, terribilmente imbarazzato e confuso com'ero. Lo vedevo, con la coda dell'occhio, parlare con Smith e buttare di tanto in tanto lo sguardo su di me. Riflettei che non avrei potuto evitarlo per sempre, poiché era stato dato a lui il compito di tenermi d'occhio; avrei dovuto dirgli qualcosa, almeno per chiarire la situazione.

 

Ma chiarire cosa, poi?

 

Ero arrivato alla conclusione che le attenzioni del Caporale non mi dessero fastidio. Io stesso, guardando di sfuggita le forme di Mikasa, avevo provato una certa attrazione nei suoi confronti; era quindi legittimo che un uomo più grande fosse attratto da me...

 

E invece no, non era legittimo!

Ho quasi quindici anni in meno di lui.

Potrebbe essere mio padre!

Oltretutto sono un ragazzo! Stesso sesso; non che avessi niente contro gli omosessuale ( la relazione tra Marco e Jean non mi dava alcun fastidio), ma io gay? Era da escludere.

 

 

Dovetti però ammettere che in quel contatto con Levi avevo sentito qualcosa... una sensazione che partiva dal passo ventre e si spostava su tutto il corpo.

 

Ma no, io non...

 

Venni distolto dai miei pensieri dal Comandante Elvin, che aveva appoggiato la mano sulla mia spalla.

 

“Ti aspetto nel mio ufficio tra cinque minuti.” Proferì, poi se ne andò.

 

Otto minuti dopo ero davanti alla porta dello studio di Smith, leggermente in ritardo per aver aiutato Hanji a scrostare dal vassoio d'argento i resti della cena. Bussai e subito la voce del Comandante mi diede il permesso di entrare.

Lo studio era in penombra. Una grande scrivania posta al centro della stanza era sommersa di carte e documenti e, attorno ad essa, vi erano otto sedie. Smith era seduta su quella a capo tavola.

 

“Scusi il ritardo, Hanji mi ha...” Fece un gesto con la mano, a indicare di lasciar perdere. “Lo so, sa essere davvero pesante.”

“Prego,” disse indicandomi una sedia “sarà una questione di dieci minuti.”

“Dunque,” continuò “penso tu sappia perché siamo qui, perché tu sei qui. Siamo riusciti ad ottenere la tua custodia ma, come sai, è provvisorio. Stiamo organizzando una spedizione fuori dalle mura e, se tutto procederà secondo i piani, si farà tra meno di un mese. La tua presenza e il tuo aiuto saranno di vitale importanza, quindi, Eren, è necessario che metta a disposizione la tua abilità di trasformarti in Gigante.”

 

Feci un cenno del capo, contento di poter aiutare alla sconfitta dei Titani.

 

“Per questo, domani Hanji e Levi faranno alcuni esperimenti su di te per comprendere meglio la tua straordinaria capacità. Tutto chiaro?” Di nuovo feci segno di assenso. Elvin sembrò soddisfatto; si alzò dalla sedia e si avvicinò alla finestra.

 

“Come è andato il tuo primo addestramento con Levi?”

 

E ora? Cosa dire?

 

“Ehmm...bene,” borbottai a capo chino.

 

Qualcuno bussò , salvandomi da quella situazione. La testa di Rivaille comparve da dietro la porta.

Elvin lo fece entrare e accomodare sulla sedia vicino alla mia. Di male in peggio.

 

“Stavamo giusto parlando di te,” disse il Comandante, “chiedevo a Eren cosa avevate fatto oggi durante l'addestramento.”

 

Levi accavallò le gambe e si portò il pollice e l'indice della mano destra alle tempie, in una posa teatrale.

 

“Purtroppo non l'ho potuto allenare molto; l'ho atterrato una quindicina di volte e alla fine si è messo a frignare.” A questo punto sospirò. “Lo ritenevo più bravo, davvero. Qui c'è da lavorare sulle basi delle tecniche di combattimento.”

 

Ero diventato rosso di rabbia. Non solo era stato a causa sua se avevamo interrotto l'allenamento, ma non era assolutamente vero che ero stato atterrato una quindicina di volte.

 

Stupido nano despotico!

Bugiardo, pervertito, depravato!

Avessi raccontato io a Elvin la verità non sarebbe stato così spavaldo!

 

“Capisco Levi, allora ritengo necessario aumentare le ore di addestramento, non credi?”

 

Aha! Ecco qual'era il suo obiettivo...

 

“Assolutamente,Elvin! Direi che tre ore piene possano andare... dalle due del pomeriggio alle cinque, anche cinque e mezza!”

 

“Bene,” sentenziò questo, mentre io cercavo di fargli capire con lo sguardo che Rivaille stava mentendo, che era un pervertito e che io non avevo bisogno di allenarmi di più. Ovviamente non recepì il mio messaggio.

Mi congedò e diede a Levi l'incarico di portarmi fino ai sotterranei, nella mia stanza. Durante il breve tragitto dallo studio alla camera nessuno di noi due parlò. Il Quartier Generale, solitamente così rumoroso, sembrava ora deserto, tanto che il suono dei nostri passi rimbombava su tutte le pareti. Arrivati davanti alla porta dei sotterranei si decise a parlare.

 

“Eren, ti chiedo scusa per quello che è successo oggi, durante l'addestramento. Il fatto è che tu mi piaci . E tu puoi accettarlo o no, ma questo mio sentimento, in qualsiasi caso, non cambierà.”

 

Non sapevo cosa rispondere. Rimasi lì impalato mentre Levi aspettava una mia risposta. Ma cosa avrei potuto dirgli, se neanche io sapevo cosa volevo? Aprii la bocca sperando uscisse qualche suono, anche solo una parola, ma niente. Ero rimasto impietrito. Deglutii rumorosamente mentre sentivo la faccia diventare sempre più calda, segno che mi stavo imporporando.

 

Maledizione!Maledizione! E maledetto lui che mi aveva messo in quella situazione!

 

Presi fiato e ritentai.

 

“ V-va bene... credo...” Balbettai evitando il suo sguardo.

 

Sembrò che quelle parole gli bastassero; fece passare il braccio sinistro dietro la schiena e mi tirò a sé. Rimanemmo così per un po', studiandoci i visi. Poi posi le mie labbra sulle sue, in un lieve contatto, e subito la sua lingua, impertinente, entrò nella mia bocca. Fu un bacio lungo, avido. Le sue labbra erano morbide e turgide; le sue mani percorrevano il mio corpo, fermandosi dietro il collo per immergersi meglio nella mia bocca. Quando ci staccammo un filo di saliva tenne per un attimo unite le nostre bocche. Lo guardai, domandandomi perché mai ero stato così in dubbio sul prendere una decisione. Levi intanto aveva aperto la porta dei sotterranei e, tirandomi per un braccio, mi condusse davanti alla porta della mia stanza. L'aprì e prima che potessi entrare mi sussurrò all'orecchio: ” Buonanotte, Eren Jaeger.” Detto questo girò sui tacchi e se ne andò, lasciandomi in quella fredda e umida stanza tutto solo.




E' da un bel po' di tempo che non aggiornavo la storia, scusateee.
Ringrazio tutti quelli che seguono questa storia o che l'hanno recensita, sono davvero felice che a qualcuno piaccia :)
Per quanto riguarda questo capitolo...non sono molto sicura di come sia venuto, temo ch Levi sia un po' fuori dal suo "io interiore"; in ogni caso se avete qualche suggerimento o correzione, commentate :3

p.s: Grazie Amaya12, i tuoi consigli sonosempre i migliori :)

 

  
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