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Autore: Lyneea    16/11/2014    7 recensioni
Quattordici anni dopo la fine della Seconda Guerra Magica.
Draco, padre single, ha mandato il figlio Scorpius a Hogwarts. Il ragazzo, come ogni Malfoy che si rispetti, è stato smistato a Serpeverde e sta frequentando il suo secondo anno.
Hermione è anche lei una madre single, ma ha deciso di trasferirsi a Parigi e tagliare i ponti con tutti. Ha mandato il figlio Altair a Beauxbatons, soprattutto per proteggerlo dal suo più grande segreto. Ma cosa succederebbe se il destino, un destino chiamato Silente, avesse deciso diversamente?
Dal primo capitolo
Altair si avvicinò pensando ingenuamente di poter fare amicizia anche con quel ragazzo che tanto gli somigliava. Ma quando fu vicino lo sguardo del Serpeverde, così freddo e duro, lo fece desistere dall'aprire bocca. Ci pensò quindi il giovane Malfoy a rompere il ghiaccio: «Che hai da fissare tu?»
Altair fortemente a disagio rispose quasi balbettando:
«Beh ti fissavo stupito, non hai notato quanto ci rassomigliamo?»
Scorpius con un ghigno stampato in faccia si avvicinò e ruotando il viso del ragazzo disse:
«Vediamo, mettiti di profilo...
Te lo dico io a chi assomigli, quell'espressione così intelligente...
Sei proprio uguale a un troll di montagna!».
Spero di avervi incuriosito...
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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Buona domenica,
Questo capitolo è stato veramente complicato da scrivere. Spero di essere riuscita a trasmettervi quello che avevo in testa
buona lettura
Lyn

 
Capitolo 10
Madri

«Altair, non ti preoccupare, tu non te ne andrai domani perché stanotte io e te scapperemo via.»
«Dici davvero Scorpius? » Chiese intimorito il ragazzo.
Il fratello annuì deciso. «Sai il camino dello studio di papà non serve solo per comunicare. Ci basterà dire il nome del posto dove vogliamo andare e poi gettare una manciata di Metropolvere. Vedrai che non è difficile e tenendoci per mano non ci perderemo.
Ora dobbiamo solo trovare un posto dove nasconderci. Ai miei amici non possiamo chiederlo, sia perché non siamo nella lista degli amici più cari di Ely sia perché quello sarà il primo posto dove papà ci cercherà quando saprà che siamo fuggiti.»
«Potrei chiedere a James di nasconderci...» Propose incerto Altair
«James? Intendi James Potter? Ma sei impazzito? Io non chiederò mai aiuto a lui!» Affermò secco Scorpius.
«Scorpius adesso sei tu ad essere ingiusto. Non sei stato proprio tu a dirmi che Lily Potter ti ha detto che James è stato influenzato da suo zio? E poi...» Proseguì titubante il ragazzo
«È successo qualcosa che non mi hai detto Altair in questi due giorni?»
Altair raccontò al fratello tutto quello che era successo al corso di Quidditch con James e di come l'aveva difeso dall'aggressione di Hugo.
Anche se non era molto favorevole a chiedere aiuto proprio a Potter, alla fine Scorpius acconsentì a fare un tentativo con James. «D'accordo, mandagli un gufo in cui gli spieghi la situazione e chiedigli se può nasconderci per qualche tempo.»
Scorpius istruì il suo gufo perché recapitasse solo a James Potter il biglietto che Altair gli aveva scritto e perché attendesse una risposta dal ragazzo per tornare.
Dopo circa un'ora il gufo tornò con un biglietto del giovane grifone. Il ragazzo si scusava ma non poteva aiutarli.
«Lo sapevo» Esclamò contrariato Scorpius. «Sicuramente Potter non ci aiuta solo perché non vuole fare un favore a me.»
«Beh se è questo il motivo è solo uno stupido, ma noi non ci diamo per vinti vero Scorpius?»
Il ragazzo annuì. «Andremo a Diagon Alley, lo conosco abbastanza come posto e in camera mia ho qualche Galeone per le emergenze. Per qualche giorno dovremmo cavarcela e poi scriveremo a papà comunicandogli che stiamo bene e chiedendogli di tenerci nascosti fino a quando la mamma non si sarà rassegnata.» Disse spiccio il ragazzo.
«D'accordo. Forse dovremmo rubare la tua bacchetta, potrebbe esserci utile» Propose il fratello incerto.
« È meglio non portarla via con noi Altair. Con la bacchetta riuscirebbero a rintracciarci subito.»

A tavola quella sera c'era una strana atmosfera. Hermione era molto silenziosa, preoccupata dalla situazione. Draco invece, non faceva altro che far domande ad Altair, non voleva perdere un minuto dei pochi istanti in cui poteva godersi il figlio che non vedeva da anni. Il pozionista si fece raccontare tutto quello che era successo a Hogwarts dopo l'arrivo della delegazione francese.
«Quindi avevi i capelli lunghi legati in un codino?» Chiese inorridito l'uomo. «Beh se ti fossi presentato qui a casa conciato così penso proprio che avrei capito che qualcosa non andava...»
Il ragazzo annuì alla domanda del padre. «Mamma ci teneva che li facessi crescere, diceva che mi stavano molto bene»
Draco si rivolse alla donna cercando di farla intervenire alla conversazione. «Come mai quest'amore per i capelli lunghi?»
«In Francia vanno di moda» Mentì la donna. In realtà aveva fatto crescere i capelli al figlio solo per renderlo il meno simile possibile a suo padre. Aver davanti tutti i giorni una versione adolescente di Draco era per lei troppo doloroso.
«Strano, non mi ricordavo che seguissi le mode» Commentò neutro Draco.
«Forse le persone cambiano.» Rispose Hermione pensando che sicuramente lui era cambiato, l'aveva cancellata e aveva voltato pagina.
«E tu come hai reagito a vederti arrivare una copia di te stesso Scorpius?» Chiese il padre
«Beh non son stato con le mani in mano..» Rispose il ragazzo in modo criptico.
«Suvvia, sai che riuscirò a farti sputare la verità quindi ti conviene parlare...»
Rispose Altair alla domanda. «Nell'ordine mi ha preso in giro, paragonandomi ad un Troll di Montagna, mi ha sfidato a duello e ha messo a soqquadro la mia stanza prima dell'ispezione della Mc Granitt per impedirmi di partecipare alla festa» Disse sogghignando.
Scorpius guardò il fratello aggrottando la fronte. «Beh nemmeno tu ti sei risparmiato fratellino... Con quell'odioso incantesimo che mi ha costretto a vomitar lumache per ore! Per non parlare della pozione che mi ha fatto venir caldo,  mi ha riempito di pustole, e dei pantaloni spariti.»
«Quindi ti sei impegnato anche tu a rendere la vita difficile a tuo fratello» Affermò compiaciuto Draco. «Bravo!»
Durante la cena sia Lucius che Narcissa erano stati molto silenziosi. La donna non aveva preso molto bene le parole della grifona, e non riusciva a smettere di pensarci, mentre Lucius lanciava all'ex compagna del figlio gelide occhiate astiose.
Quando la cena fu giunta al termine Hermione ansiosa di chiudersi nella sua stanza si rivolse ad Altair: «Tesoro, è meglio che andiamo a dormire, domani mattina partiremo presto.»
«Ma io pensavo di dormire in camera con Scorpius.» Obbiettò il ragazzo.
«No Altair, dormirai in camera con me.» Rispose secca Hermione.
«Mamma, per favore. Puoi lasciarlo in camera con me? Abbiamo condiviso la stanza per così tanti mesi che ormai siamo abituati a dormire insieme. Senza contare che passerà molto prima che potremo passare del tempo assieme.» Domandò Scorpius.
Hermione era titubante, avrebbe voluto tener d'occhio il figlio fino a quando non fossero usciti da quella casa, ma comportarsi in modo troppo rigido avrebbe destato i sospetti di Draco, quindi decise di acconsentire. «D'accordo, ma vedete di non passare tutta la notte svegli»
Accompagnò i due ragazzi in camera e con la magia ingrandì il letto di Scorpius, in modo che potesse ospitare entrambi i figli.
Draco la guardava dalla soglia della porta. Sembrava così amorevole nei confronti di entrambi, totalmente differente dal modo con cui si era comportata durante il loro colloquio quando parlavano di Scorpius. Forse questa era tutta una farsa per non offendere il ragazzo, forse a lei non era pesato separarsi da uno dei suoi figli. Chissà qual'era la vera Hermione? Si chiese  fissandola.
«Qualsiasi cosa abbiate bisogno, venite pure a vegliarmi ragazzi » Disse apprensiva la donna.
«Hermione non sono dei bambini di due anni!» La rimproverò Draco « Vedrai che se la caveranno per stanotte senza di te. E poi io dormo nella stanza accanto, se dovessero averne bisogno possono sempre chiamarmi.»

Una volta messi a letto i ragazzi, il pozionista accompagnò la donna fino alla porta della sua stanza. «Se dovessi accettare le tue condizioni, mi permetteresti veramente di far parte della vita di Altair?»  Chiese d'impulso.
La donna lo guardò negli occhi. «Non avrei problemi a farti entrare nella sua vita» Rispose sincera.
L'uomo mantenne il contatto con i suoi occhi. «Sai, ricordo che quando ci incontravamo segretamente nella Stanza delle Necessità, ti avevo insegnato il modo migliore per non farti scoprire, visto che tu le bugie non sei molto brava a raccontarle. Ti avevo spiegato che se pensi di non essere credibile quando rispondi ad una domanda la cosa migliore è omettere la risposta cambiando argomento... Non pensare che non me ne sia accorto.»
La donna gli lanciò uno sguardo di scuse e poi disse. «Buonanotte Draco.» Chiudendosi la porta alle spalle. Dopo aver insonorizzato la stanza con la magia Hermione scivolò a terra singhiozzando in preda allo sconforto. Era stata veramente dura mantenersi così fredda ma era necessario proteggere Altair. L'indomani sarebbero partiti e tutto sarebbe tornato alla normalità, anzi la sua vita sarebbe decisamente migliorata se Draco gli avesse concesso di vedere Scorpius.
Quando fu certa di aver riguadagnato un po' di tranquillità la donna tolse l'incantesimo di insonorizzazione nel caso uno dei ragazzi avesse avuto bisogno di qualcosa. Dopo circa mezz'ora qualcuno bussò alla porta, Hermione si trovò davanti Narcissa Malfoy che la squadrava con cipiglio severo.
«Signorina Granger ha qualche momento da dedicarmi? Avrei bisogno di parlarle.»
Hermione guardò ai lati del corridoio per verificare che la donna fosse sola prima di farle cenno di accomodarsi. Una volta chiusa la porta guardò in faccia colei che aveva distrutto la sua vita undici anni prima. Con un'occhiata individuò la sua bacchetta, stupidamente l'aveva lasciata in bella vista sul comodino.
Narcissa seguì lo sguardo della donna e la guardò divertita. «Non mi dica che l'eroina della seconda guerra magica ha paura di una povera vecchia che è stata anche privata della bacchetta? Se la cosa la fa stare più tranquilla vada pure a recuperarla.»
Hermione non si mosse, non voleva dare alla donna più potere di quello che aveva già.
Ignorando i commenti sarcastici Hermione le si rivolse tranquilla. «Signora Malfoy, immaginavo che sarebbe venuta a trovarmi. Purtroppo non sono riuscita ad evitare che i due ragazzi si conoscessero. Domattina io e Altair andremo via e lei non sarà costretta a vederlo più. Mi auguro che questo sia sufficiente per lei e suo marito.»
Quelle parole colpirono la donna, non sapeva di cosa Hermione stesse parlando. Mantenendo un atteggiamento distaccato commentò neutra. «Secondo lei è sufficiente signorina Granger?»
Hermione indurì lo sguardo. «Altair mi ha detto che ieri sera ha scoperto la sua identità, immagino vuole che mi getti ai suoi piedi e la ringrazi per non averlo ucciso stanotte mentre dormiva»
«Non capisco di cosa stia parlando.» Disse Narcissa colpita da quelle parole.
«Voi Malfoy siete sempre stati degli attori consumati. Coraggio, qui siamo sole e suo figlio non può sentirci, quindi basta con i giochetti e mi dica cosa volete ancora da me. Non è abbastanza quello che mi avete costretto a fare?»
«Signorina Granger, non ho la più pallida idea di quello di cui sta parlando. L'unico motivo per cui sono venuta qui è per discutere di quello che ha detto nello studio di mio figlio. Sono rimasta davvero shoccata nel sentire che lei non ci vuole nella vita di Altair, ma evidentemente lei è convinta che io gli voglia fare del male. Mi spieghi cosa è successo quando ha deciso di lasciare Draco, e se non crede nella mia buonafede   prenda la bacchetta e frughi nella mia testa.» Disse Narcissa risoluta.
Hermione la guardava incerta, sembrava le stesse dicendo la verità. Decise di accontentarla, dopotutto se le stava mentendo già conosceva la storia che voleva sentirsi raccontare quindi lei non rischiava nulla. «D'accordo, se vuole sentire la storia di come lei e Lucius mi avete rovinato la vita, vi accontenterò.»

La donna tornò con la mente al giorno dopo che Draco era partito per il suo tirocinio.
Ai bambini stavano spuntando i primi dentini e piangevano senza darsi mai pace tanto era forte il dolore provato. Nonostante il marito avesse lasciato delle pozioni per calmare i piccolini, i gemelli non sembravano darsi pace. Hermione e Narcissa avevano deciso di comune accordo di darsi il cambio in modo che i bambini non fossero mai lasciati da soli.
Hermione aveva lasciato nella nursery la donna con l'intenzione di mangiare qualcosa, farsi una doccia veloce e tornare dai gemelli. Dopo qualche minuto che era arrivata in cucina venne raggiunta da Lucius Malfoy.
«Signorina Granger, pensavo di trovarla nella stanza dei suoi figli...» Disse l'uomo sorridendo gelido. Anche se la grifona era sposata con suo figlio da due anni l'uomo non accennava a usare un tono meno formale nei suoi confronti.
«Sua moglie si è gentilmente offerta di badare a loro per qualche minuto in modo che potessi rinfrescarmi e mangiare qualcosa.» Rispose tranquillamente la donna.
L'uomo  la guardò esibendo un ghigno sardonico. «I grifondoro sono sempre così ingenui. Se fosse un poco più sveglia non si sarebbe mai sognata di lasciare la sua prole con mia moglie.»
Hermione non fece troppo caso alle parole dell'uomo. «Signor Malfoy non so dove voglia arrivare ma io ho piena fiducia nell'affidare i miei figli a sua moglie»
L'uomo  rise maligno. «Vedremo se la penserai ancora così quando tuo figlio verrà trovato morto soffocato nella culla. So per certo che tra i Babbani a  volte capita, il bambino si gira nel sonno e smette di respirare. Sarà difficile provare che è stato un omicidio e non una fatalità.»
«Mi sta forse minacciando?» Hermione gli puntò gli occhi addosso in allarme.
«Minacciando? Le stavo solo dando un suggerimento... Ora invece le darò la possibilità di salvare la vita a suo figlio.
Sfrutti questi giorni di solitudine per riflettere se vuole rimanere e mettere a rischio i suoi piccoli o andarsene portando con sé Altair e salvargli la vita.»
«Vediamo se ho capito bene. Lei vuole che io prenda con me uno dei miei figli e scappi abbandonando l'altro e Draco? Lei è pazzo»
«Pazzo, si forse anche io sono un po' pazzo. Lei che crede che la mia dolce mogliettina sia così devota ai suoi figli è matta. La sorella di Bellatrix Black ha sicuramente qualche mania e molti pregiudizi nascosti nel suo animo. Ha forse dimenticato tutto quello che le ha fatto Bell?» L'uomo sorrise le mellifluo e lanciò un'occhiata al braccio dove sapeva che la cognata aveva marchiato la ragazza. «E si fida a lasciargli i suoi figli... Sprovveduta ecco come la definirei signorina Granger. Sprovveduta..»
«Nessuno ha la possibilità di scegliere la famiglia dove nascere e Narcissa non è certo come lei! Dopotutto anche Andromeda è sua sorella, ma non penso condivida nessuna delle ideologie di Bellatrix.» Replicò Hermione cercando di convincersi lei stessa di quello che stava dicendo.
«Andromeda è una mosca bianca nella famiglia di mia moglie, tanto è vero che è stata diseredata. Narcissa invece non ha mai fatto mistero di appoggiare certe ideologie. Sicuramente “sembra” più equilibrata di Bell ma lei è davvero pronta a scommettere la vita di suo figlio su una sensazione?»
La donna capì che l'uomo aveva ragione, non avrebbe rischiato la vita di uno dei suoi figli per una supposizione. Fissò lo sguardo negli occhi dell'uomo e disse: «Perché state facendo tutto questo? I suoi nipoti sono sangue del suo sangue. Perché volete far loro del male?» Domandò turbata.
«Nella mia famiglia è sempre esistito un unico erede per ogni generazione. Noi non sforniamo figli a ripetizione come i suoi amici Weasley. Sa, mio nonno non avrebbe tollerato la presenza di due gemelli e avrebbe chiesto al padre dei bambini di scegliere il più forte, quello che avrebbe portato più onore al Casato e si sarebbe liberato dell'altro.»
Hermione si portò una mano alla bocca. «Liberato dell'altro? Suo nonno avrebbe ucciso uno dei suoi nipoti perché aveva avuto la sfortuna di nascere nella sua famiglia? È una cosa orribile!»
«Noi Malfoy agiamo così.» Sottolineò Lucius come se fosse un comportamento normale per un membro della sua famiglia. «Lei che è così intelligente dovrebbe ricordare che pratiche di questo tipo erano molto diffuse nell'antichità. Nell'antica Grecia a Sparta per esempio tutti i bambini maschi venivano esaminati dal consiglio degli anziani e se non erano ritenuti idonei fisicamente a diventare possenti guerrieri venivano abbandonati a morire sul monte Taigeto.
Sapevo che mio figlio non si sarebbe mai prestato a fare una scelta fra i suoi due figli e così ho deciso di scegliere io per lui. Scorpius è ,per qualche minuto di differenza, il primogenito di Casa Malfoy. È l'unico che abbia il diritto di portare avanti il nome del mio Casato. Si consideri fortunata per aver deciso di risparmiare Altair. L'unica condizione che pongo è che lei convinca il Ministro della Magia ad annullare il matrimonio con mio figlio e che Altair venga tolto dall'albero genealogico di famiglia, come se fosse di padre ignoto.»
«Avete previsto proprio tutto signor Malfoy... E se io decidessi di parlare a Draco del vostro gentile avvertimento?»
«È un rischio che io e Narcissa siamo disposti a correre. Prenda una decisione entro questa settimana perché quando mio figlio tornerà a casa dal tirocinio voglio lei e Altair fuori da questa casa.»


Hermione tornando alla realtà guardò in faccia quella che riteneva la maggior responsabile della sua infelicità e la trovò sconvolta, se stava recitando lo stava facendo benissimo.
«Io non riesco a crederci Hermione. Ti avevo visto molto scossa in quei giorni che Draco era lontano, ma avevo attribuito il tuo stato d'animo alla lontananza da mio figlio ed essendo di indole riservata non ti ho chiesto nulla. Forse se avessi indagato con te sul motivo del tuo comportamento, il piano di Lucius sarebbe venuto fuori in tempo per intervenire. Ti prego di credere che io non sapevo nulla delle intenzioni di mio marito.»
«Narcissa,  la mia indole mi porta a credere alle sue parole, in ogni caso ormai suo marito ha ottenuto quello che voleva allontanandomi da Draco. Capisce perché ho messo quelle condizioni per permettere a suo figlio di vedere Altair? Non posso correre il rischio che Lucius metta in atto le sue minacce. Mi preme tenerlo al sicuro, penso che lo possa capire...»
«Ora che conosco la verità posso dire che probabilmente mi sarei comportata nello stesso modo. L'unica cosa che forse avrei fatto diversamente sarebbe stata quella di tacere la verità a Draco. Non capisco perché tu non gli abbia detto tutto. Pensavi forse che avrebbe potuto schierarsi contro di te?» Narcissa  guardò negli occhi quella donna così forte e coraggiosa sentendo una forte empatia nei suoi confronti.
«Penso che suo marito sia stato molto astuto a farmi credere che lei fosse coinvolta nelle minacce che mi ha rivolto. Suo figlio è molto legato a lei, quando ha deciso di fare il doppio gioco diventando una spia dell'Ordine della Fenice non l'ha fatto per amor mio, ma per amore vostro. Come pensate che avrebbe reagito alla notizia che sua madre ha minacciato di uccidere uno dei suoi figli? Io ho pensato che questa notizia l'avrebbe devastato. Perdere un amore è molto doloroso e forse può cambiare il modo di porsi nei confronti del mondo. Ma essere tradito da entrambi i tuoi genitori dopo tutto quello che hai fatto e rischiato per proteggerli, sapere che vogliono uccidere uno dei tuoi figli che effetto avrebbe fatto? Io sapevo che Draco avrebbe scelto i suoi figli, ma quale sarebbe stato il prezzo? Secondo me, ne sarebbe uscito spezzato e io lo amavo troppo per sopportare di fargli questo.» Gli rivelò la grifona con gli occhi lucidi.
Quelle parole portarono Narcissa a sciogliere la corazza che da brava Malfoy era abituata a usare. Si avvicinò alla riccia e gli prese le mani nelle sue. «Mio figlio era molto fortunato ad averti come compagna.»
Rimasero qualche istante in silenzio e poi la donna parlò di nuovo. «Hermione, posso comprendere appieno cosa ti abbia spinto ad andartene undici anni fa ma adesso che sai quale è la verità perché non corri a dirlo anche a mio figlio? Forse, potreste avere una possibilità di essere felici.»
La riccia scosse la testa mesta. «Draco ha voltato pagina, e sebbene non mi piaccia molto la persona che ha scelto come sua compagna è evidente che mi ha dimenticato. Non voglio correre il rischio che lui si rimetta insieme a me solo per pietà nei miei confronti. Se è innamorato di Elisabeth gli auguro di essere felice.» Rispose mordendosi convulsamente il labbro.
«Secondo me dovrebbe avere tutte le informazioni prima di decidere. Lui pensa che tu l'abbia abbandonato perché non provavi più gli stessi sentimenti, dovrebbe sapere come sono andate le cose.»
«So che mi considererà una pazza, ma ci sono troppi sentimenti in gioco. Scorpius conosce ed è affezionato a suo nonno. Non voglio causare altro dolore, però mi deve promettere che non permetterà a suo marito di far del male ad Altair, qualsiasi cosa succeda in futuro.»
«Te lo prometto Hermione»

Narcissa ritornò in camera invecchiata di dieci anni. La verità era che non conosceva per nulla suo marito, si era coperta gli occhi pensando che dopo la Guerra fosse cambiato.
Invece lui aveva solo aspettato il momento migliore per ritornare alle vecchie abitudini. Quando entrò nella sua stanza la donna maledì il giorno in cui le avevano tolto la bacchetta.
Lucius era steso sul letto e stava leggendo un libro quando la moglie entrò nella stanza. «Ci hai messo molto a prepararti la tua tisana» Disse non appena la donna si chiuse la porta alle spalle.
Quando non ricevette risposta alzò lo sguardo trovando Narcissa che lo fissava. La sua espressione cupa lo spaventò. «Che succede Cissy?»
«Tu! Miserabile che non sei altro! Come hai potuto rovinare la vita di tuo figlio e dei tuoi nipoti? Non ti era bastato tutto quello che avevi fatto passare a Draco da adolescente, gli dovevi anche portare via la moglie e il figlio. Ha fatto male Draco a salvarti dalla prigione. » La donna non si rese nemmeno conto di aver cominciato ad urlare
«Narcissa, qualsiasi cosa ti abbia detto quella donna è una bugia.» Gli rispose Lucius tradendo nervosismo nella voce.
Narcissa stava per rispondergli quando la porta si spalancò e Draco entrò nella stanza. Dopo essersi chiuso la porta alle spalle, insonorizzò la stanza con la magia. «Sono tanti anni che vi hanno privato della bacchetta e non avete ancora imparato che se parlate a voce alta orecchie indiscrete possono sentirvi.» L'uomo con uno sguardo rabbioso si avvicinò alla madre. «Allora, cosa intendevate madre quando avete detto che lui mi ha privato della mia famiglia? Cosa c'entra con l'abbandono di Hermione?»
Narcissa era fortemente a disagio, aveva dato la sua parola all'ex nuora che non avrebbe rivelato al figlio quello che aveva scoperto pochi istanti prima. «Draco io... io non sono sicura che ci sia qualcosa da dire»
L'uomo estrasse la bacchetta. «Non costringetemi a leggervi la mente madre. È una pratica che non ho mai gradito molto sebbene io sia sempre stato molto portato come Legismen. Basta con le omissioni e le bugie, se voi sapete cosa, o chi, ha spinto mia moglie ad abbandonarmi vi prego di dirmelo.»
Fu solo allora, davanti alla bacchetta puntata addosso a Narcissa, che Lucius decise di dire la verità per la prima volta dopo tanti anni. «Sono stato io. Ho costretto tua moglie ad abbandonarti minacciandola di uccidere Altair, e l'ho anche convinta che tua madre era d'accordo con me e sarebbe stata lei a far succedere il “tragico incidente”»
«Che cosa?» Il pozionista fissò il volto di suo padre inorridito. «Non è possibile. Perché? Perché mi hai fatto una cosa del genere? Volevi veramente uccidere tuo nipote?»
«Io ho solo fatto credere alla Granger che le avrei ammazzato il figlio. Ero sicuro che piuttosto che mettere in pericolo la sua prole se ne sarebbe andata.  Non potevo sopportare che voi continuaste ad infangare la reputazione del mio Casato. I Malfoy hanno sempre avuto un unico erede. Non sfornano figli a ripetizione come fanno quei pezzenti dei Weasley. Già era una vergogna che tu avessi sposato una “Babbana”, ma dopo il matrimonio tu sei cambiato ancora di più e dopo l'arrivo dei gemelli dal vostro comportamento avevo paura che non avreste mai smesso di far figli. Tutte queste bocche da sfamare ci avrebbero ridotto alla bancarotta oltre a peggiorare ancora di più la nostra posizione nella comunità magica. Invece costringendo la Granger ad andare via insieme al tuo secondogenito ho risolto la situazione. Non solo i Malfoy hanno un unico erede ma avendo fatto annullare il matrimonio con la Babbana quasi nessuno sa che tuo figlio è un mezzosangue e la nostra reputazione è salva.»
«Tu sei pazzo! Come avrebbe potuto rovinare la reputazione dei Malfoy il fatto di avere due figli invece che uno? A te dava solo fastidio che io me ne fossi fregato dei tuoi “insegnamenti” e avessi scelto una nata Babbana come compagna. Riesci a sopportare di avere un nipote mezzosangue solo perché nessuno conosce le sue origini. Tu non sei cambiato di una virgola negli ultimi quattordici anni, sei lo stesso che seguiva come un cagnolino Voldemort proclamando la supremazia del sangue puro, anche se sappiamo entrambi che il buon Tom Riddle era solo un Sanguesporco che rinnegava le sue origini.» Sibilò Draco sempre più sconvolto da quello che aveva scoperto.
«Forse hai ragione, io non sono cambiato. Dopotutto perché avrei dovuto? Io avevo scelto la parte dove schierarmi ma tu mi hai costretto a rinnegare i miei principi. Mi hai costretto ad espiare le mie colpe lavorando alle dipendenze di Weasley, hai deciso tu per tutti noi senza chiedere la nostra opinione.»
Narcissa indignata dalle parole del marito volle intervenire. «Draco ci ha salvato la vita! Si è preso carico di noi ed è solo grazie a lui che non siamo rinchiusi in prigione. Come osi insinuare che ci abbia costretto a questa vita! E perché mi hai coinvolto nella tua vendetta? Perché hai fatto credere ad Hermione che fossi d'accordo con te e che ti avrei aiutato ad ammazzare mio nipote?»
«Diciamoci la verità Cissy, Draco ci ha “salvato”, come dici tu, solo perché non voleva rischiare che tu finissi in prigione e sapeva che se ci fossi finito io tu ne saresti rimasta distrutta. Lui non prova nessun attaccamento per il sottoscritto! Sapevo che avrei fatto più presa sulla Granger se ti avessi coinvolta. Sicuramente anche lei conosceva quali sono i suoi sentimenti per me.»
«Hai ragione Lucius, in fondo quale attaccamento dovrei avere per te? Non sei stato per me certo un modello. Porto i segni delle tue percosse sulla mia schiena, quando ero adolescente volevi farmi marchiare da un pazzo come se fossi un animale, hai cercato di rovinarmi la vita da quando sono nato. Sai dopo la Guerra avrei voluto cambiare il mio cognome, perché essere un Malfoy mi ha creato solo problemi. Ancora adesso che sono passati quattordici anni c'è gente che pensa che io sia stato un Mangiamorte troppo furbo per essere stato catturato. C'è gente che perseguita mio figlio perché è un Malfoy e adesso scopro  che è proprio a causa del Casato a cui appartiene che è cresciuto senza il calore di sua madre e di suo fratello. Ora comunque ti darò l'opportunità di viver appieno l'esperienza di cui ti ho privato tanti anni fa.»  Il pozionista si voltò verso  la madre. «Mi spiace, ma non posso ignorare i crimini commessi da quest'uomo, quattordici anni fa ho voluto dargli un'altra possibilità ed è stato un errore».
Narcissa guardò suo figlio negli occhi. «Ti capisco Draco, adesso sei giustamente fuori di te dalla rabbia. Domani potrai pensare a mente lucida e in qualunque modo tu decida di agire io ti capirò. » Prese il figlio per un braccio, e lo condusse  fuori dalla stanza, distante da suo marito. «Cosa hai intenzione di fare adesso con Hermione? Lei è qui, e tu hai scoperto cosa è successo undici anni fa. Forse dovreste parlare, ora che sai che non si è allontanata di sua volontà.» Gli consigliò la madre.
«Ci devo pensare madre. Ci sono tante cose che non capisco. È vero Lucius ha ricattato Hermione, ma lei invece che fidarsi e venire da me ha fatto il suo gioco scappando lontano. Probabilmente non provava gli stessi sent.. » Draco si bloccò, erano anni che non parlava più di sentimenti con qualcuno. «Insomma è chiaro che lei non teneva veramente alla nostra unione.»
Sua madre scossa la testa. «Possibile che tu non capisca? Lei aveva paura che il sapere cosa volessero fare i tuoi genitori ti avrebbe distrutto. È solo per questo che ha ceduto al ricatto.»
«E non aveva paura che mi avrebbe distrutto comunque lasciandomi?» Chiese in tono aspro Draco.
«Mettiti nei suoi panni. Tu hai deciso di ribellarti a tuo padre e al destino che lui ti voleva imporre sia per salvare te stesso sia per proteggere la tua famiglia. Ha pensato che se ti avesse detto che io e tuo padre volevamo ammazzare nostro nipote questa notizia ti avrebbe distrutto e lei ci teneva troppo a te per permettere che succedesse.»
«Quanta saggezza madre,  e secondo te perché non me l'ha detto adesso che sa che tu non c'entri nulla? Perché non è corsa a cercarmi e a spiegarmi cosa è successo?» Chiese Draco.
«Beh è facile da intuire, e se devo essere sincera sono riuscita a estorcergli questa informazione. Quando è arrivata qui ti ha trovato in procinto di fidanzarti. Lei pensa che tu sia passato oltre, che l'abbia dimenticata e non vuole destabilizzarti con le sue rivelazioni. Non vorrebbe mai che tu ti sentissi obbligato a scegliere di tornare con lei se ami Elisabeth. Ma tu e io sappiamo bene che non è cosi» Gli rivelò Narcissa.
Draco la guardò senza parole, anche se lui non aveva mai confessato nulla di quello che provava ancora per Hermione o di quello che invece non provava per Elisabeth, lei lo aveva capito.
Narcissa lo guardò negli occhi: «Le mamme capiscono sempre tutto. Non ti stupire se guardo al di là delle parole. E prima che tu me lo chieda, non ho detto nulla ad Hermione del fatto che tu non sei innamorato di Elisabeth. Ora sei libero di scegliere, ma lascia che ti dia un consiglio, arrabbiati e sfogati stanotte ma domani lascia da parte il tuo orgoglio e scegli in base a quello che provi.» Prima di rientrare in stanza la donna mise le mani sulle braccia del figlio e lo racchiuse in un abbraccio, il primo vero abbraccio da quando suo figlio aveva cinque anni.
«Buonanotte Draco.»
Appena tornata in stanza trovò Lucius seduto sul letto, con la testa tra le mani. Era la prima volta che vedeva  suo marito in quello stato, e la parte di lei che avrebbe sempre amato quell'uomo, avrebbe voluto andare a offrirgli il suo sostegno, ma quello che aveva fatto non poteva essere perdonato. Anche se erano minacce a vuoto quelle rivolte ad Hermione, il suo comportamento aveva distrutto una famiglia, causando a Draco un immenso dolore.
Lucius si accorse della sua presenza e alzò lo sguardo. «Narcissa, lo so di non avere scuse per il mio comportamento. L'unica cosa che posso dirti è che undici anni fa ero una persona diversa, piena di rancore per come erano andate le cose. Tu hai ragione Draco ci ha salvato la vita durante la Seconda Guerra Magica, ma io allora non la vedevo così.» Cercò di spiegarsi l'uomo.
«Nostro figlio mi ha preso in giro per anni facendo la spia per Silente, frugandomi in testa senza che nemmeno me ne accorgessi. Volevo che Draco avesse di nuovo bisogno di me, e non potevo sopportare il suo legame con Hermione. Così ho agito come son sempre stato abituato a fare e l'ho costretta ad andarsene. Quando ho visto la reazione di nostro figlio ho capito di aver fatto un errore, ma essendo un vigliacco non ho mai confessato a nessuno cosa avevo fatto, anzi ho lavorato per far sì che Draco tornasse a seguire la strada che avevo tracciato per lui.»
Narcissa stava per intervenire ma il marito gli fece segno di tacere.
«Sai quando ho scoperto di aver avuto vicino Altair, mi sono reso conto di essermi comportato come una bestia. Ho privato quel ragazzo di conoscere il padre e ho privato Scorpius della presenza di sua madre. Sono così affiatati i nostri nipoti insieme, e anche Scorpius si vede che è felice. Io non voglio più rovinare la vita di nessuno perciò, anche se nostro figlio volesse cambiare idea e non denunciarmi io andrò a costituirmi alla sede degli Auror. So che è un gesto troppo piccolo e arriva con un decennio di ritardo, ma è la sola cosa che mi è venuta in mente di fare.»
La moglie lo guardò con un groppo in gola. «I tuoi errori sono imperdonabili, apprezzo il tuo tentativo di espiarli ma come hai detto tu è troppo tardi. In ogni caso chiederò un permesso per accompagnarti a costituirti, anche se non lo meriti, desidero restarti vicino.»  Detto questo si chiuse in bagno e dopo aver aperto l'acqua della doccia in modo che attutisse i singhiozzi, cominciò a piangere accasciandosi davanti alla porta.

Scorpius e Altair avevano predisposto ogni cosa per la loro fuga notturna. Quella notte c'era stato parecchio movimento al Manor, il padre era rimasto nel suo studio fino all'una e mezza, e i due ragazzi avevano dovuto aspettare fin quasi alle due perché la via fosse finalmente libera.
Scorpius aveva preparato una borsa con qualche vestito e preso i pochi soldi che aveva da parte. Una volta entrato nello studio si avvicinò al camino  mettendo metà della Metropolvere nella mano del fratello. «Hai mai viaggiato via camino Altair?»  Chiese notando uno sguardo preoccupato.
Altair scosse la testa. «Usiamo la magia raramente a casa. Mamma preferisce andarci piano con queste cose. Ho provato ad usare una Passaporta una volta, ma solo perché era un'emergenza»
Scorpius cercò di tranquillizzarlo. «Non è difficile. Ci prendiamo per mano, entriamo nel camino buttando a terra la manciata di Metropolvere e dicendo il luogo dove dobbiamo andare. Mi raccomando solo di pronunciare correttamente Diagon Alley, se anche solo uno di noi due storpiasse il posto dove vogliamo andare rischieremmo di finire da un'altra parte.»
Quel discorso rese Altair ancora più inquieto, ma cercò di mascherare il suo stato d'animo. «Sembra facile.. . Conta fino a tre e poi saltiamo dentro il camino.»
Il fratello annuì e al tre saltarono nel camino mano nella mano pronunciando “Diagon Alley”.
Arrivarono in una casa molto fatiscente abbandonata. Scorpius si sentì spaesato, non riconosceva il posto dove erano finiti. Forse aveva sbagliato qualcosa, dopotutto era sempre stato accompagnato da Draco quando erano andati in giro via camino ed era convinto fosse abbastanza semplice.
Aiutò Altair ad alzarsi . «Vieni, è meglio che usciamo da questa casa, non siamo arrivati nel solito punto di Diagon Allley e devo trovare qualche riferimento per capire dove siamo.»
«Ho sbagliato qualcosa?» Si preoccupò il fratello.
«Tranquillo, abbiamo fatto tutto giusto. Forse il camino dove sbuco di solito di notte viene scollegato alla Metropolvere per sicurezza, e siamo finiti qui per quel motivo.»
Uscirono in strada e quelle vie non sembravano appartenere al quartiere magico che Scorpius conosceva. Le strade erano sudice, piene di rifiuti accatastati ai margini della strada, e le poche persone che incontrarono avevano l'aria da delinquenti.
Alcuni uomini dormivano avvolti nei giornali agli angoli delle strade e le poche persone sveglie barcollavano per le strade come se fossero ubriache. Avevano decisamente sbagliato qualcosa.

Ginny Potter si svegliò nel cuore della notte come richiamata da un brutto presentimento. Voltandosi verso Harry vide che stava dormendo profondamente. Decise di alzarsi a controllare che Lily e James stessero bene.
Quando si affacciò sulla porta, la camera della figlia era immersa nell'oscurità e lei dormiva profondamente. Decise di andare a controllare anche la stanza di James. Se non avesse conosciuto bene suo figlio la donna si sarebbe spaventata vedendo che non era nella stanza e che la finestra era spalancata. Si affacciò alla finestra e scorse subito il figlio appollaiato sul tetto.
James aveva preso quella brutta abitudine fin da piccolo. Ogni volta che lei o Harry sgridavano il bambino lo trovavano seduto sul tetto a rimuginare e non c'era verso di impedirgli di salirci. Preoccupata di cosa avesse turbato il figlio la donna si arrampicò andando a sedersi accanto a James.
«Tesoro c'è qualcosa che ti turba?» Disse mettendogli una mano sul braccio.
Il ragazzo fissava il cielo stellato con sguardo cupo,sembrava molto preoccupato. «Ti è mai capitato di non aiutare un amico solo perché facendolo avresti dato una mano anche ad una persona che non sopporti mamma?»
La donna ripensò ad Hermione. Lei era stata per tanti anni la sua migliore amica, ma quando aveva litigato con Harry lei pur essendo convinta della buona fede della riccia, non aveva preso subito una posizione in sua difesa, perdendo la possibilità di mantenere i rapporti con la grifona. «Una volta per non litigare con tuo padre non ho preso le difese di una mia amica. Non è proprio la stessa situazione ma direi che è abbastanza simile»
Il figlio guardò negli occhi la madre aspettando una reazione. «Stai parlando della signora Granger, vero mamma?»
Ginny sgranò gli occhi incredula. «Come conosci questo nome James? »
«Beh io ho negato il mio aiuto a suo figlio stasera. Pur essendo molto amici non sono riuscito ad accettare di aiutarlo sapendo che non avrei aiutato solo lui.» Rispose criptico il figlio. «E forse adesso lui si trova in pericolo per colpa mia.»
«Non sapevo che tu e Scorpius aveste fatto amicizia e ignoravo che sapessi chi sia sua madre.»
«Infatti, io parlo dell'altro figlio della signora Granger, Altair. Stasera mi ha chiesto aiuto, ma io gli ho risposto di no solo perché nel favore era coinvolto anche Malfoy. Però adesso ho paura che gli succeda qualcosa di brutto.»
La donna era perplessa. «Scorpius non ha fratelli che io sappia. Ma tu come hai conosciuto questo Altair?»
James gli raccontò quello che era successo a scuola, dello scambio dei due gemelli e che Hermione era andata dai Malfoy per scambiarli nuovamente. «Ma come è possibile che tu non sapessi che Scorpius aveva un gemello?» Chiese James perplesso.
«Beh all'epoca ci eravamo già allontanate e i Malfoy hanno vissuto una vita abbastanza lontano dai riflettori dopo la fine della Guerra. Mi ricordo di aver letto sulla Gazzetta l'annuncio del matrimonio e solo quando si sono separati ho saputo che Hermione aveva lasciato il marito e il figlio, non ho mai saputo che i figli fossero due.
Tesoro, cosa ti ha chiesto Altair? Lo so che non vuoi tradire la sua fiducia, ma prima hai detto che potrebbe succedergli qualcosa di brutto. Per favore confidati» Domandò la donna.
Titubante il ragazzino rispose: «Non ho capito cosa è andato storto nel loro piano ma pare che la madre di Altair voglia portarlo via da casa dei Malfoy impedendogli di frequentare i nonni paterni e così i ragazzi hanno deciso di scappare. Mi hanno chiesto di nasconderli per qualche giorno ma gli ho negato il mio aiuto, principalmente perché non vado d'accordo con Scorpius.» Confessò infine.
La donna si portò una mano alla bocca. «Dobbiamo svegliare papà e andare subito dai Malfoy, sperando che i ragazzi abbiano cambiato idea e non siano scappati.»
La donna rientrò in camera ma vide che il figlio non si muoveva. «Coraggio James, dobbiamo muoverci.» Gli disse tendendogli la mano.
Il ragazzo la guardò titubante. «Papà si arrabbierà vero?»
«Non ti preoccupare, tuo padre sarà troppo shoccato per le ultime novità per arrabbiarsi perché non ci hai confidato prima tutte queste cose.»
James afferrò la mano della madre e tornò in stanza. Poi la donna aggiunse «Intanto che sveglio papà tu vai a chiamare tua sorella, è meglio che venga anche tu a casa dei Malfoy nel caso i genitori dei ragazzi vogliano farti qualche domanda e non vorrei che Lily si spaventasse se non ci trovasse in casa al suo risveglio.»
James sgranò gli occhi impaurito. «Devo proprio essere io a dire cosa è successo al signor Malfoy?» Disse il ragazzo spaventato da dover parlare con il padre di Scorpius. Quando l'aveva conosciuto l'anno precedente a Hogwarts aveva avuto l'impressione che fosse molto rigido e poi tutto quello che aveva sentito sul suo conto dallo zio Ron aveva contribuito a fargli provare una forte soggezione nei confronti dell'uomo.
La madre gli accarezzò la guancia rassicurandolo. «Non ti preoccupare, Draco Malfoy non è così terribile come lo ha sempre dipinto tuo zio. Ti assicuro che è una brava persona e in ogni caso ci saremo noi lì con te.»
Il figlio la guardò scettico. «Se è una brava persona perché papà si è arrabbiato tanto quando la mamma di Altair si è fidanzata con lui?»
« È una storia lunga e penso sia più giusto che ti racconti tutto papà. Fidati, non corri alcun pericolo. Ora vai da Lily e dille di prepararsi.» Rispose la donna risoluta. Avrebbe voluto dire al figlio che suo padre a volte era cocciuto più di un mulo ma preferì tacere quell'informazione e lasciare a Harry “la gatta da pelare”.
Ginny svegliò il marito accarezzandogli il braccio lentamente. Harry si svegliò di soprassalto e guardandola seduta sul suo lato del letto le chiese. «Non ti senti bene Ginny?»
«No, io sto benissimo ma dobbiamo andare a casa di Malfoy, subito.» Gli disse risoluta.
«Ma sono le cinque e mezza del mattino! Sei forse impazzita?»
 Ginny raccontò a grandi linee quello che gli aveva confidato James sull'esistenza di Altair e su come si fossero scambiati il posto quando i due gemelli si erano conosciuti a Hogwarts. «Scorpius e suo fratello sono scappati di casa stanotte.» Disse infine. «Hanno chiesto a James di nasconderli, ma lui ha rifiutato. Dobbiamo andare subito ad avvertire Hermione e Draco che sono scappati.»


Arrivarono davanti al cancello dei Malfoy che erano da poco passate le sei. Essendo estate il sole era già sorto quella mattina. Superato il cancello con la magia Harry si avviò nel viale d'ingresso e quando arrivò davanti alla porta cominciò a bussare freneticamente alla porta dell'edificio. Probabilmente sarebbe riuscito ad eludere gli incantesimi di protezione di cui era sicuramente dotata la casa, ma essendo insieme alla sua famiglia non voleva correre rischi.
Dopo qualche minuto d'attesa un cameriere andò ad aprirgli. «Posso esservi utile?» Chiese guardando perplesso la famiglia Potter
«Dovrei vedere subito il signor Malfoy» Disse Harry ma non fece in tempo a finire la frase che un assonnato Draco scese all'ingresso dalla scala patronale. Aveva sentito delle voci all'ingresso ed era andato a controllare cosa fosse successo.
«Potter cosa ci fai qui? Ti rendi conto di che ore sono? Come mai ti sei portato dietro tutta la famiglia?» Domandò infastidito il pozionista.
L'auror era a disagio per esser piombato in casa di Malfoy a quell'ora del mattino, ma era necessario essere tempestivi. «Scusami per l'ora dovevo parlarvi urgentemente.» Abbassando lo sguardo a disagio continuò. «So che Hermione si trova qui, potresti chiederle di scendere è una cosa che riguarda anche lei.»
Il fastidio dell'uomo si trasformò in collera. «E tu come diavolo fai a sapere che lei si trova qui? Da quello che mi avevi fatto intendere a Hogwarts nemmeno tu, fino a poco tempo, fa sapevi dove fosse finita.»
Ginny precedette il marito nel rispondere. «Infatti è così! Abbiamo saputo solo stanotte del suo ritorno. Nostro figlio James deve dirvi una cosa, potresti chiamare anche Hermione, in modo che possa parlarvi insieme? Sappiamo che è molto maleducato presentarsi a quest'ora senza invito ma abbiamo ritenuto che fosse importante parlarvi il prima possibile»
Draco stava risalendo le scale per andare a chiamare la donna quando la vide spuntare in cima alle scale. Era avvolta in una vestaglia di lino verde acqua che le arrivava poco sopra le ginocchia e i capelli erano stati legati in uno scomposto chignon tenuto fermo dalla bacchetta della donna. Guardandola in faccia si vedeva che non aveva dormito tranquillamente quella notte.
La donna si fermò shoccata quando vide quelli che aveva sempre considerato i suoi migliori amici fermi nell'ingresso che la guardavano.
I tre grifoni si fissarono alcuni istanti senza dire una parola, fino a quando non fu Draco a spezzare il silenzio. «Non avrei mai pensato di ospitare una rimpatriata di Grifondoro in casa mia. Ora che è scesa anche Hermione vi dispiacerebbe dirci come mai vi siete presentati all'alba alla mia porta?»
Harry riprese la parola e guardò imbarazzato quella che per molti anni aveva considerato una sorella desiderando di poterla abbracciare come avrebbe fatto una volta. «Ciao Hermione. Non voglio disturbarvi troppo, loro sono i nostri figli James e Lily.» Disse indicando i due ragazzi accanto a Ginny. «James e Altair hanno stretto amicizia quest'anno a Hogwarts e ieri sera mio figlio ha ricevuto un gufo dai vostri figli in cui gli dicevano che avevano intenzione di scappare di casa stanotte e Altair gli chiedeva di tenerli nascosti per qualche giorno.»
Hermione fissò il ragazzino sgranando gli occhi incredula. «Hai detto scappare?» Senza nemmeno aspettare una risposta da James corse al piano di sopra entrando nella stanza dei figli.
Draco invece rivolse qualche domanda al piccolo Potter. «Cosa hai risposto alla richiesta dei miei figli?»
Il ragazzo si torceva le mani a disagio tenendo lo sguardo basso. «Io gli ho detto che non potevo aiutarli... Mi spiace di non aver dato loro una mano e di aver aspettato tanto per confessare quello che mi avevano chiesto, ma mi sentivo in colpa per avergli negato il mio aiuto e non volevo anche tradire la fiducia che Altair aveva riposto in me»
Draco vedendo il disagio di James non volle infierire ulteriormente sul ragazzo. «Tranquillo James, hai fatto la cosa giusta a informarci... Spero solo che i ragazzi ci abbiano ripensato.» Alzò gli occhi verso la famiglia Potter aggiungendo «Se volete scusarmi vado un attimo a vedere cosa è successo»
Nella stanza di Scorpius, il pozionista trovò Hermione in ginocchio che piangeva con un foglio di carta stretto al petto, dei suoi figli non c'era traccia. Quando vide la donna in quello stato non riuscì a trattenersi dall'avvicinarsi e poggiargli una mano sulla schiena.
Ridestata dal gesto la donna si girò di scatto e trovandosi faccia a faccia con lui disse solo. «Se ne sono andati ed è tutta colpa mia.»
Draco volse lo sguardo verso il biglietto che la donna stringeva convulsamente al petto. «Posso leggere cosa hanno scritto?» Le chiese gentile.
La donna parve pensarci qualche minuto poi gli porse il foglio abbassando lo sguardo.



Mamma,
Io e Scorpius abbiamo ascoltato il vostro colloquio nello studio di papà e abbiamo finalmente capito chi tu sia veramente. Una donna egoista e crudele che non si è fatta scrupoli di privarmi dell'affetto di mio padre, del mio gemello, e degli unici nonni ancora in vita che io possegga. Una donna che non è minimamente interessata alla sorte di uno dei suoi due figli solo perché non è sotto la sua custodia.
Piuttosto che tornare a vivere con te preferisco fuggire per tutta la mia vita. Cerca di dimenticarti di me come hai fatto per undici anni con Scorpius. Preferiamo essere orfani piuttosto che avere una madre come te.
Addio
Altair




Draco rimase shoccato dalle parole crudeli del figlio. Cominciò a muovere la mano che teneva sulla schiena della donna con piccoli movimenti circolari per cercare di tranquillizzarla. «Non ti preoccupare, li troveremo» Disse risoluto «E quando saranno sani e salvi a casa non mi interessa chi dei due è stato affidato a te, farò passare la voglia ad entrambi di comportarsi cosi»
Hermione lo guardò in faccia incredula. Pensava che Draco avrebbe infierito su di lei non appena avesse letto la lettera. Dopotutto era colpa sua se i suoi figli erano fuori chissà dove, in pericolo. «Io pensavo...»
«Che ti avrei dato la colpa della loro fuga...» Finì per lei la frase.
La donna annuì senza aprire bocca.
«Hermione non dico che le tue parole di ieri non mi abbiano ferito. Non trovo giusto che tu metta delle condizioni per permettermi di rivedere Altair. Come ti ho già detto ieri sera sono sicuro che tu non mi abbia detto tutta la verità e mi piacerebbe che tu riuscissi ancora a fidarti di me. In ogni caso i ragazzi hanno sbagliato, non sono più dei bambini e anche se si sentivano feriti dalle tue parole avrebbero dovuto venire a parlarne con uno di noi invece che scappare. Quindi nel momento in cui li ritroveremo... Perché sono sicuro che li ritroveremo, una bella punizione non gliela toglierà nessuno!» Disse risoluto
«Draco, io non ho mai smesso di avere fiducia in te. Questa situazione è complicata...» Cominciò la donna impacciata.
L'uomo gli mise un dito sulle labbra. «Tranquilla, ora pensiamo a ritrovare i nostri figli, per le spiegazioni ci sarà tempo dopo.» Dopo essersi alzato gli tese una mano per aiutarla. «Coraggio torniamo al piano di sotto. Proverò a contattare Blaise e Theo anche se dubito che Scorpius si sia rivolto ai suoi amici per chiedere un rifugio. Sapeva che quello sarebbe stato il primo posto dove l'avrei cercato.»
La donna prese la mano che gli veniva offerta e guardandolo negli occhi disse: «Grazie»

Mentre Draco ed Hermione erano nella camera di Scorpius anche i coniugi Malfoy erano scesi nell'ingresso attirati dai rumori ed erano stati aggiornati dai signori Potter. Non appena li videro tornare Narcissa guardò Hermione negli occhi e chiese preoccupata: «I ragazzi sono fuggiti veramente?»  La donna annuì mesta
«Qui siamo in aperta campagna avranno usato il camino per spostarsi. Scorpius sa dove Draco tiene la Metropolvere» Gli rivelò la donna.
«Come fate a saperlo madre?» Intervenne Draco.
«Sabato notte ho  visto Altair comunicare con il fratello via camino, sicuramente Scorpius gli ha spiegato dove trovare la Metropolvere.»
Mentre Draco andava nello studio per contattare i suoi amici via camino, Hermione si avvicinò ai suoi ex compagni di casa.
Hermione guardò Harry negli occhi: «Vi ringrazio per essere venuti ad avvertirci, dopo come ci siamo lasciati ad Hogwarts non mi aspettavo tanta comprensione.» Gli disse imbarazzata.
«Hermione, quattordici anni fa sono stato un imbecille nei tuoi confronti e capisco che il mio comportamento ti abbia spinto a non volermi più vedere, ma non potevo non venire ad avvisarti in questa situazione.» Rispose l'Auror dispiaciuto.
«Harry, non voglio certo far polemica, ma sei stato tu a non volermi più vedere, a non rispondere alle mie lettere» Precisò la donna.
L'uomo la guardò incredulo. «Non ho mai ricevuto nessuna tua lettera. Dopo i processi sono venuto qui diverse volte per cercare di parlarti, ma mi è sempre stato risposto che tu non volevi più vedermi. Ho provato anche a scriverti ma quando non ho ricevuto risposta ho pensato che non volessi più avere niente a che fare con me.»
«Io non ho mai saputo che fossi venuto a cercarmi. Ma chi ti ha ricevuto?» Chiese la grifona incredula.
Gli occhi di Harry si spostarono verso Lucius ed Hermione ebbe la sua risposta. Si avvicinò all'ex suocero e fra i denti sibilò «Lei è disgustoso!»
Proprio in quel momento Draco uscì dallo studio. Pur avendo notato la battuta di Hermione verso il padre fece finta di nulla. «Ho sentito Blaise e Theo e loro non sanno nulla della fuga dei ragazzi. Sveglieranno i loro figli e gli chiederanno se hanno qualche informazione.»
«Intanto che aspettiamo notizie da loro vado a prepararmi» Disse Hermione salendo le scale ancora livida di rabbia per la scoperta appena fatta.
«Andrò io a cercarli Hermione, preferisco che tu mi aspetti qui.» Disse Draco raggiungendola e trattenendola per un braccio.
«Scordatelo Draco, sono anche i miei figli e non me ne starò con le mani in mano ad aspettare. Dopotutto non siamo più sposati quindi non puoi darmi ordini di nessun tipo.» Rispose la donna seccamente.
Draco alzò le mani in segno di resa. «E va bene, puoi unirti alle ricerche. Sei sempre la solita testarda grifondoro.»



Eccoci arrivati al capitolo 10.
Capitolo dedicato alle madri che hanno sofferto, si sono sacrificate e che hanno il sesto senso di capire i loro figli anche senza bisogno di parole...
Bene abbiamo finalmente scoperto chi è il cattivo o almeno uno dei cattivi … Molti di voi avevano capito che si trattava del buon Lucius (bravissime!) che come il lupo, perde il pelo ma non il vizio! La povera Narcissa invece è stata incastrata dal marito. Spero di non aver spezzato troppi cuori Verdeargento con questa rivelazione.
Forse avrete notato come Narcissa sia il punto debole di entrambi i Malfoy. Lucius  fa credere ad Hermione un coinvolgimento della moglie nella minaccia di uccidere uno dei suoi nipoti. L'uomo infatti sa benissimo l'affetto che Draco prova per la madre e lo sfrutta per ottenere i suoi scopi.
Anche Draco tuttavia approfitta di una debolezza di suo padre. Minacciando la madre di leggerle la mente con la magia infatti il pozionista spinge il padre a rivelare quello che ha fatto. Draco non si sognerebbe mai di violare la mente della madre, avrebbe piuttosto compiuto quell'incanto sul padre, ma sapendo quanto Lucius tenga a sua moglie la minaccia sperando di stillare una reazione di difesa.
Altair tira fuori tutto il suo animo serpeverde nella lettera che lascia alla madre. Oltre a essere ferito per il comportamento nei suoi confronti, Altair è molto arrabbiato per il modo in cui la donna ha parlato del fratello, come se non gli importasse nulla di lui e si sente in obbligo di difenderlo. (come tutti i Malfoy attacca per difendere)
Mentre Draco che potrebbe infierire su Hermione quando la trova in lacrime per la lettera del figlio invece la consola. Certo conoscere la verità sul motivo per cui undici anni prima la donna lo ha abbandonato è un ottimo incentivo per non comportarsi come avrebbe fatto solo la sera precedente.
James non aiuta i due gemelli a fuggire. Il vecchio astio nei confronti di Scorpius ha la meglio sull'amicizia per Altair. Tuttavia si sente in colpa e rimugina sul tetto non riuscendo a dormire. Ginny ha il sesto senso materno di sapere che è successo qualcosa ad uno dei suoi figli e lo trova. Grazie a tutte le rivelazioni del figlio i coniugi Potter riescono a rivedere Hermione e ad avvisarla della fuga dei figli. Finalmente scopriamo che anche nell'allontanamento tra Hermione e i Potter c'è lo zampino del buon Lucius che ha tenuto la nuora ben lontana dal salvatore del mondo magico. Ma a quanto pare anche Hermione aveva scritto ai suoi amici per cercare una riappacificazione... Che fine avranno fatto le sue lettere?? E come se la caveranno i nostri gemelli persi in qualche brutto quartiere della Londra magica?
Spero di aver reso giustizia a questo capitolo tanto complicato, mi raccomando siate clementi
a presto
Lyn

Ps L'usanza degli Spartani di selezionare solo i bambini più forti abbandonando a morire gli altri sul monte Taigeto era una vecchia reminiscenza scolastica che ho rinfrescato grazie a Wikipedia :P

 
  
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