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Autore: Red_Coat    17/11/2014    7 recensioni
Questa è la storia di un soldato, un rinnegato da due mondi. È la storia del viaggio ultimo del pianeta verso la sua terra promessa.
Questa è la storia di quando Cloud Strife fu sconfitto, e vennero le tenebre. E il silenzio.
Genere: Angst, Guerra, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cloud Strife, Kadaj, Nuovo personaggio, Sephiroth
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'allievo di Sephiroth'
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Sono tanti i pensieri che si affollano nella mente di un Soldier sul punto di combattere, ma le reazioni sono principalmente solo due: Agire o arretrare. Siamo addestrati per rifiutare la seconda opzione, ma quando scegliamo di combattere non lo facciamo mai in automatico. C’è chi agisce per paura, chi per difendersi o chi per raggiungere un obiettivo.
Io ho sempre agito spinto dalle mie emozioni del momento, e qualsiasi cosa faccia Sephiroth per dimostrarmi che sbaglio non riesco proprio a farla accettare al mio istinto, perché non ho certo scelto io di essere così emotivo, anche se a volte ammetto che un po’ di lucidità mi farebbe comodo. A volte durante l’addestramento mi sono ritrovato a pensare che magari coltivare un po’ della freddezza di spirito del mio generale potrebbe tornarmi utile, forse quando sono arrivato al limite e sto per perdere potrebbe servirmi a mantenermi abbastanza lucido da riuscire a cavarmela.
Ma tutti i miei buoni sforzi per mantenermi freddo e scattante come lui in combattimento si vanificano in momenti come questo. Mentre aspetto che l’ascensore si spalanchi davanti a una hall completamente invasa dai nemici, mi porto una mano dietro alla schiena e sfioro le uniche due armi che ho a disposizione per vincere.
Sento il tocco ovattato delle mie dita sull’elsa della spada ordinaria di SOLDIER, che Sephiroth mi ha permesso di tenere fino a che non sarò abbastanza pratico con l’altra arma, la katana un po’ più lunga del normale.
Non appena la mia mano sinistra ne afferra l’elsa, sento di nuovo quel lungo brivido elettrico e nuovamente i miei occhi si trasformano, i miei muscoli scattano e la mia mente assume quella lucidità necessaria a farmi capire che non può esserci null’altro che la vittoria per me. Faccio in tempo ad accorgermi di stare stringendo entrambi le else delle due armi incrociate sulla mia schiena, ma con una maggiore propensione verso la katana, prima che l’ascensore si blocchi e le porte si aprano con un leggero soffio simile a quello di un gatto arrabbiato, permettendomi di vedere in che genere di situazione siamo finiti.
Copie di Genesis principalmente, assieme a un numero incalcolabile di giganteschi robot d’assalto targati Shinra.
Non ho neanche bisogno di ricordarmi gli insegnamenti del mio mentore per capire che questa è la prova finale di quelle lunghissime settimane di studio, perché tutte le mie paure sono lì pronte ad attaccarmi.
Le copie di Genesis, probabilmente miei ex comilitoni votati alla ribellione, continuano a spuntare da ogni luogo con indosso un vestiario che ricopia in tutto e per tutto quello della “matrice originale” e un paio di sciabole arrugginite ma letali come armi. Escono a frotte contro i soldati rimasti a difendere la sede, con quella loro camminata sgorbia e strana e quegli scatti agili e veloci che disorientano chi già si è trovato impreparato di fronte al loro arrivo. Inoltre, mi avvicino al parapetto ancora miracolosamente intatto che da sul piano terra e in un angolo dell’enorme stanza vedo Zack, in una nuova tenuta da 1st, impegnato a combattere contro una manciata di copie – la maggior parte sono già cadute – e un paio di robot a due zampe.
Zack first class, tornato dalla sua missione di recupero da circa un giorno e ora nuovamente impegnato a combattere per la Shinra. E dov’è Angeal? È riuscito a riportarlo a casa, o si trova ancora con Genesis? Sono entrambi qui? Ma soprattutto, quante cose mi sono perso, in poco meno di trentadue ore? E perché diavolo tutti sembrano sapere le cose sempre prima di me?
Ecco la rabbia che monta su, di nuovo, ed io non riesco neanche ad imporle il silenzio mentre, in un patetico gesto di ripicca, decido volontariamente di ignorare Zack e guardarmi intorno se c’è qualcuno che ha veramente bisogno dell’aiuto di un comune mortale come me. Il piano sul quale mi trovo però è popolato solo da rottami fumanti e copie di Genesis cadute, tranne che per quel 3rd class che sta strenuamente cercando di evitare che un manipolo piuttosto consistente di copie riesca ad avere la meglio su di lui in modo da avere accesso all’ascensore.
Mi fiondo ad aiutarlo, sfoderando entrambi le mie armi, e mentre combatto noto una cosa molto strana. Il braccio che stringe la katana sembra quasi più … forte e scattante dell’altro. Sembra che io non debba fare alcuno sforzo per maneggiare quell’arma, mentre devo concentrare tutte le mie energie sulla spada ordinaria per riuscire ad usarla al meglio. Comunque, penso sia solo la conseguenza più evidente del fatto che le due armi hanno pesi specifici diversi e la katana mi risulta quindi più leggera rispetto all’arma che ho usato fino ad ora, anche se mi sento un po’ troppo squilibrato e decido di sferrare l’ultimo attacco incrociando le lame.
Così facendo, ottimizzo i miei sforzi e faccio crollare a terra le ultime due copie rimaste, poi alzo lo sguardo verso il mio collega, che appoggiandosi allo stipite dell’ascensore emette due lunghi sospiri prima di trovare il fiato per mormorare un flebile grazie.
 
<< Sei stato ammirevole, lo sai? >> rispondo, con un sorriso.
 
Ho ragione di dirlo. Io ho annientato undici copie, ma sul pavimento ne giacciono ventiquattro. E lui ha tenuto testa a quel manipolo quanti minuti prima che arrivassi io? Cinque? Forse anche di più
 
<< Si, signore! >> bofonchia da sotto il casco lui, staccando la mano dallo stipite e cercando di assumere una posizione meno sconfortante << Ma se non fosse stato per lei a quest’ora … >>
 
S’interrompe, perché all’improvviso il fiato gli si è mozzato in gola, e mi affretto ad aiutarlo a sorreggersi quando inaspettatamente lui si accascia per terra senza neanche riuscire più a parlare. Solo quando è completamente steso mi accorgo dell’enorme macchia di sangue che continua ad allargarsi sul suo fianco destro. Mi affretto a levargli il casco e lo scopro pallidissimo.
 
<< Stai perdendo troppo sangue, dannazione! >> mormoro.
<< Signore, non badate a me. Ho fatto il mio dovere, ora tocca a voi fare il vostro … >> risponde lui, a voce talmente bassa che riesco ad udirlo a malapena solo perché nel frattempo mi sono portato dietro di lui e gli sto sorreggendo la testa e il petto per permettergli di respirare.
<< Non fare l’idiota, soldato! >> lo interrompo io, quasi con un ringhio.
 
Ho visto già troppe persone andarsene, da quando sono qui. E quello che è peggio, è che ad ucciderli è stato chi diceva di dover essere un nostro esempio. Se anche questo soldato muore, adesso, sarà solo un’altra delle tante vite che Genesis ha preteso di poter strappare via come riscatto per non so quale ingiustizia commessa contro di lui.
Qualsiasi cosa sia, niente giustifica tutto questo, niente! E chi il mostro adesso? Di chi è la colpa di questo attacco? Questa è guerra, ma una guerra che non ha alcun senso, come quelle rivolte violente compiute da quegli innumerevoli gruppi anti-Shinra come AVALANCHE. Non né so molto, non mi interessa saperne, ma si sono mai chiesti cosa c’è dietro a tutto questo? Chi sono le vittime? Persone che non centrano assolutamente nulla. Che colpa ne abbiamo noi, che siamo venuti qui solo per avverare i nostri sogni? Quando quegli svitati fanno esplodere qualche reattore o qualche raffineria di mako, che colpa ne hanno quei bambini che diventano orfani a causa dell’esplosione, quelle persone che lavorano nei reattori per poter sfamare la proprio famiglia, chi perde la casa perché era situata lì vicino? E ogni volta che Genesis, con la sua arroganza, si prende il diritto di trasformare un essere vivente in una sua copia, che colpa ne ha quel povero malcapitato, o chi cerca di fermarlo?
Noi non sappiamo nulla di ciò fanno che quelli che contano nella Shinra, ma qualsiasi cosa abbiano fatto a Genesis, ad AVALANCHE, al pianeta o ai suoi abitanti, questo non giustifica affatto tutto questo sangue, questa violenza insensata contro tutti coloro che hanno cercato una vita migliore al servizio di questa compagnia.
In fondo, anche Genesis prima di diventare ciò che è aveva questo sogno, no? Poter essere un eroe, come Sephiroth? E quello che sognano tutti i ragazzi che si arruolano, quello che sognava anche lui.
Come ha potuto dimenticarlo? Come possono tutti addossare la responsabilità di ciò che sta accadendo solo ed esclusivamente a noi SOLDIER, uno degli ultimi gradini nella scala delle persone che contano?
 
<< No. Dico sul serio, Signore! Vi sto solo intralciando, andate! Lasciatemi andare ... >>
 
Queste parole, appena sussurrate mi riportano alla realtà.
Mi guardo intorno, poi guardo quegli occhi color verde acqua infusi di mako, sento i rumori degli spari e delle spade che s’incrociano così vicini da sembrare appena a un passo da noi, e all’improvviso mi accorgo che il 3rd che ho soccorso sta pian piano dissolvendosi nella pioggerellina verde che portò via anche mio nonno, anni fa.
 
<< No … >> mormorò, mentre vedo per l’ultima volta i suoi occhi sorridere e chiudersi per sempre  << No, no, no! >> ripeto, stavolta ancora più forte, quasi a volergli ordinare di rimanere al suo posto.
 
Ma il suo posto non è più qui, ormai. Svanisce, tornando al pianeta, ed io mi ritrovo in ginocchio in mezzo alle copie, sconfitto e paonazzo dalla rabbia, mentre penso che non ho fatto neanche in tempo a scoprire quale fosse il suo nome.
Vorrei urlare, ruggire dal dolore, ma più guardo quelle copie, più so a chi dare la colpa. E ancora una volta mando al diavolo gli insegnamenti di Sephiroth.
Mi alzo in piedi, lentamente, e agganciando nuovamente il pugno alla mia katana la sfodero facendo stridere la lama. I miei occhi si trasformano di nuovo, vedo le mie pupille assottigliarsi e divenire simili a quelle di un gatto riflesse nella lama di una delle sciabole dei caduti. Poi inizio a correre. Mi fiondo giù per le scale, affronto spietatamente le copie che mi bloccano la strada dimenticandomi della loro natura e falciandole con la mia lama, poi inizio a bombardare chiunque mi si pari davanti con attacchi di fuoco, non curante del bruciore intenso che questo mi provoca alle mani avvolte dai guanti in pelle.
Sento Zack chiamarmi, ma non mi fermo, continuo a correre, fino a che non sono al centro della sala. Ed una volta lì, muovendomi d’istinto pianto la lama tra due assi in metallo del pavimento, ed in un attimo una luce intensa si propaga da me fino ad avvolgere tutto ciò che mi circonda.
Non so cosa sia successo, né il perché di ogni mio gesto dalla morte del soldato fino ad ora. Quello che so è che non sono più nella hall, ma in uno dei tanti reattori che circondano Midgar.
E di fronte a me, con la faccia più stupita che abbia mai potuto esibire, c’è Genesis.
 
***
 
Siamo uno di fronte all’altro, talmente tanto vicini da permettermi di vedere le mie pupille feline riflesse nei suoi occhi verde mako, simili a quelli del 3rd class che ho appena visto morire. Perché mi trovo lì? Cosa mi ci ha portato? Sono le domande che forse si sta ponendo anche lui, perché risento quello sguardo su di me, profondo e scrutatore, e all’improvviso mi accorgo di non riuscire più a sopportarlo.
Mi concedo la libertà di urlare mentre sferro contro di lui il mio primo fendente, ma come era prevedibile la lama spessa della sua Rapier lo para e mi respinge a qualche passo lontano. Sono furente, lo vedo sorridere incuriosito mentre mi domanda
 
<< E tu chi saresti? >>
 
Non ho neanche il tempo di rispondere, perché lanciandomi uno sguardo più accurato sembra riconoscermi quando esclama.
 
<< Victor … Victor Osaka, ora mi ricordo di te! >>    
 
Lo osservo, senza dire una parola. Non riuscirei comunque ad esprimere tutto l’odio che sta esplodendo dentro di me in questo momento. Ripenso a Jiro, al 3rd class morto davanti ai miei occhi, a tutte quelle copie, alla più grande delle mie paure che ora mi si è materializzata davanti agli occhi. Genesis Rhapsodos, avvolto nel suo soprabito di pelle rosso sangue, altero ed egoista, che ora punta su di me i suoi ipnotici occhi di un verde acqua che sembra quasi fluttuare di vita propria all’interno dell’iride e stringe nelle sue mani guantate di rosso la lama potente della sua fede Rapier. È comunque un first class, non riuscirei a vincere uno scontro contro di lui neanche se ci provassi sul serio, ma l’unica cosa che riesco a pensare adesso è che lo odio, con tutto me stesso. Perché non mi attacca? Perché non cerca di provocarmi adesso, così da permettermi di dimostrarglielo? Si limita solo a girarmi alla larga, camminando in cerchio intorno a me quasi come un felino che circonda la preda, e squadrandomi con un sorriso ammirato.
 
<< Così … il nuovo allievo di Sephiroth sei tu? >> continua, e lo vedo sbilanciarsi in un sorriso schernitore quando, osservando forse le mie pupille, mi dice << Penso non sia così difficile capire perché abbia scelto te. Ti ho visto in Wutai … >> aggiunge poi, inclinando la testa come per indicare un punto lontano e non potendo fare a meno di esibirsi in un vago gesto con la mano sinistra, quella libera << Stupefacente! >> conclude poi, annuendo.
 
Non m’interessa. Non ho alcun’interesse nè per te nè per ciò che pensi di me. Voglio solo che tu la smetta in fretta di esibirti in inutili gesti plateali e in patetici tentativi di ammaliarmi e mi dia prova di essere davvero ciò che dici di essere. Non ti darò la soddisfazione di vedermi morire, non adesso, non davanti a te così da permetterti di trasformare il mio corpo in un altro dei tuoi orrendi cloni. Il mio silenzio sembra parlare al posto mio, perché ad un tratto Genesis smette di girarmi intorno e mi fissa con un sorriso stringendo di più l’elsa della sua spada.
 
<< Sei venuto a darmene una dimostrazione ravvicinata? >> mi chiede, subito prima di sferrare la prima stoccata.
 
No, penso mentre le nostre lame hanno ormai ingaggiato una pericolosa danza a ritmo del loro stridore. È estremamente veloce, eppure sembra darmi qualche vantaggio come se stesse misurando le sue forze per non fare la bua al bambino che pensa di vedere in me.
Ma io non sono un bambino, non più, e ben presto nella foga del combattimento lui sembra accorgersene perché la potenza degli attacchi aumenta, così come la velocità.
Poi, ad un tratto, le nostre lame sono nuovamente bloccate l’una contro l’altra, noi siamo così vicini da riuscire a guardarci negli occhi, ed allora che, ignorando il mio respiro affannoso e non preoccupandomi nemmeno dell’esito che potrebbe avere lo scontro vista la sua innegabile superiorità, decido di espormi con le parole
       
<< Sono venuto per Jiro … >> rispondo, e lui sembra capire a chi mi sto riferendo perché vedo la sua espressione farsi seria e decido che la mia prossima stoccata sarà simbolica ma ben mirata  << E per dirti che sei solo un patetico assassino! >>









Note dell'autrice: Okidey è ufficiale. Prima o poi io e Vic litigheremo di brutto. Cavoli, credetemi che quando si parla di Genesis ci scanniamo a vicenda, mannaggia la miseria porcaccia é___é Non ho mai creato un pg così in contrasto con me stessa, uffa. Possibile che io debba litigare anche con i pg che invento :P
However, scusate il ritardo ma ho avuto una settimana di preparativi ed ora sono finalmente in vacanza dalle mie sorelle vicino Milano, il che è un bel salto visto che io vivo in Calabria ma con una buona oretta di aereo si risolve tutto U_U
Dunque, dato che questo capitolo era lunghetto ho dovuto tagliarlo, ma sappiate che le sorprese non sono finite e vorrei tanto sapere come voi che fine fa vic (Se gen te le da sono daccordo U_U NdSarah / Brutto lovelessiano inconcludente, non mi avrà mai é___é NDVic).
Come sempre, se trovate qualche imprecisione o errore non abbiate timore a farmelo sapere, e abbiate fede che questa storia riserva taaante sorprese (ad esempio: che caspitombolo era quella luce che ha portato vic da Gen in un batter d'occhio? O_o)
A presssto :P visto che sono in vacanza dovrei aver più tempo per scrivere, ma tranquilli che andrò piano XD

Bacioni :*

Sarah B. Cornwell
   
 
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