Aria.
Non si premura neppure di chiudere la porta alle proprie spalle prima di avvicinarsi alla finestra, puntellarvi i gomiti e posare il mento sulle mani strette in due pugni. Guarda fuori, lontano. Respira a pieni polmoni quell’aria così pungente non curandosi dei brividi di freddo dai quali è scosso il suo corpo. E ripensa a poco prima. All’espressione di Draco o meglio, alla sua non espressione. Un sorriso amaro le si fa strada sul volto mentre le lacrime premono per uscire. Piangere?No, non servirebbe affatto. Sono gocce di delusione quelle che pulsano nei suoi occhi ma lei, abile com’è, riesce a ricacciarle indietro, a fingere di dimenticare quel dolore che le toglie il respiro. In un altro punto di Hogwarts, esattamente nei sotterranei, sta avvenendo qualcosa di diverso. Draco è comodamente seduto su una poltrona in pelle nera in sala comune. Nessun pensiero a turbarlo, nessun ricordo a perseguitarlo..almeno agli occhi degli altri. Infatti nella mente del biondino si agitano mille domande senza risposta, mille quesiti ai quali, ne è certo, non saprà mai trovare un soluzione.Ma, infondo, va bene così.
Lui è un principe e, come tale, non avvezzo alla pratica di consuetudini quali la manifestazione dei sentimenti. Prima fra tutte quella che a molti sembra essere la più semplice da praticare, il sorriso. -Ciao Draco..- Eccola li, come tutte le sere, pronta a soddisfare le sue voglie, pronta a piegarsi al suo volere. Ghigno sul volto del bel biondino nell’udire la sua voce. -Pansy..- Solo il suo nome pronunciato a mezza voce per salutarla ed ecco che la Parkynson gli si avvicina sfiorandogli le labbra con le proprie. Un profumo troppo forte, che sa di fiori, giunge alle narici delicate del Principino che storce impercettibilmente il naso. E lei continua a stuzzicarlo mentre lui annota nella mente tutto ciò che di lei non riesce a tollerare. Prima fra tutte la sua stupidità, il suo essere così inconsistente sotto tutti i punti di vista. Non che a letto non sia brava, le serpi lo sono tutte, ma.. c’è qualcosa che non va in lei. Evidentemente, in questo caso, la sua provenienza da famiglia Purosangue non basta a elevarla sulla massa. Eccolo alzarsi senza curarsi minimamente della presenza della concasata e raggiungere l’ingresso delle stanze riservate ai ragazzi. -Sbrigati.- Nessuna grazia, nessuna cortesia in quella voce e, tantomeno, in quella tempesta che si agita nei suoi occhi. E, mentre lei lo priva degli indumenti, l’orecchio di Draco si tende ad ascoltare un rumore imprevisto, come di carta contro il tessuto. E’ un attimo, un flash.La lettera. che sia stata lei a..?
Se lo chiede davvero per un attimo ma, guardandola, si rende conto che la cosa non è possibile. Quella calligrafia così sottile, così curata, senza sbavature o esitazioni non può di certo appartenere a quella sgualdrina.