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Autore: Lost In Donbass    17/11/2014    1 recensioni
Prima che inizi la loro folgorante carriera, proprio ai primordi, i nostri eroi oltre che a mettersi in società per fondare il gruppo più figo del pianeta si ritrovano per le mani un mistero da risolvere. Un uomo viene misteriosamente ucciso e il curiosissimo Bill non si lascerebbe mai sfuggire un'occasione del genere per mettere alla prova il proprio fiuto per le indagini. L'assassino avrà il suo bel daffare a evitare di essere scoperto da quattro ragazzetti tutti matti, che pur di scoprire la verità non lesineranno follie di ogni tipo. Tra cretinate, musica, equivoci, pianti e qualche spavento ecco a voi ... i Tokio Hotel (come non li avete mai visti)
P.S. è la mia prima storia sui ragazzi, per piacere se ho scritto qualche idiozia non picchiatemi
Genere: Avventura, Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il terrore vien per Hotel.'
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-Allora, ragazzi, quanto dura questo festival?- chiese la signora Kaulitz, dopo essersi sorbita almeno mezz’ora di commedia tirata in piedi da Bill (commedia che raccontava le disavventure da quando li aveva lasciati da soli, molto ma molto condita.)
-Dura all’incirca tre giorni. Quindi … ci lasci lì che tanto c’è una specie di albergo dove dormiremo e poi ti chiamiamo quando devi venirci a recuperare, ok?- rispose Tom, tutto esaltato all’idea di poter rimanere da solo qualche giorno.
-Ah … e quanto costa, all’incirca?
-Ma di che ti preoccupi ma’?! Tanto gli strumenti ce l’ abbiamo nostri, e poi una camera d’albergo quanto vuoi che costi?!- Tom stava cominciando ad agitarsi. Ecco, sta a vedere che poi la mamma non avrebbe speso un cent …
-Dipende caro il mio Tomas … va beh, vi metto in quello più economico nelle vicinanze di quel posto … sperando siano dignitosi …
La madre dei ragazzi sospirò. Aveva come il presentimento che i ragazzi si sarebbero cacciati nei guai, ma d’altronde erano già  abbastanza grandi, avevano bisogno di emanciparsi. Eppure, un piccolo tarlo continuava a roderle il cervello perché sapeva che dovunque Bill andasse succedeva qualcosa di sgradito. Ricordava ancora con un certo fastidio quando, due anni prima, aveva trovato Bill in lacrime e Tom che lo accusava di “portare sfiga ovunque vai?! Io con te non ci giro più, possibile che non fai altro che seminare guai dappertutto?!” per usare le sue esatte parole. Ricordava di aver sgridato Tom e di aver cancellato la cosa, fin quando non si rese suo malgrado conto che veramente dovunque Bill mettesse piede succedeva qualche problema, qualche danno, qualche mistero. Lei e suo figlio si erano ripromessi di non farlo notare al suddetto attira pasticci, ma oramai la cosa era quasi risaputa. La signora scosse la testa si concentrò sulla strada, incrociando le dita.
-Fratello, sono in ordine?
Bill si voltò verso il gemello spalancando gli occhi a palla.
-Si- sbuffò Tom. Ma che aveva fatto per meritarsi un fratello così?
-Sono pettinato?- il ragazzo si aggiustò il ciuffo di capelli corvini
-Si.
-Ma come fai a dirlo se manco mi guardi!? Sta mica colando il mascara?
-No- il rasta si voltò a fissarlo con aria moooolto scocciata, nella speranza che lo lasciasse quietare. Ma aveva fatto male i conti.
-Bene, e il kajal non si è rovinato, vero?
-Il che ?!
-La matita intorno agli occhi
-Ah, no è a posto.
Il viaggio proseguì monotono, nella cruda pianura tedesca finché il vecchio e scassato maggiolino verde arrivò al fatidico New Music of Germany. Già da lontano si sentiva lo scoordinato suono di chitarre e batterie, microfoni e bassi, trombe e violini.
Quando i gemelli sbarcarono per poco non svennero dall’eccitazione. Il loro sogno si stava avverando! Erano davvero lì! Stavano davvero per diventare famosi!!
-Mamma! Vai a prenotare la stanza in albergo?!- urlò Tom
-Che noi dobbiamo cercare Georg e il suo amico, poi ci verrai a dire la stanza eccetera, ciao ma’- concluse Bill avviandosi a passo spedito verso l’entrata, seguito a ruota dal fratello. Alla signora Kaulitz non restò che sospirare e avviarsi alla ricerca di un alberghetto dove piazzare per due o tre notti i propri pargoli.
-Ma in un posto così grande sei sicuro che li troveremo?- domandò Tom, occhieggiando attorno con una certa ansia e legandosi i dred in una cosa di cavallo.
-Fidati del mio fiuto, una buona volta. Sono sicurissimo che saranno – Bill fece due giri su se stesso e poi indicò la destra –Saranno di là. Muoviti.
Tom tentò di protestare, facendo presente che il metodo di Bill per trovare le persone fosse ben poco ortodosso, ma venne ignorato e trascinato tra la folla senza possibilità di scampo.
Nel contempo, seguiamo i movimenti dei G&G che osservano la folla nella speranza di individuare i due. Georg cominciò a sudare freddo, all’avvicinarsi del momento ed era sempre più nervoso dal momento che i due non si vedevano da nessuna parte.
-Ehi amico, hai detto che sono gemelli?- disse Gustav, adocchiando intorno.
-Si, ma non s’assomigliano per niente. Cioè, di faccia abbastanza, ma uno è un rasta e l’altro … - evitò di dire cosa fosse Bill.
Tirò il collo a destra e a sinistra e finalmente riuscì a individuarli che si facevano largo tra la folla.
-Eccoli Gus, sono loro – Georg gli indicò qualcuno di non troppo ben identificato tra la gente. Gustav si sforzò di individuare i gemelli, ma con scarsi risultati. Oltretutto Georg era talmente agitato che si era scordato di sbracciarsi per salutarli, quindi … vide chiaramente (cioè, in realtà avrebbe dovuto infilarsi gli occhiali ma vabbè) due ragazze che avranno avuto a occhio e croce la loro età. Sembrava proprio che Georg indicasse verso le due, probabilmente i gemelli saranno stati dietro, pensava il biondo. Le osservò un po’ e si rese conto (strizzando molto gli occhi) che una aveva i dredlocks e i vestiti sformati … boh, magari era un ragazzo … non che si capisse molto a quella distanza ma comunque … mentre l’altra (quella era una ragazza senza ombra di dubbio) era … accipicchia che bel pezzo di figliola! Gli occhi del ragazzo brillarono. Oh si, quella con quei capelli neri con il ciuffo era decisamente il suo tipo. Non troppo signorile, non troppo maschiaccio … accidenti che bellanza! Strano che Georg non le avesse notate, lui che aveva così occhio per le ragazze; beh, meglio, perché il nostro Gustav era convinto che sarebbe riuscito a rimorchiare e senz’altro a mettersi con la splendida “ciuffo nero”. Ohoh, Gus è il tuo momento!
Le due erano arrivati proprio di fronte a loro, e Gustav era sempre più incantato finché non sentì Georg dire, sorridendo amabilmente
-Allora, ti presento i miei amici Bill e Tom Kaulitz. Ragazzi, lui è Gustav Schafer, di cui vi ho a lungo parlato.
Co… cosa?!?! Quei due erano i gemelli?!?! Quella ragazza bellissima era un maschio?|?| Gustav per poco non cadde lungo disteso per terra. Che smacco, che onta, che ignominia …
-Piacere di conoscerti!- la voce squillante e la mano tesa di Tom gli evitarono lo svenimento
-Ehm, si, il piacere è tutto mio …
Poi fu il turno di Bill che … il biondo batterista si vide davanti al naso il dorso di una pallida mano. Guardò interrogativamente il proprietario, che lo fissava con un’aria del tipo “che aspetti? Fammi il baciamano, no?!”. Il povero ragazzo, già sconvolto dal suo grossolano errore, rimase di stucco davanti a quella richiesta silenziosa finché la mano di Bill non venne bruscamente girata da Tom e lui gli poté stringere la mano normalmente con il solito
-Piacere di conoscerti.
-Allora? Non siete elettrizzati?!- si vedeva lontano tre miglia che Georg cercava di alleggerire l’atmosfera con risultati più che scarsi. Siccome non era stupido, si era subito accorto dello shock del biondo e delle smorfie degli altri due.
-Allora tu suoni la batteria?- attaccò Tom, con aria professionale
-Si, certo! E anche discretamente bene, non per vantarmi- a Gustav sembrò di essere a un colloquio di lavoro per un posto molto esclusivo, a vedere le facce serie dei gemelli.
-Bene, e sei una persona che si sa adattare più o meno a qualunque tipo di musica?- continuò Tom, lisciandosi i capelli.
-Certamente, sono un lavoratore coscienzioso ed efficace- il ragazzo non fu sicuro che i due avessero colto la vena sarcastica.
-E sapresti anche cambiare da un momento all’altro brano? Intendo, se ci eravamo preparati determinati pezzi e poi poco prima di entrare in scena dobbiamo cambiarli tutti, tu saresti in grado di farlo?- intervenne Bill
-Beh, credo di si … ma date per scontato che diverremo famosi?- in effetti Georg (che in quel momento era impegnato a sospirare osservandoli) gli aveva detto che erano un poco egocentrici.
-Avevi dei dubbi, con i gemelli Kaulitz?!- esclamarono i due in coro
“Va bene essere un po’ egocentrici ma qui si esagera …” pensò Gus.
-Ti piace The Walking Dead?- la domanda di Tom stupì non poco il biondo che si ritrovò ad annuire
-Si, certo, ma che c’entra con …
Venne interrotto da Bill
-E i manga ti piacciono?
-Intendi i fumetti giapponesi? Beh, non molto però guardo i cartoni di Naruto e One Piece.
-Si chiamano anime. Bene, e cosa ne pensi di “Via col vento?”
-Fa schifo
Bill si produsse in uno dei suoi proverbiali strilli eccitati
-Perfetto! Allora considerati parte del gruppo Gustav!
“Già di grazia …” si scoprì a pensare.
-Sembra proprio che ci siamo trovati- finalmente Georg prese la parola – Abbiamo voce, chitarra, basso e percussioni. Un gruppo a tutti gli effetti. Vogliamo andare in sala prove per vedere se funzioniamo?
La proposta venne accolta favorevolmente e il quartetto si avviò verso la sala prove.
La sala prove era ricavata in una grande tenda che rimbombava di ogni genere di suono.
-Non sarà facile trovarci un buco … - commentò Georg
-Nah, tranquillo, lo troviamo subito- Tom fece uno dei suoi soliti sorrisi finto rassicuranti
Incominciarono a spintonare di qua e di là, incassando gomitate e distribuendone altrettante, nella speranza di beccare una batteria libera dove sistemarsi. Dopo altre gomitate, trovarono quello che faceva al caso loro, un angolino con una vecchia batteria e un basso abbandonato.
Felici della scoperta, si sistemarono al loro posto e Bill prese parola
-Bene, allora qui c’è la partitura di questo brano d’attacco … - diede a Gustav un pezzo di carta pentagrammata dove erano scritte le note.
-E’ un brano inventato da noi due, quindi non garantiamo niente, è solo per vedere se funzioniamo insieme o se facciamo schifo- intervenne Tom
-Esatto. Geo&Geo, ecco a te lo spartito.
Georg osservò il pezzo di carta e si trattenne dallo sbuffare. Era quello schifosissimo brano che i due gli avevano fatto sentire qualche tempo prima. Un affare in cui morivano tutti, un testo deprimentissimo con una musica ancora più da suicidio.
-Ok, allora 1,2,3,4.
Tom attaccò con il primo riff di chitarra e Bill partì con il primo acuto. Georg osservò velocemtne la sua parte. Bene, niente di complesso, un giro di basso fattibile e ripetitivo. Ce la poteva fare.
Gustav dal canto suo, cominciò a battere delicatamente sui tamburi. Dai, non era complessa … tre di qua, tre di là, piatto … guardò di sfuggita gli altri. La canzone non era affatto male, anzi la musica era bella a suo parere. Magari il testo non era dei più allegri ma comunque … si fece completamente prendere dalla musica e quando finì era quasi dispiaciuto
-Beh, che dire? Siamo andati bene tutto sommato- commentò Tom
-Si, sinceramente ero preparato al peggio. Mi è piaciuta molto la canzone- sorrise Gustav. Dai, anche se i gemelli erano un po’particolari la musica li salvava.
-Se tiriamo così allora possiamo davvero metterci in società!- annuì Georg, che visto che tutto filava stava cominciando a rilassarsi.
-Oh si! Saremo il nuovo vento che rinnoverà la Germania - trillò Bill entusiasta.
Proprio allora la madre dei due danni ambulanti impose la sua presenza
-Ah, eccovi qui! E’ da un secolo che vi cerco! Oh Georg caro, come stai?
La signora lo abbracciò velocemente e poi strinse la mano a Gustav presentandosi, nel contempo cercò di riprendere fiato dopo essersi fatta largo attraverso schiere di gente ridotta allo stato paleolitico.
-Allora ragazzi, vi ho sistemato alla Gasthof “dalla vecchia Gertrude”, che, combinazione, ospita anche Georg e Otto … - la signora additò i due
-Ehm, mi chiamo Gustav, signora.
-Si, certo, scusami, caro. Siete nella stanza numero 5 e fortunatamente Georg e Verner-
-Ehm, mi chiamo Gustav, signora.
Ah, si certo, beh sono nella 4, quindi siete anche vicini. Qui ci sono le chiavi. Vi ho lasciato le valigie nella stanza. Mi raccomando non fate danni, non cacciatevi nei guai, non disturbate, attenetevi alle regole della padrona d, suonate bene, non fate scenate, divertitevi e chiamate ogni sera alle otto, tanto ho visto che c’è una cabina telefonica. – la signora prese un profondo respiro – Vi ho detto tutto. Mi raccomando.
Li strinse tutti e due in un abbraccio mozzafiato. Poi, cercando di non farsi udire,sussurrò a Tom
-Tesoro, tu vedi di badare a tuo fratello.
-Si, mamma, promesso.
-perfetto!- la mamma esplose in una risata isterica – Allora mi raccomando ragazzi sfondate, credo profondamente in voi. Ciao Georg, piacere di averti conosciuto Conrad.
-Ehm, mi chiamo Gustav, signora.
-Si, certo scusa caro. Ciao!- la signora fuggì tra la folla.
-Oh, scusala, non ha mai avuto molta memoria per i nomi … - tentò di scusarla Tom rosso d’imbarazzo. Ste madri smemorate …
-Ci andiamo a registrare?- propose Georg
-si, però prima dobbiamo trovarci un bel nome- Bill si stava ricontrollando il trucco nello specchietto (o meglio, scheggia di vetro) che si portava sempre in tasca.
I ragazzi uscirono all’aperto e si avviarono verso l’ufficio di registrazione.
-Importante : darsi un nome figo – disse Tom
-Ehi, che ne dite dei “Fantastici 4”? Ci si può lavorare sopra e fare tipo come se fossimo loro quattro. Tipo, io faccio Reed Richards, quello che si allunga ; Tom fa Johnny Storm la torcia umana; Gustav fa Ben Grimm, quello di pietra e Bill fa Sue Storm, la donna invisibile
L’idea di Georg non venne solo cassata, ma anche considerata offensiva (per Gus e Bill)
-Io direi più un nome tipo … - Gustav si accarezzò il mento e poi esclamò – Ci sono! “I wurstel volanti!” oppure “I pesci soffritti”, quello che preferite.
-Ma che schifo!-commentò Georg con una smorfia.
-Perché?! È un gran nome!- ribatté piccato il ragazzo, già immaginandosi loro entrare in uno stadio immenso davanti a orde di fans che inneggiavano “Wurstel volanti wurstel volanti”
-Te lo scordi un nome così! Ci vuole qualcosa di epico!- lo rimbeccò Tom –Vero fratellino?- si voltò verso Bill, il quale si limitò ad annuire distrattamente, troppo impegnato a leggere un manga che si portava sempre appresso. Senza manga, Bill non si muoveva.
-E cosa proponi allora, Tom?- chiese Gus
-Tipo “Vox Populi” !- il rasta sorrise entusiasta della sua idea geniale.
-Ma in che lingua è?- urlarono G&G
-Non capite niente voi due! È latino, significa “voce del popolo”. Questo è un nome splendido. Vero fratellino? Vero che ho ragione?
Bill annuì di nuovo e ancora più distrattamente di prima.
-Ma non lo capisce nessuno!- controbatté Georg
-No, siete voi due che siete due capre- Tom incrociò le braccia imbronciato.
-Senti Tom, lascia stare. A noi Vox Populi non piace, quindi è fuori discussione- sbottò Gustav.
-Qualcuno di voi è mai stato a Tokio?- Bill se ne uscì con una delle sue solite domande idiote.
-No, ma che c’entra scusa?
-Sarebbe il mio sogno andarci. E stare al Teito Hotel- il ragazzo sospirò con aria sognante.
G&G guardarono Tom con una faccia del tipo “Tom fai qualcosa, sta impazzendo del tutto”.
-Al Teito Hotel ci stava L.
-Chi?!- i tre si guardarono esterrefatti.
-Ma non capite niente voi tre! L è il mio personaggio preferito di Death Note. Un manga, anzi uno dei manga più belli del mondo- Bill scosse la testa spazientito per poi continuare –Però poi L muore per mano di Rem, che è stata manipolata da Light e io …
Tom, accortosi che gli occhi del fratello si stavano riempiendo di lacrime (si era già psicologicamente preparato alla crisi da “lutto mangofilo”) lo abbracciò e se lo strinse contro nel tentativo di non farlo scoppiare in un pianto dirotto.
-No non piangere, ti prego, dai Bibi coraggio.
Georg si avvicinò a uno sconvolto Gustav e spiegò
-Ehm, Bill è molto sensibile quanto riguarda i fumetti.
Tom era nel contempo riuscito a non far debordare la cosa (piccolo flashback del rasta : loro due a scuola, Bill in lacrime che piangeva come un poppante per colpa della morte di sto L, che Tom manco aveva capito chi fosse, lui costretto a calmarlo, Bill che, infantile come pochi, gli saliva in braccio, tutta la scuola che rideva, reputazione dei gemelli rovinata per sempre) e il nostro cantante squinternato si era calmato.
-Beh, però Tokio non sarebbe un brutto nome per un gruppo- commentò Tom, fiero di se stesso per essere riuscito nell’impresa di rasserenare il fratello.
-Vero- annuì Bill –Però … ci manca qualcosa. Perché Tokio e basta è troppo poco.
-Ma no scusate, che c’entra la capitale del Giappone?- obiettò Georg. Lui odiava il Giappone.
-E’ un nome figo- risposero i gemelli alzando le spalle.
-E dovremmo aggiungere qualcosa a Tokio? Ahahah ma non fatemi ridere! È bruttissimo- sghignazzò Gustav.
-Non saprei … Tokio Mint?- tentò Bill
-Ma che vuol dire Tokio Menta?!- esclamò Georg
-Suonava bene … oppure …
-Si, suona bene ma forse Tokio … uhm … Splendor va meglio. Dai, ecco a voi i Tokio Splendor!- propose Tom, che era fissato con i nomi magniloquenti.
-Seh, come no! Sembra il nome di un hotel, ahahah – Gus rise di gusto, ignaro di aver appena firmato la propria condanna a morte –Dai, i Tokio Hotel Splendor ahaha, ma vi prego ragazzi!
Nello stesso istante gli occhi di Tom e Bill brillarono. I due si guardarono e strillarono in coro
-Grande Gustav!! Tokio Hotel!!!! È un nome strepitoso!!
-Eh?! Ma io scherzavo, era una battuta … - il biondo cominciò a sudare freddo.
-Ragazzi ma forse … - balbettò il bassista impallidendo.
-ECCO A VOI I TOKIO HOTEL!!!!! È IL NOME PIU’ BELLO DEL MONDO!!!
I gemelli in preda a una crisi spastico compulsiva, stavano saltellando come ossessi strillando a pieni polmoni e continuando ad abbracciarsi.
-Ma a noi non piace come nome!- tentarono di opporsi I Poveri Martiri
Tom e Bill si voltarono con aria minacciosa
-Cosa avete detto?!
-Che a noi non piace! Scegliamone un altro che piaccia a tutti e quattro! Almeno Berlin Hotel!
-Giammai!
Georg e Gustav rimasero talmente spiazzati dalle facce dure e cattive dei due che tacquero e incassarono in silenzio.

***
Eccoci qui con il secondo capitolo! il mistero vero e proprio arriverà nel prossimo, questi erano tipo "introduttivi". Spero che vi piaccia e che almeno un po' vi faccia divertire.
  
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