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Autore: Pherenike    18/11/2014    2 recensioni
Dopo anni di assenza da Forks la nostra cara famiglia Cullen decide di tornarvici, molte sorprese li attenderanno, ritroverranno vecchi amici, e ne conosceranno di nuovi, le cose però si complicheranno quando in Italia si risveglia l'interesse dei Volturi. Chi sarà questa volta a salvare i nostri amati vampiri dall'essere assimilati dal crudele esercito italiano?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Salve mie cari lettori, vi informo che in questo capitolo ci sarà un cambio momentaneo nel narratore della storia, nei capitoli successivi tornerà quello di sempre, quindi Bella. Buona lettura, e mi raccomando recensite la storia. Mi fa piacere leggere i vostri pareri.

Lei non è nulla per me

 
Erano passati alcuni minuti dalla rivelazione di Leah, ma nessuno di noi aveva aperto bocca, era davvero troppo da digerire, io guardavo quel ragazzo sconosciuto, ma dall’aria familiare, e provavo a fare percepire al mio cervello, che poteva contenere un’infinità d’informazioni, ciò che avevo appena appreso, ma niente, era la prima volta durante la mia vita da vampira, che non sapevo cosa dire o fare, ero anch’io in preda allo shock. Decisi di reagire, provai a rilassare i muscoli, e feci un respiro profondo, era diventata un’abitudine da quando avevo iniziato a sedare le sfuriate di Renesmee, un poco funzionò, così iniziai a studiare Harry più per riconoscerlo che per accettarlo. Inaspettatamente riuscii a trovare qualcosa di mio padre, quindi di mio, in lui, aveva lo stesso mio colore degli occhi, la forma era di Charlie, anche la fronte era quella di Charlie, il tutto incorniciato e reso perfetto dalle fattezze della tribù dei Quileute, mi sorpresi contenta nell’osservare che avesse anche qualche tratto di Seth, espirai, cosa che non mi serviva affatto, e l’ultimo nervo si rilassò.
 
«Vuoi entrare? Penso che abbiamo un po’ di cose da dirci» chiesi speranzosa.
«Credo che sarebbe il caso» rispose lui serio.
 
Feci strada, mentre gli altri, trovarono una scusa per poterci lasciare da soli, sapendo che comunque pur allontanandosi avrebbero sentito quello che ci saremmo detti. Rimanemmo noi e Leah, ero pronta a giurare che non lo avrebbe lasciato da solo tanto facilmente, in fondo era anche suo fratello. Arrivati in cucina, mi apprestai a mettere sul tavolo una brocca d’acqua e qualche bicchiere. Harry parlò per primo.
 
«Per quanto pensate di rimanere?» domandò nervoso.
«Harry» lo riprese Leah.
«Non preoccuparti Leah, a tutto il diritto di saperlo» risposi io un po’ delusa, cosa che per fortuna data la mia natura, non fu percepita da nessuno dei due. «Non resteremo per più di qualche anno, non possiamo» conclusi infine.
«Bene, almeno non ci sarà il rischio che qualcuno di voi faccia danni» sputò furioso.
Mi sorprese che fu Leah a interrompere le sue accuse.
«Harry adesso basta, ti ho ripetuto mille volte che loro non sono pericolosi, se non decidi tu stesso di sfidarli, allora saranno fatti tuoi, per di più lei è tua sorella, dovresti avere un po’ più di rispetto» Leah aveva la voce autoritaria di una sorella maggiore, e ne fui contenta, perché a me mancarono le parole.
 
«Mi dispiace Bella, immaginavo sarebbe andata così, qualche anno fa è passato non lontano dai confini un trio di nomadi, causando un bel po’ di morti, Harry ne è rimasto scosso, ho provato a convincerlo che voi siete diversi, ma non ci crede» finì Leah veramente dispiaciuta.
 
Io non sapevo cosa potergli dire, noi eravamo veramente diversi, ma come farlo capire a qualcuno cui era stato insegnato il contrario. Improvvisamente mi si avvicinò, sorprendendomi. Mi afferrò il polso e parlò.
 
«è fredda come l’inverno, dura come la roccia e non ha battito, questa cosa non è mia sorella, mia sorella è morta molti anni fa per sua scelta» mi lasciò il polso e si allontanò come se potessi contagiarlo con qualche malattia incurabile.
 
Per la prima volta, dopo molti anni, mi ritrovai a piangere, non versavo lacrime, ma sentivo quella stessa angoscia che sentii molti anni prima, quando venni a sapere che Charlie era morto, come quando la sentii per mia madre e tutte le altre persone che ci avevano lasciati. Non potevo piangere e questo non fece che aumentare l’angoscia, perché riconoscevo in essa la verità delle parole di Harry. Non pensai che nella mia vita da vampira avrei mai fatto una cosa del genere, ma lo guardai per l’ultima volta, in modo da tenere per sempre il suo ricordo, e scappai. Sentii l’eco della voce di Edward che mi chiamava, seguito da quello di Renesmee e di Jacob, ma non riuscivo a fermarmi, evitai accuratamente i confini Quileute, per non creare problemi, ma per il resto, corsi più veloce di quanto mai avessi fatto in passato, sapendo che tutti avrebbero potuto raggiungermi. Corsi, per molto, mi resi conto che stavo percorrendo la stessa strada per l’ennesima volta, riconoscendo la mia scia, mi bloccai, stetti due secondi a pensare, poi ripresi a correre, questa volta con una meta. Quando arrivai, l’ansia di poco prima tornò furiosa, il cimitero era lì, sapevo cosa cercare e la trovai, una lapide con scritto il nome di mio padre, e affianco quella di Sue, mi accasciai davanti ad essa, con la fronte poggiata sul marmo, scurito dal tempo, e mi uscirono soltanto tre parole.
 
«Mi dispiace papà» e rimasi lì immobile, nella speranza che nessuno interrompesse quel momento.
 
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«Accidenti Harry, che diavolo ti è preso, ti ho detto più di una volta che lei non è come pensi» ero infuriata, la familiare sensazione stava affiorando sulla mia pelle.
«Andiamo Leah, sono vampiri, nostri nemici naturali, come puoi pensare di difenderli» esclamò Harry sconcertato.
 
Stavo per ribattere, ma un suono più che familiare mi arrivò come uno schiaffo dietro la nuca, un ringhio minaccioso proveniente dalla gola di Edward.
 
«Ascoltami Edward, mi dispiace, mi aveva assicurato che non avrebbe detto nulla di male, ce ne andiamo immediatamente, ma non fare nulla di sciocco per favore, è stata colpa mia, mi dispiace, pensavo che avreste dovuto conoscere la verità tutto qui» dissi dispiaciuta.
«Non preoccuparti Leah, Bella ha solo bisogno di tempo, e probabilmente non è l’unica» intervenne Carlisle, appena entrato.
«Sì forse hai ragione, spero che si risolva tutto dissi» feci per andarmene “ascolta Edward, dagli una possibilità, lui non vi conosce, non sa, e non vuole credere, per favore, lui dice di no, ma io lo so che moriva dalla voglia di vederla, fin da bambino” mi girai e Edward annuì, io lo feci di rimando e sospirai.
 
Mi catapultai fuori, pronta a trasformarmi, dovevo trovare quello zuccone di un lupo, certo che mi somigliava molto, o forse somigliava molto alla vecchia me. Era incredibile quanto la sua presenza mi avesse cambiata. Quando decisi di tornare a Forks, non mi sarei aspettata di trovare un secondo fratello, all’inizio fui sconcertata dalla cosa, ma quando conobbi bene quel ragazzino non potei fare a meno di amarlo, e da lì iniziò il mio lento cammino verso il perdono. Senza rendermene conto iniziai a trovarmi bene con Charlie e capii perché mia madre si era innamorata di lui, era gentile divertente e molto, forse troppo premuroso. I miei sentimenti verso il branco, che ormai era di Sam solo, mutarono, riuscii a trovarmi di nuovo d’accordo con Emily e questo fu stupendo. Tutto era tornato come prima della trasformazione ed io stentavo a crederci. Harry crebbe tra i racconti della nostra tribù, volle diventare un lupo, e fu quasi impossibile trovare qualcuno disposto ad avvicinarsi tanto, per nostra fortuna, se così vogliamo, Garrett fu lieto di aiutarci. I miei pensieri tornarono improvvisamente al presente, sentivo Harry, era lì intorno, ed era furioso.
 
“Accidenti a te Leah, non dovevi portarmi da loro, te lo avevo detto, loro, lei, non è nulla per me” pensò, ma dai pensieri successivi capii che mentiva. Decisi di tornare umana.
 
«Sei un pessimo bugiardo, proprio come lei» esclamai adirata
.
Allora a quel punto Harry, ancora lupo, si voltò e iniziò a ringhiare.
 
«Non ci provare Harry, sai che non m’incuti alcun timore, ora trasformati e abbi il coraggio di mostrarmi la tua facciaccia del cavolo» dissi incrociando le braccia al petto.
 
Allora si diresse dietro un albero e tornò umano.
 
«Non usare il potere dell’Alfa su di me Leah» disse sfacciato.
«Falla finita, sai che da umano non funziona. Ti pare normale il comportamento che hai avuto, lei è tua sorella, per quanto tu non voglia ammetterlo, fa parte della tua vita, è figlia di tuo padre, una figlia che lui non ha più potuto vedere e che le è mancata ogni giorno» parlai, in preda ad una rabbia incontrollabile, Charlie si era sempre comportato da padre con me, con Seth, e non potevo permettere che Harry rovinasse l’unico legame che avevo con lui, Bella sarebbe rimasta ad ogni costo.
 
«Credi che non lo sappia? Pensi che non ricordi tutte le cose che papà mi raccontava? Di quanto fosse bella e fragile la sua piccola Isabella, e di come a un tratto sia diventata la donna più forte e carismatica che avesse mai visto? O di quando raccontava della sua scomparsa, di come si facesse sentire sempre di meno, a causa di quello che era e di come infine abbia rinunciato del tutto a chiamarla. Sai che è morto per colpa sua, se lei non fosse scomparsa del tutto avrebbe vissuto ancora, solo nella speranza di risentirla» chiuse il discorso trattenendo più che poteva il dolore.
 
Un rumore alle mie spalle mi colse alla sprovvista, mi voltai e rimasi sorpresa nel vedere una Renesmee furiosa e poco collaborativa.
 
«Tu credi che per noi sia stato facile? Charlie era tuo padre certo, ma era anche mio nonno. Ho sofferto per anni la sua mancanza e mia madre peggio di me, tutti abbiamo sofferto, perché noi siamo una famiglia, padre, madre, fratelli, noi ci amiamo, e non smetteremo mai» ringhiò tutto d’un fiato Renesmee.
«Nes, credo che dovresti tornare dai tuoi, probabilmente ti staranno cercando» dissi io ansiosa.
«Un’ultima cosa, tu hai fatto del male a mia madre, è una cosa che non mi piace, se vorrai far parte della nostra famiglia, vedrò di dimenticarlo, altrimenti, non farci più vedere la tua faccia e spera di non incontrarmi mai arrabbiata» disse lei, lasciando la posizione acquattata e sparendo fra gli alberi.
 
Andavamo di male in peggio, Nessie era molto arrabbiata, Bella era ferita, tutti gli altri probabilmente molto agitati, non un bel mix per una famiglia di vampiri molto numerosa. Confidai nel fatto che fossero veramente come dicevano di essere, e tornai al mio pasticcio.
 
«Harry, ora devi darti una calmata, cosa pensavi di fare? Ucciderla? So quanto Charlie abbia sofferto, ma non è giusto prendersela con Bella. Ha fatto la sua scelta, e ne ha pagato le conseguenze credimi» affermai furiosa.
«Chi era quella ragazzina?» mi chiese distraendomi dal mio intento.
«Renesmee, figlia di Bella e Edward, tua nipote quindi» gli risposi ancora un po’ adirata ma rallegrata dalla piccola partecipazione di Nessie.
«Io non ci credo, non è possibile che un morto possa fare dei figli» disse interrogativo.
«Possibile o no, io c’ero e credimi, l’ho vista crescere, in maniera anormale ovviamente, tutti l’hanno vista, e avresti sentito il suo cuore se fossi stato attento, o pensi che abbiamo preso tutti un abbaglio?» gli chiesi sfidandolo.
«Non so cosa credere, sicuramente questa è una cosa molto, molto più strana di noi lupi» affermò più a se stesso che a me.
«Non quanto credi, ora dimmi cosa vuoi fare, devo capire qual è la tua intenzione e da lì prendere la mia di decisione» chiesi seria.
«Non lo so, non sono sicuro nemmeno che lei mi perdoni dopo oggi, devo riflettere» rispose altrettanto serio.
«Se c’è una cosa che Bella non sa fare, è portare rancore, nessuno di loro in realtà, credo che dipenda dal fatto che vivano in eterno, sai che rottura odiarti per sempre?» dissi dandogli un buffetto su una spalla.
 
Lui se ne andò, sparendo dalla mia vista, rimasi lì come una cretina, non sapendo cosa fare, ma una cosa dovevo farla, trovare Bella, vedere quanto fosse arrabbiata e se in caso provare a parlarle.
 
«Quando hai preso una decisione, fammi un fischio» urlai alla foresta, e un ululato di risposta arrivò alle mie orecchie.
 
Sorrisi e mi trasformai, così sarebbe stato più facile trovarla.
 
 
  
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