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Autore: ShunLi    28/10/2008    1 recensioni
La mia vita mi è sempre sembrata inutile. Non ho un obiettivo, non ho nulla da stringere vicino al petto, qualcuno che mi dia coraggio e mi dica quanto io valga. Ma eccomi qui. Ennesimo anno, ennesimo lavoro.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DEATH

Camminava per le strade dove le macchine passavano veloci, senza fermarsi.
Si sentiva irrequieta, non riusciva a calmarsi.
Quei tipi di stamattina... Cosa potevano volere da Eiji? Era sempre un ex-pregiudicato, era naturale che qualcuno lo volesse male.
Ma il pensiero fisso che qualcuno potesse venire e fare qualcosa di pericoloso, non voleva abbandonare Seraphine.
Voltastomaco, vertigine.
Si sentiva uno schifo.
Ora si era fermata e il freddo le sferzava il viso, ma non le dava sollievo. Voleva tornare indietro, telefonare a Sachiko accampando ad una scusa qualsiasi per non recarsi al lavoro. Ma doveva aspettare la signora per le scarpe...
E aveva promesso delle cinture a dei ragazzi.
-Non posso tirarmi indietro!- Pensò e ricominciò a camminare verso il negozio.
Era già aperto quando arrivò: la radio accesa, i manichini esposti all'entrata.
-Ops.- Si disse Seraphine e corse verso il negozio.
Amano-chan e Lyla erano seduti alla cassa che discutevano.
"No, è colpa tua se Rin-chan ti fa la corte! Le dai troppa confidenza!!" Diceva lei.
"Ah si? E allora dimmi, a quel damerino di Shingo lo devo prendere a cazzotti ogni volta che ti posa gli occhi addosso, eh?" Ribatte lui.
"Ragazzi... Scusate..." Cerco di parlare Seraphine.
"ZITTA TU!!" Urlarono in sintonia i due.
-Sapevo che non era giornata oggi.- Pensò la povera commessa.

Dopo un ora e un bel pò di soldi guadagnati, le acque sembravano calme.
Seraphine si sentiva rilassata. Era seduta su un pouff arancione che era destinato a far misurare le scarpe ai clienti. Amano-chan e Lyla erano sulla porta a fumare.
"Ehi ragazzi, non vi fa freddo?"
I due non risposero. Probabilmente stavano raffreddando i loro "bollenti spiriti", affrontando il vento gelido che dispettoso entrava nel negozio.
Seraphine sospirò. Non li sopportava quando non poteva parlare e scherzare con loro. Quindi si alzò e si avvicinò alla cassa, sistemandola con macelata noia. La musica che suonava a palla dallo stereo cominciava a darle fastidio. Odiava la musica dance.

Prese dal primo cassetto una caramella gommosa, comprate in precedenza. La mise in bocca e si stava per sedere, quando dalla porta entrarono due uomini.
I primi due erano vestiti in giacca scura e pantaloni dello stesso colore, assolutamente anonimi. Avevano entrambi degli occhiali scuri calcati sul naso.
Si fermarono sulla porta, abbastanza distanziati fra loro, come sentinelle, solo per far passare un terzo uomo.
Seraphine rimase a bocca aperta.
Era alto, distinto, con un cappotto bianco indosso, vestito anche lui con un completo scuro e si muoveva come un felino, fiero, dai gesti non calcolati e da una freddezza tale da mettere timore.
"Buo...Buonasera." Balbettò Seraphine.
L'uomo si girò e si tolse gli occhiali. I suoi occhi azzurri sorrisero sinceri.
"Buonasera signorina." Disse.
Chi poteva mai essere?
"Po...Posso esserle d'aiuto?" Chiese Seraphine, insicura sul da farsi. Guardò di sfuggita Amano-chan e Lyla. Erano ancora piu sorpresi di Seraphine stessa.
"Sto cercando Eiji. Sa dirmi se è qui?"
"Purtroppo il Signor Eiji non rimane mai al negozio... Ma se è urgente posso..."
Seraphine venne interrotta dalla risata di quell'uomo. Rideva divertito. Cosa aveva fatto la ragazza per farlo ridere?
"Il signor Eiji? Ahaha! E dimmi perche lo chiami cosi, signorina?"
"Ehm... Provo grande stima per lui..."
Seraphine abbassò lo sguardo. Quell'uomo la stava chiaramente provocando.
E se quello era un gioco, a Sora non piaceva affatto.
"Ma senti... Chissa cosa ha fatto per guadagnarsi tanto rispetto da una bella ragazza come te."
"Come prego?"
"Non fraintendere le mia parole. Non voglio in alcun modo offenderti. E tantomeno giudicare la tua scelta. E ora, bella signorina, mi mostra qualcosa per me?"

In quel momento quell'uomo parve uno yakuza. Seraphine ne ebbe paura. Ma trovò anche il coraggio di mostrargli i vestiti che gli interessavano, scherzando e consigliando come se fosse un cliente normale.
Nel frattempo Amano-chan e Lyla sedevano alla cassa. Guardavano Seraphine con un pò di preoccupazione, ma la commessa li distraeva facendo loro l'occhiolino. I due uomini-guardia alla porta non si muovevano. Erano come delle statue di cera, pronte a muoversi solo al primo comando di quell'uomo.
"Complimenti signore, ha fatto una spesa sostanziosa!" Disse Seraphine. Sulla cassa vi erano: due paia di scarpe, cinque o sei magliette, tre paia di pantaloni, due giacche, un paio di occhiali, un completo scuro, una tuta, un completo di sciarpa, guanti e cappello e un piumino.
"In parte il merito è suo, signorina. Se non fosse stata cosi persuasiva, non avrei preso nemmeno il piumino." Si complimentò. Seraphine arrossì. Non era abituata a cosi tante lodi.
"Le faccio il conto finale, signore."
Seraphine prese mano alla calcolatrice e pigiò velocemente i tasti.
Il conto arrivo ad un totale di 70.000 Yen.
"Cosi tanto?" Si meravigliò l'uomo.
"Si, perche la merce è in nuovo arrivo e perciò non usufruisce di sconti."
"La prego, non mi può fare un ulteriore prezzo?" La voce provocante di quell'uomo mise Seraphine alle strette. Non riusciva a resistergli.
Senza rispondere e con lo stomaco in subbuglio, Seraphine rifece il conto.
"Le posso fare 55.000 Yen. Nè un yen di meno, nè uno di più."
L'uomo storse le labbra in una smorfia.
"No, non mi sta bene."
"Mi spiace, ma non posso fare di più. Prendere o lasciare." Ora il tono della commessa divenne piu duro. L'uomo sorrise.
"Cominci a piacermi, ragazzina. Peccato che io sia venuto qui a lasciare un messaggio ad Eiji e non per discutere con una troia come te." L'uomo tirò fuori dal suo giaccone una pistola. I due uomini non si mossero.
"SCAPPATE!!" Urlò Seraphine ad Amano e Lyla.
I due scapparono, seguiti dagli scagnozzi silenziosi che si erano mossi al comando del loro capo.
Seraphine rimase immobile davanti alla pistola nera e minacciosa che l'uomo reggeva in mano.
"E' inutile signorina. Farli scappare è stata un idea idiota, la tua. Tanto ci saranno altri che li uccideranno, perchè quel bastardo di Eiji non merita altro che la morte, la sofferenza, il dolore! Tutte cose che ha procurato a me. A me, che ero il suo unico amico!! Ma si è dimenticato. Si è dimenticato del suo passato corrotto e perverso, per dedicarsi al commercio, un commercio altrettanto sporco e di basso grado.
Dimmi signorina, ora lo stimi? Lo stimi ancora, eh?" Disse l'uomo nervosamente, portando l'arma alla testa della ragazza.
"Vuole sapere la verità? Io non stimo nessuno. Io non ho nulla da stimare se non me stessa. Mi regge in piedi un autostima del cazzo che mi serve a non sentirmi un essere schifoso quando servo i clienti in questo negozio." L'uomo si accorse che gli occhi di Seraphine erano tranquilli, senza un briciolo di paura. Diceva la verità. Voleva forse incitarlo a fargli fare quello che pensava?
"Ragazzina, non sai quello che stai dicendo. La tua vita e tanto mediocre da pensarla cosi?"
Non riuscova più a capire: pareva che la situazione si fosse ribaltata, che lui fosse il salvatore e lei l'anima corrotta che doveva essere estirpata dal mondo.
Seraphine rise leggermente.
"Signore... Lei non puo sapere quanto io mi sia rassegnata a questa vita mediocre. Mi sono stancata di lottare per emergere in questo mondo di merda.
Di vivere e sopravvivere.
Se mi sparerà, almeno qualcosa di buono l'avro fatta.
Amano-chan e Lyla non sono degli sprovveduti, si salveranno, lo so."
"Qual'e il tuo nome?" Domandò l'uomo.
"Seraphine Fujizare. E il suo?"
"So Mizushino. Addio, Seraphine Fujizare."
"Addio." Disse Seraphine, con le lacrime agli occhi.

Mizushino abbassò l'arma e le sparò all'addome.
Il sangue che fuoriuscì dalla ferita di Seraphine macchiò i vestiti e le scarpe dietro di lei.
Mizushino scappò, lasciando la merce sulla cassa. Una volta salito in macchina, il guidatore fece una rumorosa sgommata, non senza aver provocato caos nel traffico cittadino.

"Signore, tutto bene?"
Domandò un uomo, seduto vicino a Mizushino.
Quest'ultimo si accese una sigaretta. Si tolse il cappotto e si copri il viso con una mano.
"Si, tutto bene." Rispose, mentendo.
Non stava affatto bene.
Lui non era di certo il tipo da procurare la morte alla gente. Ma quella ragazza... Lo aveva supplicato, con paroli dure e crudeli.
Mizushino si guardò le mani. Tremavano.
-Seraphine...- Pensò. E tra le luci della citta rivide l'unico sorriso che gli aveva rivolto, mentre lo consigliava ad indossare una maglietta.

"Dici che se ne sono andati?" Disse Lyla, sottovoce. Era spaventata a morte, si stringeva ad Amano-chan con morbosa insistenza.
"Credo di si... Menomale che c'era il camion... Altrimenti non ce l'avremmo fatta a scappare. Sono sicuro che ci avrebbero seguito con la macchina." Infatti i due si erano nascosti proprio dietro l'angolo del negozio, depistando i due scagnozzi che li stavano inseguendo.
Si alzarono e camminarono verso l'entrata dell'esercizio.
"Ma... Amano-chan, e quello sparo?"
"Prima preoccupiamoci di Seraphine."

Quando entrarono, videro la ragazza a terra. Una vivida pozza di sangue continuava a spandersi sul pavimento.
"SERAPHINE!!" Grido Amano, soccorrendola.
"OH MIO DIO, SERAPHINE!!" Disse Lyla, pietrificata dalla paura, in piedi, davanti al corpo inerme della commessa.

L'oblio...
E' l'oblio che mi possiede il corpo, adesso...
Sto vagando in un mare scuro, senza fiato, senza forze.
Non ci sara un paradiso, non ci sara un inferno, per me.
Solo l'oscurita che ho tanto bramato, desiderato.
E che quell'angelo mi ha donato.
So Mizushino...
E ora... Ora vedo delle ombre scure parlare. Sembrano disperate.
Cosa vorranno?
"SERAPHINE!!"
Ecco lo sento. L'eco di una voce lontana. Sara di quelle ombre scure?
"SERAPHINE, NON MORIRE!!"
"Devo chiamare un ambulanza!"
"Si, sbrigati!!"

Comincio a sentire freddo.
I miei occhi si chiudono da soli, senza comando.
La ferita all'addome continua a bruciare. Il mio spirito... Il mio spirito sta svanendo.
Perdonatemi tutti voi se sono stata crudele.
Perdonatemi tutti voi se non vi ho mai dato soddisfazione.
Perdonatemi tutti voi se ho adorato cose sbagliate, eretiche e immorali.
Avrei tanto voluto dimostrarvi il contrario e farvi vedere il mio valore...

"SERAPHINE!! SERAPHINE!!"

Amano-chan continuava a chiamare la ragazza, senza che questa potesse reagire. Il sangue continuava a scorrerle iperterrito, come un fiume in piena.
Lyla aveva chiamato l'ambulanza. Presto sarebbero arrivati. Ma non in tempo.

Con gli ultimi scampoli di vita Seraphine sfioro il viso di Amano-chan.
"Ah..."
"NO! Non parlare, sprechi solo energie!"
"Resisti! Arriveranno i paramedici per curarti, tranquilla!" Disse Lyla, con le lacrime agli occhi.
"Ah..."
"Seraphine non ci lasciare..."
Dopo un leggero accenno di risata, Seraphine mori.
Lyla cominciò a piangere più forte e si coprì il viso. Amano-chan chiuse gli occhi alla ragazza e solo allora arrivarono i paramedici.
Ma ormai non c'era più nulla da fare.

Due giorni dopo la famiglia Fujizare celebrò la veglia per salutare la figlia maggiore. Partecipò quasi tutta la cittadinanza che conosceva i Fujizare, tra cui i Lejisan e So Mizushino, sotto mentite spoglie, che con il pemesso dei genitori della ragazza, gettò una rosa rossa sulla bara bianca al momento del saluto.

"Addio, dolce angelo." Disse Mizushino.
Dopodichè se ne andò, accompagnato da una fitta e triste pioggia.


OWARI


nda
Non ci crederete mai, ma a scriverla mi veniva da piangere.
Questo è il frutto di un sogno che ho fatto, cioè che mi uccidevano per uno sconto negato (pensate un pò voi dove mi va a parare il cervello O.O)
Tutto l'elaborato naturalmente non rispecchia nulla di vero, ma ho lavorato quasi per un anno in un normale negozio, spero comunque di aver fatto un buon lavoro.
Mata ne by Shun.
  
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