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Autore: Sora_D_Aoi    19/11/2014    5 recensioni
Marineford: l'imminente esecuzione del prigioniero Portgas D. Ace ha portato l'Imperatore Edward Newgate a intervenire con tutte le sue flotte per salvarlo. La battaglia si dimostra fin da subito violenta e senza esclusione di colpi. Inoltre, l'intervento di una delle Undici Supernove Monkey D. Rufy complica ulteriormente la situazione. Tuttavia, nello scontro fra Marina e pirati, una terza persona si unisce segretamente, nascosta da un cappuccio nero, e inizia a fare strage di marines. Il suo scopo? Liberare il condannato. Perché? Semplice, se proprio quell'idiota deve morire lo farà per mano sua, quando lo prenderà a sberle per il macello combinato. E lo stesso vale per Mugiwara.
[Sì, so che l'ambientazione è stata usata fino allo sfinimento, ma ci sono troppe persone che amano quel fiammifero, e io sono tra loro (perché ci hai fatto questo, Oda ç_ç?!)]
Nient'altro aggiungere... Spero che la storia sia di vostro gradimento!
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NEL CAPITOLO PRECEDENTE...

A distanza di cinque giorni dalla Guerra dei Vertici, numerose notizie hanno sconvolto i giovani pirati Monkey D. Rufy, Portgas D. Ace e Sora D. Aoi, e l’arrivo inaspettato del leggendario ex pirata Silvers Rayleigh porta ulteriori novità ai tre fratelli.

L’uomo infatti dichiara di essersi messo in contatto con Akagami no Shanks in persona, il quale ha dato conferma sulle condizioni relativamente positive delle Flotte di Barbabianca e dei loro Comandanti, i quali hanno già celebrato un solenne funerale per il loro amato Capitano ma non possono ancora raggiungere il loro compagno a causa del trambusto presente nel Nuovo Mondo. 

Dopo aver dato tale rassicurante notizia ed aver assistito alla partenza del Chirurgo della Morte Trafalgar Law, Rayleigh si appresta a fare ai tre ragazzi un’importante proposta destinata a cambiare le sorti della loro avventura nel Nuovo Mondo.

Verranno quindi ora svelate le scelte compiute dai giovani pirati e gli esiti che queste hanno portato.


⑳ - L’ESITO DI UN’IMPORTANTE SCELTA
UN PADRE CHE VI ASPETTER
À SEMPRE 

Non riusciva a credere di trovarsi veramente lì. Il suo cervello non era ancora capace di elaborare il fatto che la lunga serie di eventi che l’avevano portata alla sua destinazione fosse ormai solo un ricordo, che quei sei giorni di angoscia fossero giunti al termine per lasciare spazio a quel momento tanto atteso quanto travagliato.

Nella sua testa c’era il vuoto più totale, l’unico suono che vi rimbombava era il delicato fruscio delle onde in lontananza. Si era ripetuta le parole da dirgli dieci, cento, mille volte, nel lungo viaggio che entrambi avevano dovuto affrontare per arrivare laggiù, eppure in quel momento quelle parole sembravano essersi dissolte come granelli di polvere nel vento, senza lasciare alcuna traccia dietro di loro.

Quasi a volerle rendere le cose più difficili, la sua mente cominciò a rielaborare con lentezza estenuante quella famosa sequenza di azioni compiute nei giorni antecedenti, facendogliele rivivere una ad una.

*UNA SETTIMANA PRIMA, AMAZON LILY*

“Ho una proposta da farti, Rufy-Kun, e vale anche per voi due, ragazzi. Ovviamente decidere di accettare o meno dipende solo da voi!” iniziò serio il Re Oscuro Silvers Rayleigh, giunto da solo ad Amazon Lily unicamente per constatare con i propri occhi le condizioni dei tre ‘fratelli D.’ e per fare loro un’importante proposta.

“Non girarci troppo attorno e dicci di che proposta si tratta, vecchio!” sbuffò impaziente Aoi, suscitando un sospiro da parte del suo interlocutore.

“... Voglio che abbandoniate la pirateria per i prossimi due anni per permettermi di insegnarvi quantomeno le basi dell’Haki!” proclamò solenne l’anziano.

Il tempo sembrò fermarsi in quello stesso istante. I tre giovani sgranarono occhi e bocca, prima di strillare in coro uno stonato: “COSAAA?!”

Hancock repentina intervenne, innervosita: “Rayleigh! Come puoi dire una cosa del genere a Rufy dopo che”-

Rufy istintivamente la zittì alzando un poco il braccio, affrontando deciso lo sguardo quasi intimidatorio dell’ex pirata: “Però... i miei compagni...”-

“Sono certo che te ne sia reso conto anche tu, Rufy-Kun: nelle tue condizioni attuali non hai speranze nel Nuovo Mondo, soprattutto ora che la Marina ti sta dando la caccia ancora più assiduamente. E sono sicuro che tu abbia anche realizzato che se non fosse stato per Aoi... Ace-Kun non ce l’avrebbe fatta a sopravvivere al pugno di Akainu. L’unico modo in cui puoi pensare di poter proteggere i tuoi compagni e i tuoi fratelli e impedire che fatti come quelli di Sabaody e di Marineford accadano di nuovo è accettare la mia offerta. Vorrei che ci pensassi bene.”

Mugiwara rimase in silenzio, serio come poche altre volte in vita sua. Stava veramente considerando la proposta appena fattagli, perché come si era già ripromesso non avrebbe mai più permesso che venisse torto anche un solo capello a tutta la sua grande famiglia, i suoi nakama e i suoi fratelli.

Non credeva di esagerare affermando che da quella scelta sarebbe dipesa la sopravvivenza della sua ciurma, così come ai tempi era purtroppo dipesa quella di Sabo.

“Immaginavo qualcosa del genere, ma due anni sono veramente troppi, vecchio!” protestò Aoi mentre il minore rimaneva in silenzio, puntandogli contro il piccolo indice “I sei mesi di allenamento che ho fatto con te a Sabaody non contano?!”

“Certo che contano. Tu tra tutti sei quella più avanti nel mio ‘programma’, Aoi-Chan. Tuttavia devi migliorare le tue abilità nel Kenbun-Shoku ed espandere il tuo controllo del Busou-Shoku anche agli oggetti con cui entri in contatto, in modo da ampliare le tue possibilità in combattimento. Inoltre, come ti avevo già detto durante il nostro primo allenamento, credo che anche tu possegga l’Haou-Shoku, ma non ne sono ancora certo, e anche se lo possedessi a differenza dei tuoi fratelli dovresti ancora risvegliarlo. Avendo già delle basi abbastanza promettenti per quanto riguarda il Kenbun-Shoku e il Busou-Shoku vorrei concentrarmi proprio sul risveglio del tuo
 Haou-Shoku, sempre che tu lo possegga, anche se come ben sai svilupparlo a dovere dipenderebbe unicamente dalla tua volontà. Per il resto del tuo allenamento chiederei invece aiuto a Jinbē.” 

“C-cosa? A me?! Mi perdoni, Rayleigh-San... ma io ho già insegnato ad Aoi-San tutto ciò che c’è da sapere sul Gyojin Karate!” ribatté il diretto interessato, sorpreso per essere stato tirato in causa.

“Certo, per quanto riguarda le arti marziali Aoi-Chan non ha proprio più nulla da imparare... Tuttavia, essendo tu un uomo-pesce, sei naturalmente propenso a comprimere e decomprimere l’acqua, dico bene?”

“S-sì, però...”

“Ho capito.” affermò seria la ragazza “Il più grande svantaggio derivante dal mio Frutto del Diavolo è proprio la pressione da attribuire all’acqua... Certo, in un allenamento con Ace e Rufy o contro qualche nemico di poco conto non ci sono problemi a dosare correttamente la pressione, ma in una guerra come quella che abbiamo combattuto... Ho rischiato la vita proprio a causa dei contraccolpi dovuti al dosaggio scorretto della pressione in un ristretto lasso di tempo...”   

“Inoltre sarebbe utile se imparassi a desalinizzare l’acqua di mare così da poterla usare per rimpiazzare quella sfruttata senza indebolirti.” aggiunse flemmatico il Re Oscuro “Immagino che tu sappia fare anche questo, vero Jinbē?”

“Sì...” annuì l’ex Shichibukai ancora perplesso “Anche se non credo di essere la persona più adatta per impartirti questo genere di nozioni, Aoi-San...”  

“Ah, ma non dire idiozie! A tre anni dal nostro primo incontro sei rimasto forte e abile proprio come allora, se non anche di più! Senza contare che per qualche tempo te ne sei rimasto al fresco ad Impel Down con Succo di Frutta, e nonostante ciò non ne sei uscito per nulla indebolito! Mi affido a te, Jinbē!” asserì fiduciosa la giovane scoprendo i bianchi denti affilati in un ghigno ottimista.

L’uomo-pesce accennò ad un sorriso: “Grazie della fiducia, Aoi-San. Vedrò cosa posso fare.”

“Credo di non aver capito bene!” s’intromise Ace con tono infastidito, corrugando le sopracciglia scure “Chi ti credi di essere per propormi una cosa simile, vecchio?! Posso capire che Rufy abbia bisogno di allenarsi e che Aoi debba migliorare alcune sue abilità... Ma io sono un pirata da più di tre anni ormai, e sono il Comandante della Seconda Divisione di Barbabianca! Non ho bisogno di una cosa si”-  

A zittirlo fu un puntuale pugno in testa da parte della giovane neo-ricercata: “AHI! Si può sapere che ho fatto adesso?!”

“Stai sparando una stronzata dietro l’altra, ecco cosa stai facendo! Sbaglio o quello a cui stavano per tagliare la testa eri tu, brutto idiota con la faccia da schiaffi?! Se il tuo stupido culo infiammabile è salvo è unicamente grazie a noi, ai tuoi compagni, alla qui presente Hancock-San e anche a Law, Ivankow e Shanks! È stata proprio la tua stupida arroganza da moccioso a farti finire su quel dannato patibolo, e non ho nemmeno bisogno di scommettere che appena salperemo riprenderai come un coglione la tua caccia a Teach, che adesso ha pure i poteri del Babbo e quindi è doppiamente più forte, facendomi incazzare il doppio!!!”

Ace si morse il labbro inferiore, frustrato dall’essersi lasciato sbattere in faccia l’evidenza: come al solito Aoi aveva ragione. Razionalmente lui stesso sapeva di non avere chances contro Teach, eppure, se non fosse stato per i suoi fratelli e per i problemi che impedivano ai suoi compagni di venire a prenderlo, la sua parte ribelle e irruente l’avrebbe fatto partire già giorni prima per rimettersi alla sua ricerca, divenuta ancor più agognata dal fatto che quel bastardo avesse acquisito con qualche sporco mezzo i poteri del suo amato Babbo.

Era anche vero che riprendere il mare per andare a farsi uccidere da quel bastardo era certamente l’ultima cosa che il Babbo, Satch, Oars, i suoi compagni caduti e anche sua madre e Sabo avrebbero voluto... Oltre al fatto che sarebbe venuto meno alla promessa fatta ai suoi fratelli e si sarebbe assicurato l’eterno odio della sua sorellina. Forse apprendere quel famoso Haki gli sarebbe stato utile, soprattutto per proteggere i suoi cari e riscattare quelli che avevano dato la vita per lui.

La voce pacata di Rayleigh intervenne: “So per certo che tutti e tre disponete di enormi potenzialità, che necessitano però di essere saggiate e perfezionate a dovere. Tutti e tre volete impedire che venga fatto del male alle persone che amate, ma questo nobile sentimento non è sufficiente per fronteggiare i nemici che dimorano nel Nuovo Mondo. La decisione spetta a voi.”

“... Ho capito.” assentì deciso Rufy guardando l’uomo dritto negli occhi “Io... voglio accettare la tua offerta, Rayleigh-Ossan! Se non sono in grado di proteggere le persone a me care non posso certo ambire al titolo di Re dei Pirati! Devo diventare molto, molto più forte!”

Un nuovo silenzio piombò sovrano sulla costa di Amazon Lily, prima che due sorrisi, uno divertito e l’altro tra il rassegnato e l’intrigato, si dipingessero sui volti dei due fratelli maggiori: “Chissà perché ma ero certo che avresti risposto così, fratellino! E va bene! Anche se l’idea non mi va granché a genio seguirò questo tuo allenamento, vecchio!” si arrese Ace, incrociando le braccia al muscoloso petto e cercando di trattenere una nota d’ilarità nella voce “Anche perché gradirei sapere qualcosa in più di questo Haki che state nominando da giorni, e se quest’ultimo mi aiutasse oltre che a proteggere i miei fratelli e la mia ciurma anche a rendere giustizia a Satch e al Babbo sarebbe il massimo!”

“Che tu accettassi era il minimo, inutile Succo di Frutta!” precisò scettica la sorella “Altrimenti ti avrei convinto io con le mie mani, e ti assicuro che non sarebbe stato piacevole!”

“Mentre per quanto riguarda te, Aoi-Chan?”

“C’è bisogno di chiederlo?! Ho aspettato più di dieci anni per diventare pirata e farmi un nome: attenderne altri due per iniziare a dare grane a quegli incapaci della Marina non mi costa nulla! E poi sono certa di poter impartire delle lezioni degne di questo nome a questi due babbei!” affermò convinta la biondina incrociando puntualmente le braccia al petto.

“EHI!”

“Sono proprio dei ragazzi d’oro...! I loro compagni sono davvero fortunati!” ridacchiò in un sibilo Sandersonia.

“Il loro legame è forte almeno quanto quello che lega la nostra tribù. Vanno davvero presi come esempio!” affermò convinta Nyon-baa “Dico bene, Han”-

“Ah, il mio Rufy... ♥! Quanto vorrei sposarlo ora... AH! L-l’ho detto davvero!” miagolò la Principessa Serpente arrossendo a vista d’occhio, dando subito le spalle all’amato “Che imbarazzo... ♥!!!”

“Come puoi pensare di sposarti se non riesci nemmeno a dirlo davanti a lui?!”

L’espressione di Rufy, il quale ovviamente non aveva sentito nulla dei deliri di Hancock, tornò entusiasta come sempre: “Allora è deciso! Ci affidiamo a te, Rayleigh-Ossan!”

L’ex pirata sorrise: “Ottimo! Speravo proprio di ricevere un consenso unanime, figlioli!”

“Per quanto riguarda il tempo di allenamento con Jinbē hai in mente scansioni precise, vecchio?” domandò incuriosita l’ex assassina.

“Beh... Credo che per te un anno e tre mesi saranno sufficienti per assimilare del tutto ciò che sai già sull’Haki e per risvegliare il tuo possibile Haou-Shoku. Se per Jinbē non è un problema e se a te va bene gli ultimi nove mesi li trascorreresti ad allenarti con lui.”

“Per me non ci sono problemi, Rayleigh-San! Ho soltanto bisogno di decidere dove farle svolgere l’allenamento, sempre che Aoi-San non sia contraria.”

“Affatto! Anche perché so già che avrò bisogno di una pausa da questi due smidollati! Ho qualche dubbio sul fatto di poterli reggere per più di un anno!”

“Effettivamen... EHI!”

**

In seguito a quella decisione i tre ragazzi avevano dovuto ragionare su molti aspetti, primo tra tutti far sapere ai loro compagni di quell’inaspettato quanto importante cambio di programma. Rufy, prima di essere separato dai suoi nakama, aveva ordinato loro di rincontrarsi dopo tre giorni dalla vicenda di Sabaody seguendo le Vivre Card di Rayleigh, ma da quell’avvenimento erano passate quasi due settimane, e il pensiero di lasciarli soli era stato talmente angosciante da fargli perdere, seppur brevemente, l’appetito. Inoltre anche Ace e Aoi erano in ansia per la lontananza e l’assenza di comunicazione con Marco e gli altri, sentimento che si era presto unito all’incorreggibile ostinazione del moro sul fatto di non poter assolutamente attendere ben due anni prima di rendere degnamente omaggio al Babbo e ringraziarlo a dovere.

Così, l’allenamento di Rayleigh era stato posticipato di altre due settimane per permettere loro di portare a termine le loro necessità.

Il modo per far sapere ai compagni di Rufy i nuovi propositi del loro Capitano non si era fatto attendere: il giorno successivo il giovane pirata aveva esposto con fermezza il suo desiderio di tornare a Marineford accompagnato da Rayleigh e Jinbē, al fine di lanciare un messaggio in codice che soltanto i loro compagni avrebbero potuto decifrare, utilizzando come diversivo la Campana di Ox citata da Rayleigh quello stesso giorno, la quale era custodita nella piazza principale dell’isola.

Inutile aggiungere che il piano aveva trovato l’immediata ostilità da parte di Aoi, la quale non si era risparmiata una lunga paternale condita con diverse imprecazioni che avevano fatto inorridire il ‘povero’ Ace, ma trovandosi davanti al consenso dei due diretti interessati e alla relativa indifferenza da parte del fiammifero alla fine anche lei era stata costretta a cedere, non senza una grossa vena pulsante sulla tempia e la promessa di non tornare mai più laggiù per salvare l’inutile ‘culo gommoso’ di suo fratello.

Per quanto riguardava lei, Ace e i Pirati di Barbabianca, invece, le alternative non erano state molte.

Infatti l’isola in cui il vecchio Imperatore era stato sepolto si trovava nel Nuovo Mondo, e le entrate per quest’ultimo erano di fatto solamente due: quella sottomarina passante per l’Isola degli Uomini-Pesce o l’assai più celebre Marijoa, dimora dei Cinque Astri di Saggezza e di quei disgustosi Draghi Celesti.

Inizialmente l’ipotesi di passare al di sopra il livello del mare era stata scartata a priori, tuttavia Aoi aveva dovuto presto constatare che né lei né Ace avevano una qualsiasi sorta d’imbarcazione, e benché Hancock avesse offerto loro una delle sue navi queste non erano state rivestite per poter affrontare un simile viaggio. A peggiorare la situazione l’unico rivestitore di navi di loro conoscenza doveva andare con Rufy per dargli manforte, non avendo perciò il tempo materiale per tornare a Sabaody e rivestire per loro una nave.

Il pericolo di dover passare per Marijoa era quasi sembrato inevitabile, tuttavia, grazie forse a Sabo e al Babbo che vegliavano su di loro, Marco si era finalmente fatto vivo sul Den-Den Mushi del vecchio Rayleigh, annunciando che la Prima Divisione dei Pirati di Barbabianca li stava attendendo sull’Isola degli Uomini-Pesce per andare nel Nuovo Mondo.

La discussione ovviamente era poi andata per le lunghe, in quanto entrambi i giovani avevano avuto molte cose da dire a quel ‘Pennuto’, prima tra tutte la loro decisione di allenarsi per due anni assieme all’ex braccio destro del Re dei Pirati senza però rinunciare all’idea di salutare degnamente il Babbo il prima possibile.

Così, grazie all’aiuto di Jinbē che aveva chiamato con i suoi poteri una piccola balenottera e donato loro un Baburī Sango, uno speciale corallo capace di creare bolle d’aria molto resistenti per permettere loro di viaggiare sott’acqua, il Comandante della Seconda Divisione e la neo-pirata si erano separati dal loro fratellino e in appena un giorno avevano raggiunto la pittoresca isola natale dell’ex Shichibukai, nella quale erano stati ben accolti poiché fino a poco prima della sua morte l’isola era stata sotto la diretta protezione di Barbabianca, il quale aveva assicurato per anni una pace stabile e duratura.

La serenità aveva però lasciato posto ad una grande amarezza non appena si erano ricongiunti con Marco e la sua divisione. Non c’erano state risate né battute, solo qualche frase d’incoraggiamento e qualche timida pacca sulle spalle. La maggior parte di loro non era ancora riuscita ad accettare di non avere più un Capitano ma soprattutto un padre che li facesse sentire a casa, si sentivano persi e disorientati e non avevano idea di come sarebbero andati avanti. Avevano già iniziato la disperata ricerca di una guida, di un loro fratello che sapesse quale fosse il bene di tutti e che s’impegnasse per condurceli, ma al momento ogni loro pensiero era pieno di ‘se’ e di ‘ma’, arrivando presto a condizionare anche la sicurezza dei due fratelli. Neppure Marco o gli altri Comandanti erano ancora stati capaci di prendere una posizione, forse nella silenziosa speranza che qualcosa o qualcuno desse loro un solo piccolo coccio con cui ricostruire i loro cuori ancora infranti. L’unica cosa che si erano ripromessi fermamente era stata di proteggere i loro compagni a costo della vita.

Con quel vortici di emozioni nel cuore la nave della Prima Divisione aveva navigato per quattro giorni nelle acque del Nuovo Mondo, fino a raggiungere la piccola e tranquilla isola divenuta da una settimana a quella parte la nuova dimora di Edward Newgate.

§

Forse le piccole lacrime che le solcavano già il viso candido e magro valevano più di qualunque frase fatta, ma il pensiero di trovarsi al suo cospetto senza sapere cosa dire le faceva venire la nausea. Il fiato sembrava mancarle disperatamente, la gola si era fatta secca e bruciante e la testa le doleva a tal punto da farle temere che sarebbe esplosa in pochi istanti.

Sentì una mano grande e calda avvolgere immancabilmente la sua, in una stretta forte ma leggermente tremante.

Ricambiò la stretta senza esitazione, alla ricerca di un sostegno reciproco.

Anche lui non aveva ancora pronunciato una parola, in preda ad un’afasia derivata dal misto di emozioni contrastanti che si stavano scontrando dentro di lui da quando si erano messi in viaggio fino a quel momento.

Era grande, la sua lapide, e solenne, proprio come lo era stato lui fino al momento in cui non li aveva lasciati. Le parole incise nella pietra con una calligrafia piccola ed elegante rappresentavano appieno lo spirito col quale aveva sempre vissuto, riflettevano i valori che avevano segnato il suo percorso e che avevano al contempo portato alla creazione di una delle più grandi leggende che circolavano nei mari da ventenni: la leggenda dell’uomo più forte del mondo.

Ecco com’era la tomba di Edward Newgate, l’eterno rivale del Re dei Pirati Gol D. Roger che sarebbe sempre stato ricordato come Barbabianca, l’uomo più forte del mondo e il più vicino al One Piece.

Era strano non poter contemplare nient’altro che la sua lapide, grandioso emblema della sua inimitabile potenza, il suo grande mantello, simbolo del suo immenso coraggio e della sua incapacità di fuga e infine la sua enorme alabarda, sua più fedele compagna, che l’aveva accompagnato in tutti gli anni che avevano fatto di lui il grande uomo che sarebbe per sempre stato ricordato.

Era strano ricordarsi il suo aspetto imponente e minaccioso smontato dal suo grande sorriso paterno, i suoi sottili occhi dorati, i suoi celebri baffi a mezzaluna e la sua grossa e sincera risata.

Era strano pensare che quelli sarebbero stati solo semplici e miseri ricordi.

Si morse con forza le labbra per non singhiozzare, ricordandosi della promessa che si era fatta il giorno dopo la sua angosciante scoperta.

Non si accorse nemmeno di pensare quelle cose ad alta voce: “S-scusami, Babbo... T-ti avevo promesso che non avrei più pianto così... I veri pirati non si lasciano andare a questo modo... P-però... però adesso che sono qui non sono certa di potermi trattenere...! L-le lacrime... le lacrime scendono da sole...”

La stretta alla mano si fece ancora più forte, mentre dei mal trattenuti singulti le fecero spostare appena lo sguardo su Ace, il quale si era calato il grande cappello arancione ridatogli qualche giorno prima da Marco per nascondere il suo viso contratto in una smorfia di dolore, dal quale scivolavano delle piccole e calde lacrime.

Deglutì a fatica, cercando qualche parola che potesse confortare più loro stessi che non il Babbo: “P-però... H-hai visto...? A-Ace... Ace è qui con me... è-è vivo come volevi... Almeno una cosa buona sono riuscita a farla... M-mi... mi spiace per... averti disobbedito fino all’ultimo... p-però... anche tu hai saputo essere un vero testone... D-da questo lato ci somigliavamo, no...? Speravo di riuscire a farti vivere in questo mondo ancora per un po’... giusto il tempo per... sentire ancora la tua risata e... v-vederti felice un’ultima volta... E invece non è stato così... M-mi... dispiace tanto...” 

Quelle timide parole vennero sostituite da dei piccoli singhiozzi uniti a gemiti, ai quali Ace la tirò a sé e la strinse, cercando goffamente di rassicurarla e allo stesso tempo di sentirla vicina a sé: “Grazie, Aoi... Va tutto bene... basta così...”

“P-però... P-però...!”-

“Dobbiamo andare avanti e farci forza a vicenda... solo così la volontà del Babbo continuerà a vivere in noi... Ricordi...? So che per i primi tempi sarà difficile, però... dobbiamo trasformare questo dolore in forza... Dobbiamo diventare forti... per poter portare il suo nome con orgoglio...”

La ragazza si asciugò il viso, guardando il fratello con occhi languidi e annuendo appena, tirando su col naso: “... È-è... imbarazzante che sia tu a dirmi queste cose, stupido Succo di Frutta sentimentalista...”

Il moro sollevò appena le labbra verso l’alto, sciogliendo lentamente la presa per poi fronteggiare di nuovo la grande lastra di pietra: “... Hai visto,  Babbo? A quanto pare questo buono a nulla di tuo figlio ha ancora del lavoro da sbrigare prima di poterti raggiungere... Sai che non sono bravo con i discorsi come potevi esserlo tu... ma spero che le mie parole ti arrivino comunque, ovunque tu sia in questo momento... So bene di essere ancora un moccioso irresponsabile e scalmanato, che non è ancora capace di valutare le situazioni senza rischiare la pelle ogni volta... Se quel giorno vi avessi dato ascolto e non fossi partito alla ricerca di Teach sicuramente tu ora saresti ancora qui con noi, così come Oars e molti altri nostri compagni... Non potrò mai perdonarmi del tutto questa colpa, ma cercherò di riscattarmi come meglio posso, proteggendo i miei nakama e i miei adorati fratellini... Diventerò più forte e maturo, e imparerò a valutare le situazioni che si presenteranno senza farmi dominare dal mio istinto, cosa un po’ difficile visto che sono fuoco...” ammise grattandosi il capo “Non darò mai le spalle a tutti i valori e gli insegnamenti che mi hai donato, benché meno rinnegherò mai il simbolo che porto sulla schiena, che è il mio personale One Piece... Avrai già saputo che per i prossimi due anni mi allenerò col braccio destro del tuo rivale, e benché la cosa non mi entusiasmi spero che questo mi aiuti a portare avanti la tua volontà, anche se sarà il mio fratellino a diventare il prossimo Re dei Pirati... Sarai d’accordo con me sul fatto che sia lui la persona più adatta a diventarlo... L’hai conosciuto di persona e mi sembravi ben impressionato! Che altro... Beh, sicuramente appena terminato l’allenamento torneremo qui a salutarti come si deve... Ah, se dovessi incontrare un bambino biondo a cui manca un dente sappi che è nostro fratello Sabo! È un tipo davvero in gamba, e secondo me andreste molto d’accordo! Ehm... non so cos’altro dire... credo di aver terminato... Spero tu abbia capito tutto... Te l’ho detto che non sono bravo con i discorsi...”

Il silenzio cadde sovrano, finché la piccola mano fredda di Aoi non s’intrecciò nuovamente e timidamente alla sua: “F-fai davvero pena con i discorsi... Scommetto che sia lui che Sabo si staranno facendo un sacco di risate...”

Ace si sforzò di sorridere, percependo il goffo tentativo di alleviare quel grosso groppo che aveva in gola: “Almeno io non sono drammatico come te, sorellina... Se con me si staranno facendo due risate, con te si saranno messi a piangere...”

“C-chiudi quella boccaccia, inutile Succo di Frutta...”

Dei passi lenti e regolari si fecero sempre più vicini, ma entrambi non dovettero nemmeno girarsi per capire di chi si trattava. Aoi prese un profondo sospiro, avvicinandosi alla base della stele e poggiandovi accanto un piccolo fiasco: “Beh... Noi adesso andiamo, Babbo... Dobbiamo parlare con una certa Testa di Papavero e tornare ad Amazon Lily per allenarci... Ti lasciamo qui uno dei tuoi sakè preferiti. Vedi non scolartelo tutto, perché passerà un po’ prima che possiamo tornare a portartene un altro...!”

“Grazie di tutto, Babbo! Ti vogliamo bene!”

“Il solito smielato...! Allora... ci vediamo tra due anni, Babbo!”

Con quelle parole i due ragazzi si voltarono, le mani ancora intrecciate, sentendo quel macigno nel petto alleggerirsi gradualmente quasi fino a scomparire. Per un attimo una grossa figura evanescente sembrò apparire alle loro spalle e contemplarli con un paterno sorriso in volto, ma quando entrambi si girarono non videro nient’altro che l’imponente tomba di pietra lucida. Si scambiarono un’occhiata perplessa, prima di accennare ad un piccolo e lieve sorriso sincero.

Ripresero a camminare, entrambi certi che lui li avrebbe sempre aspettati con pazienza.

Angolo Autrice:
Una sola parola: Vergogna. Sì, mi vergogno tantissimo per molte cose, prima tra tutte le quasi quattro settimane dall’ultimo aggiornamento. Davvero, non so che dire ç_ç. Anzi, no, una cosa c'è: questo è stato il parto più travagliato (in senso metaforico, s'intende) che abbia mai fatto... Avrò cambiato lo sviluppo del capitolo sì e no quattro volte, prima di tornare poi come una scema all’idea di partenza -.-"... E tutto quello che ho ottenuto è stato QUESTO. Ok, ho scritto cose peggiori nella mia vita, ma dopo quasi un mese di meditazione su questo dannato capitolo e aver promesso qualcosa di inedito... mi sento abbastanza amareggiata. Spero comunque che sia quantomeno grammaticalmente corretto e che la lunghezza leggermente maggiore della mia media abbia rimediato a questa lunga e vergognosa mancanza...
Che altro dire... Mi sa che l'incapacità espressiva l'ho ereditata da Ace -.-"... Comunque ringrazio già chi si sforzerà già di leggere il capitolo per intero senza vomitare. Chiunque lo farà entrerà subito nella mia lista di SUPERRR (ah, da quanto tempo aspettavo di dirlo XD)!
Alla prossima!
Sora_D_Aoi
  
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