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Autore: Red_Coat    20/11/2014    7 recensioni
Questa è la storia di un soldato, un rinnegato da due mondi. È la storia del viaggio ultimo del pianeta verso la sua terra promessa.
Questa è la storia di quando Cloud Strife fu sconfitto, e vennero le tenebre. E il silenzio.
Genere: Angst, Guerra, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cloud Strife, Kadaj, Nuovo personaggio, Sephiroth
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'allievo di Sephiroth'
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I see nothing in your eyes,
And the more I see the less I like
Is it over yet?

In my head?

 
Mi sarei aspettato una reazione violenta da parte sua, una risposta impulsiva e prepotente a quella che in fondo è la più grossa accusa che fino a questo punto io abbia potuto rivolgergli direttamente. Invece si limita a guardarmi fisso per qualche secondo, poi lo vedo sollevare impercettibilmente le estremità superiori delle labbra in un sorriso che non so bene se definire perfido o commiserante e subito dopo la sua lama respinge la mia, e ci troviamo improvvisamente distanti solo una cinquina di passi l’uno dall’altro.
 
<< Quei ragazzi erano già morti, ancora prima di arruolarsi. >> mi risponde, ma io sono intenzionato a non ascoltarlo e sto per ribattere quando la sua voce m’interrompe di nuovo, prepotente << Lo siamo tutti, anche tu! >>
<< E’ questa la scusante che ti dai? >> ringhio io, mentre sento il mio viso accalorato e la mia voce sgretolarsi a causa del respiro ansimante che ora si è fatto più intenso e del profondo senso di rabbia che la sola vista del rosso provoca in me.
 
Ma a Genesis sembra non importare, perché per un attimo abbassa la sua arma e il suo sguardo si fa serio e triste mentre pronuncia un’altra delle sue subdole e insignificanti allusioni.
 
<< Dimmi una cosa. >> mi chiede << Hai anche solo la minima idea della potenza che ti scorre nelle vene? >>  
 
Improvvisamente, nella mia mente si fa silenzio, ed inizia a risuonare imperiosa e martellante solo la sua voce, che ripete all’infinito quella domanda confondendosi alle immagini di quei giorni passati con Sephiroth, dal momento in cui gli salvai la vita in Wutai fino a qualche attimo fa, quando quel flash luminoso mi ha portato lì senza un apparente motivo. Rivedo ancora una volta quel giorno luminoso nella radura, ripenso a come il mio corpo si mosse da solo nel difendere me e mio padre, e risento la voce di mio nonno che mi dice che sono speciale, che ho un gran potenziale e che solo io posso decidere come gestirlo. La mia mano stringe forte l’elsa della katana, risento quella lunga scossa elettrica attraversare il pugno chiuso e quando faccio per guardare mi accorgo che non è stata solo una sensazione. Un piccolo lampo di elettricità che percorre piano tutto il pugno e culmina sul manico della katana, e se guardo con attenzione i miei occhi riesco a scorgere dell’elettricità anche nelle pupille feline che sostituiscono le mie. Provo ad allentare un po’ la presa sull’arma, ed ecco che ritornano ad essere tonde. Poi la stringo di nuovo, e tornano anche quegli occhi felini, portandomi quella sensazione di eccessiva sicurezza e freddezza nel combattimento che, adesso ne sono sicuro, non è la mia.
Torno a guardare Genesis senza riuscire a mascherare lo stupore che si è ormai dipinto sul mio volto, e lo vedo sorridere.
 
<< Non ce l’hai, era ovvio. >> mi dice, scuotendo la testa.
 
Ed eccolo che ritorna a sputare sentenze da quella sua lunga lingua biforcuta.
Speri che mi unisca a te? Cosa vuoi farci con uno come me? Strapparlo alla Shinra per metterlo in prima fila nel tuo esercito di mostri per poterlo esibire come un trofeo? Te lo puoi scordare!
 
<< Questo non è affar tuo! >> rispondo rabbioso, sputando fuori dalla mia bocca quelle parole come fossero veleno letale.
 
Genesis lascia passare la sua Rapier da una mano all’altra facendosela roteare dietro la schiena con un fluido movimento di polso, poi avanza di qualche passo verso di me.
 
I know nothing of your kind,
And I won't reveal your evil mind
Is it over yet?
I can't win

Mi metto sulla difensiva, stringendo con entrambi le mani l’elsa della spada e fissandolo dritto negli occhi talmente intensamente da sentirmi ribollire dentro dello stesso fuoco che, sono sicuro, arde dentro di lui in questo momento. Sto completamente dimenticando tutto ciò che Sephiroth mi ha insegnato, ma questo è uno scontro senza possibilità per me, e a scappare non ci penso neanche. Se devo morire qui, adesso, voglio farlo nel mio stile. Non sarà facile uccidermi, Genesis, non per te.
 
<< Hai ragione, non lo è. >> mi risponde con un sorriso beffardo, e subito dopo si scaglia nuovamente contro di me con un colpo dalla potenza tale da farmi arretrare di due passi.
 
E’ come aveva detto Sephiroth. Mi ha studiato, ed ora devo essere pronto a tutto. Inizia il vero duello. I miei occhi felini si scagliano contro di lui mentre la mia mano destra prende possesso della katana e lo bombarda di precise stoccate che la lama rossa della sua rapier para senza difficolta. Poi tocca a lui, che si ferma giusto il tempo di rendere la sua lama infuocata prima di scagliarmela contro. Mentre paro il colpo, sento il viso bruciare per la vicinanza dello stocco ardente e le mie braccia tremano.
 
<< Ma intendi permettere alla Shinra di manovrarti in base al suo volere, ora che sai di essere diverso? >> mi chiede, ed ora sono io a sorridere.
<< Non m’importa nulla della Shinra! >> rispondo, e vedo di nuovo dello stupore dipingersi nei suoi occhi, quindi aggiungo << E comunque sarebbe sempre meglio che sostenere la tua assurda e sanguinaria ribellione! >>
 
Il peso dei suoi muscoli che spingono la sua lama contro la mia s’interrompe bruscamente, e con una rapida sequenza di colpi Genesis riesce a gettarmi terra. Sbatto violentemente la schiena contro il pavimento in metallo, ma ignoro il forte dolore e mi rialzo in piedi, cercando di non perdere quel po di concentrazione che mi è rimasta. Non posso vincere, continuo a ripetermi. Il mio addestramento è appena all’inizio, la mia difesa è scarsa, il mio arsenale di tecniche di combattimento è limitato ed è evidente che Genesis le conosce già tutte molto bene. L’unico motivo per cui mi tiene ancora in vita è la curiosità, il suo unico punto debole. Può essere fatale in molti casi, Genesis. Estremamente fatale.
 
<< Allora per cosa combatti, soldato? >> mi chiede ancora lui.
 
Sorrido di nuovo. Ho ragione Genesis, la curiosità può esserti fatale. C’è una misteriosa forza che mi spinge a combattere, dopo questa domanda, come se questa fosse la mia ultima occasione per dimostrargli chi sono, ma soprattutto chi è il mio maestro. Decido di seguirla, sgombero la mente da tutti gli altri pensieri e mi ritrova ad impugnare la katana a due mani portandomi la lama a specchio davanti al viso. Chiudo gli occhi, ed immediatamente il pensiero si fa realtà. Elettricità.

 
So sacrifice yourself
And let me have what's left
I know that I can find
A fire in your eyes
I'm going all the way
Get away, please

Delle scariche elettriche si tramutano in piccoli bagliori dorati che fluttuano nella stanza. Non posso guardare il mio avversario, ma so che lui mi sta osservando stupito, quindi passo alla prossima mossa.
Spingo le scintille a muoversi sempre più vorticosamente nella stanza, sempre di più, fino a che non lo circondano rendendogli la fuga impossibile. Sto per farcela, non può difendersi. Ma ho dimenticato una cosa. Dei tre 1st class, Genesis è il più esperto nell’uso degli attacchi magici. Come ho potuto commettere un errore così stupido? Penso con rabbia mentre sento la forza della sua barriera e faccio forza sul mio pensiero per cercare di penetrarla. Ma è troppo spessa, troppo forte, ed io sono troppo poco allenato.
Avrei dovuto ascoltare Sephiroth, ora non mi ritroverei a carte scoperte di fronte ad un avversario molto più potente di me. Resisto ancora un po’, mentre sento la katana vibrare e la vena sul lato destro della mia testa battere forte. Basta, non ha senso! Sto sprecando tutte le mie energie e non so neanche perché lo sto facendo?
Mi ha teso una trappola ed io ci sono cascato, è evidente. Ma dove vuole condurmi?
Con un gesto di stizza riapro gli occhi e riprendo il controllo di me stesso mentre lo vedo sorridere oltre il flebile bagliore dorato della sua barriera infuocata. Ne ho abbastanza. Spicco un balzo e parto all’attacco scontrandomi di nuovo con la sua maledetta lama infuocata, una difesa che non riesco a penetrare. Sembro un’idiota che cerca in tutti i modi di superare una montagna solo prendendola a calci! Perché non riesco a stupirlo come ho fatto con Sephiroth? Perché non riesco a fare una di quelle cose impossibili che mi hanno portato ad essere un suo allievo? Non sono pronto per questo scontro, ecco il perché. Come un’idiota mi ci sono fiondato a capofitto ed ora non riesco ad uscirne. Mostrami il tuo punto debole, Genesis? Qual è? Dimmelo così che io ti riduca a brandelli e riesca a vendicare l’onore infangato dei soldati che hai mandato a morire.

 
I'm waiting
I'm praying
Realize
Start hating

 
Lo attacco da più parti aumentando la velocità, cerco di confonderlo e scopro un nuovo lato del mio potere. Posso materializzarmi da una parte all’altra della stanza come fossi un glitch, un errore non prevedibile di quelli che avvengono all'interno di un videogame, e uso questo per muovermi più rapidamente e riuscire ad infliggergli un paio di colpi.Ma non è abbastanza, perché nonostante ciò la sua potenza sembra aumentare, mentre io mi sento al limite. Ho usato troppo gli attacchi magici, la mia energia si è quasi totalmente esaurita. Le mani mi bruciano, anche quella che stringe la katana, la vista non mi aiuta, il respiro è talmente affannoso che il petto mi duole e le gambe non reggono. Eppure continuo a muovermi colpendolo quasi per istinto, senza riuscire a fermarmi, fino a che, improvvisamente, la mia energia si esaurisce del tutto ed io mi sento come svuotato.
 
You take the breath right out of me
You left a hole where my heart should be

Basta quel mio breve attimo di esitazione per permettere a Genesis di bombardarmi con una rapida e serpentina sequenza di colpi che finisce col farmi urlare di un dolore lancinante, perché la sua rapier ha appena trafitto la mia mano destra da parte a parte facendo volare via da essa la katana.
Ed ecco di nuovo quella luce, così come è venuta la prima volta. Il bagliore ci avvolge ed io cado da mezzo metro di altezza sul pavimento della hall, improvvisamente silenziosa e piena solo di rottami fumanti.
L’ultima cosa che sento è la voce di Zack che chiama Sephiroth, i passi del mio generale che accorrono in fretta e la sua voce che ordina al mio migliore amico di andare a controllare se è presente qualcuno nei laboratori scientifici. Per ultimo, il suono metallico della katana che precipita a terra, a pochi passi da me. Provo ad aprire gli occhi, ma riesco solo a farmi sfuggire un sordo mugolio. Sento le mani guantate del mio generale sollevare il mio petto da terra e poggiare delicatamente la mia testa sul suo ginocchio.
Sto morendo, proprio come quel 3rd. E quel che è peggio, è che lo sto facendo come un comune soldato tra le braccia del mio eroe. Avrei preferito fosse stato lui a uccidermi, con la sua lunga e affilata masamune, e non quella serpe dal lungo soprabito rosso. Ma se riesco a dirglierlo, forse Sephiroth si ricorderà di me, e magari la mia morte non rimarrà impunita. Cerco di parlare, ma riesco solo a pronunciare le prime due lettere del nome del mio amato mentore.
 
<< Sono io, Victor. Sta zitto adesso! >> mi dice lui, con un tono che ha dell’autoritario ma non riesce ad essere severo.
 
Vorrei tanto guardarlo negli occhi in questo momento, se solo riuscissi ad aprire i miei. La mano mi fa male, tanto male. Non riesco a muoverla e non oso neppure immaginare come sia conciata, visto che Genesis me l’ha praticamente tagliata in due. Ma che importa adesso, visto che tra poco mi estinguerò in una pioggerellina di flusso vitale? Devo riuscire a dirglielo. Inizio a pronunciare la g iniziale, la ripeto un paio di volte concentrando le mie ultime forze in quell’unica parola mentre il mio generale mi ripete di tacere, ma finalmente ci riesco.
 
<< Genesis … >> dico, in un soffio.

Sephiroth s’irrigidisce e vibra. Paura? No, lui non è il tipo da farsi intimidire. E allora perché ha tremato? Non ho tempo di darmi una risposta, perché le mie ultime forze scemano, e il buio mi avvolge completamente, assieme al suo caro amico silenzio.
E così che ci si sente, quando si sta per morire? È meraviglioso …

 
You've gotta fight just to make it through
Cause I will be the death of you 
 

***
 
ELABORAZIONE DATI IN CORSO …
CONNESSIONE …
 
Per fortuna Hojo non si trovava al piano Soldier al momento, perciò il laboratorio era abitato solo da Jim, impegnato a monitorare il ragazzo che giaceva inerme sul banco in acciaio con la mano destra quasi completamente fasciata, fatta eccezione delle dita, ed inchiodata al tavolo per mezzo di una manetta in lega che gli avvolgeva tutto il polso, e da Sephiroth che, appoggiato al tavolo da lavoro a pochi metri da loro, li stava a guardare con le braccia incrociate sul petto e lo sguardo assorto.
Genesis … L’ultima parola pronunciata dal suo allievo prima di addormentarsi era stata il nome del suo migliore amico. Ma come c’era finito da lui, Victor? E perché Genesis avrebbe dovuto usare così tanta violenza contro di lui per poi risparmiarlo? Non si era mai sentito così amareggiato come adesso. La solitudine non lo aveva colto di sorpresa, perché in fondo c’era abituato. Ma Genesis non era più sé stesso, era diventato un essere fuori controllo che stava seminando il caos nel dipartimento e fuori, e Angeal invece di contrastarlo lo stava appoggiando. Non poteva biasimarlo, perché neanche lui si era sentito di affrontarli ed aveva mandato Zack al suo posto, ma il modo in cui aveva ridotto Victor dimostrava che ora neanche Angeal riusciva più a tenerlo sotto controllo.
Avrebbe voluto sapere cosa era successo durante quello scontro, cos’era stata quella luce che aveva riportato Victor lì dopo averlo teletrasportato nel luogo dello scontro, ma soprattutto dov’era Genesis in quel momento? Subito dopo aver trasportato d’urgenza Victor in quella stanza, Sephiroth aveva mandato Zack da Lazard per informarlo dell’accaduto, ordinandogli però di omettere la parte del flash bianco.
Come al solito, il suo allievo aveva fatto di testa sua e si era dimenticato delle sue raccomandazioni di non mettersi in mostra. Per fortuna al momento dell’accaduto erano presenti solo loro tre nella sala, più qualche centinaio di copie e robot che aveva provveduto ad eliminare con l’aiuto di Zack, ma non poteva garantire con certezza che non lo avesse visto nessun altro, e ora il suo compito si faceva più arduo.
Maledizione, perché si era messo in testa di volerlo addestrare? Se non avesse avuto nulla a che fare con lui, se avesse continuato per la sua strada da eroe di SOLDIER senza accollarsi anche il peso di un allievo, almeno adesso non si sarebbe trovato lì angosciato per la sorte di quel “ragazzo impossibile”.
Jim c’aveva messo poco più di mezz’ora prima di farlo entrare e consegnargli la diagnosi. Era stato un vero miracolo che il suo cuore non fosse esploso per lo sforzo e che la mano non si fosse completamente divisa in due pezzi distinti. Il colpo era stato sferrato appena sotto le giunture che univano gli ossi delle dita a quelli sottili del palmo, che erano stati completamente tranciati di netto assieme alle terminazioni nervose. L’unico dito sano rimasto era il pollice.
 
<< Ricucirlo e pretendere che tornino a funzionare sarebbe come chiedere un miracolo, se il ragazzo fosse un ragazzo normale … >> lo aveva informato Jim, la faccia tesa per lo sforzo che aveva compiuto, lasciando intuire con un mezzo sorriso che Victor avrebbe potuto cavarsela << Ma visto che non lo è ... >> aveva aggiunto per rafforzare il concetto << Penso che se il suo DNA ci da una mano possiamo tentare di ristabilire qualche terminazione nervosa in modo da non rendergli impossibile l’uso della mano. >>
<< Possiamo? >> aveva chiesto Sephiroth in tono di rimprovero, preoccupato dall’uso del plurale.
 
Jim aveva annuito evitando per qualche attimo il suo sguardo, poi aveva risposto, curvando le spalle e cercando di rimpicciolirsi più di quanto già non lo fosse.
 
<< Non posso fare tutto da solo. Ho chiesto aiuto ad un’altra tirocinante laureata in neurobiologia, ma state tranquillo, signore. Le ho detto che deve ricostruire le terminazioni senza farsi domande, è una persona fidata.>>
 
Come se questo potesse bastare, aveva pensato Sephiroth. Era già un miracolo che Victor fosse ancora vivo, visto che il suo cuore era stato sottoposto ad uno sforzo talmente estremo da ridurlo in quello stato. Era stata una fortunata coincidenza che l’infarto non avesse fatto in tempo a sopraggiungere.
L’albino sollevò lo sguardo verso il ragazzo, che giaceva disteso sul tavolo operatorio con un sottile cuscino di un bianco sporco sotto la folta chioma nera. Aveva indosso solo il pantalone della divisa e gli anfibi, mentre il petto era completamente costellato da elettrodi a clip multicolore collegati allo stesso computer dove Sephiroth aveva visto per la prima volta quello strano DNA.
Lo scienziato aveva detto che era stato solo grazie a quello se ora Victor era ancora in vita. La sua elevata resistenza fisica era stata messa a dura prova ed era svenuto per colpa della perdita di sangue e della stanchezza, mentre se fosse stato un comune 2nd class sarebbe sicuramente tornato al pianeta.
Aveva resistito ad uno scontro contro Genesis, un 1st class molto più esperto e preparato di lui. Non né era uscito indenne, ma era vivo. Perciò, nonostante non escludesse affatto di prepararsi ad affrontare un bel discorso con lui al suo risveglio, non riusciva ad avercela con quel 2nd class testardo e determinato. Anche perché, dal racconto di Zack, Sephiroth era riuscito ad intuire che con molta probabilità Victor non aveva alcun controllo sui suoi poteri, non ancora almeno, e ciò che era successo non era stato altro che l’ennesimo incidente nel suo percorso di conoscenza delle sue capacità. Ed ecco che tornava a sentirsi responsabile. Ora capiva perché quel ragazzo teneva così tanto a lui, ad essere il suo allievo, a seguirlo senza esitazione.
Era stata la voglia di imparare e l’affinità che li legava a spingerlo ad arruolarsi e a mirare in alto, all’anello più in vista della catena. Non era presunzione, quella che aveva spinto Victor Osaka a pensare anche solo per un istante di poter essere un suo simile, ma fiducia. Solo e solamente fiducia nell’eroe di SOLDIER. Fiducia in lui.
Era abituato a questo, ad avere persone che contavano su di lui, ma … il legame con Victor era diverso, perché a differenza di quelle persone che non erano altro che volti anonimi, quel ragazzo per lui aveva nome e cognome, stava acquistando una personalità e, come era successo per Genesis ed Angeal, stava cominciando a piacergli.
 
<< Perché quella manetta? >> chiese, riportandosi bruscamente alla realtà, con tono quasi infastidito da quello che all’improvviso gli parve addirittura un oltraggio.
 
Jim sollevò lo sguardo dallo schermo del pc verso di lui, poi guardò il ragazzo e rispose.
 
<< E’ una misura precauzionale, nel caso dovesse svegliarsi all’improvviso. La medicazione è ancora fresca e anche il più piccolo movimento potrebbe far saltare tutto il lavoro della mia collega. >>
 
Ovvio, si disse Sephiroth, cercando di non pensare alle conseguenze alla quale Victor avrebbe dovuto far fronte al suo risveglio. Avrebbe dovuto imparare ad usare la katana con la mano sinistra, tanto per cominciare. E poi …
Un bip ritmico interruppe il filo dei suoi pensieri, e d’istinto lanciò un’occhiata al suo allievo, addormentato ormai da sette ore e quarantasette minuti circa. Anche lo scienziato guardò verso il ragazzo, poi riguardò per qualche attimo lo schermo del pc e improvvisamente s’alzò in piedi
 
<< Si sta svegliando! >> lo informò, avvicinandosi al paziente.
 
L’albino si rizzò in piedi e si avvicinò al tavolo, all’altezza del torace del giovane, in modo da permettergli di vederlo non appena avesse aperto gli occhi, e pose una mano guantata su quella ferita del suo allievo per impedirgli ulteriormente di muoverla e vanificare così gli sforzi dei due scienziati, mentre Jim continuava a girare intorno al tavolo come un’ape operaia per controllare che tutto andasse per il meglio durante quella delicatissima fase.
Durò qualche istante ancora poi, finalmente, Victor Osaka riaprì gli occhi.

 
INTERRUZIONE DATI …

 
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ELABORAZIONE DATI IN CORSO …
CONNESSIONE …
 
Genesis stava per affondare il colpo fatale, quando una luce accecante lo costrinse ad arretrare portandosi una mano guantata davanti agli occhi.
Durò pochi istanti, e non appena poté di nuovo rivolgere il suo sguardo nel luogo dove aveva lasciato il 2nd class un po’ troppo presuntuoso, vide che non c’era più traccia né del ragazzo né della sua arma. Sembrava essersi volatilizzato, e del loro scontro rimaneva solo quella piccola pozza di sangue sul pavimento sudicio del piano terra del reattore numero cinque. Questo sì che è interessante, si disse iniziando ad avanzare verso la macchia rosso scuro che andava via via allargandosi.
Quando gli fu sopra, si chinò su di essa e la osservò pensieroso, richiamando alla mente tutte le informazioni che aveva raccolto su Victor Osaka durante quello scontro. I suoi occhi che diventavano felini se sfiorava la katana, la sua impressionante velocità, quell’attacco con i bagliori elettrici.
Un altro membro del progetto S? si chiese, ma richiamando alla mente le informazioni che era riuscito ad avere su quell’argomento non ricordò di aver visto scritto il nome di quel ragazzo da nessuna parte. Che anche Victor Osaka fosse un esperimento fallito, come lo era lui? O magari Hojo aveva iniziato un altro esperimento all’insaputa di tutti?
Senza esitare si alzò in piedi e spalancò la sua lunga e maestosa ala nera. C’era una sola persona in grado di fornirgli le risposte, anche se questo – ancora una volta – gli avrebbe impedito di ucciderlo. Fece per alzarsi in volo, ma poi si ricordo di una cosa importante.
Si chinò nuovamente sulla pozza e, tirato fuori da una tasca interna del suo soprabito un fazzoletto di stoffa bianco, lo immerse nel liquido denso giusto il tempo di raccoglierne abbastanza per poterlo esaminare.
Forse, si disse stringendo tra le mani il pezzo di stoffa macchiato di rosso, la risposta ai suoi tormenti era anche più vicina di quanto credeva.

 
INTERRUZIONE DATI …

 
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Note dell'autrice: Due paroline brevi solo per dirvi che la canzone che cito nello scontro con Genesis è Breath dei Breaking Benjamin - l'ho ascoltata per la prima volta in un video sul rosso, due anni fa, e me nesono innamorata *O* - e che la scena finale del capitolo doveva essere presente in quello successivo ma ho preferito metterla adesso per farvi stare più in ansia muahah XD
Comunque è ufficiale, Genesis sembra voler stazionare nella storia ancora per un pò e non posso garantirvi ciò che succederà da adesso in poi perchè anche per me è stata una sorpresa.
A presto col risveglio del ragazzo impossibile :*
   
 
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