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Autore: heroondale_    20/11/2014    2 recensioni
Lei, Ellie, 19 anni. Lui, Niall, 21 anni
Lui confuso.
Lei colpevole.
Lui irlandese.
Lei americana.
Lui la cercava.
Lei cercava di evitarlo in tutti i modi.
Lui la riconosce solo più tardi.
Lei sapeva della sua esistenza anche fin troppo.
Due destini che si incrociano grazie a strani sogni... Sogni che danno di nuovo luce alla memoria di lui e fanno ripartire di nuovo gli incubi per lei, con i sensi di colpa..
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Cosa?... Perché?”
“Perché stanno venendo qui”
Perché stanno venendo qui.
Non poteva essere vero.
“Io… non mi sento molto ben…” non finisco la frase che vedo tutto nero.
 Solo buio.
 
                                                                                            ***
Niall’s P.O.V.
Okay. Ci siamo. Sono davanti casa di Vanessa, ci ha detto lei di venire qui anche se non era molto sicura di quel che faceva… come biasimarla, non lo sapevo nemmeno io…
Siamo davanti la porta. Quella porta mi avrebbe aperto gli occhi una volta entrato? Mi avrebbe fatto ricordare chi ero una volta?
Harry sta per bussare ma lo fermo per un braccio appena in tempo.
Mi guarda confuso, non so nemmeno io perché l’ho fatto.
“Non sono sicuro di farcela” gli confesso
“Vedrai che ce la farai, devi solo avere coraggio. Ti abbiamo tenuto segreto questa cosa per fin troppo tempo, è ora di rimediare”
Gli lascio il braccio in modo che possa bussare tranquillamente.
L’ansia prende il sopravvento. Non ce la faccio. Non sono pronto. Faccio per andarmene ma improvvisamente la porta si apre e trovo lei.
Lei in tutta la sua bellezza. Lei con i capelli un po’ arruffati. Lei che mi guarda con una faccia confusa. Lei come sorpresa del mio arrivo, forse è così ma non ne sono sicuro.
E’ rimasta immobile con la bocca leggermente aperta intenta a dire qualcosa ma sembra che le parole le si siano bloccate in gola. Scuote leggermente la testa emettendo qualche borbottio incomprensibile. Quelli che mi facevano sorridere quando lo faceva ed era sorpresa.
“Ciao…” riesco a dire dopo pochi minuti
“T-tu… tu..”prova a dire qualcosa ma si blocca. Ha gli occhi lucidi. Odiavo quando aveva gli occhi lucidi, mi faceva stare male.
“Possiamo entrare?” chiede Harry per sciogliere un po’ il ghiaccio.
La casa è abbastanza spaziosa. Appena entrati c’è un soggiorno di lato, la cucina più avanti e le camera da letto presumo siano di sopra, vedendo le scale che sembrano portare chissà dove.
“Harry! Niall!” si sente una voce, un po’ troppo entusiasta di vederci data la situazione, provenire dalla cucina.
Una ragazza dai capelli lunghi lisci castani che vanno sul biondo ci viene incontro con un sorriso smagliante.
“Vanessa!” la abbraccia Harry
E’ lei la famosa Vanessa? Wow, è davvero bella.
“Niall, ciao. Sicuramente non ti ricorderai di me ma io sì e devo dire che mi sei mancato da morire!” mi dà un caloroso abbraccio sorridendomi.
La situazione è abbastanza imbarazzante.
“Harry, ti va di … vedere la casa? Sai è cambiata dall’ultima volta che siete venuti…” chiede Vanessa ad Harry cercando di lasciarmi solo con Ellie. Molto carina, e io che dovrei fare? Ah, giusto. Non che mi dispiaccia ma non saprei proprio da dive iniziare.
“Emh.. Sì. Vi dispiace? Vorrei proprio vedere una cosa…” cerca di tenergli il gioco
Vedo Harry mimarmi un “Stai tranquillo, andrà tutto bene”. Si certo, come no.
Li vedo allontanarsi da noi velocemente, lasciandoci qui. Da soli. Imbarazzati.
La guardo meglio. Ha abbassato lo sguardo appena ho accennato di vederla, guardare il parquet sotto i nostri piedi sembra per lei molto interessante. Qualche ciocca castana le ricade sulla fronte facendole arricciare il naso infastidita. Amavo come quel suo piccolo grazioso naso si arricciava quando era infastidita, era adorabile.
Ha una maglietta scollata bianca fatta di lana bucherellata, dove le se intravede una spalla nuda, e sotto una canottiera beige con dei jeans arrotolati sulle caviglie, come se le si fosse allagata la cucina, il tutto abbinato con delle converse bianche. Quella maglietta me la ricordo. La indossava la prima volta che le ho chiesto di uscire.
Corrugo la fronte massaggiandomi le tempie per un improvviso flash back che mi ha fatto andare in tilt lasciandomi la testa dolorante. Lei se ne accorge e sul viso le se dipinge un’espressione preoccupata. Mi guarda con quei suoi occhi verde scuro, troppo scuro anche per essere un verde.
“Stai bene?” mi chiede subito dopo
Verità o bugia? Ce lo dicevamo sempre quando facevamo questa domanda. Stupida ma abbastanza importante da farti rivelare come stai veramente.
Verità o bugia?” le dico accennando l’ombra di un sorriso.
Lei per un momento è come spiazzata da questa mia risposta, poi scuote la testa sorridendo.
“Allora ricordi tutto?” mi chiede speranzosa.
“Non proprio” ammetto.
Mi avvicino un po’ di più verso lei notando solo ora di essere ad una distanza di 10 metri: lei appoggiata sulla colonna della cucina e io appoggiato al manico delle scale. Lei, fortunatamente, non si allontana e tiro un sospiro di sollievo.
Mi fermo quando arrivo quasi di fronte a lei lontani, ancora, circa altri 5 metri. Rimaniamo in silenzio. Quel silenzio tanto assordante che ti viene voglia di farlo smettere. Come se fosse il ronzio di una zanzara mentre dormi. Fastidioso.
A rompere quel silenzio assordante sono dei passi che si avvicinano facendo scricchiolare di poco il parquet.
E’ lei che, sorprendendomi, si avvicina sempre più in fretta verso di me; si avvicina fino ad arrivare a pochi, anzi, pochissimi centimetri, da me. Lo ammetto, mi ha davvero sorpreso. Il mio cuore adesso sta battendo così forte che penso che lo senta anche lei. I nostri respiri sono irregolari ma non capisco più nulla finchè non vedo lei alzarsi in punta di piedi e finchè non sento delle morbide labbra sulle mie. Un bacio casto che tende ad approfondirsi. Le sue labbra sanno di fragola e limone,dolce e aspro uniti in una sola armonia. Cerco di assaporare il sapore il più possibile prima che il tutto possa svanire. Nella mia mente c’è solo il caos, nel mio stomaco si sta scatenando una bufera e il mio cuore sta scoppiando di felicità. Le sue piccole mani mi passano nei capelli, scompigliandomeli, ma poco me ne importa infondo. Nella mia testa si proiettano una serie di flash back che non faccio nemmeno fatica a sapere di cosa parlano. Mi dimentico del mondo che mi circonda, che ci circonda. Il resto del mondo, ora, sembra essere scomparso. Non me ne frega più niente. Non me ne frega niente se i miei si siano incazzati se siamo partiti senza dirgli nemmeno dove. Non me ne frega niente se non riuscirò a ricordare più nulla perché finchè ci sarà lei io ho tutto. Non me ne frega più niente. Io amo lei dal primo giorno che l’ho vista nella sua scuola, con gli occhiali sulla testa, la borsa sulla spalla e i libri stretti al petto come se avesse paura che qualcuno potesse strapparglieli via come il vento spazza via le foglie.
Ci stacchiamo giusto per riprendere fiato e la guardo negli occhi. Vorrei viverci in quegli occhi. Profondi come il mare e immensi come l’universo.
La guardo negli occhi col respiro affannato e il cuore innamorato.
Le sposto una ciocca che le è caduta dolcemente davanti agli occhi e appoggio la mia fronte sulla sua.
Ora capisco cosa mi mancava quando la sognavo. Capisco che mi mancavano fin troppo le sue labbra una volta che sapevano di pesca e menta.
“Sai mi piace più la fragola e il limone che la pesca e la menta” le sorrido dolcemente dandogli un bacio leggero sul naso.
Lei ride. E, cavolo penso che è per questo che mi sono innamorato di lei. La sua risata è come musica per le mie orecchie, la sua voce è musica per le mie orecchie. Lei è la canzone che non smetterò mai di sentire. Lei è la mia canzone.
Abbassa lo sguardo per un secondo. Le rialzo la testa con due dita sotto il mento e vedo nei suoi occhi il terrore. Terrore di cosa?
In un attimo le si gonfiano e si riempiono di lacrime. La prima lacrima le riga la guancia e io non posso fare che asciugarla e chiederle
“Ehy, che succede?”
Non risponde. Sento solo un singhiozzo e una serie di lacrime cadere violentemente. Non posso vederla così. Mi si spezza il cuore. La abbraccio dandole tutto il mio affetto, tutto il mio calore per consolarla.
“Shh, piccola. Non è successo niente, che succede?”
Piccola. La chiamavo sempre così. D’altronde quale fidanzato non ha mai chiamato la sua fidanzata piccola, principessa, bambola, amore.
Si stacca poco dopo, allontanandosi, e asciugandosi le lacrime che le erano rimaste. Sembra che mi guardi quasi con disprezzo.
“Tu.. Tu non … non puoi piombare così, nella mia vita, dopo tutto questo tempo… Non puoi… Non …” inizia a dirmi, ma poi si ferma.
Si porta una mano sulla fronte e scuote leggermente la testa andandosi a sedere su uno degli scalini delle scale, sorpassandomi.
La osservo attentamente. E’ frastornata, confusa, non capisce quello che le sta accadendo intorno.
Mi siede vicino a lei sperando che non si allontani. Per fortuna è come dico io.
“Ti va di uscire? Facciamo due passi così almeno..”
“D’accordo” m’interrompe
Ci alziamo e usciamo, dimenticandoci che in casa c’erano anche Harry e Vanessa, ma adesso poco importava a entrambi.
Stavo per dire qualcosa ma mi precede
“Niall ascoltami bene: devi stare lontano da me, ti ho fatto del male, ti ho quasi ucciso… Non mi sono ancora perdonata del tutto per quello che ti ho fatto e ogni giorno pensavo a come stessi…io mi odio a morte e..tu..” le metto un dito sulle sue labbra morbide per fermarla dal dire parole su parole che la facevano star male.
“Ellie… Harry mi ha raccontato ciò che è successo, chi eravamo, cosa facevamo, quel che è successo dopo l’incidente.. però non so ancora una versione dei fatti per ricordarmi a pieno chi ero… Ho bisogno di te” sospiro per poi continuare”Dopo essere uscito dal coma Harry mi ha raccontato che te ne sei andata, pensava che una volta sveglio sarei stato arrabbiato con te a vita, che ti odiavo, ma la verità è una: ho avuto un’amnesia e non ricordavo più nulla a parte i miei genitori e Harry. Quando mi sono svegliato ricordo di aver sentito come se mi mancasse qualcosa, come se mi avessero staccato un pezzo di me e l’avrebbero portato via, lontano. Ellie io ora so solo parte della mia vita prima di te ed è ora che scopra la parte che mi manca, la più importante, quella con te
Era a dir poco sbalordita… lei non sapeva nulla, sembrava normale
“Quindi non..”
“Non ricordo nulla, purtroppo. Solo qualche flash back mi ritorna in mente.
Ellie, guardami, voglio ritornare come eravamo una volta, felici, innamorati, insieme. Questa fottuta amnesia mi ha cancellato ricordi che volevo tenere per tutta la vita. Ti prego. Voglio ricominciare. Ricominciare dal primo giorno che ci siamo incontrati. Ricominciare da quando i miei occhi azzurri sono annegati nei tuoi occhi verdi, fin troppo che sembrano a volte cambiare colore. Riportami indietro nel tempo. Riportami da te.”
Era rimasta in silenzio, come se dovesse capire quale filo logico avesse quella frase da me detta. E io aspetto, aspetto che dalle sue labbra esca qualcosa per farmi sentire più sollevato.
 
ELLIE’S P.O.V.
Non ricorda nulla. Niente. Anche se non ricorda nulla si è ricordato di me… si è ricordato di noi.
“Era iniziato tutto il 17 settembre. Ero nella mia università a parlare con la mia migliore amica, Vanessa, quando la mia prof di economia mi ha detto che dovevo fare un progetto per una scuola venuta qui anch’essa per fare questo progetto. All’inizio volevo rifiutare ma il mio buonissimo senso mi ha detto di accettare, e devo dire menomale” sorride per poi riprendere”ci stavano aspettando nella sala magna quando per sbaglio inciampai su un ragazzo. Era alto, biondo, occhi azzurri, insomma un ragazzo da mozzare il fiato…”
Gli inizio a raccontare tutto. Dalla prima volta che ci siamo visti alla prima volta che siamo usciti. Dalla volta in cui ho avuto paura di salire sulle montagne russe alla volta in cui mi ha dato il bacio, il nostro primo bacio e alla volta in cui mi ha detto ti amo.
Ricordo tutto fin troppo bene.
 
Flash back……
Siamo alla fila per le montagne russe e non ho la minima intenzione di salirci! Perché a me?
“Dai Ellie! Non fare la fifona vedrai che ci divertiremo!” mi rassicura il biondo.
Vedrai che ci divertiremo. Sì certo, come no. Vedrai che ti divertirai a vedermi andare in paranoia!
Sto per ribattere ma mi porta sull’ULTIMO vagone delle montagne russe. Come se fosse l più tranquillo come posto, ovvio.
Prima che possa partire sibilo tra i denti stretti un
“Ti odio Horan”
Ti amo anche io Ross”
Mi giro verso di lui sconvolta e prima che possa dire qualcosa mi bacia, proprio nel momento in cui parte l’inferno di quella giostra, e proprio mentre scatta la fotografia della montagna russa.
Un bacio che sa di caramello che, anche se lo detesto, in quel momento era l’unico sapore che volevo sentire.
Un bacio un po’ folle, strambo a dire il vero, ma forse l’inizio di un amore speciale…
Ma una domanda che mi pongo ora è questa… Lo amo anche io?
Fine flash back….
 
Sì, lo amo anche io.
Pensare che dopo un paio d’anni ancora non abbia risposto a quella domanda mi viene da ridere. E’ ovvio che lo amo.
Come Romeo ama Giulietta.
Come Homer ama Marge.
Come Dante ama Beatrice.
Come io amo Niall.
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