Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |       
Autore: 20maggio2013    21/11/2014    1 recensioni
Sono passati due anni da quel ‘Ti amo’ sussurrato sotto il balcone della casa di Giulietta.
Molte cose cono cambiate.
Alcune in positivo, altre in negativo.
Nuovi e vecchi amori.
Delusioni e speranze.
Passioni nascoste venute allo scoperto cambiando la vita dei protagonisti.
***
Kiss me like the first time
Leave your lips on mine
I can't remember why
We ever said goodbye
(Kiss me, Lucy Hale)
***
Continuazione ‘Innamorarmi? No, grazie.’ vi consiglio di leggerla prima di iniziare questa.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Afraid of love'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

CHAPTER ONE.

 
 
LIZ
 
“Elisabeth, stendi di più quella punta e mantieni l’equilibrio.” l’ennesimo rimprovero da parte della mia insegnante mi fece fermare.
“Perché ti sei fermata?”
“Sono tre ore di fila che provo Sam. Non ne posso più”
sussurrai esausta avvicinandomi alla bottiglietta bevendo poi un sorso.
“Ok, cinque minuti di pausa.” Ringraziai mentalmente la mia insegnante e mi lasciai cadere sul pavimento. Poggiai la schiena contro il muro e chiusi gli occhi. Avevo tutti i muscoli indolenziti e non avrei resistito molto altro.
“Forza, riprendiamo.” Samantha rientrò in aula dopo neanche due minuti e fece ripartire la base. Mi passai una mano sulla faccia e mi rialzai in piedi.
Mi posizionai e iniziai a danzare. Ormai quella coreografia la facevo automaticamente, sapevo a memoria ogni passo. Dopotutto la ripetevo per almeno tre ore al giorno da un mese ormai. Ma ogni volta Samantha trovava qualcosa che non andava e me la faceva ripetere fino allo sfinimento.
“Elisabeth! Curva di più quella schiena quando fai il cambrè. Sei troppo rigida.” Mi interruppe come suo solito nel mezzo della coreografia. Io cercavo di dare il mio meglio, ma dopo tre ore ero distrutta e non sarei riuscita neanche a fare un semplice passo.
“L’ultima prova mi è sembrata buona.” sussurrai mentre cercavo di riprendere fiato.
“Se vuoi entrare alla New York City Ballet non basta che la tua coreografia sia buona.”
Disse severamente la mia insegnante di danza, poi riprese.
“Forza, riprendiamo.”
“Non ce la faccio più Samantha. Ho bisogno di una pausa.”
la supplicai.
“Ok. Altri cinqu..”
“No, ho bisogno di rilassarmi qualche giorno.”
“Sei per caso impazzita? Tra un mese ci sono le audizioni per entrare alla New York City Ballet. Se vuoi passarle devi provare ogni giorno, non possiamo permetterci nessuna pausa.”
“Se continuo così non arriverò intera al giorno delle audizioni.”
“Sai perché ho scelto te come ballerina, Elisabeth? Non solo perché eri la migliore, ma perché ho visto la passione che ci mettevi quando danzavi. Ora quella passione non la vedo più.”

Io amavo la danza, avevo sempre concentrato una parte del mio tempo a ballare, facevo danza da quando ero piccola. Poi dopo che ero tornata dall’Italia, quando mi ero trasferita a Londra avevo smesso con la danza. Non avevo più il tempo necessario per frequentare le lezioni. Due anni fa avevo conosciuto Samantha, durante una fiera di danza, che mi aveva offerto di lavorare con lei, mi aveva promesso un futuro da ballerina. Io avevo rinunciato a tutto per seguire il mio sogno ed ero partita insieme a lei, dopo che mi avevano convinto tutti i miei amici, diretta a New York. Quando avevo accettato, la danza per me era una semplice passione. Quando danzavo mi sentivo libera e leggera, mi sembrava quasi di toccare il cielo con un dito. Ora, invece, quando ballavo non provavo più alcun sentimento. Mi sembrava di essere diventato un automa che faceva i passi di danza moderna. Non amavo più ballare come un tempo, il ballo era come se fosse diventato un lavoro e non più un divertimento. Forse era proprio questo il problema, forse per questo non amavo più ballare.
“Il punto è che non so più se voglio andare alla NYCBallet.”
“Non dire scemenze. Ora vai a casa, ne riparliamo domani.”
Il tono severo della mia insegnante mi demoralizzò. Sembrava non capirmi più come faceva un tempo.
Sospirai, poi voltai le spalle alla mia insegnante, raccolsi le mie cose e tornai a casa.
 
“Hey baby, come è andata?” Sussurrò il mio ragazzo una volta che entrai in casa. Non si voltò neanche a guardarmi, rimase con lo sguardo fisso sulla tv.
“Come al solito e ti ho detto mille volte di non chiamarmi così.” Sussurrai buttando tutte le cose per terra e sedendomi accanto al mio ragazzo.
“E come dovrei chiamarti scusa?” il ragazzo seduto vicino a me si voltò verso di me.
“Con il mio nome per esempio? Se proprio Elisabeth non ti va a genio o per te è troppo lungo, chiamai Eli e in nessun altro modo. Te ne sarei grata.” Il mio tono era duro.
“Come vuoi baby.” Disse riportando lo sguardo sulla tv. Sospirai.
“C’è della posta per te baby, arriva da Londra.” trattenni il respiro per un secondo appena sentii nominare quella città. Mi mancava la mia vita di due anni fa. Mi alzai dal divano e mi avvicinai al mobile per prendere la posta.
C’era una lettere tutta bianca con sopra il mio nome e l’indirizzo di casa.
L’aprii e dentro trovai un bigliettino.
 
“Hope Davis e Niall Horan sono lieti di annunciare il loro matrimonio.”
 
Rilessi quella frase per non so quante volte, due dei miei migliori amici si stavano per sposare. Avevo sempre saputo che erano fatti l’uno per l’altro ed ero felicissima per il loro matrimonio.
Poi guardai il giorno del matrimonio. Coincideva con le audizioni alla New York City Ballet.
Amavo ballare, ma due dei miei migliori amici si stavano per sposare, non volevo mancare quel giorno. Mi guardai intorno e ripensai all’ultimo anno trascorso. Era veramente quello che volevo? Ero veramente innamorata del mio ragazzo?
“Baby? Mi porti una birra?” Ci pensò proprio lui a farmi ritornare alla vita reale, fu proprio quella richiesta a darmi una risposta. No, io non ero innamorata del mio ragazzo. Certo lo ero stata ma ora non lo ero più. Negli ultimi mesi le cose tra di noi erano cambiate, non eravamo più la coppia di prima, il legame che ci legava all’inizio si era rotto. Forse non eravamo neanche mai staiti innamorati. In fondo eravamo ancora giovani, io dovevo ancora compiere vent’anni e lui ne aveva fatto da poco ventun’anni.
Avevo bisogno di una vacanza, avevo bisogno di tornare a Londra, quello sarebbe stato l’unico modo per schiarirmi le idee.
“Credo che tra noi non può più funzionare.”
Sussurrai posando la lettera sul tavolino e mettendomi di fronte al mio ragazzo.
“Oh avanti Eli, non te la sarai mica presa perché ti chiamo Baby? Non lo farò più promesso.” Sussurrò alzandosi dal divano e provando a baciarmi.
“Mo Michael! Non sono più innamorata di te, per questo non può più continuare tra di noi.”
“Mi stai cacciando di casa?”
domandò stupito il biondo davanti a me.
“Oh non ti preoccupare, sarò io ad andarmene.” Sussurrai sconvolta dalla reazione del ragazzo e superandolo.
“Lizzie non fare così..” provò a fermarmi.
“Ti ho detto di non chiamarmi così.” scandii lentamente parola per parola. Nessuno mi poteva chiamare così, l’avevo impedito a tutti. Solo una persona mi chiamava cosi, o almeno lo faceva prima che interrompessimo i contatti.
 
 
“Guarda un po’ chi si vede. La futura ballerina più famosa del mondo.” Risentire la voce di mio fratello non più attraverso uno stupido telefono o attraverso uno schermo di un computer dopo quasi due anni mi fece sentire finalmente felice, come non lo ero da tempo.
“Che ci fai qui sorellina?” sussurrò accorciando lo spazio tra di noi e abbracciandomi.
“Avevo bisogno di una pausa e mi mancavate tutti.” 
Iniziammo a incamminarci lungo il laghetto del parco dove ci eravamo incontrati.
“Quando sei arrivata?”
“Ieri mattina.”
quando ero arrivata a Londra avevo preso una camera in un albergo, mangiato e poi ero crollata nel mondo dei sogni svegliandomi solo quella mattina.
“Perché non mi hai avvisato?”
“Non volevo disturbare.”
“Non mi disturbi, sei mia sorella.”
Gli sorrisi.
“Come vanno le cose qui?”
“Abbastanza bene, però si sente la tua mancanza.”
Il telefono mi squillò, sorrisi a mio fratello poi mi allontanai per rispondere.
“Elisabeth Payne. Che fine hai fatto?”
“Samantha ho detto che avevo bisogno di una pausa.”
sussurrai.
“Il tuo ragazzo mi ha detto che hai fatto i bagagli e sei sparita.”
“Numero uno, ex ragazzo. Io e Michael non stiamo insieme. Numero due, sono libera di fare quello che voglio non dipendo da te.”
“Se non torni immediatamente a New York e riprendi ad allenarti come prima non passerai le audizioni.”
“Samantha, credevo di essere stata chiara. Ho bisogno di una pausa e non so più se entrare alla NYC Ballet sia ciò che voglio.”
“Hai le idee confuse signorina. Dimmi dove sei che ti prenoto il primo volto per New York.”
“No Samantha, io non ci torno. Non ora!”
Chiusi la chiamata senza darle il tempo di rispondere.
“Chi era?” Domandò mio fratello una volta che lo raggiunsi.
“Samantha, la mia insegnante di danza.”
“Beh? Come va la vita a New York? Come è dedicarsi unicamente alla danza?”
“Sinceramente?”
Mio fratello annuì.
“Uno schifo. Non è come immaginavo. Samantha sta riuscendo a farmi odiare la danza. Poi mi manca la mia vecchia vita. Mi manchi te e mi mancano i ragazzi e le ragazze. Mi manca avere una persona su cui contare. È per questo che sono tornata. Per capire se due anni fa ho fatto la scelta giusta andando via da Londra.” Sapevo che potevo contare su mio fratello e avevo davvero bisogno di aprirmi con qualcuno.
“Questa è sempre casa tua sorellina, io ci sarò sempre per te sappilo.”
 
 
Dopo l’incontro con mio fratello avevamo deciso di andare a pranzare insieme nel primo fast food nelle vicinanze. Era da tanto che non mangiavo qualche schifezza e ne avevo una gran voglia. Samantha in quei due anni mi aveva imposto una dieta per poter mantenermi in forma.
Dopo il pranzo, durante il quale avevo scoperto che mio fratello avrebbe iniziato a settembre a lavorare come coach alla nostra vecchia scuola, ero tornata in albergo distrutta e avevo riposato un po’.  Ora mi ritrovavo nella palestra dell’hotel. Avevo collegato il cellulare all’amplificatore facendo partire “Unconditionally” di Katy Perry. Iniziai a danzare sapendo ormai a memoria tutti i passi di quella coreografia su cui ci lavoravo ormai da mesi. Per la prima volta sentii di riprovare tutte le emozioni che mi facevano sentire speciale e leggera quando ballavo, non succedeva da un anno ormai. Un anno da quando la mia insegnante si era allontanata da me, da quando il legame tra noi due si era spezzato. Forse era proprio a causa dei soliti rimproveri che io aveva perso la passione per la danza.
Quando la canzone finì sentii degli applausi provenire dall’entrata della palestra.
“Liz da quando sei così brava?” Domandò stupita quella che era una delle mie migliori amiche. Appena la riconobbi non dissi niente, mi buttai semplicemente tra le sue braccia stingendola a me. Quanto mi era mancata.
“Samantha non la pensa allo stesso modo.” Sussurrai una volta sciolto l’abbraccio.
“Significa che non capisce niente.” scoppiai a ridere insieme alla mia amica.
“Che ci fai qui Cher?” Domandai una volta che ci eravamo calmate.
“Io e Hope stiamo aprendo un negozio di abbigliamento. È passato tuo fratello in cerca di Niall però ha trovato solo me ed Harry. Ci ha detto che eri tornata e poi è sparito insieme ad Harry.” Annuii e riabbracciai la mia amica.
“Quanto ti fermi?” mi chiese Cher.
“Non lo so ancora..” sussurrai alzando le spalle. 
 


Ciao genteeeee
sono tornata più carica che mai!
avevo già iniziato a pubblicare questa FF ma non era molto seguita.
Ora voglio riprovarci e spero di avere qualche lettore in più dell'altra volta..
ora scappo a studiare.. lasciatemi qualche recensione per favore..
ci vediamo venerdì con il prossimo capitolo

Lulz xx
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: 20maggio2013