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Autore: 20maggio2013    28/11/2014    0 recensioni
Sono passati due anni da quel ‘Ti amo’ sussurrato sotto il balcone della casa di Giulietta.
Molte cose cono cambiate.
Alcune in positivo, altre in negativo.
Nuovi e vecchi amori.
Delusioni e speranze.
Passioni nascoste venute allo scoperto cambiando la vita dei protagonisti.
***
Kiss me like the first time
Leave your lips on mine
I can't remember why
We ever said goodbye
(Kiss me, Lucy Hale)
***
Continuazione ‘Innamorarmi? No, grazie.’ vi consiglio di leggerla prima di iniziare questa.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Afraid of love'
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CHAPTER TWO.

 
 
“Come è la vita a New York?” Mi domandò Cher. Era arrivata dieci minuti fa a trovarmi ed ora eravamo in camera mia a parlare come ai vecchi tempi. Le feci segno di accomodarsi sul letto mentre io mi facevo una doccia rinfrescante. Uscii dal bagno con solo l’intimo e, dopo aver messo la riproduzione casuale sul telefono, presi qualche vestito dalla valigia.
“Liz, da quando sei così magra? Ti danno da mangiare lì?” Sussurrò Cher. In effetti, da quando mi ero trasferita a New York avevo perso peso. Non che prima fossi grassa, ma quel fisico non era adatto ad una ballerina. Era questo quello che mi ripeteva sempre Samantha.
“Si. Non mangiando più le schifezze di un tempo e andando a danza almeno per tre ore al giorno ho perso un po’ di peso.”
“Un po’? Sei quasi pelle e ossa Liz.”
Il tono di Cher era leggermente preoccupato. Alzai le spalle e le sorrisi per tranquillizzarla.
“Sto bene Cher, davvero.” Lei mi guardò insicura, le sorrisi.
“Sicura?” Annuii e poi anche lei si lasciò convincere.
“Non hai ancora risposto alla mia domanda. Come è la vita a New York?”
“Stancante, movimentata. Non era come l’avevo immaginata. New York è una città fantastica, ma preferisco la vita di Londra. Questa città sembra quasi tranquilla rispetto a New York.”

Cher annuì prendendo il mio telefono ed andando alla canzone successiva.
“Harry? Come sta?” Domandai.
“Non ha preso molto bene il tuo ritorno.” Sussurrò guardandomi tristemente.
“Dovevo aspettarmelo. In questi due anni mi sono fatta sentire poco e niente. Ero la sua migliore amica e non l’ho contattato mai.” Sussurrai ricordando che era stato sempre lui a scrivermi messaggi e chiamarmi. Prima sempre più frequentemente, poi, quando avevo iniziato a non rispondere più, erano diminuite sempre di più fino a sparire.
“Risolverete tutto Liz. Non ti preoccupare.” Cher poggiò una mano sulla mia spalla per infondermi coraggio.
Le sorrisi e poi presi il mio telefono quando notai che mi era appena arrivato un messaggio. Speravo con tutta me stessa che non fosse Samantha. Non smetteva di contattarmi dalla mattina stessa e io rifiutavo continuamente le chiamate.
“Cher, mi accompagni in aeroporto?” Domandai.
“Devi andare già via?” disse con un’espressione triste.
“È arrivata Hannah, mi ha chiesto se passavamo a prenderla.”
Sussurrai mostrandole il messaggio. Hannah era l’unica persona con cui avevo mantenuto i contatti oltre che con mio fratello. Con gli altri l’avevo un po’ perso. Le occasioni in cui ci sentivamo erano più uniche che rare. Con Hannah era più semplice mantenere i contatti semplicemente perché si era dovuta trasferire anche lei in America per l’università. Quindi non c’erano problemi di fuso orario e molto spesso, quasi due volte a mese, ci vedevamo.
 
 
“Omioddio! Cher” Hannah appena vide Cher fuori gli arrivi, lasciò le valigie e si fiondò ad abbracciare la sua migliore amica.
“Brutta stronza, perché non mi hai detto che venivi?” domandò fintamente arrabbiata Cher facendo scoppiare a ridere la sua amica.
“Volevo farti una sorpresa ma questa stronza me l’ha rovinata.” Disse lanciandomi un’occhiata di fuoco facendomi ridere.
“Che ci fai qui?” domandò Cher dopo aver abbracciato nuovamente la sua amica.
“È stata espulsa dall’università.” mi intromisi io facendo la linguaccia ad Hanna.
Il giorno prima, dopo aver rotto con Micheal, avevo ricevuto una sua chiamata dove mi chiedeva se sarebbe potuta venire a stare da me per un po’ essendo stata espulsa dal college ed io le avevo detto i miei piani. Quindi lei aveva deciso di raggiungermi il giorno dopo a Londra.
“E ora?” domandò Cher.
“E ora dovrai sopportarmi come hai vecchi tempi.” Disse alludendo al fatto che sarebbe rimasta a vivere a Londra. Cher quasi non si mise ad urlare per la felicità abbracciando nuovamente l’amica facendo ridere sia me che Hannah.
 
“Zia Lizz” urlò una bambina dai capelli biondo cenere correndo fuori dal giardinetto della sua casa.
La presi in braccio stingendola a me. Quanto mi era mancata.
“Quanto ti sei fatta grande Susy.” sussurrai lasciandole un bacio sulla guancia e poi facendole salutare Hannah.
“Ciao zia Hannah. Adesso ho tre anni.” disse indicando con la mano la sua età.
“Ma allora sei proprio una signorina ora.” Sussurrò Hannah tenendola in braccio.
“Susan? Dove sei?” sorrisi sentendo la voce di Louis provenire da dentro casa. Entrai trovando la porta aperta con al seguito Hannah.
“Stavi cercando questo piccolo mostriciattolo?” sussurrai entrando in salone e trovando uno dei miei migliori amici con un volto inizialmente preoccupato che poi si trasformò in sorpreso.
“Liz? Hannah?” Domandò venendoci incontro.
“In carne ed ossa.” sussurrai abbracciandolo e dando poi la possibilità ad Hannah di salutarlo.
 
“Vi posso offrire qualcosa? Un caffè? Un the?” domandò Louis una volta salutata la bionda accanto a me.
“Una tazza di the va bene.” Disse Hannah sorridendo iniziando a giocare con Susan che aveva cacciato tutte le sue barbie.
“Tu Liz?” chiese Louis sorridendomi.
“Una cioccolata calda.” sussurrai dopo averci pensato un po’.
“Una cioccolata calda? Liz siamo quasi a giugno.” Louis mi guardava sconvolto.
“Che c’è? Sai quanto amo la cioccolata calda, poi non la bevo da quando mi sono trasferita a New York.”  dissi mentre la voglia di cioccolata aumentava sempre di più.
“Solo tu puoi bere la cioccolata calda a giugno.”
“Grazie Tommo.”
sorrisi abbracciando il mio amico.
Lo seguii in cucina mentre Hannah rimase con Susan.
“Il the freddo o caldo Han?” Urlò Louis per farsi sentire dalla mia amica.
“Freddo..” ricevette in risposta.
Osservai il mio amico prendere tutto l’occorrente per il the e la cioccolata in silenzio.
“Come vanno le cose Lou?” sussurrai spezzando quel silenzio.
“Tutto bene.” anche se era girato di spalle, sapevo benissimo che ora tutti i muscoli del suo viso di erano induriti.
“Come va, davvero? Louis, sono una delle tue migliori amiche. Lo sai che puoi dirmi tutto.” Mi alzai dalla sedia e mi poggiai con le spalle al bancone vicino a Louis.
Il castano smise di eseguire quello che stava facendo e si voltò a guardarmi. Notai nei suoi occhi una tristezza infinita.
“Me la cavo. Alex mi manca da morire, ma non posso abbattermi. Ho una figlia a cui pensare.”
Lo abbracciai senza pensarci due volte e lui mi strinse forte a se.
“Mi dispiace non esserci stata al funerale. Alex era una delle mie migliori amiche e..” Non riuscii a terminare la frase che iniziai a singhiozzare.
Era passato quasi un anno da quando Alex se ne era andata. Da quando uno stronzo era passato con il rosso prendendo in pieno la mia amica strappandole via la vita.
Solo in quel momento ero riuscita a realizzare il tutto. Solo entrando in quella casa e non trovando la presenza della mia amica in quella piccola villetta mi ero resa conto che lei non c’era più.
Ricordo ancora la chiamata di mio fratello, il suo tono era disperato.
Quella notizia non l’avevo presa molto bene. Mi ero rinchiusa in camera a piangere facendo entrare solo Michael. Il giorno dopo non avevo avuto le forze di prendere uno stupido aereo per Londra ed andare al funerale. Era come se in quel modo tutto sarebbe stato più reale.
“Liz.. penso di riuscirti a capire. È stato difficile per tutti e poi te eri dall’altra parte del mondo.” Provò a consolarmi Louis quando lui era quello che stava peggio.
“Pure Hannah era in America ma è comunque venuta.”
“Liz, non è colpa tua. Non sono arrabbiato con te.”
Louis mi guardò con i suoi occhi azzurro mare. Occhi che un tempo erano sempre allegri, occhi di un ragazzo a cui era stata stravolta la vita, occhi di un ragazzo che era dovuto maturare in poco tempo per potersi prendere cura della sua famiglia, occhi di un ragazzo che non sembrava più il ragazzo felice di un tempo. Ma io in fondo sapevo che il lato bambino di Louis, c’era ancora. Che sarebbe riuscito a tornare ad essere felice. Sarebbe riuscito a superare definitivamente tutto e tornare il solito ragazzo spensierato di un tempo solo con un brutto ricordo che l’aveva aiutato a crescere. Ero sicura che Louis sarebbe risorto perché lui non era solo. Aveva la sua famiglia, una bambina bellissima e degli amici che non l’avrebbero mai lasciato solo, magari in futuro sarebbe riuscito a donare nuovamente il suo cuore ad un’altra ragazza.
 
 
Io e Hannah avevamo lasciato casa di Louis da qualche minuto e ora ci ritrovavamo davanti al “Derrison’s Shop”, il neozio di Hope e Cher. Cher mi aveva parlato quella mattina del negozio e io ed Hannah eravamo curiose di scoprire come andavano le cose.
Dalla vetrina si poteva vedere che il negozio era già in ottime condizioni e a breve avrebbe dovuto aprire.
La porta era aperta ed entrammo.
“Non siamo ancora aperti.” riconobbi la voce di Hope. Dava le spalle alla porta e stava sistemando qualcosa su un manichino.
“Neanche per noi?” domandò Hannah raggiungendola. Hope si voltò verso di noi e rimase stupita in un primo momento. Poi ci strinse in un abbraccio.
“Oddio ragazze! Che ci fate qui?” chiese squadrandoci. Hope era sempre la stessa ragazza, non era cambiata molto. Era diventata un po’ più alta e ora non aveva più le punte colorate ma semplicemente bionde.
“Venite di là, ci sono gli altri.” disse facendoci strada. Seguimmo Hope in una stanza che doveva essere lo studio delle due ragazze.
C’erano due scrivanie, con computer e fogli vari e poi le targhette con i nomi delle ragazze: Hope Davis e Cher Morrison.
Su una poltroncina c’era seduto mio fratello che parlava con Niall che era poggiato sulla scrivania della sua ragazza. Seduto sull’altra scrivania c’era un riccio che ci dava le spalle e parlava con Cher.
“O mio dio.” esaltò il biondino quando mi vide entrare insieme ad Hannah. Lasciò perdere mio fratello e mi venne incontro stringendomi in un abbraccio caloroso portando l’attenzione su di noi. Harry appena si voltò e mi riconobbe, si incupì. Si alzò da dove era seduto e lasciò il negozio senza dire una parola. Mi rattristii a quel gesto, non credevo che ce l’avesse così tanto con me.
Niall mi poggiò una mano sulla spalla cercando di tranquillizzarmi. Cher, che era rimasta dove era prima, mi sorrise incoraggiante così come Hope.
Liam sembrò non accorgersi di niente di quello che era successo. Il suo sguardo era fisso su Hannah. Non si vedevano da quando si erano lasciati due anni prima, poco dopo Hannah aveva deciso di andare in America per continuare gli studi.
Decisi di uscire da quella stanza per andare a parlare con Harry, non sopportavo questa situazione che si stava creando, ma ormai di lui non c’era più traccia.
 
 
Holaaaa
come state? chi di voi andrà a Roma?
io purtroppo no :(
che ne pensate di questo capitolo?
Alex è morta :( ed Harry è arrabbiato con Liz..
lasciatemi una recensione per favore..
il prossimo capitolo lo caricherò quando avrò almeno una recenione..
baci 

Lulz xx
  
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