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Autore: leila91    21/11/2014    16 recensioni
" [...]Bella e fredda, come una mattina di pallida primavera, e non ancora maturata in donna [...]"
Ciao a tutti!
Questo lavoro ripercorre tutta la vita di Dama Eowyn, uno dei personaggi a mio parere più belli che Tolkien abbia mai creato.
Partendo dalla sua infanzia, passando per l'adolescenza trascorsa al palazzo di suo zio Theoden, fino alle vicende narrate nel Signore degli Anelli: l'incontro con Aragorn, lo scontro con il Re Stregone e la sospirata felicità trovata con Faramir.
Per gli avvenimenti pre!LOTR mi baserò quasi esclusivamente sulla mia fantasia, rispettando ovviamente ciò che il Professore narra nelle Appendici.
In alcuni punti si è reso necessario un mix tra movieverse e bookverse... Spero non infastidisca nessuno :)
Vi ho già scocciati anche troppo: spero di riuscire a trasmettere, a chiunque deciderà di seguirmi, il profondo amore che nutro per questo personaggio, e di renderle pienamente giustizia.
Buona lettura!
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aragorn, Eomer, Eowyn, Theoden, Theodred
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Compleanno (parte 2)
 
   
Éowyn aveva dimenticato l’incredibile sensazione che si prova nel sentire il vento scorrere sul viso, e fra i capelli, mentre si galoppa velocemente verso l’orizzonte.
L’ultima volta che era stata a cavallo non se la ricordava nemmeno più.
Nulla, in questa vita, le aveva mai suscitato nell’animo un tale sentimento di esaltazione, di… di… Di libertà, ecco!
Probabilmente è così che dovevano sentirsi gli uccelli, pensava la piccola, perché il cavalcare, a suo parere, era quanto di più simile potesse esistere al volare.
Thèodred comandava Huròin con maestria e destrezza, risultato di anni e anni di esperienza, e il possente animale ubbidiva docilmente ad ogni suo tocco.
 
In breve si lasciarono Edoras alle spalle: davanti a loro, le sconfinate praterie del regno di Rohan.
“Tieniti forte!”
Thèodred aumentò ulteriormente l’andatura del cavallo.
Éowyn ubbidì, stringendosi ancora di più alla sella.
I suoi occhi erano lucidi, in parte a causa del vento, che continuava a colpirli senza tregua, ma soprattutto per la gioia e la profonda emozione.
 
Dapprima fecero volta in direzione dell’Estfalda, verso le pianure erbose alle pendici dei Monti Bianchi.
Thèodred la portò ad ammirare le Foci dell’Entalluvio, punto in cui il suddetto fiume si unisce al maestoso Anduin, e che segna il confine orientale con l’Anorien.
Pur essendo nata e cresciuta in quelle zone, Éowyn non si era mai spinta tanto avanti, e così ogni cosa era come nuova per lei.
Non lontana da lì si trovava la regione del Folde, al cui interno vi era Aldburg, la città natale sua e di Éomer, e che molto tempo prima era stata la capitale del regno.
In seguito si diressero verso il fiume Acquaneve, che segnava invece il confine con l’Ovestfalda.
Thèodred avrebbe voluto portare la cugina al Fosso di Helm, per mostrarle l’imponente fortezza del Trombattorione.
Ne sarebbe andata matta, di questo era sicuro. O perlomeno era ciò che poteva dedurre, basandosi sul fatto che la piccola amasse ascoltare le epiche imprese del suo popolo.
E il Fosso di Helm aveva un’importanza assai particolare nella storia dei Rohirrim.
 
Ma il sole era giunto ormai allo Zenit, e il caldo e la fame cominciavano a farsi sentire.
Senza contare che Huròin pareva alquanto affaticato, povera bestia.
Sì, era decisamente il momento del pranzo.
Come a voler confermare i suoi pensieri, lo stomaco di Thèodred ruggì con fierezza in quel preciso momento.
Cosa che fece divertire immensamente Éowyn: “Hai fame, cugino?” scherzò la bambina.
“Puoi ben dirlo! Non ho avuto il privilegio di assaggiare quella bella torta stamattina, io!”ribattè lui.


 * * *
 
 
Una ventina di minuti più tardi, Huròin brucava allegramente nel prato, a qualche metro da uno dei guadi dell’Acquaneve.
Éowyn e Thèodred avevano steso una coperta poco distante, e dopo aver consumato il pasto vi si erano distesi, l’uno accanto all’altro.
Per un po’ si erano divertiti a guardare le poche nuvole che offuscavano il cielo quel giorno, e ad associare le loro bizzarre forme a persone o animali (“Ѐun coniglio, ti dico, un coniglio!” “Vorrai scherzare, è chiaramente una volpe!” “Il Sole ti ha reso orbo, cugin-ahi! Questa me la paghi!)
 
Qualche pizzicotto più tardi, fra loro era calato il silenzio.
Entrambi avevano chiuso gli occhi e si stavano godendo il calore del Sole sul viso.
Dopo un po’, Éowyn si girò lentamente su un lato: Thèodred aveva ancora gli occhi chiusi, e il respiro pesante, come se stesse dormendo.
“Thèo…” tentò la bambina.
“Uh?”
Éowyn sorrise: era sveglio, allora.
“Grazie, Thèodred. Ѐ stata una mattina meravigliosa”
Il giovane aprì gli occhi e rispose: “E la giornata non è ancora finita! Oggi pomeriggio voglio portati nell’Estmnet: a ovest è delimitato dalla foresta di Fangorn. Non è saggio avventurarsi lì dentro, ma potremmo comunq-”
“Come fai?” lo interruppe lei, “Riesci a leggermi nell’animo così facilmente…”
 
Thèodred la osservò, sorridendo indulgente; nella mente il loro primo incontro, avvenuto durante una ‘fuga’ di lei.
Aveva intuito subito che non doveva trattarsi della prima volta in cui la piccola scappava da palazzo.
In questi gesti impulsivi aveva riconosciuto la stessa intraprendenza, la stessa sete di libertà, che aveva lui da ragazzo, e ne aveva sorriso, nonostante si fosse anche preoccupato per l’incolumità della cugina.
 
“Non potevo desiderare regalo più bello” continuò Éowyn, “A parte forse…”
“Sì?” la incoraggiò Thèodred, quando lei si interruppe.
“Niente. Solo una sciocchezza”.
“Coraggio, Éowyn, dimmelo. So che ami molto i cavalli, ma mio padre è stato categorico. Non sei abbastanza grand-”
“No, no, non si tratta di quello!” intervenne lei, con tono deciso, “O meglio, anche. Ma non era ciò a cui stavo pensando ora”.
“Di che cosa si tratta dunque?” chiese ancora Thèodred.
 
Éowyn fece un respiro profondo, ancora indecisa se confidarsi o meno.
Poteva parlarne con Thèodred, decise infine: lui la capiva meglio di chiunque altro, persino di suo fratello.
“Vorrei potermi allenare con Éomer” proruppe tutto d’un fiato, “Vorrei imparare anch’io tutto ciò che insegnano a lui. Ciò che gli insegni tu. Quando vi vedo combattere insieme mi sento così esclusa… Non è giusto! Perché non posso imparare anch’io come si usa una spada?”
Thèodred sospirò.
“Éowyn, tu sei…”
Se dice ‘una femmina’ potrei perdere seriamente le staffe, pensò la bambina.
“… Una ragazzina davvero particolare” , concluse Thèodred.
Éowyn lo fissò sorpresa: non era certamente quella la risposta che si aspettava!
Rivolse al cugino uno sguardo dubbioso.

Come doveva considerare quella frase? Un’offesa? Un complimento? Nessuno dei due?

“Ho l’impressione che tu abbia ereditato in pieno il carattere di tuo padre. Possiedi la sua stessa intraprendenza” continuò il giovane.
Éowyn fece spallucce, rimanendo in silenzio, e aspettando che Thèodred venisse al sodo, e le dicesse, come tutti gli altri, che combattere non era compito delle ragazze.
Ma la successiva frase di lui la lasciò basita.
 
“Nonostante tu sia decisamente molto matura per la tua età, hai comunque solamente otto anni. E combattere, uccidere delle persone… La guerra non è un gioco Éowyn. Non c’è nulla di glorioso, nulla di poetico, nel togliere la vita a un altro essere umano. Te ne rendi conto solo una volta che sei davvero là fuori, ed è già troppo tardi. Tutto quello che ti è stato raccontato non ha più alcun valore, quando sei circondato da tutte quelle grida, tutto quel sangue… Tutta quella morte.”
 
Éowyn lo ascoltava sconvolta, con gli occhi sbarrati e senza saper cosa dire: suo cugino le sembrava così distante… Perduto in chissà quali oscuri ricordi.
Poi però, il giovane parve riscuotersi:
 
“Ma tu sei testarda, mia piccola Éowyn” le disse, “E ho l’impressione che troveresti comunque il modo di imparare da sola, le cose che nessuno vuole insegnarti. E sia. Ti insegnerò a combattere. Ma tra alcuni anni, quando sarai più grande e solo, ascoltami bene Éowyn, solo, affinché tu sappia difenderti. Il mio cuore mi dice che potresti averne bisogno purtroppo, in un futuro non così lontano…”
 
Éowyn parve non fare caso all’ultima sinistra osservazione. A onor del vero solo quattro parole furono degne di nota per il suo cervello: ‘ti insegnerò a combattere’.
La piccola si gettò entusiasta fra le braccia del cugino, cogliendolo di sorpresa, e stringendolo così forte da mozzargli il fiato.
“Grazie, grazie, grazie!”, continuava a ripetere.
“Ouf! Ehi! Ma hai ascoltato bene tutto quello che ti ho detto? Solo tra qualche anno e sol-”
“Sì, sì ti ho sentito! Oh, sei il cugino migliore del mondo!”
 
Thèodred sorrise imbarazzato, un sottile e fastidioso alone rosso gli si stava diffondendo sul viso.
“Promettimi una cosa, Éowyn”
“Tutto quello che vuoi!”
“Non dimenticarti mai quello che ti ho raccontato oggi. E non ti dimenticare chi sei.”


 * * *
 
                                                               
Il suo nuovo abitino la aspettava ben disteso sul letto.
Éowyn lo indossò felice, una volta finito il bagno caldo e ristoratore che le era stato preparato.
I festeggiamenti quella sera furono splendidi, e degni di una vera figlia di re.
Il clima era particolarmente disteso, e non una sola ruga di preoccupazione increspava il viso di Thèoden.
Il sovrano sorrideva benevolo a tutti i suoi ospiti, ma la sua attenzione era principalmente per i suoi nipoti, i quali sembravano starsi godendo alquanto quella serata.
 
Éomer rideva e scherzava con gli altri ragazzi del suo corso di addestramento. Si era fatto molti amici tra di loro. I bambini non badavano al suo ‘status sociale’ ed Éomer stesso evitava a sua volta di farlo pesare, comportandosi umilmente, come un ragazzo qualunque.
Senza saperlo si stava guadagnando l’affetto e l’ammirazione incondizionata dei suoi futuri compagni d’arme, che, Thèoden ne era sicuro, sarebbero stati pronti a seguirlo ovunque, un giorno.
 
La piccola festeggiata invece, era uno splendore. Il vestito che Thèoden le aveva commissionato le donava davvero molto, e quella sera i suoi occhi sembravano brillare in maniera particolare.
Aveva ballato a lungo: con suo fratello, i suoi amici, suo cugino, e adesso si stava avvicinando a lui.
Thèoden le tese la mano: “Ti stai divertendo, principessa?”
Éowyn annuì, radiosa: “Ѐ il più bel compleanno che abbia mai festeggiato”.
E lo pensava davvero.
In un solo anno la sua vita era radicalmente cambiata, e prima di tutto in maniera drammatica, questo era innegabile.
Aveva perso molto, ma altrettanto aveva guadagnato, ed Éowyn, guardandosi intorno, per la prima volta dopo tanto tempo, si sentì nuovamente a casa.
 
 
 



 
 
 

ANGOLINO DELLA BENNI:

Lo so. Lo so, lo so, lo so. Non uccidetemi
Ѐ alquanto azzardato pensare che sia stato Thèodred ad insegnare ad Eowyn a combattere… però mi sono detta, da qualcuno avrà pur imparato no? E visto il rapporto che si sta creando tra loro due, volevo che fosse lui. Senza contare che è molto più grande di lei e ha parecchia esperienza.
Ovviamente Thèodred ha anche cose più importanti a cui badare, quindi cercherò di gestire la cosa in maniera plausbile ;)
Colgo l’occasione per dire che con questa, si chiude un primo ‘blocco’ di one-shot: quello relativo all’infanzia della nostra eroina.
Nelle prossime la ritroveremo un po’ cresciutella, e piano piano ci avviciniamo sempre più agli ‘eventi Lotr’.
Vi informo anche che avendo un esame martedì, probabilmente posterò in ritardo la prossima volta… Spero non di molto.
 
Angolino del grazie:
A tutte quelle meravigliose persone che continuano silenziosamente a leggere.
Alle altrettanto meravigliose persone che recensiscono, e che coi loro pensieri contribuiscono ad alimentare la mia ispirazione (sul serio, siete stra-importanti, alcune idee mi vengono dai vostri commenti, quindi… Continuate xD!!)
New Red Eyes Virgo00 per aver aggiunto la storia tra le seguite =)
Concludo ringraziando tutti per gli auguri di buon compleanno <3, siete stati gentilissimi!!
 
Vi abbraccio tutti, torno ahimè a studiare.
Buon week end!
 

Benni
   
 
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