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Autore: Ronnie92    21/11/2014    3 recensioni
Pietro è un ragazzo dalla scarsa autostima, proiettato in una società insoddisfacente. Cercherà il contatto con i lettori, sperando di incontrare qualcuno pronto a interagire con lui senza riserve, nè timori nè remore.
Pietro è pronto a rivelarsi senza veli e senza pudori.. ma aspetta solo noi.
Genere: Introspettivo, Poesia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
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Mi sembra necessario, a questo punto, dare un input a questo mio diario.
Mi sembra doveroso raccontarvi un po’ di me.
Non starò a ciarlare su dove sono nato, o cosa faccio, o cosa mi ha cambiato nel corso degli anni. Penso che di tragedie ne sentirete a bizzeffe fra telegiornali, Chi l’ha visto e Quarto Grado. Per non parlare poi di quella emerita cretina che ogni pomeriggio cerca di sdrammatizzare una realtà ricca di violenza e traumi, attraverso racconti per nulla realistici e veritieri. Come cercare di vedere un panorama da uno spioncino, almeno così la penso io, e sinceramente non mi interessa perderci altro tempo su questa merda.
Io so di essere dannatamente fastidioso per il mio modo di comportarmi, ma non vi chiederò scusa. Vi ringrazierò se avrete la forza di esserci fino alla fine di questa mia pantomima.
Per conoscermi un  po’ più a fondo basta osservarmi mentre ascolto la musica.
Ascolto la musica in base al mio stato d’animo, e spesso è l’incontrario, vario il mio stato d’animo a seconda della musica che ascolto.
Ma se volete farmi piangere esiste una canzone su tutte, che forse molti di voi neanche conoscono: “No easy way out” di Robert Tepper.
Ecco quella canzone mi sconquassa l’anima e le lacrime scendono incontrollate.
Non sono semplici lacrime di gioia o di dolore. Sono lacrime di nostalgia.
Qualcosa di scatenante in quella canzone non mi fa smettere di lacrimare per alcuni minuti. Ma io da finto duro quale sono cerco di trattenere le lacrime.
Io amo e odio le lacrime. Da un lato rivelano la mia debolezza, ma in qualche modo mi danno sollievo, come quando rido. Mi fanno stare bene dentro riportandomi, in qualche modo, all’equilibrio.
La musica mi aiuta a stare bene o a torturami quando sono triste, facendomi annaspare nella mia piccola esistenza.
Sono senza confini. Mi lascio scappare tutto.
E voi? Credete che sia banale lasciarsi andare alla musica?
Io non so ma questo diario lo scrivo per sfogo, per sentirmi un Pietro più libero, proprio come quando sento No easy way out. Perché non mi interessa che gli altri mi vedano piangere, mi interessa capiscano che piango perché voglio affetto.
Sono egoista e sensibile. Un’accoppiata vincente!
In me vivono un mare di emozioni che portano lontano dalla realtà semplicistica della vita.
La musica mi aiuta a sopravvivere a farmi stare bene o male. Sono più di 11 anni che non posso farne a meno.
Cosa vi ispira? Cosa vi fa stare bene senza pretendere nulla in cambio?
Quale amore può essere più ampio di ciò che la musica racconta?
Una mamma buona o severa, che in tutta la sua ampiezza ci circonda e ci inonda di note e melodie capaci di stravolgerci il cuore.
Sono curioso di conoscervi, di sapere di voi.
Sono curioso di ognuno che legge queste stupide righe che sono la mia vita.
Vi voglio bene. Non fraintendetemi, non quel bene fraterno, o quel bene dissacrante fra persone che si conoscono da sempre.
Il mio bene è speciale, è un bene estemporaneo che potrete portare per sempre nel vostro cuore. E’ come la musica. Non saprete mai quali corde toccherà finché non l’avrete sentita tutta.
Ma la musica è infinita. 
   
 
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