Storie originali > Storico
Segui la storia  |       
Autore: Larryx    21/11/2014    1 recensioni
Una raccolta di flashfic che narrano di vari eventi vissuti da uno schiavo di nome Geta nel corso della sua breve vita, fino a giungere a un finale tanto "felice", quanto tragico.
Genere: Angst, Drammatico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Medioevo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Sventrare gli uccelli, che terribile lavoro.
Il peggio è che voi, padrone, vi divertite a vedermi far ciò.
Afferrò uno dei volatili da voi prescelto, esso svolazza ancora, cercando di scappare, ma la mia presa è più salda che mai, non ha scampo.


Lo poggio sul piano di lavoro, afferro una lama affilata, chiudo gli occhi, trattengo il fiato e, con un colpo secco, gli stacco la testa.
Riprendo a respirare affannosamente, ho paura di aprire gli occhi, so bene che il sangue di quella povera bestia sarà sparso ovunque. Sollevo leggermente la palpebra destra, disgustato.

Allento la presa sul collo dell'animale e inizio a spennarlo per bene.
Gli dei non vogliano che il padrone trovi una piuma mentre sta banchettando!
Ne strappo una alla volta, per poi iniziare a farlo più velocemente, con una foga decisamente maggiore.

Ora la bestia è completamente nuda, priva del suo manto del quale, probabilmente, andava molto fiera.
Osservo l'ammasso di piume ammucchiato al suolo, mischiato con la polvere e il sangue.
Prendo un respiro profondo e riafferro quella lama già insanguinata.
Essa penetra lentamente nella carcassa del volatile per poi scivolare sempre più giù, creando uno squarcio che mi permetterà, poi, di prelevare le interiora.
Allargo la fessura, trattenendo un conato di vomito.
Chiudo nuovamente gli occhi.
Non vorrei farlo.

È così crudele.

 

Infilo la mano in quell'ammasso di organi appartenenti a un essere che, solo qualche minuto prima, respirava e viveva proprio come me.
È tutto così caldo e viscido.
Tiro fuori quanto più riesco a tirare per poi tagliare con il coltello i vincoli che legano gli organi alla carcassa.
Potrei svenire.


Continuo a lavorare, sebbene ciò che faccio non mi renda felice e, una volta concluso il tutto, passo il cadavere, ancora caldo, a un altro schiavo, più anziano di me, che ha il compito di cuocerlo.
Torno sul piano di lavoro e inizio a pulirlo.
Delle lacrime iniziano a rigarmi il volto, esse sono silenziose, non dovranno essere viste né udite da nessun altro. Ma una mano gentile mi sfiora il volto, asciugando le mie gote ricoperte da una peluria ispida. Rabbrividisco a quel tocco per poi alzare lo sguardo e incrociare il suo.
È lei, Aelia, e mi sorride amorevolmente.
Un coraggio improvviso mi assale e, certo di non esser visto da nessuno, la stringo tra le mie braccia, abbandonandomi al pianto.



La vita è così dura.



Note:
 

  1. Servi sunt, immo humiles amicis: traduzione “Sono schiavi, quindi umili amici”.

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: Larryx