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Autore: ___Page    22/11/2014    0 recensioni
Ora, avete presente quando vi svegliate la mattina o, nel mio caso, vi alzate, perché di dormire non se ne parla, e, guardando fuori dalla finestra, vi mettete a fare mentalmente il programma della vostra giornata?
Cosa fate se capita qualcosa che non avevate previsto?
Io personalmente faccio in modo che le cose finiscano per andare come mi ero immaginato.
Perché sono fatto così, io. Non sono un tipo da ‘fuori programma’.
Ma stavolta, la vedo dura.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci sono poche cose che riescono a infastidirmi nella vita.
I guidatori incapaci.
I ciclisti della domenica.
L'umidità.
Guardo truce la pioggia che cade senza pietà, picchiettando sul vetro della cucina, mentre tuffo distrattamente un altro biscotto nel caffè.
Ah già, restare senza caffè, un'altra cosa che mi da fastidio.
Sbuffo sonoramente, valutando se darmi malato al lavoro. Ho voglia di mettere il naso fuori come di farmi cavare un dente o spezzare una gamba.
Ma ormai ho fatto colazione, tornare a letto sarebbe inutile, niente mi sveglia come questo liquido scuro e bollente, perciò tanto vale andare a compiere il mio dovere di bravo cittadino.
Mi alzo strisciando la sedia sul pavimento e mi avvio verso il bagno con passi pesanti. Regalo una carezza distratta al mio gatto, immobile sul mobile del corridoio, quasi fosse un ninnolo.
"Almeno ti rendi conto della fortuna che hai?" gli domando ricevendo solo uno sguardo curioso in risposta
Lo fisso atono un paio di secondi per poi entrare in bagno con un "Lascia perdere..." e un cenno della mano a minimizzare la cosa.
Mi guardo allo specchio con aria critica e non riesco a non sospirare. Diciamo che ho visto di peggio ma ‘bella cera’ non è quello che assocerei alla mia faccia.
Questa insonnia mi sta distruggendo!
Se non trovo una soluzione a breve, rischio di soccombere.
Sono quasi due mesi ormai!
Mi passo una mano sul viso, stropicciandolo, mentre la caffeina comincia a fare effetto, scorrendo nelle vene e ricollegando le mie sinapsi. Da qui in avanti è tutto facile e meccanico.
Così alle otto meno un quarto, sono davanti alla porta di casa impermeabile sulle spalle e ombrello in mano. Afferro il pomello e mi trattengo giusto il tempo di lanciare un saluto al gatto.
Ora, avete presente quando vi svegliate la mattina o, nel mio caso, vi alzate, perché di dormire non se ne parla, e, guardando fuori dalla finestra, vi mettete a fare mentalmente il programma della vostra giornata?
Cosa fate se capita qualcosa che non avevate previsto?
Io personalmente faccio in modo che le cose finiscano per andare come mi ero immaginato.
Perché sono fatto così, io. Non sono un tipo da ‘fuori programma’.
Ma stavolta, la vedo dura.
Perché non è che puoi proprio fare finta di niente se, aperta la porta di casa, ti ritrovi tra le braccia una ragazza madida di sudore e pioggia e priva di sensi.
La guardo lievemente sconvolto, notando subito le guance arrossate e il respiro poco regolare. E tanto mi basta per decretare che questa giovane donna ha un febbrone da cavallo.
Mi guardo intorno, non sapendo bene che fare.
Ma proprio sugli scalini di casa mia doveva svenire questa?!?
Okay, okay!
Ragioniamo!
Portarla in ospedale non ha senso, non per un po' di febbre.
Mettersi in casa una sconosciuta non sembra una scelta furba.
Riporto gli occhi su lei, ancora immobile tra le mie braccia.
Dannazione sembra un cencio!
Considero che in queste condizioni può fare ben poco, fosse anche una ladra o una criminale.
Non so bene nemmeno io cosa sto facendo mentre me la carico meglio in braccio, dando le spalle alla strada gremita di gente, talmente presa dalla propria frenetica vita da non avere nemmeno notato che una persona è appena svenuta a pochi passi da loro, e rientro in casa, chiudendo la porta con un calcio.
Guardo ancora un secondo il mio fuori programma, le labbra schiuse, le palpebre serrate, la testa e una mano appoggiate al mio petto.
Sembra uno scricciolo bagnato al punto che riesce a suscitare un senso di protezione perfino in me.
Sospiro, avviandomi verso la camera da letto.
"Anche tu però, non potevi arrivare prima che facessi colazione?!"
 

 
§
 

Alla fine al lavoro mi sono dovuto dare malato lo stesso.
Incrocio le braccia e mi addosso allo stipite della porta di camera mia, dove, nel mio letto, Fuori Programma dorme, scossa di tanto in tanto dai tremiti.
Mi avvicino con cautela, senza preoccuparmi di non svegliarla, tanto è chiaro che non ci riuscirebbe nemmeno un cannone, un orchestra e una mietitrebbia tutte insieme.
Con delicatezza, per quanto io possa esserne capace, le poso due polpastrelli sulla fronte e mi sento sollevato nel constatare che è più fresca.
La tachipirina sta facendo effetto.
Non mi rendo conto che mi sono imbambolato a guardarla finché non mugugna risvegliandomi.
Non che mi stupisca della cosa, è dannatamente bella, lo vedrebbe anche un cieco!
E non solo di viso.
Okay so cosa state pensando ora.
Ma non sono un maniaco! Dovevo pur cambiarle i vestiti bagnati e ora, con addosso una mia camicia, tutta infagottata nelle lenzuola mi fa quasi tenerezza.
Sono le sei quando realizzo che non mi sono nemmeno cambiato e indosso ancora i pantaloni scuri e la camicia bianca, sebbene con le maniche arrotolate, che avevo messo per andare al lavoro.
Fuori Programma dorme ancora e l'ultima volta che l'ho controllata aveva l'aria di star meglio. Mi dirigo in camera mia per mettere i vestiti di casa, più morbidi e comodi di questi.
Infilò i pantaloni della tuta, tolgo la camicia, mi allungo per recuperare la t-shirt ma un rumore alle mie spalle mi fa scattare.
Mi volto appena in tempo per vedere ed evitare il bastone da guardaroba che mi sta calando addosso con forza inaudita.
Porto uno sguardo sgranato sulla creatura di fronte a me.
Spettinata, il respiro affannato, lo sguardo di fuoco e quell'aggeggio tra le mani fa quasi paura.
"Ma che fai?!?!?" domando allibito.
Con un verso soffocato prova a colpirmi di nuovo e io mi allontano con uno scatto.
Altro che scricciolo bagnato! Questa è un'Erinni armata! E pericolosa!
"Chi sei?" mi domanda truce “Dove mi trovo e dove sono i miei vestiti?!"
Io sono ancora troppo sconvolto per rispondere e mi limito a fissarla senza sapere cosa pensare.
"Rispondi!!!"
Cala di nuovo il bastone su di me ma stavolta sono pronto e lo afferro trattenendolo saldamente.
Lei tira per cercare di sottrarmelo ma senza successo.
"Lasciami stare, brutto maniaco!!!"
Che?!?!?
Ohi ma questa è impazzita del tutto!
"Guarda che sei tu che mi hai aggredito e in casa mia!!!"
"Ah quindi questa è casa tua! Ma bravo!!!"
Si agita ancora ma io non mollo la presa.
"Ma ti vuoi dare una calmata?!"
"Calmarmi?"
"Pensi che mi faccia mettere le mani addosso da un porco come te senza opporre resistenza?!"
Se possibile, i miei occhi si spalancano ancora di più. Ma che sta dicendo?!
"Guarda che hai frainteso! Io non ho intenzione di farti niente!"
"Ma davvero?! E allora perché ho solo questa orrida camicia a quadri addosso e tu ti stai spogliando?!"
Abbasso gli occhi e mi accorgo che di essere ancora a petto nudo, capendo finalmente l'origine del malinteso.
Ehi aspetta un momento! Ha detto ‘questa orrida camicia’?!?!
"La mia camicia è stupenda!!!" protesto, contrariato.
Lei mi guarda interdetta, poi guarda la camicia.
"Se la usi per dormire sicuro!" afferma.
"Co..? Senti un po' tu! È questo il tuo modo di ringraziare?!" mi metto a sbraitare anche io, furente.
"Ringraziare per cosa? Per avermi molestata?!"
"Ma quali molestie?! Mi sei svenuta tra le braccia sulla porta di casa stamattina!!!"
"S-svenuta?!"
Io annuisco e mi rilasso nel sentire la sua presa all'altro capo del bastone allentarsi.
"Avevi quasi quaranta di febbre"
Mi guarda interdetta prima di spostare il suo sguardo sgranato sul pavimento, mentre rimette insieme tutti i pezzi.
Mi sembra quasi di sentire il rumore degli ingranaggi che si muovono nella sua testa.
Poi sbatte le palpebre e torna a guardare me.
"Ehm..." molla il bastone facendo un passo indietro e si porta una mano sulla nuca, mentre una mezza risata imbarazzata le sfugge dalle labbra "Quindi... Insomma mi hai... curata, no?"
"Eh!" rispondo io con un cenno e uno sguardo eloquenti.
"Beh, grazie allora... e... e scusa per il bastone e per aver cercato di..."
Simula il movimento di calare qualcosa su qualcuno.
"Non c'è problema" affermo mentre ripongo il bastone nell'armadio, al sicuro e lontano da lei.
"Ora, vado a recuperare i tuoi vestiti..." comincio richiudendo l'anta e voltandomi "... e poi ti riaccompagno a casa, okay?"
Lei mi fissa un secondo prima di aprire la bocca.
"C-come?!"
"Ho detto che ti riaccompagno a casa! Saranno in pensiero no?"
"Oh io non credo!" afferma convinta.
La fisso un attimo, analizzandola.
Non è così tanto giovane ma abbastanza da vivere ancora con i suoi.
Il panico mi assale nel realizzare che forse mi sono messo in casa una neo-adulta in guerra con i suoi genitori.
L'ultima cosa che mi serve è una fottuta tempesta ormonale!
"Senti... Io sono certo che..."
"Non ho una casa!" mi interrompe ed è il mio turno di essere interdetto.
"Che?!?!"
"Io non ho una casa, okay? So che è strano! Però è così!"
Sbatto le palpebre.
La guardo.
Sbatto ancora le palpebre.
Sembro un idiota, lo so.
"Senti, io ti ringrazio per tutto ciò che hai fatto okay!? Ora se mi dai i vestiti levo il disturbo!"
"Ma... E dove pensi di andare?" domando incredulo.
Si stringe nelle spalle
"Oh un po' qui, un po' lì! Da qualche parte insomma!" conclude sorridendo.
Sono lievemente sconvolto da questa ragazza.
Come fa a volersene andare in giro da sola di sera quando solo stamattina si è sentita male, senza neppure avere una meta precisa.
La guardo, chiedendomi se ha davvero delle alternative.
La guardo e mi maledico perché so già cosa sto per fare e che me ne pentirò.
"Puoi restare qui se vuoi!"
Mi guarda incredula, a occhi sgranati.
E poi sorride.
Il sorriso più bello che io abbia mai visto
Le illumina tutto il volto, il naso arricciato e gli occhi che brillano
Fa venire voglia di abbracciarla.
"Grazie!!!"
"Figurati!" rispondo un po' in imbarazzo, non molto abituato a queste esternazioni "Una pizza ti va?" le chiedo per cambiare argomento e uscendo dalla stanza.
Lei annuisce seguendomi fuori, diretti in salotto.
Il gatto è sempre nel suo posto preferito e subito si guadagna una coccola dalla nostra ospite.
"Ma ciao cucciolo! Ma quanto sei bello! E che pelo morbido! Come si chiama?" mi chiede, le gambe leggermente piegate e la mano non impegnata ad accarezzare la testa del gatto posata su un ginocchio.
"Ehm… Gatto! Non ha un nome!"
"Perché no?" si acciglia.
"Perché non mi faceva venire in mente nessun nome! E quindi lo chiamo gatto!"
Ancora in quella posizione si gira a guardarmi.
"Lo sai che è la motivazione più idiota che io abbia mai sentito?!"
Cosa?!?!? Ah ma come siamo educate!!!
Decido di ignorarla, recuperando il cordless e il numero della pizzeria a domicilio.
"Facciamo due pizze o formato famiglia?" le chiedo.
Perché mi viene tutto così naturale? Sembra quasi che io non viva da solo da quando ho finito l'università!
"Dipende! Tu come la mangi?"
"Con le acciughe"
Storce il naso, disgustata mentre mi supera per andare in salotto.
"Che schifo!" commenta "no no facciamo due pizze! Per me broccoli e salsiccia!"
Strabuzzo gli occhi.
E poi è la mia che fa schifo?!
Lasciamo perdere che è meglio.
La raggiungo in salotto una volta ordinate le pizze e aggrotto le sopracciglia quando la trovo in piedi al centro della stanza, le mani sui fianchi e lo sguardo che vaga sulle pareti, con aria critica
Mi limito a guardarla interrogativo.
"Lo sai..." mi dice portando gli occhi su di me "... Il colore di queste pareti è uno dei verdi più brutti che abbia mai visto!"
Okay!
Facciamo il punto della situazione!
È in casa mia da 11 ore.
È sveglia da una.
E ha già criticato:
  • I miei vestiti
  • Il nome del mio gatto
  • I miei gusti in fatto di pizza
  • Il colore del mio salotto
Ora ho una nuova voce da aggiungere al mio elenco delle cose che mi infastidiscono: lei!
Ma perché ho aperto la porta stamattina?!?!?
  
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