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Autore: piperina    22/11/2014    2 recensioni
Un'azione sbagliata porta a delle conseguenze disastrose - e inaspettate. Se c'è un disegno divino, ce n'è anche uno diabolico.
Non era una buona giornata. Decisamente non lo era, e sapeva che non avrebbe potuto far nulla per evitare che la falce della disgrazia si abbattesse su di sé. Del resto, che diritto aveva di lamentarsi? Si era ficcato da solo in quella situazione.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da VI libro alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'Draco&Hermione -Leather&Libraries'
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Buona lettura!

 

 

 

 Un giorno il Diavolo venne da me

*Act VI*

Paradise n.7

 

 

 

 

 

«Non ci posso credere!»

«Oh, credici invece.»

Hermione si voltò verso Malfoy come un’arpia. «Avresti dovuto dirmelo.»

«Pensavo che lo sapessi» fece spallucce lui. Ovviamente non credeva affatto che lei fosse a conoscenza di quel festino privato, ma doveva pur coprirsi le spalle in qualche modo. «Te l’avrei detto.»

«Sì, certo» sbuffò la ragazza.

«Hermione» disse lui, stringendola di nuovo tra le braccia, «non voglio che tu faccia qualcosa che non vuoi. Non ti costringerei mai, spero che tu lo sappia.»

Lei gli rivolse un’occhiata storta, poi sbuffò di nuovo. «Certo che lo so.»

«Ma ti chiedo un bacio.»

Lei rimase a bocca aperta, le guance ancora rosse. «Hai appena detto…»

«Un bacio basterà» la interruppe, serio. «Uno solo.»

Senza attendere risposta, Draco si chinò e riuscì a baciare Hermione, proprio davanti agli altri studenti. Ron compreso, che si frappose tra i due con rabbia, spingendo Malfoy lontano dalla ragazza.

«Lasciala stare!» sbraitò in faccia a Malfoy. «Sei un viscido, lo sapevo che non ci si poteva fidare di te!»

L’altro non fece una piega. Lo guardò male e si sistemò i capelli con le mani, attento a non toccare le corna da diavolo. «Weasley, non è colpa mia se non hai avuto le palle di provarci. Io l’ho fatto e ora lei è mia fino all’alba. Datti pace.»

Con un gesto rapido Draco allungò il braccio e afferrò la mano di Hermione, tirandosi addosso la ragazza. Poi disse «Sette minuti» e attorno a loro comparvero quattro pareti che li chiudevano in un buco di un metro per un metro.

Hermione, di nuovo, era senza parole.

«Non avresti dovuto!»

«È una tappa obbligatoria.»

«Potevi chiedermelo prima!»

Era nervosa e non solo per essere stata ingannata, ma anche perché quella situazione le risvegliava istinti a cui non voleva pensare. Lei e Malfoy a così stretto contatto per sette minuti.

Oh, quei minuti sarebbero stati di sicuro i più lunghi della sua vita.

«Rilassati, non ho intenzione di saltarti addosso» la rassicurò lui alzando le mani, ma lo spazio era così ridotto che, nel farlo, aveva toccato la sua ampia gonna.

Poi, Hermione realizzò una cosa. «Mi hai baciata!» esclamò.

«L’ho fatto.»

«Davanti a tutti» precisò.

«Esatto.»

La ragazza non seppe cosa pensare. Quindi Malfoy ci stava davvero provando con lei… ormai la cosa era chiara e innegabile. E questo come la faceva sentire? Non era abituata alla corte di un ragazzo, di certo non in quel modo.

Krum era stato piuttosto discreto e gentile, Ron sempre impacciato e inconcludente, tanto che la cotta che aveva avuto per lui si era raffreddata col passare del tempo.

E adesso Malfoy. Cielo, mai e poi mai avrebbe immaginato di ricevere delle avances così sfacciate proprio da parte di Malfoy. Anzi, quando mai aveva pensato che lui potesse farle delle avances? Mai, appunto.

Ora, invece, si trovava in quella situazione calda e imbarazzante che la rendeva nervosa ed eccitata al tempo stesso. Quanto era passato? Mezzo minuto? Lui la fissava in un modo che la faceva sentire nuda e vulnerabile. Avrebbe voluto cavargli gli occhi. E poi baciarlo.

«Hermione» il ragazzo fece un passo avanti e lei si schiacciò ancora di più contro la parete – come se ci fosse spazio, poi. «Non voglio sprecare quest’occasione con te.»

Lei scosse la testa poco convinta. Quando sentì una mano di lui sul fianco fremette senza volerlo. Ripensò al bacio sbronzo in Biblioteca, al bacio di poco prima… al lento eccitato. Quel pensiero la fece avvampare ancora di più.

«Non sono sicura che sia una buona idea.»

«Perché?»

Una mano sulla guancia. Per essere un serpente velenoso era caldo e confortevole. Le piaceva il suo tocco.

«Perché… perché non lo penso» rispose, sempre meno convinta.

«Se mi dai un buon motivo mi fermo» disse Malfoy avvicinandosi col viso al suo.

«Se mi baci ti picchio.»

Lui sorrise divertito. Hermione Granger era davvero interessante. «Correrò il rischio.»

Sfiorò appena le sue labbra e la sentì rigida come una lastra di marmo. Insistette, stringendola a sé, schiacciandola un po’ tra il suo corpo e la parete magica. Le accarezzava il viso per farla rilassare e pian piano sembrava riuscirci.

Di sicuro lei aveva paura di qualche strana mossa, ma non ci sarebbe riuscito neanche volendo, vestita com’era: il corpetto era strettissimo e la gonna enorme, avrebbe dovuto toccarle sfacciatamente il seno o infilare una mano sotto il vestito, sperando di trovare qualcosa tra i mille strati di tulle.

No, sarebbe stato troppo anche per lui e avrebbe rischiato di rovinare tutto. Non voleva neanche farlo… compromettere un momento come quello, la fiducia che si stava guadagnando.

Erano passati quasi quattro minuti quando, tra un bacio incerto e l’altro, Hermione finalmente si rilassò e decise che poteva fidarsi di lui. Rispose volentieri ai baci e si strinse a lui. Le labbra di Malfoy erano morbide e caspita se ci sapeva fare! Era impossibile non lasciarsi andare.

Ormai erano lì, nessuno poteva vederli – anche se potevano immaginare di tutto – e la vicinanza con Malfoy le faceva abbassare il Q.I. vertiginosamente. Cavolo, era attrazione fisica quella? O era solo dovuta alla situazione? Quindi quello era ciò che veniva chiamato vivere il momento?

Beh, lei lo stava vivendo eccome il momento.

I baci con Malfoy si fecero piuttosto appassionati quando, finalmente, lei schiuse le labbra per permettergli usare la lingua. Lui la stringeva come per paura di vederla svanire davanti ai suoi occhi e a lei piaceva sentirsi desiderata in modo così sincero. Forse troppo sincero, perché avvertì di nuovo quel qualcosa che aveva sentito durante il ballo. Decise di non pensarci, il carico di quella sera era già pesante.

Da una parte voleva continuare a pomiciare con lui, dall’altra le stavano montando dentro rabbia e indignazione per essere stata ingannata sulla festa e sull’asta.

Il tempo stava per scadere ed Hermione recuperò i punti Q.I. che Draco le aveva rubato ritrovando anche il contegno, allontanandosi da lui.

Quando le pareti dei Sette Minuti svanirono, ciò che i loro compagni videro fu la mano di Hermione che lasciava una vistosa cinquina sulla faccia del biondastro.

Poi lei scappò dalla Stanza Delle Necessità in fretta e furia e lui la seguì pochi istanti dopo.

La raggiunse che era già in fondo al corridoio. «Aspetta! Ti accompagno alla Torre.»

«Non ne ho bisogno!» ringhiò lei senza voltarsi, continuando a camminare come una furia.

«Vestita così? Certo che ne hai bisogno» rispose lui affiancandola.

«Hai ragione, chi meglio del maniaco è adatto a scortarmi?»

Draco rise divertito, di nuovo. «Mi stai abbandonando, lascia almeno che stia con te ancora qualche minuto.»

«Hai avuto abbastanza minuti per stasera.»

Hermione era arrabbiata, ma non sapeva se lo fosse di più con lui o con se stessa. Perché, certo, Malfoy l’aveva ingannata, ma lei non aveva opposto reale resistenza alle sue avances.

Giunsero alla Torre più tranquilli. Hermione camminava con calma ed era visibilmente più rilassata di poco prima. Rifletteva sulle azioni di Malfoy, pensando che forse non si era comportato poi così male. In fin dei conti aveva solo fatto ciò che poteva per avere un bacio – molti baci – dalla persona che gli piaceva.

Lei non avrebbe forse fatto lo stesso? Non avrebbe cercato di farsi notare e avere dei contatti con chi le faceva battere il cuore?

«Siamo arrivati» si fermò vicino al quadro della Signora Grassa, che dormiva di gusto. Quasi le dispiaceva svegliarla. O forse voleva restare ancora un po’ con lui. Era confusa e detestava esserlo.

«Mi concedi il bacio della buonanotte?»

Hermione lo guardò male, ma durò poco. «Perché dovrei?»

«Perché gli altri non ti sono dispiaciuti» rispose lui, sorridendo quando la vide arrossire. «E perché dovresti stare con me fino all’alba.»

Velocemente, si chinò su di lei e le rubò l’ennesimo bacio a fior di labbra. Hermione non si mosse, ancora imbarazzata dalle sue parole.

«Non mi arrenderò finché non avrò avuto tutto ciò che mi spetta.»

Con quell’ultima frase voltò le spalle alla ragazza e sparì nei buio dei corridoi.

 

 

 

***

 

 

 

Il giorno dopo Hermione si svegliò già nervosa. Aveva sognato mani da polipo e baci appassionati, la faccia arrabbiata di Ron e la McGranitt che fumava dalle narici. Pessima, pessima notte.

Si trascinò in bagno per una doccia rinfrescante, indossò la divisa e con altrettanta voglia di vivere raggiunse i suoi compagni di casa in Sala Grande per la colazione.

Si sedette mormorando un saluto assonnato e iniziò a mangiare con molta lentezza.

I suoi neuroni ripresero a funzionare solo quando vide entrare Draco Malfoy, che però la degnò di una sola occhiata. Si sentiva nervosa, doveva tenerlo d’occhio.

Harry e Ron arrivarono poco dopo ed era sicura che avrebbero avuto molto da dire su quanto successo alla festa, ma erano troppo assonnati e l’espressione furbetta di Ginny le fece capire che poteva stare tranquilla: ci aveva pensato lei a quei due, avvertendoli di non infastidire Hermione.

La ragazza non sapeva cosa fosse meglio o peggio. Forse una strigliata dei suoi amici l’avrebbe fatta rinsavire, ma non aveva davvero voglia di sentirsi urlare addosso domande su cosa le avesse fatto quel porco di Malfoy, povera e indifesa Hermione.

«Meglio il silenzio» borbottò tra sé e sé.

Inutile dire che il nervosismo l’accompagnò per tutto il giorno e quelli seguenti. Malfoy la guardava, ogni tanto le sorrideva con malizia, ma non si era avvicinato per parlare né altro. Chissà come mai.

A metà settimana Hermione si era messa l’anima in pace, tranquilla nella convinzione che, probabilmente, Malfoy aveva capito che il suo interesse non era ricambiato e quindi aveva deposto le armi. Non ne era davvero sicura, ma perché fasciarsi la testa prima di romperla?

Decisa a lasciarsi tutta quella storia alle spalle – nonostante sguardi e risatine di tanto in tanto – Hermione concluse la sua settimana scolastica felice e contenta, con tutti i compiti fatti e una vagonata di punti guadagnati per Grifondoro.

E poi giunse il primo turno di ronda notturna dalla festa di Halloween. Turno con Malfoy, ovviamente.

Hermione era già nella sala Prefetti&Caposcuola quando lui si fece vedere.

«Ciao.»

«Ciao.»

Wow, che calore.

Sicura della propria incolumità, Hermione annunciò la zona di ronda e uscì dalla stanza. Affiancò con grande tranquillità il biondo malefico nei pattugliamenti dei corridoi. Non c’era quasi nessuno in giro, quei pochi studenti che incontrarono furono spediti subito nei dormitori. Per fortuna, nessuna coppia oscena in vista.

Fu un’ora dopo l’inizio della ronda che successe qualcosa. Con un gesto rapido Malfoy strinse a sé Hermione, sempre continuando a camminare.

«Cosa stai facendo?»

Lo sguardo che lui le rivolse era… beh ad Hermione fece uno strano effetto.

Senza preavviso, lui si chinò e le rubò l’ennesimo bacio.

«La smetti di baciarmi a tradimento?» esclamò lei, presa alla sprovvista. «Cos’è, un vizio?»

«Forse» ridacchiò lui, sempre più divertito dalla ragazza. «Perché, ti dispiace?»

«Non è questo il punto.»

«Oh sì che lo è.»

Si piantò in mezzo al corridoio, con la ragazza sempre ben stretta a sé. Hermione si sentiva soffocare, ma dal nervosismo. Provò di nuovo l’impulso di baciarlo e schiaffeggiarlo allo stesso tempo. Non era normale.

«Adesso si inizia a fare sul serio, Hermione.»

 

 

 

 

 

Next:

«Dammela!»

«Ormai è mia.»

«No, è mia, me l’hai rubata.»

«Sei stata tu a farmene dono, Hermione.»

«Non ti ho donato proprio un bel niente, l’hai presa con l’inganno!»

«Un inganno piacevole se ben ricordo.»

 

 

   
 
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