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Autore: Tomocchi    22/11/2014    6 recensioni
Prendete un vampiro, il classico vampiro bello e tenebroso. Fatto?
Bene, ora lanciatelo via!
Niklas, vampiro per necessità, nerd a tempo pieno e con seri problemi d'immagine, è quanto di più lontano possa esserci dai vampiri scintillanti dei libri per ragazzine. Scontroso, musone e fissato con i giochi per pc.
Addizionate all'equazione Jackie, una bimbaminkia fan di Twilight, One Direction e testarda come un mulo.
Niklas vorrebbe conquistare la bella della classe e Jackie renderlo un "vero" vampiro.
Riusciranno nell'impresa?
"Niklas! Sei un vampiro! Dovresti essere un figo della madonna e invece guardati! Sei brutto, scusa se te lo dico, davvero brutto!"
"Ma a te cosa importa? Sarò libero di fare quello che voglio!"
"No! Cavoli, no! Non posso permettere che un vampiro con grandi potenzialità si butti via così!"
"Grandi potenzialità? Ma ti rendi conto di cosa stai dicendo? Vattene da casa mia subito!"
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Another Way- Un altro modo di essere vampiro'
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ANOTHER WAY
UN ALTRO MODO DI ESSERE VAMPIRO

 

Capitolo 49
Sfida

 

 

 

Irlanda, provincia di Dublino, casa di Niklas, Domenica mattina.

Jackie entrò nell’abitazione dell’austriaco con circospezione.
Il silenzio regnava sovrano, creando dentro di lei una certa inquietudine. Non era la prima volta che la casa era così quieta ma quel giorno era particolarmente importante.
“Niky?”, chiamò a voce alta, sperando che il vampiro la sentisse.
Le arrivò alle orecchie un grugnito infastidito, che continuò ancora con: “gngnoragno.”
La ragazza strizzò gli occhi, chiuse la porta e raggiunse a passo svelto la camera dove dormiva il fidanzato. “Cosa hai detto, Nik?”
“Ho detto che è ancora giorno…”, si lagnò il moro, raggomitolato nella coperte.
“Ho capito, ma dobbiamo organizzarci!”, protestò Jackie, battendo un piede a terra.
Possibile che fosse così pigro da non rendersi conto che quel pomeriggio si sarebbe svolta una sfida importantissima?
“Organizza pure, io ti seguo…”
La ragazza inarcò un sopracciglio: “Mi eleggi capo? Sei serio?”
“Sì, purché mi lasci dormire…”, biascicò l’altro, strofinando la testa nel cuscino.
Sembrava un bambino.
“Ma sei tu quello che ha passato secoli e secoli di guerre.”, fece notare, incrociando le braccia al petto.
“Solo tre secoli, per la precisione… e come ti ho detto, ho evitato l’evitabile, la guerra non è bellissima, sai?”
Jackie si picchiettò l’indice sulle labbra. In effetti non aveva tutti i torti.
Lei non si era mai interessata a cose del genere, ai telegiornali, a ciò che succedeva. Non aveva idea di come fosse una guerra.
Si sarebbe rifatta ai film che aveva visto. Come al solito.
“D’accordo, d’accordo, ci penso io. Però per oggi pomeriggio vedi di essere pronto, intanto mi metto di là in cucina!”, dichiarò con uno sbuffo prima di dirigersi nella stanza scelta e di sedersi al tavolo usato per il pranzo.
Tirò fuori il cellulare e andò su Google per recuperare una pagina utile che si era segnata nelle sue ricerche qualche giorno prima.
Non sarebbe stato difficile seguire quelle istruzioni...

***

Nel pomeriggio, Niklas si alzò e sbadigliò, sentendo la bocca impastata dal sonno.
Che fame…
Dalla cucina provenivano rumori inquietanti e appena li captò si irrigidì, memore dell’ultima volta che la ragazza si era messa a cucinare.
Non stava preparando un’altra brodaglia, vero?
Doveva accertarsene e fermarla, assolutamente. Non necessitava di quella roba per rafforzarsi, ma di sangue!
“Jackie!”, chiamò, trascinandosi fino alla stanza con un misto di paura e prudenza. “Che diamine stai combinando?”
Gli apparve, in tutto il suo splendore, l’irlandese con un sorriso a centoventi denti – se era possibile –  con in mano una cosa stranissima.
“Ciao, Niky!”, trillò, agitando una manina per invitarlo ad avvicinarsi.
“Cos’è quella roba?”, domandò stizzito, indicando un palloncino attaccato a un rotolo di carta igienica finito, degli stuzzicadenti infilzati dentro chicchi d’uva e altri oggetti strani.
“Sono armi fatte in casa1! Non so cosa potrebbero proporre e intanto mi preparo queste cose!”,  spiegò la ragazza, indicandoli con un gesto della mano. “Vedrai che divertimento!”
L’austriaco si spiaccicò una mano sulla faccia. Non aveva idea di come si sarebbe svolta la sfida – in effetti non ne avevano parlato affatto – ma sperava in qualcosa di più cerebrale che fisico.
La fidanzata, a quanto pareva, non era della sua stessa idea.
Stava per aggiungere qualcosa quando Stoyán fece il suo ingresso, rimanendo interdetto a sua volta alla vista di tutti quegli oggetti.
“Cosa sono?”, domandò sospettoso man mano che si avvicinava ma Jackie gli sorrise e dichiarò con un faccino angelico: “Esperimenti per scuola, ci hanno chiesto di creare armi casalinghe.”.
Niklas lanciò un’occhiata a quest’ultima e successivamente all’uomo, che si massaggiò il mento poco convinto.
“Non sapevo che ora al liceo facessero fare queste cose. Che stramberie!”, commentò, osservando quelle armi.
“La nostra professoressa vuole prepararci dal caso avvenga un’invasione di zombie o simile… Ha visto troppo The Walking Dead ultimamente.”, si aggiunse Niklas, reggendo il gioco alla brunetta.
Ripensandoci, Jackie era stata molto intelligente –non lo avrebbe mai detto – : se Stoyán fosse venuto a conoscenza della sfida, avrebbe impedito loro di partecipare e di dimostrare così il loro valore. Inoltre avrebbe appreso che anche Emy sapeva della sua reale natura e ciò gli avrebbe causato una nuova ramanzina e qualche punizione corporale, probabilmente.
“Se qualcun altro capirà che sei un vampiro, la prossima volta non mi limiterò a rimproverarti solo con le parole, Niklas!” questo aveva detto e non ci teneva a scoprire come lo avrebbe ulteriormente ammonito per evitare che succedesse ancora.
“Zombie? Ma davvero?” Il maestro inarcò un sopracciglio, poco convinto.
“Essì – sa, è il suo ultimo anno, poi va in pensione, per fortuna. È tanto vecchia e si sa che a una certa età inizia la demenza… bisogna assecondarla.”, continuò Jackie, annuendo tra sé e sé.
Che attrice.
“Ho compreso. Attenti a non farvi male, se ci sono problemi con quella signora ditemelo che vado a lamentarmi con il consiglio di classe! Già sprechi tempo nello studio, pupillo mio, almeno sprecalo nel modo giusto!”, disse il bulgaro, osservano la coppia con severità.
“D’accordo, maestro.”
“Certo, maestro.”
“Perfetto. Faccio quattro passi, torno per l’ora di cena. Magari facciamo uno spuntino insieme.” Con un sorriso, Stoyán scompigliò la zazzera scura di Niklas, che incassò appena la testa nelle spalle.
Argh. Ma doveva essere così gentile proprio quando loro gli stavano mentendo? Iniziava il senso di colpa…
“A dopo.”, si limitò a dire il moro, salutando il coinquilino con un cenno della mano.
“A dopo!”, lo imitò la ragazza.
Una volta che il vampiro più anziano ebbe lasciato la casa, i due si guardarono.
“Jackie. Dobbiamo vincere questa sfida e farlo prima di cena anche per lui.”
“Ovviamente, Niky. Ovviamente.”, concordò l’altra con solennità.
“Ora, prepariamoci.”

***

Tardo pomeriggio, provincia di Dublino, al Parco giochi vicino casa

Quella Domenica pomeriggio le strade erano deserte.
Solo qualche metro dopo la coppia notò un cartello in cui era pubblicizzata una sagra del paese in piazza, molto distante da dove erano loro.
Ora si spiegava perché avessero scelto quella Domenica. Nessuno li avrebbe disturbati.
 Arrivati al parco, poco distanti videro Emy e Daniel.
La prima era vestita con abito a maniche lunghe  bianco con il disegnino di un coniglietto, leggins neri e ballerine rosse; il secondo era come al solito, con una camicia sfigatissima a tinta unita e dei jeans aderenti.
La cosa strana era che, in mano, l’altra bimbaminkia aveva solo una scatoletta non molto grande, mentre Daniel un sacchetto bianco con il logo rosso del supermercato dove lavorava Nik.
“Allora, eccoci qui!”, esclamò Jackie, una volta raggiunti. “Qual è la sfida?”
Gli occhi di Emy parvero scintillare, prima che lei prendesse parola: “Vince chi rimane in piedi. Mi spiego meglio: sarà una battaglia vera e propria. Io e Daniel vi metteremo K.O. e vinceremo!”
Jackie sorrise, trionfante: “Immaginavo! Per quello ho preparato apposta delle armi. Saremo noi a mettervi al tappeto!”
“Non ne sarei così sicura.” La ragazza bionda sorrise, prima di aprire la scatola da cui sbucò fuori una piccola cavia.
Oh, che carino! O carina?
“Pfff, speri di batterci con la carineria?”, commentò ilare la brunetta, prima di vedere l’animale con un’espressione tutt’altro che carina emettere un basso e minaccioso cuuuiiiiii all’indirizzo di Niklas che, al suo fianco, prese a tremare come una foglia.
“Porca miseria..!”, esclamò l’austriaco, facendo un passo indietro.
E Jackie ricordò.

Le cavie sono i nemici naturali dei vampiri.

Appena vedono un vampiro lo attaccano.

“Vai, Parker, è tutto per te!”, rise Emy, mettendo la scatoletta a terra. Non appena toccò il suolo, la cavia scattò verso il moro per attaccarsi alla sua gamba e morderlo.
Il ragazzo ululò di dolore, prendendosi la gamba tra le mani e cominciando a saltellare per il parco.
Inutili i tentativi di cercare di scalciare via la bestiolina, che risaliva e mordeva l’arto senza pietà.
Jackie rimase allucinata per qualche attimo, prima di riprendere coscienza di sé ed estrarre dalla borsa una cannuccia di plastica.
Prese una piccola pallina di carta, se la mise in bocca passandosela da una guancia all’altra e, quando fu abbastanza bagnata, la infilò nella cerbottana casalinga e soffiò, colpendo l’avversaria sulla guancia.
“Ahia! Quella roba fa male!”
“E certo!”, rispose Jackie, prima di alzare la cannuccia in aria e urlare: “Questa è guerra!” a pieni polmoni.
Daniel, spaventato, ravanò nel sacchetto alla ricerca di qualcosa prima che Emy glielo strappasse dalle mani con rabbia.
“Quanto sei inutile! Prendi la prima cosa che ti capita e tira, dobbiamo tramortirla!”, esclamò, prendendo una bottiglietta di plastica riempita di sassi per lanciarla contro l’avversaria, che lo schivò senza troppo difficoltà.
“Sei lenta, lenta, lentissima!”, rise quest’ultima, irritando ancora di più l’altra ragazza.
Ma il divertimento durò poco: una patata volò vicinissima al viso della directioner, che strillò per la sorpresa facendo un balzo indietro.
“Accidenti, ti ho mancata!”, esclamò Daniel, mostrando un rozzo lancia patate simile a una pistola.
Dannazione, anche loro non scherzavano!
Niklas purtroppo era fuori uso, messo a terra dalla cavia che continuava a morderlo e graffiarlo senza pietà, perciò Jackie era completamente sola contro ben due persone.
Se solo avessi preparato un piano B! Non posso fuggire o vincerebbero loro. Cosa posso fare?, pensò tra sé e sé, mordicchiandosi il labbro inferiore.
Serviva un riparo, innanzitutto.
Fece dietrofront e corse, schiavando altre patate, prima di salire della scalette e rifugiarsi in un castello dove era possibile scendere solo tramite uno scivolo.
Recuperò dalla borsa l’arma composta dal palloncino e dal rotolo finito, vi infilò dentro un sassolino e afferrò l’estremità, pronta a colpire. Si sporse appena dal bordo per puntare il bersaglio, tirò indietro il sassolino quanto più possibile e sparò, colpendo Daniel a un braccio che mollò di riflesso la propria arma a causa della ferita.
“Ahia! O’Moore, è scorretto!”
“In amore e in guerra non esistono regole! E poi siete stati voi i primi a usare sassi e patate!”, si difese, notando che il ragazzo aveva iniziato a sanguinare.
Era proprio una battaglia…
Recuperò, mentre erano distratti, dei palloncini, che riempì immediatamente di acqua grazie alla bottiglietta che si era portata dietro, pronta a lanciarli.
Gettando un’occhiata al campo, Nik era ancora a terra a combattere con la cavia, nettamente superiore a lui, mentre l’altra coppia si era nascosta dietro una panchina molto lontana.
Accidenti, sarebbe stato difficile lanciare fin là ma avrebbe dovuto provarci.
Si mise i capelli da una parte, portò indietro il braccio e lanciò con tutta la forza che aveva il palloncino contro i due avversari.
Osservò la bomba d’acqua cadere a qualche metro di distanza dai due, che sghignazzarono e derisero la bruna dandole dell’incapace.
Jackie sbuffò, inviperita.
“Parlano quelli che si nascondono!”, rispose a tono, facendo un gestaccio nella loro direzione.
Prese un altro palloncino, lo riempì e tese di nuovo indietro il braccio.
Vide Daniel prendere la mira con quel lancia patate, pronto a far fuoco.
Entrambi scoperti, pronti ad attaccare, gli occhi dei due sfidanti parevano bruciare di voglia di vincere.
La tensione era alle stelle quando una voce spezzò quel silenzio.
“Jackie!”
A cui se ne aggiunse un’altra.
“Emy!”
E un’altra ancora.
“Daniel!”
Il tono di rimprovero accumunava questi tre nomi e non era affatto piacevole.
Jackie spostò lo sguardo verso quei suoni, riconoscendo sua madre vicino ad altre due donne.
“Mamma!”, esclamò la bruna, sconvolta.
“Mamma?”, le fece eco Daniel, incredulo.
“Ma perché sei qui?”, concluse scocciata Emy, con le mani sui fianchi.
“Il signor Stoyán ci ha avvisato di questo stupido gioco! Capisco che gli esami sono finiti, ma questo non ti dà diritto di lanciare certe cose contro altre persone! Cos’hai, cinque anni?”, spiegò la signora O’Moore, arrabbiata, in direzione della figlia.
“Daniel! Guarda lì, che spreco, ecco dove erano finite le patate! Quante volte ti ho detto che non si gioca col cibo?”, si inserì la signora Hill parlando al ragazzino, che si fece piccolo piccolo.
“Scusa, mamma…”
“E tu, signorinella? Recupera quell’animale, non vedi cosa sta facendo a quel povero ragazzo? Vuoi rischiare una denuncia per aggressione?”, la signora McDonald era furiosa.
La figlia di quest’ultima sbuffò e recuperò la cavia, staccandola da Niklas che, finalmente libero, si rilassò, steso a terra dopo aver sospirato esasperato.
“Guarda qui, ti sei fatto male, lo sapevo! Dimmi te se a diciannove anni devo ancora farti da balia!”, continuò la madre di Daniel. Lui chinò il capo in imbarazzo: “Scusa, mamma…”
“Non sai dire altro? Raddrizza quella schiena! Signore, mi dispiace, vogliate perdonare questo… piccolo imbecille! A casa gli darò una bella ripassata!”
“Si rilassi, signora Hill, la colpa deve essere sicuramente della mia Emy: anche alle elementari era quella che aizzava i suoi compagni uno contro l’altro! Credevo di averle fatto perdere questa brutta abitudine!”
“Non parliamo di te, Jackie: sono molto delusa, una settimana senza tecnologia e chiusa in casa non te la toglie nessuno! Chiedi scusa a queste signore.”
“Daniel, anche tu!”
“Emy, forza!”
Il tre ragazzi si guardarono tra di loro con compassione, uniti da un triste destino.
Porsero le loro più sincere scuse alle tre donne poi furono riaccompagnati a casa per le orecchie, letteralmente, sotto lo sguardo divertito di alcuni paesani che tornavano dalla festa.

***

“Pensi di stare a terra ancora per molto?”
Niklas strizzò gli occhi un paio di volte prima di riaprirli e vedere il viso di Stoyán e il cielo scuro della sera.
“Sono ancora vivo..?”, biascicò, sentendosi tutto dolorante.
Diamine, quella maledetta cavia c’era andata giù pesante.
Si mise seduto e controllò le proprie braccia, martoriate da piccoli graffi e morsi. Tremendo.
“Sarà il caso di disinfettare quelle ferite, che dici?” Il bulgaro gli tese la mano e Niklas la afferrò, seppur a fatica.
Era a pezzi.
E soprattutto sentiva che il maestro gli avrebbe fatto una ramanzina coi fiocchi per quella cavolata della sfida, a casa.
“Per ora, l’importante è che tu stia bene.”, commentò, confermando il suo timore e irrigidendosi a quella carezza sulla testa.
Era stato stupido.
Convinto che nessuno sapesse di quel punto debole, non aveva tenuto conto che Emy avrebbe potuto usare una cavia.
Quando era stato catturato non l’aveva vista: probabilmente la bestiola la teneva in camera o in una parte della casa che non aveva percorso nella sua fuga.
Sospirò pesantemente, con una certa tristezza.
Aveva dolore, fame e sonno. La sfida poteva dirsi conclusa? Chi aveva vinto alla fine?
La sua faccia doveva riflettere i suoi pensieri, perché Stoyán gli diede una pacca sulla spalla.
“Vi ho visti, al parco. Non ho esitato un secondo a prendere in mano il telefono e chiamare le madri di voi piccoli scellerati. Per fortuna avevo imparato a memoria l’elenco telefonico e le signore erano tutte a casa.”
Si era imparato a memoria… l’elenco telefonico?
“Quindi era per… cioè quella volta2, tu..?”
“Già.”, rispose, affabile. “E dato che io ho vinto su tutti voi dichiaro nulla ogni vostra penitenza. Sono chiaro?”
Niklas annuì con un piccolo sorriso.
“Perché ridi?”
“Nulla, nulla.”
Come volevasi dimostrare, Stoyán gli aveva salvato le chiappe ancora una volta.


 

 

 



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1 Prese dalla pagina di Wikihow: Come realizzare armi fatte in casa da oggetti di uso quotidiano. xD
2 Chi si ricorda l’inizio del capitolo 29 (su EFP segnato come capitolo 30- Ireland Comic Con)?xD

 

Parla Tomocchi: Mi raccomando, bambini, non rifatelo a casa.
E soprattutto ricordate: questa non è una lezione di vita, non ci sarà sempre qualcuno a pararvi il culo, purtroppo! :°D
Il penultimo. Il penultimo! E l’ultimo sarà pubblicato Lunedì 24 Novembre, lo stesso giorno in cui, un anno fa, questa storia è cominciata! xD <3
Come vi è sembrata la sfida? Divertente? Spero di sì. L’idea delle mamme mi è venuta due settimane prima di scriverlo perché ammetto che fino all’ultimo non avevo la più pallida idea di come scrivere sto capitolo BD difatti negli appunti, io e Natasha avevamo scritto solo “Capitolo 49- Sfida. Jackie e Nik sfidano Daniel ed Emy”. Fine x°D Grazie, noi stesse del passato, eh! X°D
Vabbeh, manca pochissimissimo alla fine di questa stupida storia, riservo tutto per le note alla fine la prossima volta.
Intanto vi lascio con il SONDAGGIO DEL PERSONAGGIO PREFERITO! Potete nominarne ben TRE questa volta! Vi ricordo i personaggi: Niklas, Jackie, Daniel, Rogan, Stoyán, Charlotte, Taylor, Leenane, Sean, Pierce, Emy, il professor O’Brien (?), la professoressa Walsh (?), Jordan, Adelhild, Enrique e Kevin! Sì, ci infiliamo anche quelli nuovi apposta x°D <3
Buh che dire… ditemi voi, io sono senza parole! X°D
Intanto ne approfitto per ringraziare come sempre chi recensisce: Mojita_Blue (e le sue ragazze!), White_Moon (e la sua Eris <3), Vale_magic01, vik1, Winterwings, Dark Violet92 e Bijouttina! Grazie, grazie di cuore! Mi raccomando, ci vediamo tra due giorni, con l’epilogo e una fantastica sorpresa! Per saperne di più se volete entrate nel gruppo FB! :D <3

 

 

 









 

 

   
 
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