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Autore: 365feelings    22/11/2014    5 recensioni
11. That's the trick (o di come tutto va per meglio)
Quando sente la mano di Will sfiorare la propria, non si sottrae al contatto anzi lo cerca ed è bello sentire le dita dell'altro intrecciarsi alle sue. Pelle contro pelle. C'è un tempo per ogni cosa e quello di fuggire e nascondersi è finito già da un pezzo.
«Che ne dici, li raggiungiamo? Credo che sia arrivata anche tua sorella».
Quello, è il tempo di vivere.

Will/Nico | post-Blood of Olympus | headcanons
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Will Solace
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Autrice: kuma_cla
Titolo: Out of the darkness, brighter than a thousand suns
Coppia: Will/Nico
Rating: verde
Genere: generale, commedia, sentimentale
Avvertimenti: oneshot, headcanons, (spoiler?)
Note: THIS IS THE END! 
OMG QUESTA È LA PRIMA LONG CHE PORTO A TERMINE e per di più è slash, vorrà dire pur qualcosa non so cosa.
  • Ringrazio i lettori silenziosi e chi invece ha recensito, tutti coloro che hanno inserito la storia tra le preferite/le seguite (omg siete tantissimi vi amo).
  • Ho cercato di rendere Nico il meno OOC possibile, non sono certa di esserci riuscita, scusate.
  • La patelletta fa parte delle protezioni usate dagli arcieri ma non ho ancora capito in cosa consista.
  • Headcanon 1: Will riesce ad allontanare gli incubi di Nico; non si sa se è perché è un guaritore o se è semplice suggestione, ad entrambi va bene così.
  • Headcanon 2: i Sette sono delle pettegole e uno dei loro argomenti preferiti è Nico e la sua vita sentimentale.
  • Headcanon 3 (spoiler alert): Leo è vivo e vegeto e prima di tornare al Campo si fa una vacanza con Calipso. Questa in realtà è solo una delle versioni che ho sviluppato nella mia mente (torna subito, torna a distanza di molti anni, torna che gli altri sono tutti morti perché ad Ogigia il tempo scorre diversamente e se ne aggiungeranno altre, me lo sento), ma senza dubbio è la mia preferita.
  • Headcanon 4: le figlie di Afrodite (capitanate da Lacy) colgono ogni occasione per spingere Will e Nico l’uno nelle braccia dell’altro.
  • Chiaramente la storia di Will e Nico (ma anche tutti gli altri) non è conclusa. Questo è solo un capitolo delle loro vite. Quindi se ve lo state chiedendo, la risposta è sì. Sì ho in progetto altre solangelo, molte altre solangelo a dire la verità. Alcune potranno ricollegarsi agli eventi qui narrati, altre saranno AU, ce ne saranno pure di p0rn. Le troverete sparse un po’ qui e un po’ lì.
 
 
 
 
«Getting a second life is one thing. Making it a better life, that’s the trick».
The Blood of Olympus, Rick Riordan
 
 
Si stende nuovamente tra le lenzuola sgualcite e prova a riaddormentarsi, ma davanti a sé vede ancora Bryce Lawrence. Ha fatto un altro incubo ed era da un po’ che i suoi sogni non lo tormentavano. Immagina che per un figlio di Ade non ci sia mai davvero pace.
 
Will osserva le sue occhiaie con aria seria e se è preoccupato cerca di non darlo a vedere, ma si tradisce quando indugia con la mano sulla sua guancia e il suo sguardo si illumina di una luce triste, addolorata. Nico vorrebbe che non interrompesse quel contatto, perché è caldo e piacevole, ma non ha il coraggio di dirlo.
«Questa notte resti in infermeria».
«Non ce n’è bisogno».
«È vero» ammette, mentre fa scivolare la mano sulla sua spalla «Ma sono più tranquillo a saperti qui».
«Cosa cambia tra la Cabina e l’infermeria, comunque…»
«Puoi farmi questo piacere?»
Nico annuisce, intontito dalla vicinanza di Will. È con dispiacere, quindi, che scende dal lettino delle visite e raggiunge la porta. Ha una lezione di scherma con Jason e non è il caso di far aspettare l’amico e la classe, tuttavia prova il desiderio di reste solo con il figlio di Apollo ed è una cosa strana, una cosa nuova.
 
È sveglio e teso quando sente qualcuno entrare in infermeria e raggiungere il suo letto. Non deve voltarsi per scoprire che si tratta di Will, chi altri potrebbe essere? Il semidio solleva le coperte senza dare spiegazioni e si stende al suo fianco.
«Cosa…?» chiede, ma l’altro lo interrompe e gli mette con naturalezza una mano sul fianco, stringendolo a sé. Nico è grato dell’oscurità, perché è certo di essere arrossito.
«Shhh» gli dice, la voce impastata dal sonno «Va tutto bene, ora dormi».
Nico realizza che Will si è già riaddormentato dal respiro regolare che soffia sul suo collo e scopre che quella vicinanza non gli dà fastidio, anzi è addirittura piacevole, qualcosa a cui potrebbe abituarsi. Si rilassa.
Se un anno prima gli avessero detto che una notte un figlio di Apollo avrebbe infratto le regole del Campo per lui, per farlo sentire al sicuro (perché è così che si sente, protetto), non ci avrebbe mai creduto perché il Re degli Spettri non aveva nessuno oltre se stesso e non credeva di meritare nessuno. Adesso invece ha il braccio di Will attorno alla vita e nel silenzio della notte può sentire il battito del suo cuore; è un suono rassicurante.
Lentamente anche Nico scivola nel sonno, scordandosi dei suoi incubi e di ciò che Chirone e gli altri potrebbero dire se li trovassero così.
 
«Dormito bene?»
Non c’è malizia nella voce di Jason, ma Nico non può fare a meno di arrossire al pensiero che quella notte Will è stato lì con lui e lo ha stretto a sé. Automaticamente la mano corre al punto del materasso su cui fino a nemmeno un’ora prima c’era il figlio di Apollo e lo trova ancora tiepido. Come ogni mattino deve essersi alzato presto ed è stato attento a non svegliarlo, anche se ad un certo punto gli è sembrato lo abbia baciato sulla guancia così vicino alle labbra; ma potrebbe averlo sognato, Nico non ne è sicuro. Sa che non poteva restare e che se fosse stato scoperto si sarebbe ritrovato nei guai, ma scopre che un po’ gli dispiace: una piccola parte di sé avrebbe voluto svegliarsi e trovarlo ancora al proprio fianco.
Jason lo sta ancora guardando con sincero interesse, così Nico si ricorda di dover rispondere.
«Sì, sono riuscito a riposare».
«Mi fa piacere» commenta il ragazzo con un sorriso, porgendogli un vassoio con la colazione. È sul punto di alzarsi e andarsene, quando decide di restare e lo guarda con aria indagatoria.
«Non devi dirmi niente?»
Nico lo guarda con un’espressione interrogativa, metà cornetto in bocca e in mano una tazza di caffè.
Jason continua a fissarlo e sembra cercare le parole giuste.
«Tu e Will state insieme?»
Il figlio di Ade vorrebbe non essersi svegliato e arrossisce. Che abbia visto il ragazzo uscire dall’infermeria (o peggio, dal suo letto) invece che dalla propria Cabina?
«Perché?» chiede con voce stridula e l’amico scrolla le spalle.
«Credo che lui sia interessato a te» risponde «Cioè, ne siamo piuttosto sicuri. All’inizio, un anno fa, lo sospettavamo e basta. Però adesso i segnali ci sembrano evidenti. E sembra anche che tu potresti ricambiare».
«Da quando il pluralis maiestatis?» domanda, tergiversano.
«Io e Piper» gli spiega Jason.
«No aspetta, tu e Piper parlate di me e Will?»
«Sì» risponde il ragazzo, salvo poi aggiungere «E Reyna ogni tanto. E Hazel e Annabeth».
Nico è sicuro che questa sia una delle cose più imbarazzanti che abbia mai sentito e gli ricorda il discorso avuto con il figlio di Poseidone.
«E magari in queste conversazioni si aggiunge pure Percy» commenta, grondando sarcasmo, ma quando vede l’amico annuire prima impallidisce e poi arrossisce. Non riesce a credere che sua sorella e i suoi amici discutano della sua vita sentimentale: non è solo imbarazzante, è inquietante e Jason continua a guardarlo aspettando una risposta.
«Se ti dico sì, tu ora sparisci e la smetti di usarmi come argomento di conversazione con la tua ragazza?»
Il volto di Jason si illumina e dietro le lenti gli occhi sembrano esclamare lo sapevo io!
Nico gli indica la porta e scivola sotto le coperte.
 
«Potrei aver detto a Jason che stiamo insieme» inizia con il tono più casuale che ha in repertorio «Che potrebbe averlo detto a Piper che potrebbe averlo riferito a Reyna e ad Annabeth che potrebbero averlo detto a Hazel e Percy che –».
«Che sollievo» lo interrompe Will «Non ne potevo più dei commenti di Cecil e degli sguardi di Lacy».
«Lacy?» chiede cercando di fare mente locale, ma gli risulta un po’ difficile con il figlio di Apollo seduto al suo fianco, così vicino che le loro spalle si toccano.
«Bionda, bassa, la sorella di Piper» spiega «Non ti sei accorto che ci spiava?»
Nico scuote il capo; non sa se essere più preoccupato per essere stato seguito o per non essersene accorto.
«Ed è sempre lei ad aver disseminato il Campo di vischio a Natale» aggiunge Will e questa volta è il suo tono ad essere casuale.
 
«Ancora incubi?» gli chiede Jason qualche giorno dopo, notando la sua aria stanca. Si stanno avviando al campo d’addestramento per una lezione e Nico ha l’aspetto di chi non ha chiuso occhio.
«No» risponde ed è la verità. Il sonno, quella notte, non è stato turbato da incubi, anzi. I suoi sogni sono stati piacevoli, sono stati bei sogni, talmente belli che avrebbe preferito non svegliarsi. Perché in questi c’era Will e c’era anche lui e facevano ciò che una coppia fa di solito: si baciavano. Poi però ha aperto gli occhi, non erano nemmeno le quattro del mattino, ed era accaldato (eccitato) e da quel momento non è più riuscito ad addormentarsi. Ha passato le restanti ore a rigirarsi tra le lenzuola, cercando inutilmente di calmarsi.
 
Quando finisce in infermeria e non trova Will in parte ne rimane deluso, ma per lo più è sollevato. Ali gli medica la ferita in silenzio e non fa domande, mentre il fratello ne farebbe fin troppe e Nico non ha voglia di spiegargli che se si è infortunato è perché stava pensando a come sarebbe baciarlo.
Non ha proprio idea a come possa essere arrivato a quel punto: è il figlio di Ade, il Re degli Spettri, lui non perde il controllo della propria spada. Per cosa poi? Perché si è infatuato di un irritante, biondo figlio di Apollo che sorride sempre? Non che essere biondi sia davvero una colpa, ma essere biondi ed essere Will Solace lo è di sicuro. Ridere come ride Will Solace è certamente una colpa e arricciare le labbra come lo fa lui lo è ancora di più. Si chiede come sia potuto accadere; infatuarsi di quel ragazzo, che pessima idea.
Ali ha ormai finito quando l’oggetto del suo malumore arriva e sospetta che ad informarlo della sua presenza in infermeria sia stato Jason – è sempre Jason.
«Che ci fai qui?» gli chiede con un tono più burbero di quanto volesse, ma il ragazzo non sembra curarsene.
Ali li lascia senza dire una parola e per un istante è quasi tentato di aggrapparsi al suo braccio per farlo restare, perché non vuole rimanere solo con Will, ma si trattiene perché lui è Nico Di Angelo, il figlio di Ade, il Re degli Spettri e ha una reputazione da conservare. Cinque minuti dopo, quindi, si ritrova a fronteggiare il semidio. Dall’abbigliamento (indossa ancora le protezioni, dal parabraccio alla patelletta) intuisce che stava tirando con l’arco, probabilmente insieme ad Austin. È una cosa che non ammetterà mai, ma gli piace quella tenuta, così come gli piace il camice medico.
«Mi hanno detto che il mio ragazzo si è infortunato» risponde sereno, fin troppo forse «Sono passato a trovarlo».
«Non intendi dunque controllare l’operato di tuo fratello» commenta dubbioso, arrossendo (non lo aveva mai chiamato il suo ragazzo).
«Affatto» replica, togliendosi la patelletta e avvicinandosi.
Nico non è certo di quello che sta succedendo e quando Will gli sfiora le labbra con le proprie rimane a fissarlo con gli occhi sgranati e le gote arrossate. Annuisce appena, rispondendo ad una tacita domanda che aleggia nell’aria già da un po’, ma non è certo di essersi mosso e che l’altro abbia colto. Sta quindi per parlare (non sa nemmeno lui per dirgli cosa esattamente, di continuare molto probabilmente) che Will torna ad interessarsi alle sue labbra; per fortuna, pensa, perché non si ricorda più come si formula una frase. Questa volta è un bacio a stampo che dura quanto basta perché Nico trovi il coraggio di allungare una mano e posarla sulla spalla del semidio. Per quanto lo trovi irritante, Will è anche molto affascinante, decisamente bello e incredibilmente disponibile; la coerenza sembra non essere il suo forte nell’ultimo periodo, ma non se ne cura.
Restano così, labbra contro labbra per un tempo indefinito che potrebbe essere una vita intera o un secondo, quando si rende conto che con la scusa dei loro corpi vicini Will gli sta controllando la fasciatura.
«Tu!» inizia, ma non sa bene come continuare perché ancora non riesce a parlare e la voce gli esce rauca «Tu hai…».
Will ride e lo abbraccia e Nico alla fine non riesce a liberarsi (e non vuole) perché l’altro ha ripreso a baciarlo e questa volta si tratta di un vero bacio. Si aggrappa alle sue spalle e l’ultimo pensiero che riesce a formulare è che sta baciando un ragazzo, il suo ragazzo.
 
Austin irrompe come una furia nell’infermeria inciampando in uno dei letti all’ingresso. Dietro il paravento Nico viene strappato dal limbo in cui stava precipitando e allontana bruscamente Will da sé: il fianco del ragazzo finisce per cozzare contro il bordo di un mobile, ma questi incassa il colpo limitandosi ad una smorfia di dolore.
«Austin cosa…»
«È Leo!» esclama l’altro figlio di Apollo «È Leo Valdez, è vivo, è tornato!»
Will e Nico si scambiano un’occhiata veloce prima di correre fuori dall’infermeria.
Nessuno dei due ha idea di come il figlio di Efesto sia riuscito ad ingannare la morte e sono piuttosto sicuri che quella diventerà una Storia con la S maiuscola. Sembra inoltre che Leo Valdez abbia fatto il suo ingresso in grande stile, con tanto di drago e fanciulla al seguito.
Arrivano giusto in tempo per assistere a Piper che scavalca un paio di ragazzini, raggiunge l'amico e gli assesta un pugno nello stomaco, salvo poi abbracciarlo. Subito Jason è al loro fianco e li stringe a sé come se non volesse più lasciarli andare, gli occhi lucidi dietro le lenti degli occhiali. Nico conosce bene l'abbraccio spezza costole del figlio di Giove e ha la sensazione che quando avranno finito con lui, Leo Valdez avrà bisogno di una visita in infermeria.
 
«Ne sapevi qualcosa?» gli chiede Will quella sera, raggiungendo al falò davanti al quale se ne stava solo.
«Forse» risponde lui osservando il fuoco «Avvertivo la sua morte, ma allo stesso tempo c'era qualcosa di strano. Tuttora non ho idea di come sia riuscito a salvarsi».
«Ho la sensazione che ce lo racconterà lui, un'infinità di volte».
Nico sorride. È felice che Leo ce l'abbia fatta, che i Sette si siano riuniti, che almeno per il momento i mostri non siano più un problema, che ci sia Will accanto a lui. Non è così ingenuo da credere che quello sia il loro lieto fine, che non soffriranno più, che nessuno morirà più. Ma è fiducioso, perché Gea è stata sconfitta ormai un anno prima e i suoi incubi non lo tormentano da un po' e ha amici, ora, su cui contare; ha una Cabina che assomiglia un po' meno all'antro di un vampiro e un po' più alla camera di un quindicenne, con tanto di cuscino floreale che però non ha cuore di buttare perché regalo del Coach.
Quando sente la mano di Will sfiorare la propria, non si sottrae al contatto anzi lo cerca ed è bello sentire le dita dell'altro intrecciarsi alle sue. Pelle contro pelle. C'è un tempo per ogni cosa e quello di fuggire e nascondersi è finito già da un pezzo.
«Che ne dici, li raggiungiamo? Credo che sia arrivata anche tua sorella».
Quello, è il tempo di vivere.
   
 
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