“-Clary, Clary, corri che Nate ci prende-  Io e Tessie stavamo correndo nel piccolo bosco vicino casa della nonna in campagna. Tess scivolò su un sasso ridendo e io non potei fare a meno di ridere insieme a lei; di Nate non c’era traccia, e noi iniziammo ad avere paura. Ad un tratto, spuntò fuori da dietro un grosso tronco d’albero facendoci sobbalzare dallo stupore. Nate iniziò a ridere come un pazzo cadendo addirittura a terra. Tess mise il broncio, era molto arrabbiata, a lei non erano mai piaciute queste cose. –Dai Tess non fare così, volevo solo farvi ridere un poi, Clary non mi sembra così arrabbiata- ed infatti non lo ero, per niente. –Non sembrate per niente gemelle voi due, non vi somigliate affatto, né fisicamente né  caratterialmente-
Non ci avevo mai pensato, io e Tess ci capivamo in un istante, in un primo momento credevo che ci potessimo leggere nel pensiero a vicenda, ma evidentemente agli occhi degli altri non era così…”

Aprii gli occhi, tastando con una mano la superficie morbida su cui ero stesa. Mi alzai con cautela a causa del forte mal di testa e notai di essere in una piccola stanza sconosciuta con solo una piccola finestra tonda.
Iniziai piano piano a ricordare cosa fosse successo la sera precedente, e cominciai a chiedermi: come ci sono finita qui? Chi è quell’uomo? Cosa vuole da me?
 Molte altre domande uscivano da sole dalla mia bocca senza che il cervello desse l’ordine di pronunciarle.
Mi avvicinai alla piccola finestra con l’intento di aprirla, ma era bloccata, così sforzai i miei occhi ancora assonnati per capire dove mi trovassi. Mare. C’era solo mare. Una immensa distesa d’acqua senza neanche incontrare un briciolo di terra.
Qualcuno bussò alla mia porta e mi staccai velocemente dalla finestra ritornando a sedere sul letto. L’uomo della sera prima entrò con grazia dentro la stanza chiudendo piano la porta dietro di se. –Ben svegliata Clarissa. Vedo con meraviglia che sei cresciuta. Ma guardati, sei diventata una bellissima ragazza, e pensare che quando eri più piccola eri tutto il contrario- ammise quasi ridendo sotto i baffi. –Prima avevi gli occhi grigi come quelli di tuo padre, ora invece sono azzurri esattamente uguale a quelli di tua madre-

Sollevai la testa sbalordita rendendomi conto che quest’uomo mi conosceva bene. –Come fai a conoscermi? Chi sei?- chiesi quasi con voce tremante dalla curiosità. Lui rispose con il tono calmo di prima –Io sono Mortmain, il datore di lavoro di tuo padre quando era ancora vivo e il datore di lavoro di tuo fratello adesso-. –Come sta Tessa? E Nate?- domandai maliconica. -Tua sorella penso stia bene, ormai non la controllo più io, ma i Cacciatori. Tuo fratello è molto felice di lavorare con me e soprattutto smania di rivederti- si fermò un attimo per accomodarsi sulla poltrona davanti il letto e continuò –Tu e tua sorella avete un potere inestimabile insieme, non vedo l’ora di vedervi insieme- potere? Di cosa sta parlando Mortmain? –S..scusi signor Mortmain ma sta dicendo che ha venduto mia sorella ai Cacciatori e vuole fare lo stesso con me?- chiesi quasi scoppiando in lacrime. Di rimando l’uomo rispose –Oh Clarissa dai tempo al tempo, quando arriveremo a Londra capirai tutto quello che c’è da capire- detto questo, si alzò e se ne andò lasciandomi da sola con più domande di prima e con le lacrime che mi rigavano guance.

Perché a me?