PREMESSE DELL'AUTRICE:
La storia che state per
leggere è tradotta dall'inglese, è stata
pubblicata 10 anni fa, di conseguenza
Brook non era nella ciurma e Ace è vivo e vegeto (capirete
perché l'ho
scritto).
Vi lascio alla lettura,
buon proseguimento ^^.
Star♥
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IMPARARE A
TENERE TESTA ALLA VITA
Si svegliò senza un
motivo particolare.
Il mare era calmo e la
nave dondolava ritmicamente sospinta dalle leggere e tenere onde.
Con gli occhi ancora
stanchi si guardò intorno, all'interno della cabina. Quasi
contro la sua
volontà, i suoi occhi si fermarono a fissando proprio
quell'amaca, contro la
parete opposta. Era vuota, oscillava leggermente, come se il suo
occupante si
era appena alzato.
Ma sapeva che ciò non era
possibile.
Sanji
era morto.
Avevano messo il suo
corpo esanime alla deriva su una zattera, tre giorni prima.
Aveva sempre immaginato
come il biondo cuoco potesse morire, sarebbe stato in mezzo all'azione.
Ma
Sanji non era morto in un suo solito turbinio di calci, contro i
marines. Lui
non era morto in un bagno di sangue o a causa di un attacco da una nave
pirata.
Non è nemmeno morto per salvare Nami o Robin, sicuramente
è questo che avrebbe
voluto. No, Sanji era morto in silenzio, a letto, a causa di una grave
malattia. Non aveva segni che confermassero la malattia, o almeno,
nessuno lo
aveva notato. La
sua carnagione aveva il
suo stesso colore, solo più simile a una persona malata. Era
crollato in
cucina, con la febbre alta, durante la preparazione di una minestra.
Chopper
aveva provato a curarlo, ma aveva detto che servivano farmaci forti.
Purtroppo erano in mezzo
al mare e per raggiungere l'isola più vicina, provvista di
quei farmaci, ci
volevano all'incirca due settimane, ma Nami aveva subito ottimizzato la
rotta.
Eppure, nonostante le
vele spiegate sapientemente in grado di catturare anche il minimo
soffio di
vento, Sanji non c'è l'aveva fatta, era morto un giorno
prima di arrivare
all'isola, in delirio per la febbre, mentre chiamava i suoi compagni, l'All
Blue e Zeff...
Zoro sospirò e distolse
lo sguardo, accorgendosi che non era l'unica amaca vuota.
Accigliato si mise a
sedere.
Usopp aveva il turno di
vedetta, ma anche quella di Rufy era vuota.
Con un ringhio irritato e
qualche maledizione si alzò, in cerca delle spade.
Si diresse verso la porta.
Chopper era rannicchiato
a piagnucolare un pò nel sonno.
La morte di Sanji, aveva
colpito la piccola renna notevolmente.
La Luna era bassa sull'orizzonte
e il rosa dell'alba stava per giungere. Il vento salato era fresco e
rinfrescante, gli schiaffi delle onde sulla nave erano pacifici.
Zoro appoggiò la mano
sull'elsa della spada. Era presto, ma ora, ha improvvisamente scoperto
che
quello era il periodo della giornata in cui la mancanza di Sanji si
sentiva più
acutamente.
Di solito all'alba veniva
svegliato dalle scarpe di cuoio che battevano sul ponte e in cucina,
accompagnato dal tintinnio delle pentole e padelle, segno che il cuoco
stava
preparando la colazione.
In quei momenti, Zoro,
tirava al biondo cuoco alcune maledizioni per poi rigirarsi nel letto e
riaddormentarsi. La volta dopo si sarebbe svegliato con il profumo di
pancetta
e di dolci, o di qualsiasi cosa fosse stato preparato per la mattina.
Ora però, la nave era
tranquilla, troppo tranquilla.
è vero, hanno sempre
litigato, lanciandosi maledizioni, tirandosi calci e pugni e ogni altro
tipo di
cosa e segretamente gli aveva maledetto di morire un milione di volte,
ma non
si aspettava che finisse così.
L'inferno pensò... si
passò una mano tra la verde capigliatura.
Lanciò uno sguardo verso
la prua e notò che il suo capitano non era seduto come suo
solito sulla polena.
Si girò verso la poppa, chiedendosi dove fosse il suo
capitano. Molte volte si
domandò che Rufy avesse compreso il significato della parola
morte. Molte volte
l'aveva sperimentato in battaglia, ma non aveva mai perso una persona
cara.
Nami, Usopp, Chopper e Robin, invece sì e anche lui aveva
perso la sua adorata
Kuina...
"Perché ti piace
questa roba? è fumosa!!"
La voce lamentosa del
capitano giunse dalla cucina. Zoro rabbrividì. Attraverso
l'oblò, poté notare
Rufy, appoggiato all'indietro su una sedia, il capello abbandonato sul
tavolo.
Vide anche una scia di fumo che saliva dalla sedia di fronte a quella
del
capitano, ma non potè constatare chi fosse seduto.
In due passi entrò in
cucina. Non c'era nessuno sulla sedia, solo una sigaretta accesa in un
posacenere. Rufy sbatté le palpebre:
"Zoro?"
In risposta lo spadaccino
ringhiò, passando lo sguardo su tutta la cucina, nella
speranza di vedere la
persona per cui era venuto. La persona che sapeva che non avrebbe mai
più
rivisto. All'improvviso si sentì così sciocco:
"Dannazione
Rufy!"
Gridò di rabbia:
"Che diavolo ci fai
qui?"
"Parlo con
Sanji"
Un sorriso allegro stava
sul suo volto innocente. Proprio come pensava: il loro capitano non
capiva il
concetto di morte.
Sospirò lasciandosi
cadere su una sedia, appoggiando i piedi sul tavolo:
"Rufy, è morto. Non
puoi parlare con lui!"
Detto questo spense la
sigaretta, accesa con fermezza; il suo capitano scosse la testa con
tutta la
serietà di uno di tre anni:
"I
morti non vanno
via. A volte se la gente li ricorda, restano. Restano qui!"
Dicendo questo si puntò
un dito sul cuore:
"Sanji è qui."
Mostrò un sincero
sorriso, indicandosi nuovamente il cuore:
"E mi aiuta parlare
con lui, ogni volta che voglio."
Zoro sbuffò, cercando
inutilmente di capire la logica del suo capitano:
"Allora cosa sta
dicendo adesso?"
Lo sfidò:
"Sta
dicendo..."
Rufy tese la mascella
inferiore tentando di imitare il cuoco:
"Leva i tuoi piedi
sporchi dal tavolo, bastardo!"
"Eh."
Sbuffò una breve risata,
mentre Rufy rise incontrollabilmente:
"Sai Rufy, avremmo
bisogno di un altro cuoco."
"No!"
La nitidezza della sua
voce era sorprendente, dopo una risata tale:
"Rufy..."
"No!"
Ripeté:
"Mi rifiuto"
Il suo sguardo si perse
all'ombra della frangia scura, poi il suo sguardo tornò a
posarsi sullo
spadaccino:
"Quante volte devo
dirtelo che prima dobbiamo trovare un musicista?!"
Zoro alzò gli occhi e si
batté una mano sulla fronte:
"Vado a letto!"
Tornarono nella cabina
insieme, silenziosi, il cielo era buio, ma il mare dal nero, lentamente
diventava verde smeraldo:
"Lui è là fuori da
qualche parte"
Disse improvvisamente
Rufy, ammirando le acque:
"Penso
che un giorno
le correnti lo porteranno al tanto atteso All Blue!"
Zoro rispose con un
grugnito, ma qualcosa in lui si mosse. Di nuovo la logica infantile del
suo
giovane capitano. Era ancora buio in cabina, Rufy si
arrampicò sulla sua amaca
e Zoro ritornò nella sua.
Zoro sentì Rufy che nel
sonno, con una strana voce malinconica non molto tipica di lui:
"Buonanotte
Sanji!"
Lo spadaccino sorrise nel
buio...
Sì, buonanotte stupido cuoco.