- Sai, Aristocle, la tua lealtà nei confronti dello Stato deve essere sconfinata: niente e nessuno deve minarla, niente e nessuno la metterà in crisi…ti voterai a lui e rispetterai le leggi degli uomini in quanto garanzia delle leggi degli dei, e come tale non permetterai a nessuno di screditarle.
- Ma…
- Lasciami finire, Aristocle: lo sai chi è il vero sapiente? Colui che sa di non sapere. Non credere a chi dice che dalla vita ha già imparato tutto: è solo uno stolto. Esercita la virtù: essa è come una scienza, e solo facendo il bene tu potrai essere felice. Come me, lo vedi? Ho avuto tutto ciò che si può desiderare dalla vita: un mantello per coprirmi d’inverno, e un sorso d’acqua per non morire di sete quando la calura incombe. Potrei essere un uomo infelice?
- Ma voi state morendo, maestro.
- Suvvia, Aristone, non salutarmi come se stessi andando al patibolo. Sacrifica un gallo ad Asclepio, mio giovane amico: perché oggi, io finalmente sono libero.
Aristocle era il vero nome di Platone.
Pare che lui in realtà non fosse presente al momento della morte di Socrate; questa storia è pura fantasia e pertanto non ha pretese storiche e/o filosofiche. Piccolo getto creativo, e basta.