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Autore: _Ala_    30/10/2008    1 recensioni
"Sei un illuso Naruto, forse siamo due illusi. La gente mormora, dice che Sasuke non tornerà più."
"Si, ma non è vero".
"Lo sai che lo è. Tu lo sai, io lo so, tutto il mondo lo sa."
"Non è vero."
"Mi stai dando della bugiarda?!"
"Oh no, Sakura-chan! Non lo farei mai!
Io sto solo dicendo che tutto il mondo si sbaglia."
[Naru/Sasu/Saku]
[Threesome]
Genere: Romantico, Malinconico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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riassunto

CAPITOLO 2 : L’occhio del ciclone

 

A Naruto non restarono ricordi chiari di quella battaglia, non fu lui a combattere, ma il demone volpe sigillato al suo interno. Il ragazzo gli aveva lasciato spazio, gli aveva lasciato un’illusione di libertà, ma solo per quel poco tempo necessario; in fondo la volpe gli lasciava l’illusione di essere il solo possessore di se stesso da anni.. pochi minuti poteva concederglieli, specialmente considerando il disperato bisogno che ne aveva. Da solo non sarebbe stato in grado di proteggere Sasuke, e pur di riuscirci era disposto a cedere se stesso. Queste erano verità che gli bruciavano dentro.

E, faceva male ammetterlo, la cosa che più gli pesava, in quel caso, non era certo il lasciarsi così controllare dal demone che tanto lo tormentava.

Il chakra rosso lentamente scomparve, Naruto se lo riprese dentro, dove non poteva ferire nessuno, dove ne aveva il dominio. Non era facile, ne divertente convivere con un tale mostro, così radicato in se da non permettere agli altri di separare bestia e contenitore.

Ma non era importante in quel momento.

Non gli importava delle zanne che si ritiravano riprendendo le loro consuete forme, ne degli artigli che, lacerandogli la pelle morbida dei polpastrelli, si ritraevano dolorosamente. La sua carne esposta venne ricoperta da nuovi strati di epidermide, i suoi occhi ritornarono cerulei, rimodellandosi nel loro taglio abituale.

E mentre il cielo si rifletteva nuovamente nel suo sguardo la coscienza sopita del ragazzo si risvegliò, e ritrovando quel senno che sembrava perduto nella follia della volpe Uzumaki Naruto ritrovò se stesso. Prima non c’era. Prima c’era solo Kyuubi, il demone a nove code, prima c’era la sua rabbia cieca, la sua voglia di distruzione incontrollata, la sua smania di uccidere, annientare, devastare.

Ma ora era tornato Naruto e con lui il suo primo pensiero, il suo chiodo fisso. Perché se c’era Naruto non poteva non esserci Sasuke. Era la sua preoccupazione sempre presente, la metà mancante di se stesso. La zona calma al centro della tempesta, l’unico angolo di pace, l’occhio del ciclone. Il dolore per il suo abbandono, poi la rabbia, e ora…la preoccupazione.

Con uno sforzo si voltò a cercarlo con lo sguardo, e lo vide lì, abbandonato come una bambola di stracci sciupati, maltrattati, ai piedi di quella parete contro cui suo fratello l’aveva lasciato dimenticandosi di lui nell’esatto istante in cui la potenza di Kyuubi si era manifestata. Con amarezza il ragazzo pensò che, in un ipotetica inversione di ruoli, Sasuke mai avrebbe scordato Itachi. C’era quasi invidia ora in lui, a pensare che, per suo amico smarrito, il fratello maggiore era l’unica ragione di vita.

Costringendo i muscoli a muoversi lo raggiunse a tentoni, trascinandosi sui gomiti. Il suo corpo, martoriato dopo lo scontro con Itachi, non sembrava nemmeno appartenergli. Ma non gli importava, non sembrava nemmeno accorgersene, il suo intero essere era completamente rivolto verso Sasuke.

Si, perché se l’Uchiha, con tutto il suo maledetto orgoglio se ne stava lì immobile, pateticamente spezzato sul pavimento, mentre il suo sangue, quel prezioso sangue della sua stirpe, si allargava in pozze cremisi intorno a lui, sprecandosi a macchiare un lercio terreno, doveva essere grave davvero.

Quando finalmente Naruto lo raggiunse perse un battito alla vista di quel volto esanime, ma proprio per la gravità delle condizioni del’amico era fondamentale che si riprendesse, e scuotendo appena la testa con l’intenzione di riacquisire un minimo di lucidità si sporse ancora verso di lui. Faticosamente afferrò le sue spalle e attento, con delicatezza, lo mise riverso sul pavimento. Stendendolo vicino a lui il sangue del ragazzo prese a scorrere insieme al suo, mischiandosi in modo che era impossibile distinguere l’uno dall’altro. Si trascinò fin dietro la testa di Sasuke, e sollevando il capo lo guardò ancora. Respirava? Non avrebbe saputo dirlo. Spaventato allungò due dita tremanti e oltrepassando lentamente i suoi occhi, il suo naso e la sua bocca arrivò a sfiorargli la pelle calda e delicata della gola. Naruto posò le dita sotto il suo collo, premendo sulla giugulare cercando la vita laddove suo fratello poco prima aveva stretto tanto da procurargli quasi la morte. Si, un respiro di sollievo gli scivolò dalle labbra e gli fece socchiudere gli occhi: si il battito c’era, debole ma c’era. Era vivo.

L’angoscia che prima gli premeva sul petto sembrò sciogliersi all’improvviso, la felicità unita al conforto gli scivolò nelle vene, si sentiva pulsare, ribollire di gioia.

La scomparsa di quel dubbio tormentante lo liberò, e insieme alla preoccupazione opprimente sembrò svanire anche la sua forza, quella forza che si era costretto a raccogliere. Le sue braccia, tese allo spasimo nel sostenerlo sopra il capo dell’altro cedettero, e solo con uno sforzo di volontà inumano Naruto riuscì a resistere ancora un istante, a non crollare del tutto sopra Sasuke.

I suoi gomiti picchiarono sul pavimento, facendo schizzare il sangue. Ce ne era così tanto… così tanto…

..tanto da formare delle pozzanghere.

Il ninja della foglia sentì la sua gola seccarsi, e poi le lacrime riempire prepotenti i suoi occhi. Contrasse il viso per cercare di non cedere a esse, ma era impossibile.

Il suo corpo, la sua anima, erano sfinite, logorate dal combattimento e dall’angoscia che tutta la situazione gli accumulava addosso.

E allora le lacrime debordarono, colarono lungo le sue guance, lungo le tre cicatrici parallele, solitamente unica pecca di quel viso giovane, vitale, ora deformato in una maschera grottesca di lividi e graffi.

La stilla salata percorse la sua pelle, il profilo del suo naso, le sue labbra. Goccia esitante che restò un attimo così sospesa, in bilico sul nulla, quasi incerta o impaurita, e poi cadde, spiccando il suo salto nel vuoto. Piccola lacrima in cerca di libertà.

Lacrima che infine morì sul viso bellissimo del ragazzo moro, che si infranse in mille altri bagliori, come brillii leggeri sulla sua fronte, seguita da altre, più veloci, quasi…

...come gocce di pioggia.

Naruto non seppe se furono le sue lacrime o il suo sguardo a svegliare il ragazzo.

Sasuke aprì gli occhi.

…i loro visi vicini, paralleli, ma opposti .

Non sembrò di trovarselo davanti.

Gli occhi neri rispecchiarono l’azzurro, che a sua volta rifletté il nero.

I loro sguardi per un istante apparsero uguali.

Naruto non fece nulla per fermare le lacrime, anzi alla vista degli occhi del vecchio compagno, di quel nero che da anni cercava, disperato, la stretta al petto si intensificò. Di nuovo il senso di dejà vu sbagliato, un errore in un quadro che conosceva a memoria. Gli occhi di Sasuke non sembravano quelli di un mese prima, è vero, ma neanche quelli di pochi minuti prima, non erano vuoti, non erano arrabbiati.

Sembravano invece stanchi… così stanchi, di tutto.

"perché…?" mormorò tra le labbra pallide, macchiate di sangue.

Naruto scosse appena la testa, stringendo gli occhi, pieni di incomprensione a quella domanda

"perché cosa, Sas’ke?"

Chiese con voce tenera, incorporea quasi. Irreale in quella atmosfera scesa su di loro, atmosfera che sapeva di un passato ricreato dalla pioggia.

Ma il ragazzo moro era troppo debole, o forse semplicemente troppo esausto per rispondere, o forse chissà, non voleva farlo, non voleva ripronunciare quelle parole.

Spostò lo sguardo al di là del viso preoccupato che galleggiava sopra di lui, oltre le sue spalle robuste, lungo il soffitto altissimo.

E Naruto improvvisamente capì, ricordò.

Sasuke gliel’aveva già fatta quella domanda, tre anni prima, nella valle della fine.

"perché ti spingi così lontano per me, Naruto?"

Non ebbe il coraggio di rispondere, sapeva che le parole che avrebbe detto non sarebbero state le stesse. Aprì piano le labbra morbide, ma l’indecisione sulla risposta gli impedì di pronunciare alcun suono.

Gli occhi scuri ritornarono decisi, fissi nei suoi laghi azzurri, così incerti.

"Dimmi perché..!"

Ordinò con voce soffocata, stremata dal dolore.

Naruto socchiuse appena le palpebre, la sue labbra si aprirono un poco di più, ma ancora non rispose.

E mentre Sasuke perdeva conoscenza, mentre si spegneva di nuovo nell’oblio l’ultimo rantolo fu per lui, l’ultimo appello.

"N..Naruto..?"

Solo allora, solo quando il ragazzo perse i sensi la voce di Naruto si decise a collaborare.

Tre parole spezzate, mute, quasi un bisbiglio di labbra troppo tremanti.

". . . P e r c h è T i A m o . . . "

E poi crollò, piano, dolcemente, attento a non schiacciare il viso del ragazzo, ormai una macchia bianco gesso nel nero più completo. Il suo capo si appoggiò sul corpo di Sasuke, sul cuore di Sasuke.

 

 

E quando arrivò Sakura, qualche tempo dopo, non poté impedirsi di urlare, perché era tutto troppo brutto.

Il rifiuto della realtà, che l’avrebbe colta subito se li avesse visti svegli e felici, con gli occhi illuminati nell’andarle incontro [proprio come li voleva] non poteva sopraffarla nello scorgerli così: così immobili, uno sopra l’altro, col loro sangue mischiato, la guancia di Naruto sotto il collo di Sasuke, la sua mano abbandonata accanto alla sua fronte.

Si sono uccisi a vicenda

Continuava a urlare Sakura.

Morti entrambi. E lei sola.

Come nei suoi incubi ricorrenti

No, non rifiuta la realtà Sakura Haruno, perché dentro di lei aveva sempre avuto la certezza che Naruto avrebbe trovato Sasuke, che Naruto non l’avrebbe delusa e gliel’avrebbe riportato. Avrebbe mantenuto la sua promessa.

E infine l’aveva fatto.

Sakura Haruno urlava, perché il suo sogno più grande, più ricorrente, si era trasformato nel suo più grande incubo.

 

 

***

ed ecco che anche Sakura fa la sua comparsa, povera, le verrà un infarto a crederli morti entrambi ^^

E ora le risposte ai commenti:

_misty_: ecco che un altro pezzetto si è scoperto! continua a leggere, e ti assicuro che la storia diventerà chiarissima, è già tutta nella mia testolina, e in parte su carta! ^^Hai centrato in pieno quello che io vedo in amore tra tre persone, il fatto di amare senza limiti, e tutto ciò che ne consegue! ehi! ma come sei intuitiva eh? XD

Rinoagirl89: ooooh! mi hai illuminata sull'ortografia della parola  "theresome", (io scrivevo treasome, e non so da dove mi usciva! -_-'') grazie mille! e grazie tantissimo anche per averla aggiunta tra i preferiti, giuro che non la pianterò a metà e che si, resterà sasusakunaru fino alla fine! va bene così l'aggiornamento?! cercherò di farne uno alla settimana (ma non voglio minacce di morte se non mi riuscirà eh? XDDD)

coccinella90: grazie grazie grazie! addirittura due commenti, immagino che ti sia piaciuta così tanto da voler lasciare un segno eh? (ovviamente non l'hai fatto erroneamente, no no XD) si si, il rapporto fra i tre è bellissimo -o almeno il rapporto fra i tre che c'è nella mia testa..) al prossimo, ciao!

AliceInWonderland: sapere che addirittura hai guardato il mio profilo mi commuove *.*, hai visto, ho scritto un'altra oneshot!?! -non era un invito ad andare a leggerla ovviamente..XD- e anche giustice's eyes è aggiornata, spero ti piacciano ancora baci!

Stranger88: PUCCIA!!!!! anche qui ti trovo! e scrivo sul tuo paring preferito (e allora tutti i discorsi sulle shikatema?!? traditrice!!) effettivamente questa con il suo 'più leggera' è anche più facile da scrivere!! e da leggere immagino..non essere triste, visto come aggiorno in fretta, ti lovvo bacio bacio!!!!

   
 
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