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Autore: Mordekai    24/11/2014    0 recensioni
''Dove l’occhio umano non poteva arrivare, esisteva una terra fantastica, un luogo dove le acque cristalline dei ruscelli, dei laghi e delle sorgenti brillavano al caldo sole, come se al loro interno vi fossero mille e mille pagliuzze d’oro, dove il loro gorgoglio riecheggiava nelle valli rigogliose, ricoperte di fiori dai colori sfavillanti; dove ogni animale viveva in pace con tutti.
Questa era la Valle di Orhius, la valle dei Draghi di Erdath, regno governato dagli Antichi Saggi''' Questo è ciò che vi attende in questa nuova avventura.
Genere: Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tagath fu avvolto da quell’onda, intrisa di odio, sofferenza e malvagità.
‘’No, padre!’’- disse Erifarius, sbarrando gli occhi.

‘’Sii forte figliolo, non devi…preoccuparti per me…Me la…caverò.’’

Queste furono le sue ultime parole, prima di perdere le forze e accasciandosi esanime al suolo. Erifarius pianse dolorosamente la perdita del padre e Alamachius rideva della sua sofferenza, sorrideva con vena di sadismo mai visto. Lo scontro che avveniva nella valle si interruppe per minuti, tutti pietrificati dal lamento di dolore di Erifarius, perfino Noreak e Rothan rimasero scioccati.
‘’Ma guarda che bel quadretto. Mi fate solo pena, siete deboli, fragili esserini facili da uccidere. Tuo padre è stato il più facile da eliminare e tutto ciò mi fa divertire e…’’

‘’Basta!’’- ruggì Erifarius, con gli occhi carichi di rabbia e umidi per le lacrime.

‘’Tu hai ucciso mio padre, l’unico che mi abbia voluto bene e adesso, rimpiangerai amaramente questo giorno.!’’
Scosse, tuoni, fulmini erano gli unici protagonisti di quello scenario devastato, la natura risvegliò il suo impeto, guidata dalla collera del giovane drago. Il suo petto iniziò a sprigionare una luce abbagliante, luce causata dall’amuleto donatogli da Airtalon. Un lampo e Alamachius fu sbalzato nel cielo, rimanendo lì a volteggiar intorno alla torre.

‘’Che magnifici trucchetti, ma non mi spaventano? Affrontami codardo.’’
Un drago avvolto da fasci d’oro che gli ricoprivano il volto, comparve alle sue spalle e esclamò a testa alta:
‘’Taci Alamachius, l’unico codardo sei tu.’’
‘’Come osi.’’

In un batter d’occhio, Erifarius lo colpì alla testa con la sua coda, facendogli perdere l’equilibrio per poi colpirlo nuovamente e scagliandolo nella radura sottostante. Lo scontro fu violento e sanguinoso: graffi, morsi, frustate con la coda, colpi con la testa, quest’ultima fu deviata e il Sovrano di Shivertooth cercò di fuggire volando, ma Erifarius strappò una delle sue ali con le fauci. Gocce vermiglie si sparsero con confusione sulla neve, dipingendo linee orizzontali e verticali.

‘’Aus.’’- disse Alamachius, ma il suo stesso colpo fu respinto e si ritrovò avvolto dall’onda violacea.

‘’Come puoi vedere, è questo quel che si prova quando si perde coloro che si amano.’’

‘’Ah…pensi che mi interessa? Ho vissuto una vita senza alcun rimpianto per quel che ho fatto. Che aspetti? Uccidimi!’’

‘’No, ho già fatto abbastanza qui.’’- rispose Erifarius, mentre si incamminava verso i suoi compagni, reduci dalla vittoria dello scontro, ma Alamachius, infima canaglia, si rimise in piedi e sfoderò l’aculeo che aveva sulla coda, pronto a colpire il giovane drago alle spalle.
Un bagliore accecò il Sovrano di Shivetooth, facendolo schiantare contro una quercia. Sulla sua testa comparve un magnifico, enorme e possente drago bianco dagli occhi ambra, carichi di rabbia:

‘’Ti avevo offerto una seconda occasione, ma tu l’hai rifiutata.’’

Era Erifarius in tutto il suo splendore e la sua fierezza che si scagliò contro Alamachius ruggendo. Un terremoto distruttivo fece sprofondare il regno di Shivertooth nell’abisso più oscuro della terra, facendo rimanere Noreak e gli altri draghi meravigliati, ma allo stesso tempo spaventati. La terra si richiuse, il cielo riacquistò il suo colorito azzurro e Erifarius tornò alla sua forma originale e, osservando Noreak su un cumolo di rocce, esclamò a gran voce:
‘’E’ finita? Abbiamo vinto…?’’
‘’Si, abbiamo vinto grazie a te prode Erifarius.’’
Il giovane drago sorrise e stramazzò al suolo, esausto dallo scontro.
Riposati ora Erifarius, la guerra è terminata, hai salvato Erdath e i suoi abitanti, donando la gloria anche agli altri draghi.
 
Grazie.


 
Epilogo.
 
Le peripezie del giovane Erifarius giunsero al termine, fu incoronato re di Erdath dalla sua stessa compagna, Tishour. Entrambi regnarono pacificamente con i popoli che si stabilirono nel regno, come il popolo dei Sette Soli o il popolo del Tri-corno, mentre Kevmordan, Asgath e Serpenthelm si dedicarono ad istruire e a far divertire i cuccioli di drago. Nella nuova piazza centrale furono poste due lastre di ossidiana con una incisione che recitava:
‘’Qui vengono onorati e ricordati i valorosi Draghi
che hanno sacrificato la propria vita per salvare
Erdath e il resto del mondo.’’
Molti erano i nomi che riempivano la prima lastra, tra cui Tagath Thasaurus, il suo nome completo. Le stagioni passavano, così come le ere e dei popoli dei draghi non rimase traccia, se non per due uova deposte sotto un albero, una rossa e l’altra blu. I cacciatori le trovarono entrambe, ma un giovane ragazzo salvò quella blu dalle loro grinfie.
Il suo nome era…
 
Eragon!

VVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVV

Questo racconto lo scrissi 2 anni fa, in terza Liceo. Come potete vedere, il linguaggio è molto diverso rispetto a quello degli altri racconti qui presenti.

Spero vi sia piaciuto. Mordekai vi omaggia.

 
   
 
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