Cap
1
Gli
studenti di Magistra Milagros furono i primi a
raggiungere Magister Rufus e il terzetto davanti all’uscita
della Galleria.
-
Hai intenzione di portare quel coso
con te? – esordì Jasper, fissando
dall’alto in basso Havoc
accucciato ai piedi di Callum.
Il
lupo per tutta risposta emise un lungo brontolio
d’avvertimento.
-
Se a Hogwarts permettono a te di
entrare perché dovrebbero fare storie con lui? –
replicò per
tutta risposta, inarcando un sopracciglio con aria di sfida.
-
Ce la fate a non saltarvi alla gola per almeno cinque
minuti? – sbuffarono all’unisono Tamara e Celia.
Call
e Jas non erano mai andati d’accordo, ma avevano
creduto che con il passare del tempo avrebbero imparato, se non a
tollerarsi,
perlomeno a darsi un contegno. Speranza inutile, ovviamente,
perché Callum Hunt
era incapace di darsi un limite e Jasper deWinter non aveva la
benché minima
idea di cosa significasse scendere a compromessi.
-
Non manca qualcuno? – chiese poi distrattamente Tamara,
accennando agli ultimi due allievi della Magistra che non si erano
ancora
presentati.
-
Veramente mancano anche quelli di Magister Rockmaple e
Magistra Sarita -, precisò Jasper, - Ma credo che Alys e Cam
stiano arrivando –
concluse.
Il
rumore di passi che riecheggiava lungo il corridoio parve
confermare le sue parole. Il profilo alto e muscoloso di Cameron Hound
fu
quello che si profilò all’orizzonte per primo. I
capelli rossi come le foglie d’autunno
erano leggermente scompigliati e incorniciavano due occhi smeraldini
che
brillavano di una luce maliziosa. Con la testa appoggiata alla sua
spalla, le
morbide onde corvine sparse sulla divisa rossa degli studenti
dell’anno d’oro,
Alaska North camminava al suo fianco.
Nessuno
al Magisterium sapeva esattamente come e in che
misura lei e Magister North, il magistro più importante di
tutta la scuola,
fossero imparentati né, per quanto ne sapeva Aaron, qualcuno
le aveva mai fatto
domande in merito. Del resto a lui non importava affatto con chi fosse
imparentata Alaska.
No,
quello che gli premeva sapere era se tra lei e Cameron
ci fosse effettivamente qualcosa, come sembrava pensare tre quarti del
Magisterium, oppure fossero solo amici.
-
Ehy, bell’addormentato, perché non le chiedi come
stanno
le cose invece di fissarla a bocca aperta come se non avessi mai visto
una
ragazza? – gli sussurrò all’orecchio
Call, spintonandolo leggermente in avanti.
Aaron
si voltò a folgorarlo con un’occhiataccia.
Certe
volte non riusciva proprio a capire come facesse a
essere il suo migliore amico, pensò con un sospiro
rassegnato.
-
Guarda che non ti morde, almeno credo – insistè,
per poi
alzare la voce e rivolgersi alla diretta interessata, - Tu non mordi,
vero
Alaska? –
La
ragazza inarcò un sopracciglio, puntando le iridi color
ghiaccio nelle sue. Dall’espressione sul suo viso non si
capiva se fosse più
divertita o sconcertata dalla domanda.
-
No, non mordo, ma nel tuo caso potrei sempre fare
un’eccezione,
Hunt – rise.
-
Troppa gentilezza, non mi merito un trattamento di così
alto prestigio. Però potresti riservarlo al nostro Makar
– concluse, mentre
Aaron gli pestava un piede stizzito.
-
Cioè vorresti che mordessi Aaron? – rise ancora,
tenendogli il gioco.
-
Bè, magari una cosa un po’ meno aggressiva
– replicò,
fingendo di rifletterci su con attenzione.
-
Sei un tipo strano, Callum Hunt – sentenziò Alaska.
-
Lieto che te ne sia accorta. –
Scoppiarono
a ridere all’unisono mentre Call si profondeva
in una sorta di inchino esagerato.
L’arrivo
degli allievi di Magister Rockmaple, seguiti a
ruota da Magistra Sarita e le sue due ragazze, interruppe quella specie
di
pantomima per la gioia di Aaron.
Apriva
il gruppo Francisco Suarez. Il ragazzo frequentava l’anno
d’argento e, nonostante fosse un anno più piccolo
di Callum e Aaron, era dotato
di un livello d’istruzione e talento magico in grado di
rivaleggiare con il
loro. Aveva conosciuto Celia durante una delle sue sessioni di studio
in
biblioteca e la sua natura tranquilla e un po’ timida
l’aveva avvicinato molto
a lei, convincendola che quello era esattamente il tipo di ragazzo di
cui aveva
bisogno. Buffo detto da una che fino a metà anno di bronzo
aveva creduto di
essere follemente innamorata di un disastro ambulante come Call.
Fran
le si avvicinò, chinandosi un po’ in basso per
portarsi
alla sua altezza. Le ravviò una liscia ciocca bionda dietro
all’orecchio e la
salutò con un lieve bacio a fior di labbra che ebbe il
potere di tingere le
guance di Celia di una sfumatura particolarmente accesa di rosa.
-
Vuoi che te la porti io? – chiese, indicando con un cenno
del capo la grossa valigia rosa antico ai piedi della ragazza.
-
Sicuro di farcela a portarle entrambe? –
Francisco
la guardò come se avesse detto qualcosa di molto
divertente.
-
Domanda stupida, è ovvio che ce la fai – si
rispose da
sola, occhieggiando il fisico snello e muscoloso.
L’anglo
argentino sistemò i bagagli di entrambi in un angolo
e scambiò un cenno di saluto con Aaron e Tamara.
Tralasciò Call, visto e
considerato che tra loro due non c’era mai stato questo gran
rapporto, e il
ragazzo non parve affatto prendersela, troppo concentrato nel cercare
qualcosa
con cui prendere in giro Jasper per l’arrivo della sua nuova
ragazza.
Artes
Virgina Soulshine, studentessa dell’anno di bronzo e
per tutti semplicemente Art, gli lanciò
un’occhiata di fuoco che lasciava ben
intendere che avesse compreso alla perfezione i pensieri di Callum.
Il
ragazzo decise all’istante di desistere.
Art
sarà anche stata una ragazza minuta, ma quando ci si
metteva sapeva decisamente come inquietare le persone. Il suo elemento
era il
fuoco e si poteva affermare tranquillamente che rispecchiasse in pieno
il suo
carattere.
Gli
occhi dorati, con una particolare sfumatura che tendeva
al verde, si posarono sulla figura alta e slanciata di Jasper. Lo
fissava con
aria d’aspettativa, lei che era una romantica nata, malgrado
sapesse
perfettamente che Jas non era proprio il tipo che si lasciava andare a
palesi
dimostrazioni di sdolcinatezza.
Inizialmente
Call e Aaron si erano spesso interrogati sul perché
quei due fossero finiti insieme, ma una volta che avevano assistito a
una delle
sfuriate di Art avevano compreso alla perfezione che quei due erano fin
troppo
simili per non stare insieme.
Alaska
spintonò leggermente il compagno di corso,
attirandosi un’occhiata piccata, ma non desistette dal suo
intento.
-
Coraggio, mr cuore di ghiaccio, fa qualcosa di carino –
sussurrò, spingendolo ancora.
Jasper
alzò gli occhi al cielo, consapevole che Callum se la
stava ridendo sotto i baffi e che probabilmente gli avrebbe rinfacciato
quel
suo momento di dolcezza in eterno, e raggiunse la sua ragazza. La
strinse
leggermente a sé mentre le scoccava un bacio a fior di
labbra e non potè fare a
meno di sentire le labbra stirarsi in un sorriso affettuoso quando vide
il suo
visetto aprirsi in un’espressione soddisfatta e gioiosa.
-
Ce ne hai messo di tempo per deciderti, eh? – rise contro
le sue labbra, attirandolo nuovamente a sé e coinvolgendolo
in un bacio molto
più passionale.
- Oh, oh, oh – commentò
Call,
ridendo.
Art
si separò quanto bastava per lanciargli
un’occhiataccia.
-
Parla ancora, Hunt, e giuro che ti trasformo in un pollo
allo spiedo. –
Mentre
tutti i presenti scoppiavano a ridere, il resto degli
allievi mancanti giunse all’uscita della galleria.
C’erano
Annelise Bane, i ricci capelli castani decorati con
le punte tinte di verde che rispecchiavano in pieno la sua natura
ribelle, Harmony
Yvonne Mortale, la migliore amica di Alaska dai grandi occhi rossi e la
pupilla
sottile come quella di un gatto che erano prerogativa della sua
famiglia, Jason
Block, l’intellettuale timido e carino con cui Tamara
studiava spesso insieme a
Celia e Fran, e Deianira Syriangrass, la più giovane del
gruppo con i suoi
quattordici anni ma probabilmente anche la persona più
profonda, emotiva e
passionale che avessero mai incontrato.
Un
gruppo eterogeneo, considerò Tamara lasciando vagare gli
occhi
scuri su ognuno di loro. Forse questa volta sarebbero riusciti a
collaborare e,
tutti insieme, avrebbero finalmente sferrato il colpo decisivo al
Nemico della
Morte. Non ci sarebbero state paci, trattati o condizioni di alcun
tipo, non
questa volta. No, o riuscivano nel tentativo o sarebbero morti
provandoci.
Cameron
incrociò il suo sguardo, annuendo come se sapesse
perfettamente cosa stava pensando. E magari era proprio
così, visto che lui
aveva perso entrambi i genitori durante il Massacro Gelido.
Immaginò per un
attimo cosa si doveva provare nel veder sterminare tutta la propria
famiglia e
crescere con la consapevolezza di essere l’ultimo della tua
stirpe. Era un
grosso peso da portare sulle spalle e non lo invidiava affatto.
-
Questa volta possiamo farcela, ragazzi. Dobbiamo farcela –
decretò Cam, gli occhi verdi che avevano perso la consueta
luce maliziosa e che
stavolta brillavano di determinazione.
Harmony
annuì. – Già, male che vada ci
lasceremo le penne,
ma cosa vuoi che sia? Andiamo a prendere a calci Costantine Madden e
tutte
quelle sue stupide schegge di vuoto – concordò.
Spazio
autrice:
Salve
gente, eccoci con il primo vero capitolo. Penso che nel prossimo
verranno
presentati tutti gli OC di Hogwarts e che nel terzo capitolo li vedremo
finalmente interagire gli uni con gli altri. Ho preferito dividere
tutto per
non mettere troppa carne al fuoco ed essere certa di lasciare a tutti i
vostri
OC uno spazio più o meno uguale. Spero che il capitolo vi
sia piaciuto e che
vogliate farmi sapere che ne pensate, soprattutto i creatori degli OC
che sono
stati presentati per il momento. Ah, dimenticavo di dirvi che in linea
di
massima aggiornerò una volta a settimana (ogni
lunedì). Alla prossima.
Baci
baci,
Fiamma
Erin Gaunt