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Autore: Tessalmighty    24/11/2014    3 recensioni
“perchè ho spento la mente, ho tolto i pensieri che mi dicevano che forse stavo sbagliando o che forse il mio cuore apparteneva ancora a lei. Ma sai cosa penso? Penso che la mente sia la cosa più incoerente mai esistita, ti dice una cosa e poi un'altra. Credo che il nostro cervello sia diviso in due parti, ed io ho smesso di ascoltare tutte e due da quando ho incontrato te. Ho iniziato ad ascoltare il cuore, perchè alla fine, è lui che comanda, è lui che vince sempre. Senza cervello possiamo vivere, ma dimmi, senza cuore possiamo?
O.S romantica e non..
Niall Horan e Reneè Printer...
Genere: Fluff, Poesia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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SECONDA PARTE: THE ROYAL NAVY

 

Sei tutte le Tonalità del mare


Pov's Niall


Non saprei stabilire esattamente l'ora,
il luogo, lo sguardo o le parole,
che sono alla base di tutto.
È passato troppo tempo, mi ci sono trovato di mezzo
prima ancora di accorgermi
che era cominciato.
(Darcy-Orgoglio&Pregiudizio)


“amore io vado, oggi apro io la biblioteca. Mi passi a prendere a pranzo?” mi chiese Reneè mentre ero impegnato a giocare all'xbox con Louis, mi stava letteralmente stracciando, ero troppo impegnato a guardare Reneè in giro per casa nostra mentre si preparava. Ormai erano quasi cinque mesi che stavamo insieme ed avevamo deciso di convivere a casa mia che era più grande; i suoi non la presero proprio bene, visto che dopo la sua laurea non tornò più a casa. Mia madre invece, è felicissima e Grace non la molla un secondo, si parlano ogni giorno e davvero, sono felice, ma non vorrei che si affezionasse tanto a Reneè, nulla è per sempre, non che io abbia intenzione di lasciarla ma può succedere sempre qualcosa, con Sam è successo, è anche vero che Reneè non è Sam. “ehm.. si a dopo amore” – “Niall hai capito quello che ti ho detto?” replicò Reneè, ferma davanti alla porta a guardarmi. “cosa?... certo che si, a pranzo. Louis sei un coglione. No, non vale” urlai a Louis “Dio, siete dei ragazzini, Niall io mi auguro che tu abbia capito. A dopo” ed uscì di casa sbattendo la porta.  “amico ma si è incazzata?” mi chiese Louis, “no, tranquillo. Credo di no.” risposi confuso.

“Ti vedo felice” mi disse Louis, “sono felice, Lou” – “Niall, io ti voglio bene ma sai che Reneè non è Sam vero? Sai che oltre la poca somiglianza fisica, Reneè non è Sam.” – “Lou, io amo Reneè, la amo in un modo diverso di come amavo Sam, lei è diversa. Sam la porterò sempre nel cuore, è stata una parte importante della mia vita, lo sappiamo tutti e due, ma Reneè.... è diverso Louis. Non so spiegartelo, lei è.... è un disastro. -iniziai a gesticolare con le mani, come ero solito fare, ed un sorriso idiota comparve sul mio viso- è disordinata con i vestiti, hai visto il suo armadio? Non puoi aprirlo che ti cade tutto addosso, è un uragano, è perfetta con i libri e la cucina, ma in casa è un vero disastro, poi è dannatamente bella, Lou. Io mi incanto, i suoi occhi sono meravigliosi, e Dio! Il suo profumo, la sua risata, Lou è tutto il contrario di Sam, lei era ordinata in tutto, programmava la giornata, il mese, anche tutte le ore dell'anno se le era possibile. Cazzo, l'hai vista l'auto di Reneè? È un... -cercai di trovare le parole- è come una casa dopo una festa, è come un ubriaco dopo la sua sbronza, è un totale casino, ma io la amo. Amo tutto questo di lei, amo il suo essere disordinata in cose che non le interessano che alla fine sono importanti per qualunque essere umano, ed amo il suo essere ordinata su cose basilari come pulire i suoi libri ogni settimana come se fosse una pazza maniaca. Lou, gira per casa la domenica con orsi sul pigiama, e i capelli messi tutti strani sulla testa, con pantofole con la testa di un cane gigante sopra, ed invece di trovarlo stupido e da bambina io lo trovo.....  adorabile. E sai cosa sono arrivato a pensare qualche tempo fa? Che io e Sam non abbiamo mai avuto niente in comune davvero, solo il nostro essere perfetti ed attenti sul lavoro che alla fine lo portavamo a casa, a letto e nella nostra vita monotona. Reneè è semplice e complicata, è ordinata e disordinata,  piccola e adorabile, e grande donna e fastidiosa, ma io la amo così come è, perchè sono i suoi difetti e io li amo tutti.” Louis mi guardava con un sorriso sulla faccia e il mio cuore stava per esplodere, poi sentì un singhiozzo e i miei occhi e quelli di Louis puntarono alla porta d'ingresso e la vidi, i suoi occhi pieni di lacrime, era appoggiata alla porta per stare in piedi. “amore, io...” cercai di dire, “avevo dimenticato il cellulare, non volevo origliare ma....-fermò nel parlarsi, si asciugò le lacrime, fece un sospiro ed io stavo per avvicinarmi quando sussurrò un 'fanculo' e corse ad abbracciarmi- .. ti amo anche io. Tanto”

Dopo essere rimasti abbracciati per qualche minuto, Louis ci aveva interrotti, Reneè aveva preso il suo cellulare e stava per uscire prima di dire che se non mi piacevano le sue pantofole avrebbe provveduto a cambiarle ed io le risposi che erano perfette. Risi e dopo poco che Louis se ne era andato, decisi di fare un salto alla caserma e chiedere come andavano le cose senza di me, da quando avevo preso le ferie.
 


“comandante” – “riposo ammiraglio!” rispose lui scherzando, “a cosa devo la tua visita? Hai ancora un mese di vacanza dopo i tuoi mesi in mare” – “si, lo so. Avevo nostalgia di voi, signore. Mi chiedevo come andavano le cose qui, e se potevo avere un rientro anticipato” il comandante mi guardò serio e mi chiese se ero impazzito. “ragazzo, hai un altro mese, vai a divertirti.” e mi salutò dandomi una pacca sulla spalla, rimasi confuso e decisi di rimanere lì per un altro po, fino ad ora di pranzo, a parlare con i miei colleghi.

Ero per strada quando mi squillò il telefono e vidi che era Reneè, non le risposi perchè stavo parcheggiando davanti la biblioteca, lei mi vide, staccò la chiamata e mi raggiunse in auto. Mi venne in mente il giorno della sua laurea, era così nervosa e le tremava la voce ed era così fastidiosa perchè balbettava ma era così bella. Quel giorno capì che ero perdutamente innamorato di lei...



 

Perchè ti amo e
sei il mio

romantico disastro.

(Tessa)



 

-Il Giorno Della Laurea.  (inizio flashback)

 

“piccola sei pronta?” le chiesi aprendo la porta del suo appartamento con la sua borsa in mano. “si, ho il vestito, la toga la indosserò dopo che fa caldo, ho le scarpe, ma non trovo la borsa.” – “è qui” le dissi alzandola nella sua visuale. “oh, grazie, non so come farei senza di te.” le sorrisi e mi diede un bacio. Era frenetica in auto e cambiava stazione radio ogni due minuti, poi alla fine la spense e si mise a ripassare il suo discorso. “vuoi una camomilla?” – “no, poi mi scapperà di andare in bagno, magari durante il discorso, potrei anche farmela sotto, Dio immagina che figuraccia” alzai gli occhi al cielo e non le risposi, lei continuava a parlare e dire che forse il suo discorso non andava bene, lo cambiava e modificava ogni secondo, ma io so che nel momento, butterà quel foglio scarabbocchiato e dirà tutto il contrario di quel perfetto ed ordinato discorso che ha scritto un mese fa. Le ho detto che si, le sue parole erano bellissime e giuste, ma non erano per lei. Lei dovrebbe avere un discorso diverso, non è una che programma ecco perchè è così nevrotica ora, lei fa tutto sul momento e sono sicuro quanto i miei sentimenti per lei, che cambierà tutto. Ho intenzione di dirle che la amo da morire non appena finita la cerimonia, ho intenzione di dirle di restare a Dublino per me, per noi. So che è un comportamento egoista, ma io ho bisogno di lei, ho bisogno della mia Reneè, lei è così speciale, e non so davvero, cosa possa attrarmi verso una ragazza così diversa da me e dalle mie abitudini, ma io la amo. E so che è davvero quella giusta, ma questa volta sul serio, non ho intenzione di perderla, non ho intenzione di rimanere solo, non di nuovo. Ero tentato l'altra sera, dopo aver fatto l'amore, stavo per dirglielo, mi stava uscendo dalle labbra, ma ho cercato di tenermelo per dopo la cerimonia, non vorrei che per lei sia ancora troppo presto e sarebbe andata nel pallone per oggi, le avrei incasinato tutto.

Reneè mi ha cambiato totalmente la vita, è così diversa dal mio prototipo di ragazza, è una di quelle che preferisce uscire con la pioggia e non con il sole, è quella che se decidiamo di andare al cinema sbuffa e preferisce andare ad una galleria d'arte o ad una mostra, quella che preferisce l'opera al concerto, è quella ragazza che butta il cellulare se le regali un libro, è quella che quando è triste non piange perchè è forte ma si chiude e inizia a scrivere, è quella ragazza grande che poi tanto grande non è perchè piccola non c'è mai stata, è la ragazza dalle mille responsabilità, è la donna delle soluzioni degli altri ma non delle sue, è la persona che fa i complimenti ma poi quando li riceve non crede a essi, è quella timida con chi non conosce e quella sfacciata con gli amici, è una ragazza semplice ma dannatamente complessa, è piena di difetti e priva di pregi, è la ragazza che non è mai andata in discoteca o al luna parck, è quella che non ha mai mangiato lo zucchero filato, ma è quella che sa cucinare tutto, è quella che non sa come funziona una lavastoviglie perchè non l'ha mai avuta, ma sa spiegarti le filosofie di Freud o di Darwin, è quella che ama i film astratti e ci trova un significato, è quella che preferisce vedere un horror o un cartone animato ad un film strappalacrime, è la ragazza che la domenica mattina pulisce casa con la musica a palla e va a fare la spesa in pantofole, è quella ragazza che ti fa capire che ti ama più di se stessa anche se non te lo dice. E quindi io credo che tutto quel discorso perfettino del cavolo con lei non centri nulla.  “siamo arrivati, sei pronta?” – “si, prontissima”.


Il direttore della sua università stava per chiamare il suo nome, la guardavo in lontananza, si era studiata in ordine alfabetico i nomi della sua classe e la vedevo che si alzava piano dalla sedia, la toga nera a fasciarle il corpo perfetto ai miei occhi, le scarpe non troppo alte, 'potrei rischiare di cadere e non mi daranno più la laurea perchè vedranno che sono un'imbranata', mi disse quando le comprò, sorrisi al ricordo. “ Reneè Printer” disse al microfono il direttore, si alzò con cautela, cercando di non cadere, sfoderò uno dei suoi migliori sorrisi, diede la mano ai suoi professori e iniziò a parlare. Sua madre e suo padre erano vicini a me, Grece e i miei erano presenti nelle ultime file di questo grandissimo prato, insieme a Louis, e dal piccolo palco rialzato, la vedevo, bella come non mai ed ero fiero di lei. Ascoltai ogni sua parola, e sorrisi, perchè non ne disse neanche una uguale al discorso scritto. Guardai in direzione dove era seduta prima e notai che sulla sedia c'era il foglio del discorso, e sorrisi di gusto scuotendo la testa, alzando gli occhi al cielo e gustarmi la sua piccola performance.
“Salve a tutti, sono Reneè Printer, ho scelto questa facoltà per un semplice motivo, -fece un respiro profondo- amo la filosofia, amo la letteratura e tutto quello che ne fa parte, a partire dalle poesie ai romanzi, ma più di tutto amo vedere nella profondità delle cose, delle persone, di un quadro o di un film... amo capire un qualcosa che non tutti riescono a vedere, cose che non si osservano con gli occhi ma con la mente, amo l'astratto, perchè è lui che non ha significato ad averne troppo, amo la trasparenza che non trasmette nulla, ma se si osserva da vicino, ha colori.  Amo scoprire le filosofie, e quando sui libri, leggo le spiegazioni, io cerco sempre di darne una a modo mio, perchè alla fine, tutti noi possiamo darne una, tutti abbiamo una nostra teoria, solo che non la mettiamo in atto. - fece una pausa di qualche secondo, poi incastrò i suoi occhi nei miei e mi sorrise, uno di quei sorrisi che, se non fossi stato seduto, avrei rischiato di sprofondare nel terreno- tutti pensano che a comandare il nostro corpo sia il cervello vero? Lo pensavo anche io, fino a qualche mese fa; una persona molto importante per me, mi disse che a comandare non è il cervello, ma il cuore. -i nostri sguardi ancora a studiarsi e lei, bellissima come sempre stava parlando di me- il cervello può darci comandi su come muoverci, su come alzare un braccio o una gamba, ma quando dobbiamo decidere, delle decisioni importanti, è il cuore che comanda. Il cuore decide, il cervello lo accompagna soltanto, ma il cuore, l'organo più importante del nostro organismo, lui decide, lui vince! E per me la filosofia, le teorie e tutto quello che ho studiato ed imparato in questi anni, per me sono come il cervello e il cuore. La mente ti uccide, o può salvarti; la filosofia, se la si capisce, ti può salvare, ma se non si apprende bene, puoi anche mollare; perchè la mente potrà anche dirti dove andare, o cosa devi fare, ma l'okay glielo da il cuore. Per me è questa la filosofia, per me è come il cuore, è vita. -adesso i suoi occhi erano pieni di lacrime, ma stava reggendo tutto questo benissimo, ero fierissimo di lei, sua madre piangeva accanto a me e suo padre era sul punto di correre ad abbracciarla- io ringrazio i miei insegnanti, la mia famiglia, grazie Niall, per essere con me, sempre, e grazie Ian, questo è per te” mandò un bacio al cielo, e alzò il suo foglio arrotolato, che sarebbe stata la sua laurea, la madre singhiozzava ed io l'abbracciai, suo padre era completamente andato e si era lasciato trasportare da quella sensazione chiamata pianto e sicuramente era troppo tempo che i suoi occhi non erano invasi da lacrime.
  Finita la cerimonia, la vidi avvicinarsi in lontananza nella nostra direzione, ci eravamo riuniti tutti, i miei genitori, Louis e i suoi, iniziò a farsi delle foto con sua madre e suo padre e poi venne da me, l'abbracciai e le dissi che ero fiero di lei come non mai. Rimanemmo per il bouffè e poi mia madre aveva preparato la cena a casa mia, ed andammo tutti lì; il cibo era ottimo come sempre, ma il dolce lo avevo lasciato fare a Reneè. Patric, il padre di Reneè prese parola, ringraziando infinitamente mia madre per la cena e ringraziando me per essere al fianco di sua figlia, quando le chiese però, se voleva tornare a Seattle, lì cominciarono le discussioni. “papà, non posso tornare a Seattle, ho un lavoro qui, ho Niall” – “ma, Reneè, quando sei partita avevi detto che avresti frequentato l'università e poi saresti tornata a casa, con noi.” sua madre era in procinto di piangere, “vede signor Printer, io e Reneè, stiamo molto bene insieme, possiamo venire a Seattle durante l'estate e non so, io tra un mese tornerò al lavoro, quindi lei potrebbe tornare per un po', ma...” cercai di dire a Patric, finchè Reneè non mi anticipò, “ma ora questa è la mia vita, le cose cambiano mamma, lo so, vi avevo detto che sarei tornata ma io non voglio andarmene e lasciare tutto questo ora. Non posso lasciare questo lavoro e non posso lasciare Niall, lasciatemi la mia libertà, io sto bene qui.” – “ noi non vogliamo perdere anche te” disse suo padre, questo era un colpo basso però. “papà io sono qui, ci sentiamo tutti i giorni da tre anni, continueremo a sentirci anche ora. E anche se non è il lavoro per cui ho studiato, è sempre un lavoro a cui a me piace. Per favore, io non voglio lasciare tutto questo”. Dopo mille suppliche, Elizabeth e Patric lasciarono perdere questa storia e tornarono a Seattle il giorno seguente.


“stai da me stasera?” le chiesi mentre tornavamo dopo aver accompagnato i suoi genitori in hotel per la notte, “ehm... okay”....
Il clima accogliente del mio appartamento mi fece venire brivdi in tutto il corpo, “piccola, devo toglierti quel vestito.” le dissi mentre ci avviavamo in camera, “oh, direi proprio. Si è ristretto” – “sicura che è colpa del vestito?” mi diede un schiaffo e si girò dandomi una visuale mozzafiato, ordinandomi di abbassarle la zip del vestito come gliel'avevo tirata su questa mattina. Amavo farla ridere, era un suono bellissimo, anche se a lei non piaceva perchè diceva che era troppo rumorosa a me faceva impazzire, era spontanea, era vera.


Eravamo stesi sul letto, stanchi e sfiniti, dopo una giornata così e dopo aver fatto l'amore; la osservavo guardare il soffitto, quanto avrei pagato per sapere a cosa stesse pensando, avrei fatto di tutto per entrare nella sua mente. “a cosa pensi piccola?” girò il suo viso a scrutarmi, “penso che, noi viviamo insieme, non in una casa, ma o io da te o tu da me, non passiamo una notte da soli, quindi viviamo insieme.” sorrisi, “e non ti piace?” – “certo che si, mi ero stancata di abbracciare il cuscino” – “davi anche dei calci al tuo cuscino?” mi diede uno schiaffo sulla spalla, “ma la smetti? Tu ti inventi le cose, io sono amorevole con te, non ti do i calci la notte” – “e quel grande bozzo viola sulla mia gamba?” stava negando l'evidenza sapendo che aveva torto marcio, Dio, quanto l'amavo era così bella quando cercava di avere ragione e si inventava cazzate sul momento. “avrai sbattuto entrando in macchina, sei imbranato” – “io imbranato? Fai sul serio?” presi a farle il solletico e iniziò a ridere ed urlare, mi pregava di fermarmi e dopo mille suppliche, mollai prendendo le sue mani nelle mie, le nostre differenti iridi a consumarsi... “ti amo” sussurrò lei, mi mangiai letteralmente il labbro e volevo schiaffeggiarmi per la mia ritardata mente, non volevo che lo dicesse prima lei, volevo essere io a farlo, ricordo che Sam non me lo disse finchè non lo feci io, e a quel pensiero risi, ma di gusto, perchè Reneè non era Sam, e Sam ora era il passato. La baciai e le confessiai tutto quello che provavo per lei, e come avevo 'organizzato' il tutto per dirglielo, come la prima volta che le portai la colazione al letto, lei rovinò il mio momento romantico, o quando mi chiamò la prima volta 'amore' e non se ne rese conto di averlo detto, o quando le dissi di Sam, e lei se ne uscì con 'stiamo insieme?' e ora distrusse anche questo perchè lei, la donna che amo, non ama il romanticismo, ma è la donna più romantica io abbia mai conosciuto, e mi fa ridere perchè non se ne rende neanche conto. Il suo ti amo sussurrato, è stato molto di più di una cena a lume di candela, di un mazzo di rose o di un viaggio di nozze a Parigi. Lei è così, è un romantico disastro.


Pov's Reneè


Davvero, non so cosa hai di speciale,
ma mi fai vivere di nuovo.
Un vivere diverso, un vivere sul serio,
quella vita che te la ricorderai con un sorriso dolce,
e con la nostalgia nell'anima.
(Tessa)



 

Lo amo, lo amo così tanto che vorrei urlarlo a tutti, è troppo importante, è romantico, dolce, mi fa ridere, è tutto il contrario del ragazzo che ho sempre desiderato; non mi sono mai piaciuti i biondi con gli occhi azzurri, mi davano la sensazione di principe azzurro delle favole, e a me le favole non sono mai piaciute, era tutto troppo perfetto, e la mia vita è sempre stata il contrario. Credo che adesso sia il momento di iniziare a credere a qualche piccola favola, ad illudermi di poter essere anche io una principessa, come tutte le bambine a nove anni sognano di essere. Forse la sto vivendo davvero una favola con Niall, lui è troppo per me, ed io sono una briciola di un muffin rovinato a confronto a lui. Alcune volte penso che sia tutto merito di Ian, credo me lo abbia mandato lui, penso sia il suo grazie per averlo amato per anni, anche dopo la sua morte, il suo grazie a non averlo mai dimenticato ed averlo sempre messo tra i miei pensieri, forse anche il suo grazie ad avergli lasciato la sua camera come era dopo la sua partenza, e non averla dipinta di blu, o per non avergli rotto la collezione di elicotteri e navi da guerra, oppure è solo perchè io Niall, me lo merito, dopo tutto quello che ho passato.

“amore, questi dove li metto?” mi voltai verso di lui e stava indicando la mia libreria, “nello scatolone vuoto, dovrebbero entrarci tutti.” e mentre lui si occupava a traslocare le mie cose in auto, io mi ero seduta un momento, mi guardai intorno ed il primo giorno che arrivai qui, quasi quattro anni fa, fece capolineo nella mia mente: scatoloni ovunque, cibo, le mie tre valige, e mia madre che mi diceva di mettere subito tutto in ordine e io invece, pensavo alla mia nuova vita lontana da casa e a comprarmi una libreria. Ora quella libreria era vuota, Niall a casa sua ne aveva una più grande e spaziosa per tutti i miei libri, era ora di lasciare il passato e cominciare a vivere, vivere davvero. Per me, per Niall, e per Ian. Dovevo lasciarlo andare, lui avrebbe voluto così, lui avrebbe voluto vedermi felice, io ora lo sono, ed è tutto merito di Niall; una lacrima cercava di fuoriuscire, ma io la scacciai via. “me la dai una mano o faccio tutto io?” chiese Niall sbuffando vedendomi seduta sul mio divano, coperto da un telo a pensare. Sorrisi e lo abbracciai, lui rimase un po' spiazzato, poi però ricambiò l'abbraccio. Si, me lo meritavo, ed era solo grazie a me.


“sicura? Guarda che possiamo comprare anche questo, lo mettiamo vicino al mio di armadio, non credo che tutti i tuoi vestiti entrino in quello che ho, metà è occupato da divise.” Niall mi indicò un grande armadio, eravamo al centro commerciale e lui voleva per forza farmi comprare un nuovo armadio, io non volevo che spendesse dei soldi, per me poi... “non lo so, non voglio iniziare a comandare a casa tua su cosa comprare o no.” risposi insicura, “è casa nostra, ed io voglio comprare questo armadio.” entrò nel negozio e iniziò a parlare con la commessa, io mi feci un giro attorno a tutti quei divani e settimini, avanzai un po' di più, lontano da Niall e notai una lampada, iniziai a ridere, era a forma di muffin. “amore, vieni, guarda.” indicai a Niall la grande lampada e lui rise insieme a me, poi si girò tenendomi per mano, “scusi? Prendiamo anche quella.” disse alla commessa, indicandole l'accessorio.



 

E vorrei essere una nuvola per poter osservare
i tuoi occhi dello stesso intenso del cielo che
mi circonda, scrutare i tuoi capelli,
dello stesso sole che mi scalda, e
innamorarmi delle tue labbra rosee,
dello stesso tramonto che osservo ogni sera,
prima di addormentarmi e amarti
sempre di più.
(Tessa)


“grazie mille, non dovevi.” – “non è nulla di che, piccola. E poi è grazie a loro che stiamo insieme.” – “secondo te, è grazie a dei muffin se stiamo insieme?” risposi scherzando, “certo che si, dai muffin è cominciato tutto.” ripensai alla prima sera che incontrai Niall, in divisa, era fantastico. Ed ora sono qui, che disfo le mie cose nel nuovo armadio che mi ha comprato, e lui che mi guarda mentre cerco di piegare delle maglie, ma sono davvero una frana. Alla fine, aveva ragione, se non fosse stato per la mia fame immaginaria, lui non mi avrebbe mai comprato dei muffin e non lo avrei fatto entrare in casa mai. “sentivi davvero il mio stomaco brontolare quella sera?” chiesi, sapendo che quella sera io non avevo affatto fame, ma accettai comunque. Mi sorrise, “no, però non trovavo altre scuse e tu non ti fidavi di me, anche se avevamo passato dieci ore a parlare.” lo baciai e gli chiesi di piegarmi le maglie, perchè io non ne ero capace, mi disse che ero un disastro e poi mi abbracciò buttandomi sul letto. Dopo due ore a buttarci vestiti e fare i bambini, avevamo messo tutto in ordine e Niall aveva deciso di mettere la lampada a forma di muffin in salotto, dopo mille discussioni perchè io volevo metterla in camera da letto, lo lasciai perdere e la mise sulla scrivania vicino la finestra, così che quando avevamo ospiti, e chiedevano della scelta della lampada, Niall voleva che raccontassimo la nostra storia, io invece, volevo che la nostra storia, da come è cominciata a quando finirà, sarà nostra e di nessun altro.

Mentre cucinavo, squillò il telefono di Niall, pensavo fosse sua madre o Louis, invece era il suo superiore.  “che succede? Chiesi a Niall dopo aver finito la chiamata, mi guardò in silenzio e capì, “quando?” chiesi di nuovo, “tra un mese” –  “dove?” domandai ancora, tornando in cucina e spegnere il cibo sui fornelli, “Nord dell'Oceano Pacifico.” mi si fermò il cuore, la posata che avevo in mano cadde a terra vicino ai miei piedi e mi dovetti appoggiare alla cucina per non cadere. “cosa? Stai scherzando? Oceano Pacifico? È dall'altra parte del mondo, quanto tempo devi stare?” i miei occhi iniziavano a bagnarsi ma dovevo essere forte, era il suo lavoro, ma davvero, io non volevo perdere anche lui, non volevo soffrire di nuovo. “otto mesi” un sussurro, un piccolo fiato, ma una coltellata al cuore. Riprese a parlare venendo vicino a me, prendendomi le mani e iniziando a piangere leggermente. No! I suoi occhi non dovevano far fuoriuscire quel liquido, mai, era troppo da sopportare per me, era già tanto che riuscivo a scacciare le mie, non potevo farlo anche con le sue. “non piangere...” riuscì a dire, la voce rotta. “ci sentiremo, te lo prometto, tutti i giorni. Non mi succederà niente, penserò a te ogni singolo momento. Mi dispiace di partire ora, quando le cose tra noi stavano andando alla grande, ma resterà tutto come prima vero? Io tornerò, lo so, otto mesi sono tanti da sopportare da sola, ma ci sarà Louis a farti compagnia, Grace, mia madre.... -fece un grande respiro- non lo so, potresti tornare a Seattle, almeno mi sentirai più vicino.” – “Niall, -lo interruppi- Niall, smettila. Shh.... un attimo, devo solo..... - mi allontanai da lui, qualche minuto, poi ripresi a parlare- devo solo elaborare il tutto. Devo solo capire.... cercare di capire il tempo che passerò senza di te.” mi guardava senza dire una parola, i suoi occhi preoccupati, dentro di essi, paura, ansia, terrore... pensava che volessi lasciarlo? “Niall, a cosa stai pensando?” – “io.... io non voglio che finisce qui tutto, io ti amo, non voglio che mi lasci, non voglio che te ne vai dalla mia vita. Non voglio perderti, mai. Posso rifiutare, ecco si! Posso congedarmi, non mi importa, basta che non mi lasci, ti prego non farlo, lo chiamo e mollo tutto. Missione, lavoro, tutto. E sto con te, sempre, piccola. Sempre.” iniziò a prendere il telefono, era frenetico, era impazzito? Voleva mollare la marina? Per me? È pazzo, completamente pazzo. “ma che fai? Sei fuori di testa? Non ho intenzione di lasciarti andare, non ho intenzione di andarmene io. Non ti libererai facilmente di me – sorrisi appena- io ti aspetterò, fosse un anno, o due, o tutta una vita, io ti aspetterò sempre, Niall.” – “ma io credevo che...” – “no, amore. Mai. Come potrei?” mi baciò e dopo aver finito di mangiare chiamò sua madre per dirle la notizia, dopo aver pianto per quasi un ora al telefono, andammo a dormire e decisi che forse l'idea di andare a Seattle per un po', non era male.

 

(Fine Flashback)



 

Gli addii peggiori sono quelli che non si dicono.
Quelli che non sai se aspettare o se smettere

di sperare che torni.
(Lana Del Rey)



 

“io stavo pensando che tra un mese, dopo che sei partito, potrei andare dai miei, che ne dici?” dissi a Niall, mentre stiravo le sue divise per metterle in borsa. Mancavano due gioni, poche ore e non lo avrei visto per otto lunghi mesi, non ero veramente sicura che sarei riuscita a stare bene senza di lui, ma davvero, era il suo lavoro. Poteva anche stare via un anno, basta che tornava sano a salvo da me, deve tornare, io non reggerei di nuovo una perdita del genere. Non posso permettermi di crollare di nuovo, non credo che poi mi possa rialzare, non ci sarà un altro Niall ad entrare nella mia vita, non ci saranno occhi ghiaccio e risate bellissime. Lui deve tornare, potrei odiarlo, se tra otto mesi, non lo vedrò scendere da quella nave. “si, secondo me è una buona idea, i tuoi saranno entusiasti.” – “lo penso anche io. Ancora non l'ho detto a mia madre, ma penso che mi urlerà di felicità al telefono.” ridemmo insieme, immaginando la scena.

Nel frattempo che finivo di mettere tutto in borsa, Niall andò ad aprire la porta a Louis, lo avevamo invitato a cena, beh.. più che altro si era autoinvitato, era davvero simpatico, non capisco come possa Niall sopportarlo, ma si vede che si vogliono bene a vicenda in un modo impressionante. Dopo avermi salutato, mi chiese cosa avevo preparato da mangiare, iniziò a parlare con Niall su cosa consisteva di preciso la missione, li sentivo parlottare e mi ricordai il giorno che Ian stava per partire, mia madre, al mio posto ora, a stirare le sue divise, io in braccio a lui a parlare con mio padre. Continuavo a piegare vestiti e chiudere borsoni ma le lacrime erano troppe da scacciare, iniziai a inzuppare il mio viso, e un singhiozzo non riuscì a trattenerlo. Non volevo farmi vedere piangere da Niall, non era questo il mio intento, non volevo farlo sentire in colpa per lasciarmi per otto mesi, ma lui corse da me e mi abbracciò, dicendomi che sarebbe andato tutto bene. “mi dispiace, non è per te... sto ripensando a...” un altro singhiozzo, non riuscivo a fermarmi, non riuscivo a trattenere tutto dentro. Non ho mai pianto davvero per Ian, si qualche lacrima, ma mai pianti isterici del genere, solo da quando ho incontrato Niall, ho iniziato a sfogarmi così. “lo so, amore, lo so. Ma guardami, -mi prese il viso e lo portò faccia a faccia con il suo- io tornerò, tu devi stare tranquilla. Te lo prometto, io tornerò.” i suoi occhi, le sue labbra, mi stava promettendo che sarebbe tornato, mi stava facendo promesse che potevano anche essere rotte, anche Ian me lo disse, non l'ho più rivisto. “ti amo, fidati di me. Ti amo Reneè, tornerò” e forse iniziai a crederci davvero.


Ed è vero che la verità fa male,
che la menzogna tortura,

ma la delusione ti uccide.
(Tessa)



 

“amico, ci vediamo domani, ti vengo a salutare. Ciao Reneè” disse Louis uscendo da casa nostra, abbracciandomi. “come stai?” mi chiese Niall, mentre ci mettevamo a letto. “meglio, grazie”.  Le sue grandi braccia a stringermi, sapevo che ancora non stava dormendo, anche la scorsa notte non ha dormito, non vuole lasciarmi, ma deve. Sentivo che respirava a fatica, mi voltai e lo vidi piangere, e mi dissi che stavo sbagliando tutto, non potevo permettere che lui, l'uomo che amo, pianga per me. Presi il suo viso nelle mie mani come aveva fatto lui poche ore prima, lo baciai, non smisi di baciarlo, perchè davvero non sapevo come consolarlo, non sapevo cosa dire; era lui quello dalle parole di incoraggiamento e dalle promesse mantenute, io sono un disastro in tutto questo. “mi dispiace...” la voce rotta, la sua bellissima voce, non potevo permetterlo. No! “amore, io ti aspetterò, io sarò qui, ti amerò sempre Niall. Qualunque cosa succeda.” – “promettimelo.” deglutì, come potevo io, promettere un qualcosa ad un qualcuno di così importante? Io ho sempre deluso. Ero terrorizzata, se solo io non avessi mantenuto la promessa? Se solo io avessi deluso Niall? Sarebbe un dolore troppo grande, non avrei saputo conviverci. “te lo prometto.” e lo dissi, perchè mi feci una semplice domanda. Potrei, io vivere una vita, sapendo che l'uomo che amo più di tutto, non tornerà più a baciarmi, abbracciarmi, a fare l'amore con me e dirmi che mi ama? Potrei vivere così? La mia risposta fu semplice: no. Non mi importò in quel momento di dire una bugia, non mi importò nulla se non farlo smettere di piangere. Io ero un casino, ero un disastro, prima o poi, se fosse tornato o no, io l'avrei deluso comunque, quindi perchè non mentirgli? Perchè sono debole? Ero una delusione per lui, ma se avessi rifiutato, l'avrei fatto partire con la consapevolezza che io, per lui non ci sarei stata per sempre. E questo è un fottuto paradosso, perchè io lo amerò per sempre, io ci sarò per lui, lo aspetterò, ma non per tutta la vita, perchè non saprei convivere con un dolore così fitto nel mio cuore, non ci riuscirei, ed è da egoista, ma io lo aspetterò solo per otto mesi, se quel giorno non scenderà da quella nave, io mi lascerò andare.






 

Nota d'autore.

 

Salve, questa è la seconda parte della mia os, è più breve della prima parte, un po' perchè avevo voglia di pubblicare, ed un po' perchè in questo 'tempo' della storia, questa è la parte in cui succedono poche cose. Anyway, l'altra volta non l'ho detto ma il titolo, ovvero, The Royal Navy, è stata una scelta molto difficile, perchè ne avevo tantissimi in mente (mi scuso con Isa e tutti i miei messaggi per il titolo), la Royal Navy, per chi non lo sa è la marina militare delle forze armate britanniche, è la più antica e le sue origini risalgono al XVI secolo. Dopo la prima guerra mondiale, la Royal Navy venne ridotta ma rimanendo comunque la più grande marina militare al mondo, fino alla seconda guerra mondiale, al quale la USN (United States Navy) divenne la più grande al mondo. Okay, mi fermo altrimenti scrivo fino a domani; per scrivere questa Os, ho fatto molte ricerche, tra le quali anche sulla Royal Navy, sapevo della sua esistenza, e del suo corso nella storia, ma volevo fare un qualcosa di più approfondito che leggerete in seguito. Amo la marina, se questo non si è capito, e la scelta di unire appunto, la marina, Niall e citazioni di libri e roba varia, che sono la mia passione, è stata una grande decisione, anche perchè non ho tanto tempo da dedicare a tutto ciò, ma cercherò di rimediare. Mi scuso tantissimo per l'impaginazione e gli errori presenti nel precedente capitolo, un po' colpa mia, un po' colpa di efp. Questa os, non è una di quelle storie dove c'è un terzo ragazzo o ragazza, non è un triangolo amoroso, non si lasceranno Niall e Reneè, non litigheranno nemmeno; questa è una storia che mi sono scritta in testa, per me e per Niall. Mi rispecchio molto in Reneè, e la scelta di non darle un volto, è perchè non riesco a vedere Niall con nessuna al momento, (non che lo vedo con me tranquille), quello che volevo fare era semplicemente di scrivere una storia d'amore, una di quelle che tutti sognano, tralasciando che l'uomo sia Niall, ma la parte che volevo fosse più significativa erano i caratteri, Niall me lo immagino così, forse un po' troppo serio per essere un marinaio, ma le divise sono troppo per me, e Reneè caratterialmente sono io. Tutto quello che provo, i pensieri ed altro, sono miei, visto che non riesco ad esprimermi in altri modi, cerco di farlo così. Credo di aver detto tutto, spero di trasmettere un qualcosa con la mia storia e se fosse così, ne sarei davvero, davvero felice. Ringrazio infinitamente Isa, le voglio tanto bene, e la mia piccola Carla, amica a distanza, oggi è un anno che ci conosciamo. Grazie di cuore, e visto che siete bellissime, lasciatemi una recensione, lol.

 

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