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Autore: _Giuls17_    24/11/2014    3 recensioni
Cosa resta di Hermione Granger se togliamo l'allegria, il coraggio, l'intelligenza e lasciamo la pazzia. Pazzia causata da un dolore così grande che non le ha lasciato alternativa, se non quella di spezzarsi.
Tratto dal testo:
•In realtà i suoi occhi non riuscivano più a scorgere tutte quelle cose [...]
•-Hermione ti va di fare il nostro esercizio, [...] , Mi chiamo Hermione Granger. Ho vent’anni. [...]
Io… Io non me lo ricordo.
• [...] Non sarò mai più lei.-
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo, Da VII libro alternativo
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Un malsano tentativo di trattare un tema che mi ha sempre affascinato:
la pazzia.
Non so cosa ne verrà fuori, non so neanche se valga la 
pena pubblicare...
Ma questa piccola storia, non più di cinque capitoli, 
mi ha preso poco dopo aver scritto il capitolo di un'altra mia storia: The rest of my life with the empty of insanity...
Quindi non so bene se vi potrà piacere, troverete punti in OOC ed 
anche se la storia non vi sembra chiara all'inzio aspettate il secodo capitolo 
per capire!
Grazie a chi perderà un pò del suo tempo nella lettura, ^^


 
Fall
 
Alzò lo sguardo verso la porta ed osservò la guaritrice entrare, il solito camice bianco che le dava ai nervi e il solito sorriso sbarazzino che la faceva sentire inadatta.
Distolse velocemente lo sguardo e riprese a guardare la finestra, sforzandosi di osservare il panorama della città, delle macchine Babbane che si muovevano caotiche, come le persone, ma in realtà i suoi occhi non riuscivano più a scorgere tutte quelle cose, in realtà la sua mente non riusciva più a percepire il mondo per com’era, tutto era cambiato.
Adesso per Hermione il mondo aveva un colore diverso, un suono diverso, un profumo diverso.
 
-Signorina Granger come si sente oggi, ha riposato bene?-
 
Non rispose, non si voltò neanche ad osservare la sua interlocutrice.
 
-Hermione allora? Oggi non siamo di molte parole, vero?-
 
Avrebbe voluto scuotere la testa e dissentire, ma il suo corpo aveva smesso di rispondere ai comandi della sua mente, così rimase ferma, le mani in grembo e gli occhi fissi sul vetro, solo poche volte riusciva a riacquistare il controllo, solo poche volte tornava ad essere Hermione, ma per tutto il resto del tempo era un guscio vuoto.
 
-Cara potresti farcela se solo lo volessi.- sussurrò la ragazza, uscendo dalla porta della sua camera.
 
Nonostante sentisse quelle parole perforarle le orecchie ed arrivare nel profondo della sua anima, Hermione non fece niente: ultimamente la sua vita si era ridotta a quello.
Svegliarsi in un freddo letto, con coperte e lenzuola bianche, sentendosi impaurita, sentendosi morta dentro, urlare tutto il suo dolore al muro ed essere sedata dalle guaritrici, o al massimo la facevano sedere sulla poltrona per farle osservare, come in quel momento, la Londra Babbana, per farle osservare la vita.
Ogni tanto riceveva delle visite di amici, anche se faticava a ricordarli, anche se faticava a stare attenta alle loro parole, e poi tornava nuovamente in quel freddo letto che non la faceva riposare, restando ore con gli occhi puntati verso il soffitto, le guance bagnate di lacrime, per scacciare i demoni del passato.
Non ricordava nulla prima di quel periodo, non ricordava neanche come fosse arrivata là ma la sua mente non aveva abbandonato il dolore, non era riuscita a scordare la sofferenza e la paura di morire.
Ed ogni sera lo stesso sogno le faceva compagnia, anche per tutta la notte.
 
“Perché non ci provi, perché non ci provi veramente, come ha detto lei.”
 
Si diede un colpo di mano sulla fronte, quella voce, ogni tanto le faceva compagnia nelle sue ore di solitudine ma ogni volta che la sentiva il suo cervello provava a sforzarsi e questo le provocava un dolore sordo al cuore, un dolore che le toglieva il fiato.
 
“Sono la tua coscienza, rispondi almeno a me.”
 
Scosse la testa e chiuse gli occhi, nonostante tutto ogni tanto il suo corpo le rispondeva, in rari momenti poteva muoversi liberamente e sentirsi libera in quella cella bianca, ma quella sensazione che le alleggeriva il cuore moriva poco dopo, sentendo nuovamente nella sua mente il rumore di una radio rotta che, lentamente, le perforava anche l’anima.
Poco alla volta sentiva la pazzia farsi strada nei meandri più nascosti della mente, ed in quei momenti Hermione cercava di ricordare, cercava di ricordarsi chi fosse, ma come sempre, quel rumore la bloccava facendola sentire così inesistente, che col tempo si era convinta che fosse trasparente.
Un fantasma di se stessa.
 
“Hermione…”
 
   
 
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