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Autore: _ter87_    26/11/2014    0 recensioni
Otto ragazzi partono insieme per le vacanze estive. Tra litigi e amori nasceranno storie e ne finiranno altre. Ma non sempre quello che succede è come sembra..
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Come sospettato da Zayn, al ritorno i ragazzi notarono i due al bar. Si unirono anche loro e gli spiegarono nell'agenzia cosa gli era stato detto. Ben presto decisero che era ora di andare a vedere quello che sarebbe stato il loro appartamento per sette giorni e dopo aver pagato si avviarono lungo le strada -a loro ancora sconosciute- di Bibione. Trovarono subito la casa -non lo credevano possibile- e una volta su capirono subito che per otto persone sarebbe stata piccolina. Avevano solo sue stanze, e si, per ognuna c'erano due posti letto, ma aggiungendoci il divano ne uscivano comunque solo sei! -“Avremo bisogno di due materassini”- disse allora Liam, già pronto ad avventurarsi per le strade alla ricerca di un materassino adatto. Tanto lo sapeva, ci sarebbe finito lui lì sopra. Per ora di cena comunque, erano riusciti a fare tutto. Perrie ed Eleanor avrebbero condiviso il divano letto, Harry e Zayn la cameretta, Niall e Jade la camera da letto mentre -lui ne era certo- Liam e Danielle avrebbero dormito sui materassini che avrebbero poi gonfiato. Chi aveva una camera aveva già sistemato tutto. Danielle e Liam cercarono invece di arrangiarsi con i bagagli nei posti rimasti negli armadi.. Appena fu tutto pronto, cenarono, e dopo cena la prima uscita era d'obbligo. Era la loro prima sera a Bibione, e dopo una giornata di viaggio nessuno di loro aveva voglia di andare a far baldoria, ma era la loro vacanza. E dovevano divertirsi! Chi invece non ne volle proprio sapere di uscire fu Harry, impegnato a guardare alla tv il film che stavano trasmettendo quella sera. 'Dragon Ball – Revolution'. La realtà era che si sentiva ancora in colpa per tutto il casino che aveva creato, ma se lo avesse detto ai ragazzi gli avrebbero riso in faccia. Loro lo avevano già dimenticato, lo sapeva..ma lui non era come loro. Rimasto solo in casa, alzò il volume della tv. Si alzò poi, andando a prendere un acchetto di patatine rimasto dal viaggio, trangugiandolo in pochi minuti. Aveva ancora un po' di fame, nonostante la cena finita da poco. Il pensierò gli tornò agliamici, ed ecco che il senso di colpa lo attanagliò, facendolo sospirare. Aveva rovinato la vacanza a tutti ed ora voleva condire il tutto facendo il depressone di turno? No, di certo non voleva anche quello. Il film non era ancora finito, ma in un attimo il ragazzo decise che quella sera sarebbe uscito anche lui, fosse anche solo per mezz'ora. Corse di filato in camera, sfilandosi quegli orrendi pantaloncini che la madre gli aveva fatto indossare con la forza ed infilando invece, il suo paio di jeans preferiti -neri, leggermente consumati sulle caviglie anche a causa delle tante cadute che prendeva sull'asfalto- che gli aveva regalato Leigh-Anne, la ragazza più carina della scuola. Lei lo aveva fatto per attirare la sua attenzione, Harry lo aveva capito solo dopo, ma lui non la guardava nemmeno. Non che fosse brutta, per carità, solo che a lui non interessava, ecco tutto. E ci aveva provato anche ad uscire con lei, ma a fine serata, al momento del fatidico bacio della buonanotte, era stato sempre lui a tirarsi indietro e non aveva mai capito il perché. Ad ogni modo, una volta indossati i jeans ed una maglia in tinta su, indossò le scarpe correndo subito dopo in bagno a lavarsi faccia e denti e sistemare -o almeno cercare di farlo- i capelli. Ci mise ancora una mezz'ora, ed una volta finito afferrò il secondo mazzo di chiavi e lasciò finalmente l'appartamento. Prima di uscire, però, il ragazzo si premunì di carta e penna. Insomma, non era del posto ed era solo. La ricetta perfetta per perdersi e restare lì per sempre! Una volta in strada girò sulla sinistra, ricordava che erano venuti da quella parte..ma arrivato all'incrocio non seppe decidersi per qualche minuto finché, alla fine, decise per la strada sulla destra che sembrava quella più 'animata'. Scoprì però, qualche metro dopo, che quella non era stata esattamente la sua idea migliore. Il centro -che aveva visto solo poche ore prima- non arrivava. Doveva essere dal lato opposto, sicuramente, e lui si stava di certo perdendo. Fantastico. Continuò a camminare però, nella speranza di trovare qualcosa di interessante..e la sua attenzione venne catturata pochi istanti dopo da uno di quei pittori di strada, tipici dei posti di mare. Al contrario dei soliti vecchi e rugosi, questo qui sembrava un ragazzo. In quel momento stava facendo il ritratto di una giovane coppia -sposata, a giudicare dalle fedi alle loro mani- che sorrideva, immobile. Harry si avvicinò maggiormente, come a voler vedere più da vicino l'opera d'arte ma anche lui. Non capitava tutti i giorni di vedere un ragazzo di questo calibro di bravura, no? E lo era davvero, bravo, davvero tanto, constatò Harry, osservando le sue mani muoversi -e muovere il carboncino- abilmente sul foglio bianco fino a pochi istanti prima immacolato. Il riccio avrebbe tanto voluto restare lì per sempre, guardandolo e studiando ogni suo singolo movimento..ma pochi minuti dopo lo vide posare ogni cosa, segno che aveva già finito. Rimase di stucco. Quel ritratto era davvero somigliante alla coppia che aveva avanti e stentava a credere si trattasse solo di un disegno. Sentì il ragazzo mormorare alla sua sposina 'lo appenderemo in salotto, quando saremo a casa nostra' ma non afferrò del tutto il significato della frase, visto che no parlavano inglese e lui -oltre a quella- non conosceva altre lingue. Rimase fermo nella stessa posizione anche mentre il ragazzo pagava il pittore e prendeva il ritratto, riponendolo al sicuro in una busta. Avrebbe tanto voluto chiedergli che scuola avesse fatto, come fosse diventato così bravo.. E ne approfittò quando, qualche secondo dopo, la folla si diradò e il ragazzo rimase solo. Si stava ripulendo le mani dal nero che gli riempiva le dita con l'acqua ragia, ma si vedeva chiaramente che era in difficoltà, essendo solo. Decise allora di avvicinarsi, e con un timbro di voce basso e roco -suo tono di voce naturale- mormorò un gentile 'serve aiuto?' in direzione del pittore. Adorava essere d'aiuto alle persone, e quella poi gli sembrava davvero una situazione di emergenza. Ma visto soprattutto che stava per riempirlo di domande sul suo lavoro, gli sembrava il minimo! Il pitttore, dal canto suo, all'udire una voce così vicina e gentile aggrottò le sopraciglia, restando qualche secondo in più piegato, cercando di capire se si stesse rivolgendo a lui. Insomma, non gli capitava certo tutti i giorni che qualcuno gli offrisse il proprio aiuto. Lentamente alzò lo sguardo poi, vedendo due mocassini con la punta rivolta a se. Fece scorrere lo sguardo lungo quel corpo -era un ragazzo- e quando arrivò al viso credette quasi di morire. Due occhi verde chiaro erano lì fermi a fissarlo. Una massa di ricci castani poi, incorniciavano gli occhi -ma anche il viso- più belli che avesse mai visto. Fece scorrere ancora lo sguardo lungo il suo corpo, soffermandosi poi alle sue gambe. Erano magre e sottili, come quelle di una ragazza, fasciate da un paio di jeans scuri che -secondo il pittore- gli stavano davvero a pennello. Il petto, coperto da una semplice maglia a mezze maniche, sembrava decisamente ben formato. E quei tatuaggi, quei tatuaggi che aveva notato subito sul braccio destro avevano decisamente catturato la sua attenzione e rischiavano di fargli quasi esplodere il cervello. Harry poi, dal canto suo, rimase immobile sul suolo nell'esatto momento in cui incrociò gli occhi azzurri del ragazzo. Non aveva mai vito una cosa simile. Si sentì sospirare senza volerlo, continuando la radiografia di quel viso. Un leggero accenno di barba faceva da contorno alle sue labbra, sottilissime. Lunghi capelli castani -a giudicare da quello che riusciva a vedere attraverso il cappellino- facevano invece da cornice allo spettacolo più bello che avesse mai visto. Era un pittore di strada, quindi era normale che indossasse dei vestiti così smessi ed un cappellino, per proteggere i capelli. Aveva infatti una felpa che quasi lo faceva sparire al suo interno, e quel cappellino -per chi non lo avesse guardato bene- occludeva almeno la metà del suo viso. Non era molto alto, quello lo aveva notato subito, ma era di certo molto bello. Il giovane pittore si perse a guardare quelle due gemme che lo stavano scrutando da almeno due minuti. Aveva risposto alla sua domanda? A giudicare dalla sua espressione, no. E quindi 'si, ti ringrazio molto' disse finalmente, sentendo la propria voce leggermente più acuta del solito. Al contrario del tono roco del ragazzo di fronte a lui, la sua voce era molto bassa, quasi femminile. La odiava. ma..cos'era quello, un sorriso? Quel ragazzo gli stava sorridendo? Abbassò immediatamente lo sguardo nel vederlo, sorridendo imbarazzato. Ma che poi, perché lo era? Solo perché un bellissimo ragazzo gli aveva appena sorriso? Andiamo, Louis -si disse, questo il suo nome- non essere il solito, è solo un sorriso. Rimase ad osservarlo quasi incantato, mentre prendeva la bottiglia e la riversava lentamente sulle sue mani. Il suo tocco era delicato e gentile, quasi femminile. Louis iniziò subito ad intrecciare le mani tra di loro nel tentativo di pulirle per bene, senza smettere però per un secondo di guardare l'altro. -“Chi devo ringraziare per l'aiuto?”- mormorò pochi istanti dopo, tenendo un tono di voce più basso. Non voleva certo rifare la brutta figura di poco prima.. Gli sorrise, mentre aspettava la risposta che non tardò ad arrivare ed 'Harry' rispose il riccio, ricambiando volentieri quel sorriso 'Harry Styles'. Harry..Louis iniziò ad assaporare, quasi, il suo nome, nella propria mente. Era decisamente un nome dolce, si ritrovò a pensare, quasi da bambino. -“Allora grazie, Harry. Io sono Louis, Louis Tomlison.”- rispose il pittore, agitando la mano destra per mandare via le ultime gocce d'acqua e tendendola poi al ragazzo, stringendo la sua mano sinistra. -“Louis, tu non sei di queste parti, vero?”- chiese ancora Harry, non riuscendo a trattenersi. Era un chiacchierone nato, e appena gliene si presentava occasione sfoggiava questo suo..lato oscuro. Sperò di non risultare troppo rompiscatole, con tutte quelle domande, ben conscio della sua brutta abitudine. Ma rimase sorpreso, quando invece di un 'fatti gli affari tuoi', si sentì dire un sorridente 'no, sono francese'. Ah, lui lo sapeva, ne era certo! Si vedeva che non era italiano. Insomma, diciamoci la verità, le aveva viste le persone lì.. -“Si”- disse poi Harry, senza pensare molto -“si vede che sei francese”-. Ma cosa aveva appena detto? Si maledì subito, sperando di sprofondare o sparire nel nulla, in stile Harry Potter, ma non successe nulla. Il francese avrebbe voluto invece chiedergli da cosa mai si capisse fosse francese, ma decise di saltare e così sorrise ancora. Ma qualcosa doveva pur dirgli, insomma. Non poteva certo fare scena muta! Ma quando fece per aprir bocca l'altro fu più veloce, e 'ehi, Louis' disse -e quanto era bello il suo nome pronunciato dalla sua voce?- guardandolo quasi fosse imbarazzato 'volevo..vorrei, farti qualche domanda sul tuo lavoro. Sarebbe possibile?' e diciamoci la verità, avrebbe mai potuto lui rifiutare tale richiesta? Certo che no, ma a delle condizioni. -“Puoi farmi tutte le domande che vuoi”- ed Harry sorrise, felice e soddisfatto insieme -“a patto che..”- e qui il sorriso sparì, lasciando spazio ad un'espressione corrucciata -“ti lasci ritrarre da me”-. L'espressione di Harry da corrucciata si fece seria, poi pensierosa. Era serio? Voleva davvero fargli un ritratto? Ma perché mai.. -“Vedi”- riprese lui, rispondendo -senza saperlo- ad ogni sua domanda -“sai come lavorano i pittori, no? Sono sempre in cerca di cose belle da ritrarre. E tu, permettimi di dirtelo, sei decisamente una cosa bella. Vorrei riprodurre i tuoi occhi sulla carta..me lo permetteresti? Non vederci nulla di male, Harry, si tratta di lavoro.”- si sbrigò ad aggiungere, notando la sua espressione. Quello che però non sapeva, era che l'espressione del riccio era così non perché gli desse fastidio tutto quello, bensì per il motivo opposto. Non gli era mai successo, ecco, era in imbarazzo. -“Te ne farò anche una copia, se vuoi, ovviamente..”- aggiunse ancora Louis, vedendo che il ragazzo non gli rispondeva. -“ma se non vuoi, io capirò..”-. A questo punto alzò lo sguardo a lui, puntò ancora gli occhi nei suoi e scosse la testa, sussurrando 'scusa, non mi hanno mai chiesto di posare per un quadro, cerca di capirmi. Non mi da affatto fastidio, anzi, mi piacerebbe vederti al lavoro!'. Quel ragazzo gli stava decisamente simpatico. Sarà stato per l'età, simile alla propria. Sarà stato per chi sa cosa, ma con lui si sentiiva già bene, e lo conosceva solo da..quanto? Un quarto d'ora? Anche il francese sorrise al sentire quelle parole, ma il sorriso sparì quasi subito, lasciando spazio all'imbarazzo, quando sentì la domanda successiva di Harry. -“Scusa, hai detto che mi faresti una copia, ma..l'altro?”- ed ora cosa gli avrebbe detto? Lo voglio appendere in casa per guardarti? Che poi non sarebbe nemmeno stata la verità vera..in realtà voleva tenerlo lì in esposizione, come con i ritratti di gente famosa. E gli indicò proprio quel punto infatti, tornando subito a guardarlo. -“Vorrei metterlo lì, se non ti dispiace..”- a questo punto Harry arrossì furiosamente, ma fu anche felice di poter avere un posto così importante nella 'bacheca' di quel pittore. Acconsentì quindi, e il sorriso che si fece largo sul viso dell'altro ragazzo era davvero inspiegabile, a parole. In fretta e furia sistemò il cavalletto, posizionandoci su un foglio bianco. Lo attaccò alla base con del nastro adesivo bianco e girò leggermente il proprio sgabello -posto esattamente di fronte la sedia di Harry- facendolo ruotare e sollevare di quache centimetro. In questo modo avrebbe potuto guardarlo fisso negli occhi. Fece poi sedere il riccio, facendogli un cenno con la mano senza staccare gli occhi dal foglio. Stava cercando la giusta angolazione dalla quale iniziare il ritratto di quel viso. Ed ecco di nuovo la gente iniziare a radunarsi intorno a loro. Harry sentiva l'imbarazzo crescere, lo stavano guardando proprio tutti! Senza rendersene conto mosse i piedi, facendo scricchiolare le pietrine sull'asfalto. Solo in quel momento Louis alzò gli occhi e finalmente lo guardò. Era seduto, mani incrociate perfettamente insieme sulle gambe chiuse. Sembrava quasi un soldato..e il pensiero fece sorridere Louis. -“Sono così esilarante, messo così?”- chiese allora Harry, fingendosi piccato da quella sua risata. Louis si bloccò, trasformando la risata pian piano in un sorriso. Scosse la testa, e 'no' mormorò 'è che sembravi un soldato. Non sarai un soldato, vero?' aggiunse immediatamente, con il chiaro intento di scherzare. Non aveva per nulla la faccia del soldato..e poi aveva troppi capelli, decisamente. A quelle parole anche Harry scoppiò a ridere, scusandosi subito per essersi mosso. -“No, non sono un soldato, ahimé. E cred che nonpotrei mai esserlo..sai, a volte ho paura della mia stessa ombra!”- gli confessò, sbarrando gli occhi subito dopo. Cosa..cosa aveva appena detto? Era impazzito, forse? Nessuno sapeva di questa sua paura per tutto..cosa gli aveva detto in quel momento il cervello per farlo reagire così alla sua domanda? -“Cioè, volevo dire..”- tentò di difendersi, ma il pittore scosse il capo. -“Sta tranquillo, non lo dirò in giro.”- disse subito, quasi gli avesse letto nel pensiero. Rimasero poi in silenzio fino a quando Louis non terminò la sua opera, ed una volta finito Harry tornò a respirare, girando il viso per guardarsi intorno. La folla guardava da lui a Louis in modo così attento da spaventarlo, quasi. Louis diede gli ultimi tocchi e quado 'finito!' annunciò, Harry gli si avvicinò nuovamente, ansioso di poter finalmente vedere il ritratto. Ed era decisamente bellissimo. Molto più dell'originale, pensò. Quel ragazzo aveva de talento.. -“Ehi, complimenti!”- gli disse dopo qualche secondo, girandosi a guardarlo. Louis sorrise grato e subito tirò via il foglio, iniziando a piegarlo. Le sue iniziali intenzioni erano svanite nel momento in cui aveva iniziato quel disegno.. No, si disse, non lo avrebbe mai condiviso con nessuno. Lo legò con una specie di elastico e stava per porgerlo al ragazzo, quando una voce che 'Harry?!' disse sorpresa, lo fece bloccare. Si girò alla propria destra, la parte dalla quale aveva sentito la voce, e vide una ragazza che guardava il riccio come se fosse sorpresa di vederlo lì ma anche felice. Come lui, anche Harry era saltato al sentirsi chiamare, ma quando aveva visto chi era si era rilassato, sorridendo all'indirizzo della ragazza. Che fosse la fidanzata? Era probabile, in fondo non gli aveva chiesto se lo fosse o no, o che preferenze avesse, ecco. O ancora, magari, era una sua ex.. Non sapeva cosa pensare, ma una cosa era certa. Gli affari propri non riusciva mai a farseli. -“Ehi, riccio. Alla fine sei uscito!”- continuò ancora la ragazza, avvicinandosi a dare una pacca sulla spalla al ragazzo. Ma più che quello, furono le sue parole a catturare l'attenzione del francese. Quindi erano lì insieme? -“Si”- rispose subito Harry, annuendo, leggermente in imbarazzo -“avevo pensato che camminando magari sarei riuscito a raggiungervi, ma credo di..beh, essermi perso..”- -“Harry, Harry..sempre il solito.”- disse subito la ragazza, ed Harry iniziò a ridere sotto lo sguardo serio e concentato di Louis. Raggiungervi? Era con degli amici allora? Oh, insomma..lui voleva sapere! Ma ecco che pochi istanti dopo, qualcuno venne a rispondere ad ogni sua domanda. -“Harry!”- sentì ancora, e si girò subito verso la nuova voce. Vide un ragazzo biondo, occhi azzurri come il cielo e non molto alto che -come la ragazza di poco prima- sembrava sorpreso di vedere il ricciolino per strada. Il nuovo ragazzo si avvicinò subito alla ragazza, cingendole le spalle con un braccio. Con la mano le accarezzò il viso prima di prendere la sua -che la ragazza aveva alzato verso il suo indirizzo- facendo intrecciare le loro dita. Ok, erano sicuramente fidanzati e quindi no, non stava con Harry. -“Potevi uscire con noi, no?”- chiese ancora il biondo, volgendo lo sguardo verso l'amico. Piegò poi il viso verso la sua ragazza che proprio in quel momento gli chiese dove mai fossero finiti gli altri. 'In sala giochi, amore' rispose subito lui, ridacchiando appena. Si dissero qualcos altro che lui non afferrò e li vide entrambi ridere. Spostò allora lo sguardo su Harry, che in quel momento lo stava guardando, e nascondendo l'imbarazzo istantaneo si schiarì la voce, mormorando; -“Credo tu debba andare ora, no?”- e il riccio annuì istantaneamente, stringendo appena il ritratto tra le mani. La coppia guardò subito il pittore, che fino a quel momento non aveva notato, aggrottando le sopracciglia. Harry lo conosceva? E cosa aveva in mano? Aveva fatto un ritratto? -“Allora ci si vede in giro!”- lo sentì dire al biondo, alzando una mano ed agitandola, in segno di saluto. L'altro annuì e ricambiò il saluto, prima di girarsi e tornare al proprio lavoro. E mentre lui attendeva gente da ritrarre per vivere, Harry arrivò alla sala giochi in compagnia dei due amici. Arrivato alla sala giochi, trovò -come ogni estate, ormai- Liam e Zayn intenti a sfidarsi al tavolo dell'Air Hockey. Erano 17 pari, ma nessuno dei due sembrava intenzionato a mollare prima per lasciar vincere l'altro. Harry si avvicinò al tavolo cercando di non farsi vedere, non voleva essere certo la causa della perdita di uno dei due! Ma Zayn si distrasse per qualche secondo, e 'gooooal!' si sentì la voce di Liam riecheggiare per tutta la sala, dal piano terra al secondo, dove erano loro. Il pakistano, invece di guardare male Liam si girò verso Harry con sguardo omicida. -“Harry! Hai visto cosa mi hai fatto fare? Ora passerà il resto della settimana a deridermi, e io..”- ma Harry aveva già smesso di ascoltarlo. Stava ripercorrendo la propria serata. Era stato bello posare per un quadro, e Louis era stato davvero bravo a cogliere ogni sfumatura del proprio viso. Li aveva visti gli occhi, erano un misto tra ridenti e spenti, come i propri. Come aveva fatto a rendersene conto in così poco tempo? Lasciando che l'amico sclerasse in pace Harry uscì all'aperto, per prendere un po' d'aria. Incontrò Niall e Danielle che stavano fumando, allora si avvicinò a loro. -“Harry!”- disse subito Niall, vedendolo arrivare -“stavamo parlando proprio di te”-. Il riccio aggrottò le sopracciglia. Perché mai stavano parlando di lui? -“Stavo raccontando a Danielle che ti abbiamo incontrato accanto ad un pittore di strada che ti aveva appena fatto un ritratto, e..a proposito, quanto lo hai pagato? Sai, vorrei fare un regalo a Jade, e..”- -“Non l'ho pagato..”- disse subito Harry, guardandolo e stringendosi nelle spalle. -“Louis me lo ha regalato, in realtà lui voleva..”- -“Louis?”- chiese subito Danielle, sentendo la gelosia venire a galla. Si, era un maschio ok, ma lei era gelosa di qualsiasi cosa ronzasse intorno ad Harry, anche se doveva stare attenta a non farlo vedere troppo. Il ragazzo annuì alla sua domanda, e spiegò agli amici come lo avesse conosciuto, del fatto che fosse francese e che volesse esporre al pubblico il proprio ritratto. A racconto finito Harry, stanco di stare all'aperto, chiese indicazioni per tornare a casa. Non aveva alcuna voglia di tornare dentro e stare a sentire gli scleri dell'amico sul fatto che avesse perso contro Liam. Che poi, aveva davvero perso? Non gli interessava molto, sinceramente..voleva guardare ancora una volta il suo ritratto. Quel pensiero, del ragazzo che lo fissava per ritrarlo, lo faceva sentire stranamente bene. Sorrise senza rendersene conto, tanto che i due amici gli chiesero se stesse bene e se fosse in grado di tornare a casa da solo senza perdersi. Annuì, e grazie alle indicazioni dell'amico irlandese, ben presto tornò al loro appartamento. Prima di entrare in casa sospirò fuori la porta, guardandosi intorno. Gli aspettavano altri sei giorni in quel posto. Cos'altro sarebbe successo?
   
 
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