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Autore: GretaSnow    26/11/2014    1 recensioni
Questa storia di un'amore, un'amicizia, qualcosa che può cambiarti la vita.
I personaggi sono ispirati a quelli creati dalla Rowling ma i loro caratteri sono completamente miei.
Spero vi piaccia e, mi raccomando, lasciatemi tantissime recensioni
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Sirius Potter, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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“Non posso darti soluzioni per tutti i problemi della vita, non ho risposte per i tuoi dubbi o timori. Però posso ascoltarli e dividerli con te.”

-J. L. Borges-

 

 

Uscì dal bagno dopo aver lanciato la tuta nella cesta dei panni sporchi e notò che tutte le ragazze del settimo anno di Grifondoro erano sveglie e in attesa che lei lo liberasse.

-Buongiorno, compagne.- salutò lei, sorridendo.

-Tutto questo tempo dentro al bagno e neanche ti sei truccata.- le rispose Amber, la proprietaria del letto vicino al suo.

-Te l’ho già spiegato, Amber: io e te abbiamo priorità diverse, non è difficile da capire.- rispose Charlie, cercando i libri che le servivano quella mattina all’interno del baule.

Amber non replicò, ma l’altra la sentì mormorare qualcosa come “meno male” mentre si allontanava per prendere il suo posto davanti allo specchio.

Mentre finiva di sistemare la sua borsa, le si avvicinò Dominique, l’unica con cui aveva un rapporto da poter considerare amicizia.

-Odio ammetterlo, ma questa volta Amber ha ragione. Metti paura da quanto sei bianca, potresti far concorrenza a Nick-Quasi-Senza-Testa come nuovo fantasma di Grifondoro.- le disse, dopo averla osservata con attenzione.

-Ma zitta! Sei sempre esagerata! Sono solo un po’ stanca.- ribatté Charlie, sentendo solo in quel momento il morso della fame e lo stomaco che brontolava.

-E ho fame.- aggiunse, mettendosi la tracolla sulla spalla.

-Finirai per morire di allenamenti. E, per la cronaca, un po’ di fondotinta avrebbe evitato di far spaventare chiunque ti incontri oggi.- le urlò dietro Dominique, mentre spariva dietro la porta.

Arrivata in Sala Grande per la colazione si sedette al solito posto: di fronte a James e Noah che, doveva ammetterlo, erano i suoi migliori amici.

-Che brutta cera, Charlotte.- le disse James, pur sapendo che odiava il suo nome per esteso, preferendo di gran lunga il diminutivo. Charlotte era troppo carino per lei, elegante, delicato insomma, aggettivi che, di certo, non le si addicevano.

Fulminò con lo sguardo James e ignorò Noah, poiché aveva deciso di comportarsi come ogni giorno. Il ragazzo, d’altro canto, era abituato a non ricevere attenzioni dalla giovane Grifondoro perciò sarebbe stato strano il contrario. Seduto di fronte a lei ne osservò i movimenti lenti mentre si versava del succo di zucca e stendeva un velo quasi invisibile di marmellata sopra un pezzo di pane tostato bruciacchiato, per poi dare due piccoli morsi al toast che si era preparata e bere un sorso dal bicchiere di vetro. James aveva proprio ragione: aveva proprio una brutta cera. Si chiese se la causa potesse essere la stanchezza o la preoccupazione per il fratello o potesse, invece, essere riconducibile a quello che lui stava pensando e valutando negli ultimi mesi. Aveva un modo così poco aggraziato di stare a tavola, di stare seduta, di parlare che sembrava quasi un uomo, ma allora perché aveva così tanta voglia di baciarla di nuovo?

-Che facciamo, Noah? Ci avviamo verso gli oscuri antri delle segrete di Lumacorno?- la voce di James gli ricordò che non potevano arrivare di nuovo in ritardo se volevano evitare una punizione esemplare. In due mesi di lezione erano riusciti ad arrivare tardi per ben sette volte, ma non era colpa loro se Lumacorno aveva lezione le prime due ore del lunedì mattina!

-Sì, sarà meglio andare, altrimenti stavolta ci mette davvero a pulire tutti i calderoni!- si alzarono da tavola seguiti da Charlie.

-Aspettate.- disse, asciugandosi le labbra con la mano, in un gesto decisamente poco fine. –Sono diffidata anche io: se vengo con voi almeno sarò punita in compagnia.- sorrise, prendendo a braccetto sia James che Noah e, tutti e tre, si avviarono verso i sotterranei.

L’aula, come al solito, era poco illuminata, Charlie si sedette nel banco insieme a Dominique e gli altri due si accomodarono in uno ancora vuoto. Non ebbero neanche il tempo di tirare fuori i libri dalle borse che il professore entrò e si chiuse la porta alle spalle.

-Vedo che finalmente siete riusciti ad arrivare puntuali.- disse, mentre passava di fianco al banco dei due ragazzi.

-Li ho aiutati io, professore. È grazie a me se non hanno fatto tardi oggi.- rispose Charlie, sorridendo come solo lei sapeva fare.

-Immagino, Paciock. In effetti, non sei mai arrivata in ritardo in tutti questi anni, neanche una volta.- sedendosi dietro la cattedra il professor Lumacorno lanciò un’occhiata divertita alla sua allieva preferita

 

Dopo qualche minuto di spiegazione, i ragazzi si aggirarono per la classe alla ricerca degli ingredienti che sarebbero serviti loro per preparare la pozione. James e Noah presero un po’ di cose qua e là e iniziarono subito a parlottare senza dare troppo peso alle istruzioni scritte sul libro.

-Sabato, per la gita ad Hogsmeade, devo darvi buca. Visto che quest’anno l’uscita coincide con il nostro anniversario, io e Haley abbiamo pensato di passare una giornata romantica da Madama Piediburro.- raccontò James, mentre mischiava ingredienti quasi a caso nel calderone.

-Fate bene. Immaginavo si fosse stufata di passare le vostre uscite insieme a noi.- James e Haley stavano insieme da tre anni, ma le volte in cui erano stati completamente soli si potevano contare sulla punta delle dita: a James piaceva stare con la sua ragazza, ma, ancora di più, uscire con lei e i suoi amici contemporaneamente. Erano una delle coppie più invidiate di Hogwarts: entrambi di bell’aspetto e campioni di Quidditch, lui per Grifondoro, lei per Corvonero, non litigavano quasi mai e si amavano molto.

Dopo un primo scambio di battute tra di loro era calò un attimo di silenzio così Noah prese coraggio e disse quello che era accaduto quella mattina.

-Ho baciato Charlie stamattina.- la buttò là, pensando di sorprendere l’amico, invece James continuò a girare la sua pozione e gli si rivolse con tono pacato.

-Era ora.-

-Come “era ora”?- a essere sorpreso, invece, fu Noah perché non si sarebbe mai aspettato una risposta del genere.

-Ho sempre sostenuto che siete una bella coppia e che vi piacete a vicenda.- dato che l’altro lo stava ancora fissando con uno sguardo interrogativo, James proseguì.

-Oh, avanti. Non fare quella faccia. Quei battibecchi sono proprio da fidanzatini.-

-Signor Baston, quanti aculei ha aggiunto alla sua pozione? Se ne ha messi troppi rischia un’espl…- il professor Lumacorno, che nel frattempo si era avvicinato ai due ragazzi, non fece in tempo a finire la frase che la pozione contenuta nel calderone di Noah esplose, spargendo del liquido verde per tutta l’aula, su alunni e oggetti. Così, oltre a essa, nell’aula esplose anche una fragorosa risata generale: James, Noah e il professore erano completamente verdi, i primi due con un’aria tra il sorpreso e l’impaurito, mentre l’ultimo indeciso se unirsi alla risata o sgridare i due. Il dovere di professore, alla fine, prevalse sull’ilarità così spedì i due in infermeria e gli diede appuntamento dopo la fine delle lezioni per decidere la punizione.

 

Nonostante quello che era accaduto, i due giovani Grifondoro non furono esonerati dalle lezioni successive così, a malincuore, raggiunsero Charlie e Dominique per quella di Storia della Magia. Le lancette dell’orologio si muovevano con una lentezza esasperante e il professor Ruf non aveva la minima intenzione di ravvivarla un po’, continuando a spiegare con la solita nenia. Charlie tentò di seguire e prendere appunti, ma, dopo neanche un quarto d’ora, abbandonò quell’idea e decise di portarsi avanti con i compiti che non era riuscita a terminare il giorno precedente. Quando suonò la campanella, il brusio creato dal parlare del professore cessò,  seguito dal rumore delle sedie che strusciavano sul pavimento.

-Che dormita che mi sono fatto! Dovrebbero brevettare Ruf come cura contro l’insonnia!- James si stava stiracchiando, pregustando l’ottimo pranzetto; era uno di quegli che riuscivano a dormire nelle situazioni peggiori e a mangiare a qualsiasi ora del giorno.

-Devi insegnarmi a dormire sempre e ovunque.- disse Charlie, mentre sistemava le sue cose.

-Allora, ho una tecnica infallibile: devi incrociare le braccia sul banco e appoggiarci sopra la testa.-

-Neanche ti rispondo!- in compagnia dei suoi amici e compagni si avviò verso le scale per tornare ai piani superiori e, di fronte al portone della Sala Grande, i quattro si separarono: lei sarebbe salita in Sala Comune senza pranzare e Dominique li abbandonò per raggiungere altre amiche, già all’interno della sala.

-Ci vediamo dopo alla serra.- disse, cercando di congedarsi.

-Perché non ti fermi a mangiare con noi?- chiese Noah, probabilmente con fare troppo da investigatore.

-Non ho fame e devo finire i compiti di Erbologia.- rispose lei sulla difensiva.

-Ma dai, li hai fatti durante Storia della Magia e abbiamo un’ora di buco. Su, fermati con noi.- insistette ancora lui.

-Sapete com’è mio padre, deve essere sempre tutto perfetto e da me pretende il doppio. Ci vediamo alla serra.- fuggì, senza dar modo a uno dei due ragazzi di replicare

 

-Sono un po’ preoccupato.- disse Noah, sedendosi al tavolo ricoperto di splendido cibo dall’aria molto invitante.

-Per cosa?- chiese James senza prestare troppa attenzione alle parole dell’amico, visto che stava mettendo ogni pietanza disponibile sul piatto.

-Per Charlie.- Noah, a differenza di James, aveva preso solo del pollo e delle patate.

-E perché mai?- parlò, prima di riempirsi la bocca fino a che entrava cibo.

-Non mangia. Hai visto quanto è bianca?- era la prima volta che esponeva a qualcuno le sue tesi e le sue preoccupazioni; si era sempre riproposto di non farlo, ma quella mattina sembrava proprio un cadavere ambulante ed era scomparsa anche la luce dai sui occhi, quella che lo ammaliava ogni volta che ne incrociava lo sguardo.

-Ma che cosa dici, avrà mangiato abbastanza a colazione!-

-Tu non fai proprio caso ai dettagli, vero? È da prima dell’inizio della scuola che la controllo e ogni giorno mangia sempre meno. A colazione ha mangiato mezzo toast e bevuto solo qualche sorso di succo di zucca e ora salta il pranzo.- prese un po’ di pollo con la forchetta e se la portò alla bocca.

-Non trarre subito strane conclusioni solo perché oggi non si è fermata a pranzo. Lo sai come sono le ragazze, sempre attente alla linea.- James, invece, aveva quasi finito il suo piatto.

-Charlie ti sembra una che si preoccupa della linea?-

-Sì. Certo, non per gli stessi motivi delle altre visto che a lei serve per andare più veloce sulla scopa.-

-Ok, potrebbe essere una soluzione plausibile, ma stamattina siamo andati a correre e di solito ci alleniamo pesantemente: il corpo ha bisogno di nutrimento e lei non glielo sta dando.- Noah non era più riuscito a toccare nulla e stava schiacciando le patate con la forchetta; anche l’altro adesso aveva smesso di farlo e osservava i movimenti dell’amico che riprese la parola.

-Io mi preoccupo per i miei giocatori, è mio compito osservarvi e rendermi conto se qualcosa non va. È nostra amica, James, e ho paura che stia cadendo in un baratro senza ritorno; la vedo peggiorare di giorno in giorno, le voglio bene e vorrei tanto aiutarla.-

Forse quella era una delle discussioni più serie avvenute tra i due amici; entrambi volevano bene a Charlie e la consideravano come una sorella o, almeno, per James era così. Pensò se al suo posto ci fosse stata Lily, la sua adorabile sorellina, che, in quel momento, si stava avvicinando a loro e gli si chiuse definitivamente lo stomaco.

-E’ troppo intelligente per fare quello che dici. Però, se proprio vuoi stare più tranquillo, parlerò con Dominique e le chiederò di investigare per noi. Per quanto ne sappiamo potrebbe avere un’immensa riserva di dolci di Mielandia nascosta nel baule in camera sua.- mentre finiva la frase Lily gli si sedette di fianco con un’aria non proprio allegra.

-Come mai quella faccia, sorellina?- le chiese, chiudendo definitivamente l’argomento “Charlie”, almeno per il momento.

-Sono stata cacciata.- prese un piatto e si servì del cibo che aveva davanti.

-Da dove? Da chi? Devo picchiarli?- James era molto protettivo nei confronti di sua sorella poiché la vedeva ancora come una bambina, anche se in realtà era più matura di lui.

-Albus, Rose e Scorpius. Mi ero seduta con loro al tavolo dei Serpeverde, ma mi hanno detto di andarmene. Non ho la più pallida idea di quello che stanno architettando, devo chiedere a Charlie di controllare, così magari gli tolgono punti e li mettono in punizione.- bevve un lungo sorso d’acqua e quando posò il bicchiere sul tavolo l’aria triste aveva lasciato il posto all’allegria.

-A proposito di punizione, ho sentito del vostro numero con la pozione.-

-Nostro? Vorrai dire suo. È stato lui che, sovrappensiero, ha aggiunto ingredienti a caso.- si difese James, puntando la forchetta verso Noah e riempiendolo di briciole.

-Facile dare la colpa agli altri! Se tu non mi avessi distratto non ci saremmo ritrovati in punizione!- provò a difendersi il diretto interessato sapendo di essere totalmente colpevole.

   
 
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