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Autore: Ale_Milka    26/11/2014    0 recensioni
È lei che mi guida, è lei che mi aiuta.
Lei, la nostra madre che splende
Nel cielo e ci sorride
La luna.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per sbaglio faccio cadere una pila di libri guadagnandomi un occhiataccia dalla bibliotecaria, non è colpa mia se sono così stanco che non riesco a ragionare. 
Sono passati tre giorni da quando ho assistito alla scelta della madre, da quel giorno non faccio che pedinare la ragazzina e per ora ho scoperto alcune cose su di lei. Si chiama Addy, ha 14 anni, vive al orfanotrofio visto che i suoi famigliari sono scomparsi dal nulla. Dio, un altro cucciolo da accudire, ma se la luna crede che sia degna di occupare il mio branco allora va bene.
Raccolgo velocemente i libri caduti e mi guardo intorno, sbuffo e impreco mentalmente notando che a causa dell'essermi perso tra i pensieri ho perso la ragazzina e quindi mi tiro fuori dal reparto "horror" iniziando a guardarmi attorno
-signore le serve qualcosa?- la bibliotecaria arriva di soppiatto dietro di me facendomi spaventare, mi rigo di colpo trattando il respiro
-nono, stavo solo cercando il reparto "giallo"- dico la prima cosa che mi viene un mente e per fortuna ho scorto un cartello dove indica che i libri gialli si trovano al piano superiore
-Uh, trovato. Arrivederci- liquido subito la signora anziana e salgo le scale velocemente. Odio le biblioteche, c'è troppo silenzio e il silenzio non mi piace.
D'un tratto mi ritrovo a pensare al rumore sei ruscelli, del vento e dei cervi che sgambettano. Mi manca la mia casa, qui tutto fa schivo ed è meglio che mi muova.
Mi sporgo dalla ringhiera in cerca della testa riccioluta, vago tra gli scaffali assottigliando gli occhi fino a quando non la individuo. Sta uscendo dal portone principale, con fretta scendo le scale creando rumore ad ogni scalino che percorro e appena finisco le scale vado a schiantarmi contro un carrello messo li davanti. Ma chi è l'idiota che l'ha messo li, devo concentrarmi. Lascio perdere i libri caduti e beccandomi lamentele esco dalla struttura, facendo ulteriore casino nello sbattere la porta.
Mi guardo intorno respirando piano, vedo la ragazza camminare allegramente e riprendo a seguirla, mentre una leggera pioggia inizia a scendere. Ripeto, devo sbrigarmi.
Ormai è da un ora che la sto seguendo, prima a Central Park dove sono stato fermato dai poliziotti per controllare i documenti, "stiamo facendo un controllo" si certo, ho per caso l'aspetto di un delinquente? Bha, poi è venuto il turno della metro dove una vecchietta mi ha preso a cazzotti con la borsa, ma che hanno tutti oggi? Bho.
Ora eccoci qui, all'orfanotrofio e dovrebbe essere l'ultima meta. Mi siedo sulla solita panchina e tutto prosegue liscio.
***
-ehy, tu!- di colpo apro gli occhi e mi ritrovo con il volto appiccicato al ferro della panchina, ci metto un po' per mettere a fuoco la situazione, mi guardo attorno e niente. È buono pesto e delle campane in lontananza segnano le nove di sera, mi stiracchio sbadigliando.
-ehi tu!- mi guardo attorno cercando l'emittente di quelle parole, un usignolo rossastro attira la mia attenzione
-si?- lo guardo attentamente, guai in vista?
-Agron ti manda un messaggio- mi alzo di colpo avvicinandomi al ramo su cui l'uccellino è appollaiato
-parla- incrocio le braccia al petto aspettando impaziente
-chiede perché ci stai mettendo troppo, il branco inizia a preoccuparsi- sgrano gli occhi, avevo promesso che sarei tornato entro un mese, sospiro 
-riferisci che ho trovato la persona, solo che la situazione è delicata. Ma si tratta del branco, quindi entro una settimana tornerò- dico ogni parola con decisione, mi gratto la nuca rivolgendo ancora lo sguardo al volatile
-c'è anche un altro messaggio, mandato da Luke- inarco un sopracciglio e sbuffo, luke ha da dire sempre stupidate 
-parla- dico distrattamente mentre mi guardo intorno per vedere se c'è qualcuno nei dintorni. Di colpo l'usignolo prende il volo e si poggia sulla mia spalla
-Sam è irrequieta, forse le manchi troppo o forse non è abituata ad avere il suo uomo così lontano- ho un sussulto, sento le guancia andare a fuoco e qualcosa nello stomaco, poi mi colpisce in pieno il ricordo della scopata con l'umana e sospiro. Deve essere una bugia, lei non...dio mio
-di a luke di non inventarsi balle- sussurro e poi con un gesto liquido il messaggero.
Mi giro sbadigliando e noto una vecchietta che mi fissa sconcertata, alzo una mano salutandola per poi andarmene da li velocemente
-ho bisogno di una bella dormita- sussurro a me stesso ormai sfinito
***

Oggi è il giorno giusto, ne sono sicuro. Esco dal hotel in cui alloggio da quasi un mese fischiettando, sprizzo energia da tutti i pori e ho una buon presentimento sulla prospettiva della giornata, mi fermo a bere un cappuccino. Adoro questo miscuglio zuccheroso, è meglio del caffè che proprio non sopporto.
Arrivato davanti all'orfanotrofio mi appoggio ad un muro aspettando che la futura cucciola esca.
Passa una buona mezz'ora e di colpo vedo uscire una testa riccioluta seguita da un corpo esile, sorriso vedendo la persona a me interessata, viene dalla mia parte e per non farmi notare mi appoggio al muro schiacciandomi contro questo e fingendo di sonnecchiare non attirò l'attenzione, o almeno è quel che penso.

La sto seguendo da troppo tempo e sembra insicura, continua ad andare dritta e non taglia per le solite stradine, mi sto stufando seriamente. Di colpo sparisce dalla mia visuale, accelero il passo e proprio quando passo di fianco ad un vicolo stretto vengo afferrato per la giacca e trascinato nella stradina, con poca forza vengo sbattuto al muro mentre riconosco il volto dell'aggressore
-senti, ora mi sono stancata. Smettila di seguirmi dappertutto- afferro le mano della ragazza e le stringo tra le mie per farle lasciare la presa sulla mia giacca, devo andarci piano.
-Addy, calmati- sussurro mentre la guardo negli occhi, i suoi occhi sono vivi e emanano fuoco. Si, è pronta
-non so chi sei, so solo che sono giorni che mi pedini- afferma decisa, alcune ciocche di ricci bruni le ricadono sul viso, sorrido. È carina..oh andiamo non devo distrarmi
-non ti farò del male, sono qui per aiutarti e portarti a casa tua- mi libero spostandomi dal muro congelato, mi sistemo la giacca un po' stropicciata mentre lei mi guarda assottigliando gli occhi
-pedofilo!- sussurra con durezza, la guardo e mi ci vogliono poco secondi per scoppiare a ridere in una sonora risata, mi tengo la pancia con le mani per le risate. La guardo, è seria e quindi decido di tornare serio anche io 
-te l'ho detto. Sono qui aiutarti- sbuffo mentre scalcio una piccola pietra, la ragazza assume un'espressione curiosa
-aiutarmi? E come?- si sistema i ricci dietro all'orecchio e non posso fare a meno di ridacchiare
-se mi dai l'opportunità di offrirti un caffè potrò raccontarti tutto- allungo una mano verso di lei in segno di pace. Rimane ferma senza ricambiare, è seria
-prima voglio sapere chi sei- ho un sussulto, la sua domanda mi fa tremare. Mi ha sempre fatto questo effetto, mi ricorda il passato. Mi ricorda lei, lei e i suoi modi di fare ormai cambiato. Il mio cuore accelera i battiti, è così. Quando dai tratta di lei, è stata la prima a dirmi chi ero e prima di lei ero solo. Prendo un grande respiro per poi rispondere

-io sono Alan-
 

 

  
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