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Autore: KyubiKonanOfAkatsuki    31/10/2008    1 recensioni
[NaruHina][Personaggi principali: Hinata, Kyuubi, Yondaime, Pain. OC: Sojobo, Zira, Daigoro(ebbene sì, quelli di Shadowland e Tsukuyomi Moon Phase), Tokimasa (Tutti rigorosamente non Gary-Stu e Mary Sue)][Introduzione: 'Who I Am?') Seconda Guerra Mondiale. In un laboratorio si conducono esperimenti sulla vita artificiale, degli scienziati cercano di creare "l'arma perfetta', facendo rivivere Kyuubi nel corpo di un ragazzino. Hinata è orfana di padre e madre, adottata da Sojobo, i figli di lui Madara e Sasuke. Una bambina contro un demone. Una storia che non avrà un lieto fine.
Genere: Drammatico, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Altri, Pain, Yondaime
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Una delle poche giornate in cui ci si poteva rilassare.

Hinata si godeva quella bella giornata di sole. Attorno a casa c’era un giardino perfettamente curato e delle casette per uccelli costruite da Sojobo, che spesso osservava il viavai dei passerotti. In effetti, era molto rilassante osservare gli spensierati animali che non potevano essere coscienti della situazione che si stava vivendo in quegli anni.

La Hyuga sospirò. Probabilmente, alla fine, anche il padre sarebbe stato chiamato alle armi.

 

Hinata: -Buongiorno, Daigorou san-

Daigorou: -Buongiorno, Hinata-

 

Hinata si aggiustò meglio l’obi dorato.

L’uomo che aveva appena salutato le aveva sempre fatto timore. Poteva avere la stessa età di Sojobo, forse cinque anni di più, ma non li dimostrava, decisamente no: i lineamenti del viso, tanto per cominciare, erano addolciti, quasi femminei. La pelle attorno agli occhi era inscurita, quasi non avesse mai dormito, e gli occhi erano più che a mandorla, verdi, e uno di essi (il sinistro) aveva una cicatrice che gli tagliava in due il sopracciglio. E poi aveva dei capelli lunghi e disordinati arancioni.

Meglio salutarlo, non si sa mai come avrebbe potuto reagire. In quel momento sembrava inoffensivo, stava semplicemente lucidando una delle due statue vicino alla porta di ingresso di casa sua, due Komainu di pietra.

 

Hinata: -Lei ha davvero una casa molto curata-

Daigorou: -Mhm. In effetti, ci ho lavorato molto-

Hinata: -Ecco… Mmmm… Meglio che vada-

Daigorou: -Ma no, fermati da me, è quasi pronto il tè verde-

Hinata: -No, guardi… E’ molto gentile, ma proprio non posso…-

 

Daigorou osservò critico Hinata, borbottò qualcosa sorridendole malevolo e tornò a lucidare le statue. Lei, da parte sua, accennò un inchino e si affrettò ad allontanarsi, per quanto il kimono glielo consentisse.

Quell’uomo era infido, proprio una delle persone da cui Hinata era stata messa in guardia da Sojobo.

 

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Kyuubi corse disperatamente fuori. Prima di fare qualunque altra cosa, voleva saggiare l’aria al di fuori del laboratorio. Superò agilmente i corridoi, incurante degli scienziati. Procedeva a quattro zampe, come un animale.

Si bloccò, sentì come qualcosa pizzicare sulla sua pelle.

 

Kyuubi: -Cos’è?-

 

Si girò, vedendo qualcosa sulla schiena: era un fiocco di neve, che si era sciolto all’istante al contatto. Un altro. Un altro ancora. Stava nevicando.

 

Kyuubi: -Sento… Una strana sensazione…-

 

Prese la sua coda, avvolgendosela attorno.

 

Kyuubi: -Non so… Cosa potrebbe essere…?-

 

Intanto, batteva i denti, tremando. Doveva trovarsi un riparo, e alla svelta, se non voleva morire congelato. Nessuno avrebbe mai offerto rifugio… A lui.

Alzò la mano al cielo, muovendola apparentemente a casaccio. Il cielo, dapprima oscurato, si dissipò, ed il sole tornò a splendere. Kyuubi avvertì una nuova sensazione, più piacevole.

 

Kyuubi: -Caldo…-

 

Poi aggiunse…

 

Kyuubi: -Se posso fare questo… Allora…-

 

Continuò a manovrare le nubi, che si accalcarono, diventando temporalesche. Poi, le diresse verso la città, la più vicina, Kyoto. Poi, si sarebbe diretto verso la periferia.

 

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Hinata: -Accidenti, che nuvole…-

 

Hinata aveva visto le nuvole accalcarsi verso la città. Presto si sarebbe scatenato un diluvio con i fiocchi. Quella che era una bella giornata si era trasformata in una grigia giornata di pioggia. E in più, il vento stava cominciando a soffiare sempre più forte.

 

Hinata: -Uffa… Devo tornare a casa… Facile a dirsi-

 

Cominciò ad avviarsi il più velocemente possibile per la strada di casa, prima che fosse stata inagibile.

 

???: -Ciao Hinata. Dove vai con tanta fretta?-

Hinata: -Buongiorno, Masamune san. Sto tornando a casa, vede che tempo?-

 

Sulla strada vi era il negozietto di un fabbro, Minato Namikaze, che però veniva chiamato Masamune per le sue katane, perfette e letali. Lui stesso era un samurai che, dato il trionfo delle armi con polvere da sparo, non prestava più servizio. Era un buon amico di Sojobo.

 

Masamune: -Se vuoi, puoi fermarti da me. Chiamerò Sojobo dal telefono di casa per avvertirlo. Sei lontana, non arriverai in tempo-

Hinata: -Lei è molto gentile-

 

Dentro in negozio si avvertiva un forte odore di metallo, e in più c’era molto caldo. Sul retro, infatti, si lavoravano le katane.

 

  
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