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Autore: TheIronMaiden    27/11/2014    2 recensioni
In principio ci furono la guerra, le perdite dolorose, le paure. Poi giunsero la pace e la serenità, ma nel petto di Naruto Uzumaki e Hinata Hyuga è rimasto un vuoto.
Quanto possono dei piccoli e all'apparenza insignificanti momenti essere in grado di far sbocciare qualcosa che è già stato seminato da tempo? Può un singolo germoglio riempire un buco nel cuore?
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Dopo la guerra si erano incrociati qualche volta, avevano scambiato qualche parola, ma Naruto non sembrava ricordarsi della dichiarazione d'amore di Hinata, né delle due volte che si era quasi sacrificata per salvargli la vita. La ragazza si tormentava ogni sera chiedendosi come potesse aver dimenticato qualcosa del genere, ma alla fine la sua voce interiore la mandava a dormire delusa, ricordandole che probabilmente Naruto si comportava così perché non riusciva a vederla come qualcosa di più importante di una semplice amica.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
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boooo

EveryMoment
•Chapter 1
Stability



Quando riaprì gli occhi si ritrovò a fissare un soffitto bianco, illuminato fiocamente da una luce aranciata. Si portò una mano alla fronte, scostandosi le ciocche della frangetta e massaggiandosi la pelle candida e calda, cercando di capire cosa le fosse successo e dove fosse finita. Piegò leggermente il capo di lato, socchiudendo le palpebre per mettere a fuoco il mobilio e gli oggetti sparpagliati in giro per la stanza, focalizzandosi su alcuni dettagli: una casacca nera e arancione, un foglio bianco appeso al muro pieno di scarabocchi riportanti il simbolo del Villaggio della Foglia, un set di kunai sparsi sulla scrivania e alcuni contenitori di cartone di ramen istantaneo ormai vuoti. Poi ricordò, e il profumo che l'aveva fatta svenire tornò a farsi presente, facendole balzare il cuore in gola. Fece per mettersi seduta, quando il volto di Naruto comparve prepotentemente e repentinamente nel suo campo visivo, facendole mancare il respiro.

"Ti sei svegliata finalmente! Accidenti Hinata, mi hai fatto prendere un bello spavento! Non sapevo che fare, e siccome non sapevo come avrebbe reagito tuo padre se ti avessi riportata da lui incosciente tra le mie braccia ho pensato di portarti a casa mia, spero non sia un problema" spiegò il ragazzo con un sorriso nervoso e ampio a illuminargli il volto, passandosi una mano sulla nuca, scompigliandosi i capelli ora decisamente più corti rispetto a qualche mese prima.
Hinata arrossì vistosamente, mettendosi a sedere e scuotendo il capo lievemente, in quel modo delicato ed elegante che la caratterizzava. Naruto si perse a studiarne i movimenti per qualche istante di troppo, e ritrovò lo sguardo perlato di lei a fissarlo, mettendolo a disagio. Non era una sensazione negativa, era più che altro qualcosa di completamente nuovo per lui, qualcosa che lo faceva sentire diverso in presenza di Hinata, spingendolo a comportarsi con lei in modo differente da come interagiva con qualsiasi altro suo amico e compagno di missioni. Si umettò le labbra e le porse la mano per aiutarla ad alzarsi, cercando disperatamente qualcosa da dire per creare un equilibrio tra loro in quel momento che gli pareva tremendamente instabile.
"Scusa se c'è tutto questo disordine, ma non ho avuto tempo di mettere a posto, sai..." blaterò, ridacchiando un po' scioccamente come era solito fare ogni volta che voleva alzare le difese. Era uno dei suoi pregi e difetti maggiori: fingersi un idiota quando non sapeva come comportarsi in presenza di altre persone, o per cercare di attirare la loro attenzione. Era un metodo che aveva inventato e sviluppato da bambino, quando passava ore delle sue giornate a dondolarsi sull'altalena solitaria di fronte alla scuola di Konoha, osservando i bambini che facevano gruppo, infangando i suoi tentativi di inserirsi tra loro liquidandolo con delle occhiate dense di diffidenza, paura e odio. Naruto aveva sempre temuto l'odio della gente, certo che quello indirizzato a lui fosse immotivato e fomentato dalle storie che i genitori apprensivi si inventavano sul suo conto. Quando ripensava a quanto fosse riuscito a cambiare e consolidare il rapporto che lo legava a Kurama, la Volpe a nove code che viveva dentro di lui e che l'aveva condannato -apparentemente- a un'esistenza fatta di solitudine, pregiudizi e astio, si sentiva fiero del lavoro svolto e della propria forza.
Hinata però sorrise e scosse il capo, iniziando a torturarsi le dita delle mani. "Non p-preoccuparti N-Naruto-kun... Se questo è il t-tuo modo di tenere la c-casa a me va b-benissimo così" gli spiegò, balbettando leggermente. "Sei tu ed è t-tutto perfetto."
Lui sgranò leggermente gli occhi, sorpreso ancora una volta dalle sue parole. Hinata sapeva dire le cose giuste al momento giusto, mettendolo a suo agio e ricordandogli quanto la sua presenza gli fosse stata necessaria in più momenti fondamentali della sua vita. Lei era stata l'unica bambina a guardarlo con occhi diversi, a vedere in lui qualcosa di diverso dalla forza portante del Kyuubi, a credere che dietro a quell'aspetto da teppistello ci fosse un'anima delicata e bisognosa di affetto.
Gli capitava spesso di ripensare al modo in cui Hinata aveva cercato di salvargli la vita durante la guerra, o al discorso che gli aveva fatto quando Obito, corroso dalla paura e dall'odio, aveva cercato di fargli perdere la fiducia in sé stesso e nel suo credo ninja. Da allora non era riuscito a ringraziarla davvero, frenato un po' dalla paura di utilizzare le parole sbagliate, un po' dallo scombussolamento emotivo che la presenza di lei gli provocava da quando aveva dichiarato di amarlo. Nessuno gli aveva mai detto qualcosa del genere, e Naruto non sapeva assolutamente come reagire a una cosa a lui completamente nuova. Fino a qualche anno prima era stato convinto di amare Sakura, ma crescendo si era reso conto che la sua era stata solamente una cotta adolescenziale, resa più ossessionante dalla voglia di sfidare Sasuke, suo eterno rivale, che aveva rubato il cuore della loro compagna dai capelli rosa già da quando erano solamente dei bambini. Poteva quindi affermare di non sapere cosa fosse l'amore, quello vero, ma sapeva che in quel momento il rossore sulle guance di Hinata e il suo modo di abbassare lo sguardo e di non riuscire a tenere ferme le dita delle mani pallide e affusolate la rendevano davvero molto, molto carina.

"M-mi dispiace averti disturbato, s-se vuoi posso a-andarmene" sussurrò la ragazza, maledicendosi mentalmente per quel suo balbettio che sembrava uscire fuori solamente in presenza di Naruto.
Le dispiaceva davvero essere svenuta, facendolo preoccupare e costringendolo a portarla a casa sua per non lasciarla sola in mezzo alla strada. L'ultima cosa che voleva era essere un peso per Naruto, eppure pareva riuscirci ogni volta. Sentì le spalle abbassarsi per la delusione di fronte a quella consapevolezza, ma la voce del ragazzo ruppe il silenzio, costringendola ad alzare lo sguardo per cercare quello di lui. "Ma quale disturbo! Sono sempre solo ultimamente, e un po' di compagnia non può che farmi bene, Hinata" le assicurò con sguardo serio. Hinata si sorprese, come le accadeva sempre negli ultimi mesi, nel constatare quanto maturi fossero diventati i lineamenti del ninja di fronte a lei. Era diventato parecchio alto, le sue spalle si erano allargate, e il suo volto era diventato quello di un uomo. Un uomo dal sorriso solare e dallo sguardo azzurro come il cielo d'estate, adombrato dal peso di ricordi dolorosi che non tutti sembravano notare. Hinata avrebbe voluto abbracciarlo con forza e ricordargli che lei c'era sempre stata e non lo avrebbe mai abbandonato, ma come ogni altra volta non trovò il coraggio di farlo e si limitò a sorridergli dolcemente, arrossendo. "E poi è sera, non vorrai tornare a casa a quest'ora? Ti conviene restare qui, al sicuro, per la notte. Possiamo berci qualcosa di caldo e guardare un film, per esempio" continuò a parlare Naruto, iniziando a muoversi per la stanza, facendole cenno di seguirla verso la piccola cucina posta in un angolo dell'ampio e disordinato monolocale. Hinata obbedì, mordendosi il labbro inferiore, non riuscendo a trattenere un piccolo sorriso. Ormai Konoha era sicura, ma lui si preoccupava lo stesso per lei, preferendo disturbarsi e invitarla a restare a casa sua per la notte.
Sgranò gli occhi a quell'improvvisa consapevolezza, avvampando, e pregò di non svenire di nuovo.

-

Naruto sghignazzò, riempendosi la bocca di pop corn mentre lui e Hinata si gustavano una delle commedie più divertenti di sempre, a suo avviso. Era stato il maestro Jiraiya a fargliela vedere la prima volta; era una commedia con un ninja imbranato e sfortunato come protagonista, la trama incentrata sulla sua vita, una parodia di quella dei ninja reali. Persino Hinata si stava divertendo, lasciandosi andare a qualche risatina tra un popcorn e l'altro. Naruto a volte le lanciava un'occhiata di nascosto, contemplando il suo profilo delicato mentre inclinava leggermente il capo all'indietro e mostrava i denti perfetti per sorridere a qualche scena divertente. Era raro vederla ridere così, si rese conto il biondo. Così spesso si era ritrovato a piangersi addosso per le sue perdite da dimenticare quelle altrui. Inspirò a fondo, cercando le parole giuste mentre giocherellava coi popcorn dentro al sacchetto che teneva in grembo, e alla fine si decise a parlare.
"Come stai?" le chiese, fissandola in tralice. La vide sussultare lievemente e voltare il capo verso di lui, sorpresa. "I-io... Uhm... Sto bene" tentennò, abbassando lo sguardo. Naruto sospirò, ruotando il busto verso di lei per farle capire che il film aveva perso d'importanza in quel momento. "Intendo dire, come stai dopo la guerra, dopo... Dopo la morte di Neji. Come vanno le cose in casa tua?"
Hinata prese a torturarsi le dita nervosamente, stringendosi lievemente nelle spalle. Troppo spesso Naruto aveva avuto l'impressione che la ragazza si facesse problemi a parlare di sé in sua presenza, quasi impaurita di poter disturbare o risultare noiosa, e quella sera non voleva darle ragione di soffermarsi su pensieri così fuorvianti.
"Oggi ho comprato dei girasoli. L-li ho portati sulla sua tomba. Mi manca molto" ammise la ragazza  con un sospiro, senza alzare mai lo sguardo. "A casa v-va bene, anche se allenarmi per dimostrare che sono davvero la degna erede degli Hyuga non è facile" gli spiegò, balbettando un po' meno del solito. Naruto la ascoltò in silenzio, sentendo gli angoli delle labbra incurvarsi leggermente verso l'alto a quella vittoria: era riuscito a farla parlare!
"Ma tu sei la degna erede, Hinata! Ho visto come hai combattuto, e non mi sono dimenticato di quanta forza sei riuscita a darmi nei momenti di sconforto. Se la guerra è finita è anche grazie a te. Se io ho vinto, è grazie a te che sei rimasta al mio fianco. Condividi il mio credo ninja, per cui non puoi fallire, è matematico" sorrise ampiamente, sentendo il petto scaldarsi nel vederla arrossire e sciogliersi in un sorriso sincero.
"Lo devo ad Hanabi, questa responsabilità è solamente mia. Con la guerra mio padre e il resto della famiglia hanno iniziato a v-vedermi diversamente, ma non ho ancora finito di lottare" sussurrò lei, con la sua voce dolce, smettendo di torturarsi le dita e alzando lo sguardo su di lui, finalmente. Naruto sentì qualcosa di strano agitarsi nel suo stomaco, ma non riuscì a dare un nome a quella sensazione.
"So cosa vuol dire combattere per dimostrare agli altri quanto si vale. L'ho fatto per tutta la vita, e quando non hai nessuno a sostenerti è davvero difficile. Ancora adesso mi sento triste quando penso al vuoto che la mancanza dei miei genitori provoca dentro di me, ma ci sono momenti come questo in cui mi sento forte. Non sentirti mai sola, non la sei. Io ti sostengo con tutto me stesso!" la incoraggiò stringendo una mano a pugno senza ricordare che fosse piena di popcorn, che si sbriciolarono, spargendosi sulla sua maglietta nera.

Hinata si portò una mano sulle labbra, senza riuscire a soffocare una risatina divertita, poi senza rendersi conto di cosa stesse facendo la allungò fino al petto di lui, ripulendogli la maglietta dalle briciole con un gesto carico di affetto, spontaneo. Non si accorse subito dello sguardo di Naruto, simile a quello che le aveva lanciato quando si era dichiarata a lui prima di combattere contro Pain o quando lo aveva convinto a non arrendersi durante il momento più difficile della guerra: gli occhi azzurri sgranati, brillanti come l'acqua di un ruscello in piena estate. Spazzò via tutte le briciole e poi alzò lo sguardo, incrociando finalmente quello stupito e più serio che mai di Naruto.
La mano iniziò a tremarle leggermente e il fiato le si mozzò in gola mentre si perdeva in quelle iridi così limpide e sincere, nelle quali poteva riflettersi, rossa come un pomodoro e con un'espressione tremendamente sciocca dipinta sul volto. "N-Naruto-kun... S-scusa, i-io..." Fece per tirare indietro la mano, ma quella calda di lui la afferrò prontamente, tenendola saldamente premuta contro il suo petto. La ragazza poteva sentire il battito accelerato del suo cuore sotto allo strato leggero della maglietta, e quella vicinanza le fece girare nuovamente la testa.
Desiderò di poter svenire per non dover affrontare una situazione così imbarazzante, ma ciò non accadde.
Naruto le sorrise, stringendole la mano per un istante lunghissimo prima di lasciarla andare. "Non chiedermi scusa. Sono io che dovrei farlo, visto che ho tirato fuori argomenti poco felici" la corresse, osservandola mentre si portava al petto la mano che le aveva stretto fino a pochi istanti prima. "No, h-hai fatto bene... F-fa bene parlare di certe cose, p-pensavo di scoppiare a t-tenermi dentro tutto quanto" confessò, ancora rossa in volto, e lui rilasciò lentamente il fiato che aveva trattenuto fino a pochi istanti prima, cercando di resistere all'istinto di abbracciarla.
Quei desideri erano strani, del tutto nuovi, e lo mettevano a disagio come non mai. Si grattò la nuca con fare imbarazzato, dipingendosi un gran sorriso in volto.
"A chi lo dici! Se hai bisogno di parlare, beh, sai dove abito... E, ehm... Oh, guarda, questa scena è bellissima!" cambiò argomento, indicandole il televisore con un cenno del capo. Lei sorrise e annuì, spostando lo sguardo, e Naruto fu libero di inspirare ed espirare a fondo, cercando di regolarizzare il proprio battito cardiaco.
Non parlarono più per quella sera, e quando il film fu terminato, la testa di un Naruto profondamente addormentato era scivolata da un pezzo sulla spalla di Hinata, che al contrario non chiuse occhio per quasi tutta la notte.


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Angolo dell'Autrice

Non so come ringraziarvi per i feedback positivi e per aver iniziato a seguire la mia storia nonostante ieri abbia postato solamente il prologo! Non scrivo per avere un seguito o per le recensioni, ma ricevere dei pareri, positivi o negativi che siano, mi fa capire che non ho scritto solamente per me stessa, ma anche per far sorridere altre persone. Grazie di cuore, apprezzerei davvero tanto se continuaste a dirmi cosa pensate della mia storia!
Veniamo a noi, ecco il primo capitolo: cominciamo a entrare più in profondità nella psicologia e nei ricordi dei due personaggi, ma essendo solo l'inizio ho voluto creare un'atmosfera dolce, ma in un certo senso "introduttiva", perché questo sarà un vero e proprio percorso tra momenti piccoli ma significativi che accompagneranno Naruto e Hinata fino alla fine della storia che, premetto, non sarà lunghissima.
Spero abbiate apprezzato anche questo primo capitolo, e che siate curiosi di leggere anche il prossimo.


  
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