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Autore: bennina_bennina    27/11/2014    0 recensioni
Tess ha 19 anni e vive a New Orleans con la madre, malata di cancro e ormai in fin di vita. La sua vita è stressante, divisa tra studio e vari lavori. Un giorno il padre ( che si è risposato e con il quale Tess ha un pessimo rapporto) le fa un’offerta che è costretta ad accettare. Così Tess si ritroverà catapultata in una realtà diversa e cambierà profondamente. Capirà di meritare la felicità e l’amore, che troverà nella persona che non si sarebbe mai aspettata.
“Quello che sto per dire forse è un inutile insieme di parole. Ma è il MIO insieme di parole che, chissà, forse valgono la pena di essere pronunciate. “
Se volete lasciate una recensione!!!! Mi farebbe piacere, sono qui per imparare anche dalle critiche:)
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Threesome, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Mi trovo in una stanza vuota, bianca, senza nemmeno un mobile. In fondo riesco a vedere un vetro, provo ad avvicinarmi e a guardare cosa c’è fuori. Nulla, c’è il nulla. Sono completamente sola. Comincio a rendermi conto della mia situazione: come farò a vivere così tutto resto della mia vita?!
Apro gli occhi e scorgo il soffitto della mia camera. Un raggio di luce entra dalla finestra, abbagliandomi. Cerco di richiudere gli occhi; devo essermi svegliata a causa di un brutto sogno. Poi realizzo. Mi giro a sinistra e vedo la faccia di un ragazzo, che dorme. Cazzo, ecco cos’ho fatto ieri sera.
Ripercorro mentalmente la serata. Amelia è venuta da me, siamo andate al locale, abbiamo portato delle persone dentro; c’era una comitiva e c’era un ragazzo carino. Ci siamo presentati; come cazzo si chiama? Jack, John… Poi, ah si, ci siamo dati appuntamento fuori dal locale. Era troppo tardi per andare da qualche parte, a casa sua non si poteva andare, quindi siamo venuti da me. Perché mi ficco sempre in situazioni di merda?! Giuro mentalmente di non lasciarmi più avvicinare da ragazzi casuali. Mi giro verso di lui, devo ammettere che è carino. Cerco di alzarmi dal letto il più silenziosamente possibile e cerco di afferrare i primi vestiti che trovo, un paio di pantaloni della tuta e una maglia troppo corta. Camminando sulle punte afferro il telefono ed esco dalla camera. L’obbiettivo è raggiungere il bagno senza farmi sentire da mia madre; è in cucina, sento la tv accesa. Con uno scatto arrivo in bagno e mi chiudo dentro; compongo il numero di Amelia e aspetto che risponda. Uno, due, tre squilli.
 
  • Pronto
  • Perché? – chiedo, ma è solo una domanda retorica.
  • Cosa?
  • Perché riesco sempre a ficcarmi in situazioni simili
  • Di che parli? Del ragazzo di ieri?
  • Di cosa se no?!
  • Che è successo?
  • Ti dico solo che sta dormendo nel mio letto
  • Si! – esclama lei con un gridolino – sapevo che te lo saresti portato a letto. Era sexy da morire.
  • Amelia, non mi ricordo neanche il suo nome!
  • E allora? Mica devi chiamarlo per nome per avere una sana scopata
  • Beh, almeno mi piacerebbe avere un nome per salutarlo quando se ne va
  • Chiamalo Dan o Josh … Dai, sarà uno di quei nomi lì
  • E se non lo è? – sento delle voci dall’altra parte del telefono –dove sei ?
  • In centro, con mia madre.
  • Shopping del sabato mattina? – chiedo, sicura di quale sarà la risposta
  • Certo! – risponde lei – solo che si è bloccata in un negozio e non vuole più uscire. La sto aspettando fuori. A proposito, sai chi ho visto prima?
  • Chi?
  • Carrie, la tua collega. Stava con un figo pazzesco.
Ci metto un secondo a fare due più due. Ieri Carrie e Jude si sono scambiati i numeri.
 
  • E lui com’era?
  • Biondo scuro, capelli un po’ spettinati. Ah, e fossette! Sono riuscite a vederle a distanza. Perché lei riesce a trovare dei ragazzi così?! E si, la so già la risposta: sembra una modella.
  • Tu non puoi capire chi è il ragazzo di cui stai parlando – dico io, ridendo.
  • Chi? Lo conosci? E non me l’hai detto, stronza?
  • È il figlio della compagna di mio padre.
  • Il principesso?
  • Proprio quello!
Il “principesso” è il soprannome che gli ho affibbiato qualche anno fa. Louise era la principessina e lui in quanto non molto diverso da lei si è meritato questo soprannome.
 
  • Oddio! Non mi hai detto che era così bello.
  • L’ho visto per l’ultima volta almeno quattro anni fa! E poi, sinceramente, non mi fa impazzire.
  • Eretica! È assolutamente un dieci con lode! Maledetta quella Carrie, non mi è mai stata simpatica.
  • E smettila, che anche tu ne hai fatte di belle conquiste. Devo provare a tornare in camera e vedere che succede. Oddio, pensa se si è già svegliato e mia madre lo ha beccato in cucina? Che imbarazzo. Ci sentiamo più tardi.
  • Ok, ricorda che oggi ti passo a prendere alle 8 e 30.
  • Va bene, tanto ho giorno di riposo da lavoro.
  • A dopo! – mi saluta e riaggancia.
Devo trovare il coraggio di andare in quella fottuta camera. Esco dal bagno in punta di piedi; dalla cucina si sente il rumore della tv e un sottile bisbiglio. Immagino che sia mia madre al telefono con una sua amica. Apro la porta della camera. Chissà, magari il tipo è sparito, era solo un pessimo sogno. Provo ad aggrapparmi a questa speranza, ma nulla, è ancora lì. E per di più è seduto sul letto, con indosso una maglietta e i boxer, con il mano il cellulare. Appena mi vede entrare mi sorride.
 
  • Ei
  • Ei – lo emulo
Mi avvicino e mi metto a sedere sul letto davanti a lui.
 
  • C-come stai? – gli chiedo. Seriamente Tess? Sei andata a letto con un ragazzo di cui non sai neanche il nome e la prima cosa che gli chiedi è come stai?
  • Ho dormito da Dio, questo letto è comodissimo.
  • Sono contenta che ti sia piaciuto – in un attimo mi rendo contro del senso che questa frase potrebbe avere – e anche il resto.
  • Oh, quello mi è piaciuto ancora di più – mi sta guardando in modo strano
  • Bene
  • Bene
Non so perché ma mi ritrovo addosso a lui a baciarlo. Le sue mani scendono subito sulle mie natiche e mi infila con prepotenza la lingua in bocca. Cazzo non mi sono lavata i denti! Cazzo perché lo sto baciando? Cerco di non pensare, perché se no potrei esplodere.
 
Sono un’idiota. È la prima cosa a cui penso dopo l’orgasmo e dopo che lui si butta al mio fianco.
 
  • Wow
  • Si – annuisco
  • Dovrei andare – dice lui, spezzando quel poco di atmosfera che c’era.
  • Certo – mi alzo di scatto.
Ci rivestiamo in silenzio; nel frattempo penso a che scusa inventare con mia madre. Un compagno di studi? Poco credibile, la notte non si studia. Potrebbe essere un amico che era troppo ubriaco per guidare e quindi ho guidato la sua auto fino a casa e l’ho fatto restare a dormire qui così che smaltisse la sbornia.
 
  • Ok, mia madre è di là – gli dico – ho in mente una buona scusa, tu dammi ragione
  • Afferrato dice lui
Usciamo dalla camera e percorriamo il corridoio per un tempo che mi sembra lunghissimo. Entriamo nel soggiorno e vedo mia madre. Ma c’è qualcuno con lei.
 
  • Ei mamma lui è un mio amico è rimasto qui a dormire perché…
L’altra persona si gira ed è mio padre che mi guarda con la fronte corrugata, mentre mia madre ha gli occhi spalancati. Il tipo mi guarda confuso.
Come fare una figura di merda con entrambi i propri genitori.
 
  
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